29 Settembre 1943 - Inglesi a Tavernanova (© IWM NA 7382) |
Siamo nel 1943, Seconda Guerra Mondiale. 'Na brutta cosa.
A Tavernanova c'era la contraerea tedesca e gli Alleati (americani, inglesi e francesi) stavano "invadendo" l'Italia.
Abbiamo a disposizione alcune foto aeree fatte dai ricognitori della RAF inglese il 18 e 23 Luglio del 1943. Esse sono servite agli anglo-americani per capire cosa era stato fatto nei bombardamenti precedenti su Napoli e -purtroppo- cosa c'era ancora da fare...
"Il 1943, fu l’anno peggiore perché fece segnalare sulla nostra stremata città, ben 181 bombardamenti dall’inizio della guerra all’ 8 settembre.[...]Quella del 30 maggio fu la sessantesima incursione aerea sulla città, dopo di che, i bombardamenti si diradarono ma non persero di distruttività. Il 13 luglio, in un’ennesima incursione, se ne andò anche il Caffè Vacca della Villa Comunale. Il vecchio ritrovo ottocentesco, a pochi passi dal chiostro della musica, composto da due piani, contornato di tavolini e sedie, aveva visto passare nei suoi locali i più bei nomi dell’arte e della cultura europea. Il 14 luglio s’intensificarono i bombardamenti aerei Alleati sulle vie di comunicazione che dal Nord portavano al Sud della penisola e sui centri più importanti del meridione: il bersaglio preferito fu ancora una volta Napoli che, questa volta, non ce la fece più a reagire e a resistere" (L. Monda, "Napoli durante la II guerra mondiale ovvero: i 100 bombardamenti di Napoli.")
23 Luglio 1943. Cerchiati in rosso alcuni obiettivi militari |
Nella foto soprastante, in rosso ritrovo cerchiati alcuni cose. Se non ricordo male, mia madre diceva che in quelle zone doveva esserci appunto la contraerea italo-tedesca.
"Gli attacchi, se possibile, divennero ancora più terribili il 4 agosto, data fatidica della più grande incursione aerea subita dai napoletani, durata un’ora ed un quarto ma destinata ad essere ricordata per sempre. Quattrocento aerei della Mediterranean Bomber Command sganciarono centinaia di bombe incendiarie, scendendo poi a bassa quota per mitragliare la popolazione inerme che fuggiva. Il centro fu oggetto di un accanimento senza pari e la Chiesa di Santa Chiara venne rasa al suolo,anticipando la sorte dell’Abbazia di Montecassino. Ciò che colpisce è l’accanimento verso un luogo sacro, specie a guerra ormai vinta. Due pesanti attacchi aerei sulle province di Napoli, Avellino e Salerno ci furono anche il 20 e il 21 agosto." (Fonte cit.).
23 Luglio 1943 - Cerchiati in rosso alcuni obiettivi militari |
"Nel luglio del ’43 gli alleati diedero il via ad una massiccia serie di bombardamenti su i principali nodi ferroviari dell’Italia per interrompere le linee di comunicazione che alimentavano la resistenza italo-tedesca in Sicilia, e minare nel contempo la volontà di resistenza dei civili italiani centro-meridionale, bombardamenti che ebbero il culmine nei terribili bombardamenti su Foggia (15 e 22 luglio, oltre 9.000 morti1 ), Roma (scalo di San Lorenzo, 19 luglio, 3000 morti , e Napoli (15 e 17 luglio). Bologna fu colpita il 24 luglio, il giorno dopo cadde il fascismo . Il 17 luglio del 1943, un bombardamento a tappeto effettuato sullo scalo ferroviario e sull'area industriale di Napoli ridusse l'intera zona in un cumulo di macerie.
