lunedì 14 settembre 2015

Le gabelle che il Comune di Casalenuovo voleva far pagare ai monaci tavernanovesi...

Negli "Atti ad is.za del Real Mon.ro di S.Severino e Sossio di questa Città con L'Univ.tà del casale di Casalenuovo in prov.cia di Terra di Lavoro" l'allora Comune di Casalnuovo voleva far pagare delle tasse a Domenico Di Donato e poi a Luca Romano in quanto affittatori della Masseria con Taverna (Aprile 1766).

In questo documento, consultabile all'Archivio di Stato di Napoli, sono elencati quelli che erano i possedimenti del Monastero nella nostra zona.
Ma torniamo alle tasse. Il Di Donato aveva, nel 1738, "sementato il Canape; ne ha fatto legature 24". E di questo sono testimoni Matteo Nappo, Gennaro Castaldo e Giacomo Letizia. Per tale motivo il comune voleva i soldi legati alle gabelle di dogana sulla canapa. Non solo. Volendo acchiappare soldi ovunque, Casalnuovo si spinse fino all'area detta de il Pastino per richiedere la gabella "per lo ratizzo della Paglia" (il ratizzo era un'altra forma gabellare...). Ma la Sommaria napoletana affermò che il Pastino era nel tenimento di Volla; dunque ne a Pomigliano ne tantomeno a Casalnuovo.
Casalnuovo ritorna poi a bomba sulle gabelle di dogana: vuole quelle relativa alla canapa prodotta nella Masseria Tavernanovese.
Pure qui s'avetta 'sstà: nel 1790 alla Sommaria furono presentate le giurisdizioni di confine per capire appunto chi doveva pagare quelle gabelle di dogana.
Si legge infatti:

"Laterale alle case situate di rimpetto alla detta taverna, e che porta alla taverna di S.Gennarello e tira sempre per la strada verso mezzogiorno, lasciando a destra territore che dicevano in giurisdizione di Casalnuovo e a sinistra le case con giardino a costo, e il territorio del Monisterio di S. Gregorio Armeno di questa città, detto di S.Liguoro e il territorio del Monisterio di S.Severino e Sossio di Napoli in giurisdizione di Pomigliano, pretera da Casalnuovo, sino ad incontrare una operia di D. Matteo Benincasa [...]".

Vi lascio con qualche considerazione: la strada che portava alla taverna di S.Gennarello dovrebbe essere via Filichito (che è a sud). Nondimeno vi erano case con giardino al lato sinistro, nel territorio di S.Ligorio, che era tutto il lato sinistro di via Filichito partendo da Tavernanova.
Ma l'operìa di Don Matteo Benincasa, Curato del Reale Castello dell'Ouo, cos'era e dove si trovava?
Chesta è n'ata cosa che s'adda appurà...

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