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domenica 8 settembre 2024

La Casa della Bolla descritta nel XVI secolo.

 

1629 - La Villa di Poggioreale (particolare di un dipinto di A. Baratta, "Fidelissimae urbis Neapolitanae")

Nel 1566 viene dato alle stampe, postumo, il testo di Giovanni Tarcagnota “Del sito et lodi della città di Napoli, con una breve historia de gli re suoi, et delle cose più degne altrove ne’ medesimi tempi avenute”,

In questo documento, una delle tante guide alla bellezza della città e del suo circondario scritte in ogni tempo, l’autore fa descrivere  – a modo di una moderna intervista – a don Geronimo Pignatelli[1], la funzione della cosiddetta “Casa della Bolla”:

Qui tutta l’acqua si divide, et una parte ne viene a Poggio Reale per li suoi aquedotti coverti, co’ suoi castelletti di mano in mano; l’altra fa il celebre fiumicello Sebeto, che ne va a scaricare presso il ponte della Madalena le sue acque in mare, et serve a fare macinare tanti molini, quanti sapete, per uso della città. Et se egli è povero di acque, è nondimeno famoso et noto per la grandezza della città che ha vicina, non men che per lo suo famoso Tevere Roma. Ora dalla Bolla in sù, per forse un miglio, si scuoprono antichi aquedotti, per i quali ne vien nella Bolla l’acqua; ma più in là, per che ci contentiamo noi hoggi di quel che habbiamo, non ci curiamo di andare altramente l’origine di questa acqua cercando; et così, per un poco di diligentia che si lascia di oprarvisi, ne resta incognita a noi hoggi et occulta. Non è l’acqua, che nella Bolla si vede, tanta che bastasse né a darci le tante fontane et pozzi quanti habbiamo nella città, né a fare macinare tanti molini quanti ne macinano, ma et nella Bolla istessa, et di mano in mano per tutto il corso che ella fa, con copiosi nuovi gorghi ne viene sempre accrescendo, in modo che in quella tanta copia abonda che noi vediamo; et in PoggioReale spetialmente, più che altrove, ne cresce. Nel qual luogo, che ne tolse per ciò questo nome, solevano già per loro diporto gli re passati andare spesso, et massimamente la estate, per godere di quelle acque che copiosamente vi sono; et a questo effetto vi furono fatti vaghissimi giardini con alcune commode stanze.

La Casa della Bolla, ai tempi nostri, giù in via Casa dell'Acqua.


[1] rampollo del ramo dei duchi di Monteleone, figlio di Camillo conte di Borrello e dunque fratello del duca Ettore II Pignatelli.



giovedì 4 febbraio 2016

Dal De Nittis una sorpresa per noi gradita...


...parlo di questo dipinto, venduto all'asta nel 2009 a Milano (prezzo base da 65.000 a 80.000 €) che ha per titolo (ma guarda un pò...)Paesaggio con case e acquedotto” (Nella palude di Napoli).

E noi quale palude di Napoli conosciamo, attraversata da due (resti di) tracciati di acquedotto?
Secondo me, sfruttando alcune carte quali la Carta Rizzi-Zannoni (foglio 14), o in quella di G.E. Westphal e ammettendo che il pontecanale che si vede in secondo piano sia l'acquedotto augusteo il dipinto inquadra un punto più giù della Casa dell'Acqua.
In fondo, la Tavernanova di fine '800 e a destra, er cupolone della Chiesa di S. Felice a Pomigliano.
Altre ipotesi sono bene accette!
Notate come il pittore definisca bene la "depressione" del territorio circostante mentre in basso mi sembra di scorgere una meridiana orizzontale...

Credo che questo sia l'unico dipinto che ci mostra una zona molto prossima a Tavernanova, intorno alla seconda metà del 1800.

giovedì 14 marzo 2013

Una prospettiva della casa dell'Acqua...

Eccola qua, una mini prospettiva della mappa che interessa la zona della Casa dell'Acqua (o Casa della Bolla o Casa della Volla):

Casa della Volla - schizzo con indicazioni

L'incrocio sulla Nazionale dovrebbe essere praticamente qui:


Visualizzazione ingrandita della mappa

Osservando meglio (e confrontando le due mappe) possiamo ipotizzare che i territori della Maddalena arrivassero quasi a lambire via Casamanna..

A presto, popolo!

domenica 10 marzo 2013

La "casa della volla" ed i suoi territori


Sancha d'Aragona - fondatrice del Monastero della
Maddalena


Nell'ultima mia visita all'Archivio di Stato di Napoli (ASN) ho potuto vedere poche cose interessanti che però mi hanno permesso di aggiungere un piccolissimo tassello ai territori che si trovavano alla destra ed alla sinistra della taverna nova.
Ma confermiamo prima le cose "scontate":

Il territorio denominato Salice - certamente più antico di uno/due secoli rispetto a quello tavernanovese, viene localizzato immediatamente adiacente all'interno della biforcazione formata dalla strada regale (tratto via Vecchia delle Puglie) e dalla via Napoli che conduceva a Casalnuovo; in pratica quella che costeggiava la vecchia ferrovia circumvesuviana.

Dopodichè ho dato una occhiata ad una nota carta di fine '700 (Rizzi-Zannoni) sull'Agro napoletano, dove ho constato qualche piccolo particolare su Taverna nova: in questa cartina l'ipotetico palazzo alle spalle dell'attuale sito della Cappella di S. Maria ad nives viene riportato come una massaria piuttosto grossa, con un portone principale ben delineato; vi sono riportate delle costruzioni tra l'attuale via Filichito e via Casamanna (diciamo side-giornalaio, và).

Poi mi è passato sottomano uno schizzo che riportava la dicitura "Strada regale di Avellino", datato 1643, dove si può leggere "taverna nova".

Tutto questo grazie anche alla cortesia della sign.ra Elisa Guardi, impiegata all'Uff. Iconografico dell'ASN, che ringrazio a nome di Voi tutti.

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