“Saturday, 17 July 1943 Mediterranean Theater Of Operations Eastern Mediterranean (Ninth Air Force). About 80 B-24's bomb the Naples, Italy marshalling yard in face of fierce fighter opposition; 1 B-24 is shot down and several are damaged; they claim 23 fighters destroyed in combat. Western Mediterranean (Northwest African Air Force) During the day, 200+ B-25's, B- 26's, and B-17's bomb Naples, Italy, concentrating on the marshalling yard. ”
Quel giorno, nel corso di più attacchi successivi, furono sganciate sulla città 590 tonnellate di bombe, con centinaia di morti . Gli abbattimenti rivendicati dagli italiani furono complessivamente otto (sette bombardieri ed un caccia), mentre le nostre perdite si ridussero al ferimento di due piloti, che riuscirono anche a riportare a terra i loro caccia." (Da G.Pede, 17 Luglio 1943, un pilota vinchiaturese a Napoli).
"Una batteria di quattro cannoni stava a Casarea, in Via Filichito, a circa un chilometro dall’imbocco di questa con la Via Nazionale delle Puglie, mentre un’altra batteria italiana, la N° 24 da 75/49 alle dipendenze del Regio Esercito con sede di comando a Napoli, si trovava a Tavernanova, in Via Casa dell’Acqua, insieme a un gruppo di riflettori.
Altri cannoni si trovavano in località Salice all’angolo tra l’attuale Via Napoli e Via Salice ex Via Nazionale delle Puglie, ai confini del territorio comunale di Afragola. Altre batterie ancora si trovavano in Via Tamburriello a Casarea, e “’ncopp’ ’o canciello”, ossia Via Cancello.
C’era anche una batteria di ben otto temutissimi cannoni tedeschi da 88 mm, con relativo accampamento per il personale, insediato nei pressi dell’attuale Parco Aurora nella frazione di Licignano, vicino alla nuova Chiesa dell’Annunziata, mentre un gruppo di riflettori si posizionò a Tavernanova, poco dopo la Chiesa della SS. Addolorata.
Nella zona di Via Casa dell’Acqua, poi, si trovava un altro accampamento tedesco.
Doveva esserci anche un Comando Militare Tedesco in Casalnuovo, visto il riferimento dato al posto in cui fu tradotto un soldato germanico, accusato di un atto di libidine nei confronti di una bambina dodicenne di Roccarainola."
"Mauro Errichiello, detto “Mauriello o’ Sciumm’”, classe 1896 e residente in Via Vernicchi, era un proprietario coltivatore e un ex ardito di guerra, uomo noto per la sua forza erculea, rispettato e temuto nel paese (per i suoi modi spicciativi?).
Già dal 5 settembre Errichiello si mise a disposizione di quei giovani che volevano evitare di essere costretti a lavorare per i tedeschi."
Scrive ancora Simon Pocock:
"All’alba del 9, un generale di divisione italiana, forse lo stesso Ettore Del Tetto, comandante della Difesa Territoriale di Napoli, passò per la Via Nazionale delle Puglie, proveniente da Casamarciano dove il comando del 19° Corpo d’Armata del Generale Pentimalli si era appena trasferito. Fu detto ai vari reparti italiani dislocati lungo la strada di tornarsene a casa, episodio di cui fu testimone il caporale Mario Mattiuzzo, di stanza con una compagnia di mitraglieri nel vicinissimo territorio di Casoria, alla Cittadella. La maggior parte dei soldati italiani seguirono il consiglio del generale, rompendo gli otturatori delle loro armi e scappando via.
Nel periodo del dopo-armistizio, quindi, si aggiunsero alla banda di Errichiello una decina di soldati sbandati dalle varie batterie e così quest’ultimo finì per trovarsi a capo di una vera e propria compagnia di combattenti.
Dinanzi all’abbandono delle loro responsabilità da parte delle autorità militari e civili, una parte della popolazione civile non potette vincere la tentazione, o la necessità, di appropriarsi di proprietà pubbliche e private: così, il 9 settembre furono svaligiati i locali dell’Officina dell’Aeronautica Militare, davanti alla Stazione della Ferrovia di Stato in Via Roma, l’attuale Ex-Moneta, in Via G. Falcone." (fonte S.Pocock "Campania 1943 - Vol.II).
