
Anno 1119 (la datazione marcata a matita nella copia del documento originale reperita presso l'Archivio di Stato è 1081 poi corretta dopo un confronto con pergamene con la medesima attestazione iniziale): Giovanni Seniore del Castro de Soma, figlio del fu Cedro che fu seniore del detto castello di Somma, e Adenulfo che è chiamato Sarro, figlio del fu… dei Longobardi Capuani, cede al Monastero di SS.Severino & Sossio - affinchè venga lavorato e usato per il pascolo - un terreno nell’area dove sono presenti le chiese di S.Maria Amarcatara e di S. Grisanzio.
Peraltro, esistono pergamene simili a livello di contenuto (es. la n.620 in B. Capasso - Monumenta ad neapolitani ducatus historiam pertinentia – Tomo II parte 1), ma è in quella reperita all'Archivio di Stato di Napoli che riporta: “vi è una grancia appartenente già al vostro monastero: con mura e cavità al suo interno e con ingressi che danno su tutte le sue pertinenze”
Se riguardiamo il quadro delle Dodici Mitrie del Montanari (sec.XVIII) , vi è una Massaria dei Conti di Soma non lontano dalla zona tavernanovese:
Questa Massaria potrebbe indicare che quella parte di territorio, delimitata tra quelle che sembrano essere oggi via S.Giacomo (prolungata verso la via delle Puglie) e via Contrada Marcomanna, era rimasta ancora di proprietà dei Signori di Somma.
Nulla vieta che, 700 anni prima circa, la proprietà si estendesse ancor più verso ovest (a destra nel quadro) fino a lambire la zone del Salice, dove vi erano appunto le due chiese sopra menzionate e che all'interno di tale area vi fosse la proprietà di Giovanni Seniore e, come scritto poc'anzi, in quest'area, secondo la pergamena, sussisteva già una grancia che apparteneva al Monastero di S.Severino & Sossio.
Possiamo allora ipotizzare che la grancia in questione era ciò che oggi indichiamo come il "vecchio" Palazzo Gaudiosi (che di cavità ne aveva a iosa...)? e dunque risulterebbe risalente agli inizi del primo millennio?
Altra considerazione la si può fare sulla pergamena in "Monumenta" (n.620): in essa si legge che "neque habeamus licentiam aliquando tempore vobis vestrique posteris aut supradicto sancto et venerabili vestro monasterio de supradicto integrum campum vestrum de terra da intus ipsa arcora et da foris ipsa arcora qualiter" che confermerebbe che il territorio donato al Monastero si estendeva al di quà e al di là delle arcate dell'acquedotto.
In questo contesto, dunque, è molto importante considerarne i confini come dalla traduzione (più interessante per noi...) della pergamena dell'ASN:
"
De uno latere parte meridiana est riu qui nominatur de silice ad vero alio latere parte septentrionis sunt ipsa arcora ed illa forma. de uno capite via publica qualiter venit da ipso rio de silice et vadit a somma. et de alio capite esta alia via qui vadit ipsa arcora et vadit etiam et in ipsa parte meridiana est terra de aliis hominibus qui ibidem affine sunt. qualiter da capite de suprascripta riu de silice et usam ad suprascripta via que venit da arcora."
Ora immaginiamo l'appezzamento di terra come un quadrilatero, e definiamo i suoi lati in base ai punti cardinali, sebbene i documenti antichi non sempre seguano una perfetta ortogonalità:
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Lato Sud: Il torrente Silice
- "De uno latere parte meridiana est riu qui nominatur de silice": Il confine meridionale del campo è chiaramente definito da questo "fiume" che gli studiosi indicano non lontano dalla chiesa di S.Grisanto in Arcora.
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Lato Nord: Arcora e "Quella Forma"
- "ad vero alio latere parte septentrionis sunt ipsa arcora ed illa forma": Il confine settentrionale è rappresentato dal territorio stesso di Arcora. "Illa forma" potrebbe indicare un elemento topografico specifico quale un rudere significativo all'interno o al limite di Arcora, che potrebbe essere proprio una volta dell'acquedotto (cfr. Charles Du Cange, Glossarium mediae et infimae latinitatis, Ed. Niort L. Favre, 1883. Ristampa anastatica di Arnaldo Forni ed., Sala Bolognese, 1981.)
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Un Capo (Est/Ovest): La Via Pubblica per Somma
- "de uno capite via publica qualiter venit da ipso rio de selece et vadit a somma": Una delle due estremità del campo (generalmente i "capi" indicano i lati corti, quindi est o ovest) è delimitata da una via pubblica. Questa strada è importante perché parte dal torrente Silice e si dirige verso Somma. Questo implica che la strada corre in direzione nord-sud o diagonale, collegando il fiume a Somma.
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L'Altro Capo (Ovest/Est): L'Altra Via per Arcora
- "et de alio capite esta alia via qui vadit ipsa arcora et vadit etiam": L'altra estremità del campo è definita da una seconda via che conduce direttamente ad Arcora e "va anche" altrove, suggerendo che prosegue oltre l'area immediata.
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Confine Sud-Ovest o Sud-Est: Terra di Altri Uomini
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"et in ipsa parte meridiana est terra de aliis hominibus qui ibidem affine sunt. qualiter da capite de suprascripta riu de silice et usam ad suprascripta via que venit da arcora": si indica che una porzione della parte meridiana (cioè lungo il lato del fiume) confina con terreni appartenenti ad altre persone. La loro proprietà si estende da "un capo" (un'estremità) del torrente Silice (quindi un angolo sud-est o sud-ovest del campo) e "si unisce" (usam ad) alla via che viene da Arcora.
Questo significa che uno degli angoli del campo, dove il fiume incontra la via che va ad Arcora, è un punto dove la proprietà del monastero si interseca con i terreni di altri. Potrebbe esserci un triangolo o una porzione dove il campo non si estende fino alla strada, ma finisce contro il terreno di un vicino.
Ipoteticamente, in una mappa schematica, andiamo ad immaginare un campo rettangolare o trapezoidale con:
- Il lato lungo inferiore (Sud) è costeggiato dal torrente Silice.
- Il lato lungo superiore (Nord) confina con Arcora.
- Le due estremità (Est e Ovest) sono delimitate da strade. Una va a Somma (partendo dal fiume), l'altra va ad Arcora.
- In un angolo meridionale (dove il fiume incontra la strada che porta ad Arcora), c'è un punto di confine dove la proprietà del monastero si incontra con i terreni di altri proprietari.
E' chiaro che, volendo riportare tutto su una ipotetica mappa, risulterebbe difficile trovare qualcosa che suggerisca la localizzazione di quanto sopra elencato che sia anche in linea con il XII secolo.
Proviamo allora con una mappa risalente ai primissimi anni del XIX secolo.
(continua)