Corse di gioia, grida di esultanza, lacrime... Il cuore batte forte nel petto. Negli occhi di una ragazzina, si fissò indelebile la scena del padre che « sbatté il suo berretto a terra con una forza da far spavento, e saltava ». Sempre a Casarea, sembrò che i Tedeschi provassero soddisfazione: chi sa? forse finiva anche per loro!
È sera: ormai la luna, gialla e tonda, si alza luminosa dietro la spalla del Vesuvio. Ancora più cupo e lontano comincia a sentirsi uno strano continuo rimbombo, come di un cannoneggiamento ostinato: sono gli Alleati che stanno per sbarcare a Salerno. Comincia adesso la « lunga nottata » del popolo italiano.
L'Italia è allo sbando: fra due giorni, il Comando germanico annuncerà sprezzantemente: « Le forze armate italiane non esistono più! ». L'Italia ritorna ad essere una semplice espressione geografica: una intera nazione non è più che una somma confusa di individui i quali, durante questa lunga nottata, attraverseranno l'incubo febbricitante di una agonia che — e non sarà stato per fortuna o per caso si risolverà in un risveglio di recuperata salute. Per la prima volta nella sua storia, il popolo non subirà la libertà di pensarla come vogliono gli altri.
E tutto questo comincia con il decidere da sé, senza attendere ordini che, ormai, non arrivano più. In ogni caso, la decisione fu sofferta; e a volte decisioni contrastanti condussero ad un medesimo esito.
Nessuno lo stette a sentire: la battaglia di Casalnuovo durò tre ore. Quaranta soldati (sette dei quali persero la vita), guidati dal tenente Gaetano Farneti, respinsero l'attacco tedesco; quindi, soverchiati, dovettero arrendersi, e i Tedeschi fucilarono sul posto il tenente. (Del Tetto sarà arrestato fra un mese, il 12 ottobre. Condannato a 20 anni di prigione, morirà in carcere di un'ulcera mai sofferta).
Ma chi erano questi Tedeschi di stanza nella zona? Quasi sicuramente erano quelli della Divisione Goering, che faceva parte del 14° Corpo d'Armata, il cui Comando era insediato a Maddaloni.
Ma c'era anche un Gruppo di combattimento, di stanza a Napoli, comandato da un maggiore. Al comando di Napoli era poi preposto il famigerato colonnello Scholl."
(fonte: Saggio storico del Prof. C. Gravier Oliviero:"ANTIFASCISMO e RESISTENZA tra ACERRA e POMIGLIANO" - Ricerca didattica della classe V B , 1984-85 del Ginnasio-Liceo “V. Imbriani” di Pomigliano d’Arco)
I fratelli De Maria, Mario e Angelo, che abitavano nel palazzo all’epoca in Via Benevento 69, accorsero a vedere le fiamme, insieme a molti altri. Quando i ragazzi arrivarono all’altezza del numero 73, caddero altre bombe che andarono dapprima a colpire lo Stabilimento della Partenope di fronte, adibito alla riparazione degli accumulatori per i sommergibili della Regia Marina, poi l’intero corpo di fabbrica sul lato sinistro della strada; morì sotto le macerie Angelo De Maria, insieme ad altre 30 persone, i cui nomi sono incisi su una lapide affissa nei pressi della Chiesa del Carmine in Via Benevento 36".
"A Marigliano, il podestà gira per le case invitando la gente a un comizio. Invece vengono i Tedeschi, scelgono i più validi e li portano via sui camions (è la vendetta che si prendono sui fatti del 17). Rastrellamenti e deportazioni anche a Castelcisterna, a Licignano, a Casarea, a Casalnuovo.
I razziati vengono convogliati verso Pomigliano e Acerra, dove si aggiungono quelli catturati sul posto. A Pomigliano 15 uomini furono scoperti nella cantina di Felice Coppola, dove si erano rifugiati. Un paio riuscirono a fuggire durante la notte. La notte, appunto, la si trascorreva nascosti e in gruppi di 20-30 persone.[...].
Cominciò quindi la distruzione sistematica dei guastatori. Alle stazioni ferroviarie di Cancello e di Acerra fu appiccato il fuoco a tutti i vagoni, e fatto saltare i binari con le mine. Mine anche sul
campo d'aviazione di Pomigliano. L'opera di devastazione era già completa la sera del 28 settembre, nonostante la pioggia insistente durata sin dalla mattinata e il violento acquazzone alla fine del pomeriggio.
Durante la notte, una sessantina di giovani armati attaccano le colonne tedesche in ritirata dalla batteria anti-aerea, della quale si erano impossessati dopo l’8 settembre, nella zona tra Tavernanova e Casalnuovo: sono quelli di Mauro Errichiello"
(fonte: Saggio storico del Prof. C. Gravier Oliviero:"ANTIFASCISMO e RESISTENZA tra ACERRA e POMIGLIANO" - Ricerca didattica della classe V B , 1984-85 del Ginnasio-Liceo “V. Imbriani” di Pomigliano d’Arco)
27-09-1943: La data rappresenta l'inizio delle Quattro Giornate di Napoli.
I tedeschi che battono in ritirata cercano di prendere la strada verso nord. Nella zona di Ponticelli, un testimone spiega:
"[...] quanne s'è fatte il giorno 27...siamo usciti fuori...chille e tedesche, tutte e colonne tedesche ca venevane ra Napule, tutta via Argine, vicin'o cimitero, annanze o cimitero, arrivate 'ncopp'o ponte ccà, aro sta Gesù Cristo, e monache...giravene a sinistra e se ne ievene a Taverna Nova e ievene a Secondigliano, ievene a Casalnuove, Pomigliane d'Arche e se ne andavano da quella parte là, in ritirata. Allora 'ncopp a stu lastreche ccà, ca tenimmo cca 'ncoppe, saglieveme e...pum pum..sparaveme. Allora iye allà 'ncoppe sparave e tedesche ca se ne jevene...chille a là sparavane pure a 'nnuje, però ereme scieme allore...N'amiche dìo nuoste, 'o frate 'e Vittorio, nun ascette afore? Allora mentre se sparave, isse arapette 'o balcone pe accirere 'e tedesche...pum..e là 'o spariene e murette. Nu bellu giovane...Frateme era 'cchiù istruite, 'cchiù brave, in Africa era caporalmaggiore, avieri...[...]"
(tratto da libro di Gabriella Gribaudi "Guerra totale: tra bombe alleate e violenze naziste : Napoli e il fronte meridionale, 1940-44" ed. B.Boringhieri 2005).
Anche nella zona tavernanovese vi è l'effetto delle 4 Giornate:
I tedeschi addetti alle batterie della contraerea, poi, si misero a “requisire” animali e merci, soprattutto le patate stipate nelle masserie di campagna, scatenando ulteriore simpatia per il gruppo dell’atletico partigiano agricoltore Errichiello, il quale, nei giorni 28 e 29 settembre, ebbe la possibilità di condurre un gruppo di circa settanta persone a Tavernanova nel tentativo di bloccare la strada ai soldati tedeschi in ritirata dalla batteria anti-aerea, della quale si erano impossessati dopo l’8 settembre; l’episodio è solo uno dei tanti che circolano a proposito del masanielliano Errichiello. Leggiamo, ad esempio, che a Casalnuovo, un camion di guastatori che tentava di raggiungere la stazione ferroviaria per distruggerla saltò in aria al passaggio di un ponte minato dai contadini. Alcuni tedeschi rimasero così uccisi e reparti in ritirata furono costretti a cambiare strada; nella zona detta “del Salice” - dove due giovani contadini erano stati uccisi il giorno prima - essi furono attaccati e subirono non poche perdite.
Nel tratto di strada nazionale a Taverna Nuova - una grande strada asfaltata fra due filari di vecchi grandi platani - furono presi due guastatori che minavano gli alberi perché ogni fusto abbattuto fosse di ostacolo all’avanzata degli alleati; le mine furono disinnescate. Ancora fu salvato un ponte sulla ferrovia, che i tedeschi avevano minato. La mattina del 10 ottobre i contadini di Casalnuovo assalirono la Caserma dei Carabinieri e si armarono a centinaia; parteciperanno poi alla lotta fra le retroguardie tedesche e le prime autoblindo inglesi sopraggiunte e guideranno queste ultime sulla via per Pomigliano e Acerra" (tratto da "Campania 1943" (vol.2) di S. Pocock)
Inoltre dal testo di A. De Jaco "1943: la Resistenza nel Sud : cronaca per testimonianze" leggiamo che:
"Mentre i tedeschi delle batterie antiaeree di Licignano e Taverna Nuova incominciavano le requisizioni di animali e di merci, in particolare delle patate depositate nelle masserie, i giovani ricercavano le armi e si ponevano a difesa. I tedeschi battevano la ritirata, non disdegnando qualche assassinio gratuito contro civili inermi."
Il 30 Settembre 1943 è l'ultima delle Quattro Giornate di Napoli: alle 5 del mattino il colonnello tedesco Scholl è già partito da Napoli. Gli Alleati hanno raggiunto Nocera e Pompei.
Leggiamo poi dal testo di S. Pocock, ad esempio, "che a Casalnuovo, un camion di guastatori tedeschi che tentava di raggiungere la stazione ferroviaria per distruggerla saltò in aria al passaggio di un ponte minato dai contadini. Alcuni tedeschi rimasero così uccisi e reparti in ritirata furono costretti a cambiare strada; nella zona detta “del Salice” - dove due giovani contadini erano stati uccisi il giorno prima - essi furono attaccati e subirono non poche perdite. Nel tratto di strada nazionale a Taverna Nuova - una grande strada asfaltata fra due filari di vecchi grandi platani - furono presi due guastatori che minavano gli alberi perché ogni fusto abbattuto fosse di ostacolo all’avanzata degli alleati; le mine furono disinnescate. Ancora fu salvato un ponte sulla ferrovia, che i tedeschi avevano minato.
Grazie al lavoro svolto sulla pagina "Dedicato a Pomigliano d'Arco" che pubblica la "Ricerca didattica della classe V B , 1984-85 del Ginnasio-Liceo “V. Imbriani” di Pomigliano d’ArcoSaggio storico del Prof.C. Gravier Oliviero - Prefazione della Preside, prof.ssa Anna Morandi Mariconda"
e al testo di Simon Pocock "Campania 1943, vl.2" queste due giornate le possiamo raccontare così:
Alle nove e mezza di mattina del 1° ottobre, gli uomini della V Armata entrano in Napoli mentre a Casalnuovo, centinaia di contadini, si armano e inseguono o si difendono dai Tedeschi in ritirata.
Il 1° e il 2 ottobre sono i giorni più lunghi per tutti questi paesi, e certamente i più tragici per Acerra come già accennato.
Guidati dal gruppetto di Pomiglianesi andati loro incontro, gli Alleati da S. Maria del Pozzo, dopo una breve sosta alla Masseria Castaldo, entrano in Pomigliano dal Passariello.
Alle 16.09 dello 01-10-1943, si ebbero comunicazioni via radio che a Casalnuovo i tedeschi stavano sparando con un carro Mk. III, varie autoblindo e un "nebelwerfer" per bloccare l’avanzata inglese da Casoria.
Il 2 ottobre, quindi, le autoblindo dello Squadrone A dell’ll' Ussari, insieme ai carri Sherman del 1st Royal Tank Regiment (RTR) tuttora si ricorda la lunga fila di corazzati.
Intanto le batterie alleate da Tavernanova sparano, snidano, inseguono, salutano gli ultimi Tedeschi in ritirata.
Errichiello chiese al comando alleato l’autorizzazione ad accompagnarli nelle campagne fino al tenimento di Afragola, autorizzazione che gli fu concessa. Proprio sulla strada per Afragola quel pomeriggio l’avanzata alleata fu arrestata dalla presenza di artiglieria tedesca, ma già la sera dello stesso giorno era partita la 5a Truppa degli Ussari insieme ai RTR, riuscendo a raggiungere Afragola, sebbene con difficoltà.
Il giorno 3, invece, fu caratterizzato dallo spostamento di una colonna corazzata sulla strada per Acerra, che provocò, nel pomeriggio, un prolungato cannoneggiamento da parte delle batterie della II Abteilung Panzer Artillerie Regiment della Hermann Goring Division, su tutto il tratto da Ponte Napoli, al confine con il territorio di Acerra, fino a Licignano.
Nella notte tra il 3 e il 4 ottobre, arrivò a Casalnuovo il battaglione 1/5 Queens della 131st Lorried Infantry Brigade motorizzata, ripartendo il giorno dopo per Aversa.
Lungo il Corso Umberto al centro di Casalnuovo si insediarono alcuni comandi alleati - gli inglesi, pare, nel Cinema Italia, mentre gli americani nel Palazzo Petagna.
Comincia una nuova era per i nostri nonni e bisnonni, le nostre mamme e i nostri papà...
"Short of the airfield on Route 7 was the 4th U.S. Army Field Hospital---a reception and despatch center at Tavernanuova for patients to be evacuated by air---which offered one of the infrequent attachments of the AFS to an American Army unit. This proved a pleasant assignment, and its joys were in no way diminished by the accompaniment of U.S. Army rations. At all times the collection of extra food was an important activity---private larders being essential both for the volunteers on those occasions when work was so timed that meals with the proper unit were impossible and also for the patients during delays or on long trips. In any period of proximity to American troops, much ingenuity was exercised to procure stocks of their rations---either on an individual basis or for more widespread consumption. It was reported that morale rose when, for a while, these foods were enjoyed regularly by a whole platoon, even as it visibly fell when Fortune discontinued this particular favor. The allure of a change of diet was always irresistible to those long accustomed, but not adjusted, to the austere repetition of British rations."
Autoambulanze che trasportano i feriti provenienti dal 4° Field Hospital (4F.H.) di Tavernanova su un DC-3 Dakota (della RAF inglese) nell'aereoporto di Pomigliano |
Il testo di Simon Pocock - di riferimento nei posts immediatamente precedenti a questo - elenca tra le righe i seguenti contingenti:
- B Squadron del King's Dragon Guard dipendenti dalla 23-a Armored Brigade
- A Squadron 11-a Hussars della 22-a Armored Brigade
- First Royal Tank Regiment
- 1/5 Queens 131-a Lorried Infantry Brigade
Raffaele Cerchia (1933)
Gennaro Cortone (1922)
Mario De Maria (1935)
Luigia Gillo (1920)
Maria Granato (1928)
Santa Iazzetta (1928)
Silvio Magario (1935)
Domenico Montanaro (1922)
Margherita Passaro (1930)
Tommaso Pastena (1930)
Maria Rea (1942)
Giovanni Romano (1942)
Pasqualina Mazzuoccolo, Giuseppe D'Alise, Raffaella Castaldo e Carmela Ponticelli (tutti dipendenti del comune di Casalnuovo).
A questi nostri cari concittadini va anche il nostro plauso poichè, come diceva Edward M. Forster, "Se non ricordiamo non possiamo comprendere".
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