Cronache dalla Seconda Guerra Mondiale

29 Settembre 1943 - Inglesi a Tavernanova (© IWM NA 7382)


Siamo nel 1943, Seconda Guerra Mondiale. 'Na brutta cosa.

A Tavernanova c'era la contraerea tedesca e gli Alleati (americani, inglesi e francesi) stavano "invadendo" l'Italia.

Abbiamo a disposizione alcune foto aeree fatte dai ricognitori della RAF inglese il 18 e 23 Luglio del 1943. Esse sono servite agli anglo-americani per capire cosa era stato fatto nei bombardamenti precedenti su Napoli e -purtroppo- cosa c'era ancora da fare...

"Il 1943, fu l’anno peggiore perché fece segnalare sulla nostra stremata città, ben 181 bombardamenti dall’inizio della guerra all’ 8 settembre.[...]Quella del 30 maggio fu la sessantesima incursione aerea sulla città, dopo di che, i bombardamenti si diradarono ma non persero di distruttività. Il 13 luglio, in un’ennesima incursione, se ne andò anche il Caffè Vacca della Villa Comunale. Il vecchio ritrovo ottocentesco, a pochi passi dal chiostro della musica, composto da due piani, contornato di tavolini e sedie, aveva visto passare nei suoi locali i più bei nomi dell’arte e della cultura europea. Il 14 luglio s’intensificarono i bombardamenti aerei Alleati sulle vie di comunicazione che dal Nord portavano al Sud della penisola e sui centri più importanti del meridione: il bersaglio preferito fu ancora una volta Napoli che, questa volta, non ce la fece più a reagire e a resistere" (L. Monda, "Napoli durante la II guerra mondiale ovvero: i 100 bombardamenti di Napoli.")

23 Luglio 1943. Cerchiati in rosso alcuni obiettivi militari

Nella foto soprastante, in rosso ritrovo cerchiati alcuni cose. Se non ricordo male, mia madre diceva che in quelle zone doveva esserci appunto la contraerea italo-tedesca.

"Gli attacchi, se possibile, divennero ancora più terribili il 4 agosto, data fatidica della più grande incursione aerea subita dai napoletani, durata un’ora ed un quarto ma destinata ad essere ricordata per sempre. Quattrocento aerei della Mediterranean Bomber Command sganciarono centinaia di bombe incendiarie, scendendo poi a bassa quota per mitragliare la popolazione inerme che fuggiva. Il centro fu oggetto di un accanimento senza pari e la Chiesa di Santa Chiara venne rasa al suolo,anticipando la sorte dell’Abbazia di Montecassino. Ciò che colpisce è l’accanimento verso un luogo sacro, specie a guerra ormai vinta. Due pesanti attacchi aerei sulle province di Napoli, Avellino e Salerno ci furono anche il 20 e il 21 agosto." (Fonte cit.).

23 Luglio 1943 - Cerchiati in rosso alcuni obiettivi militari

"Nel luglio del ’43 gli alleati diedero il via ad una massiccia serie di bombardamenti su i principali nodi ferroviari dell’Italia per interrompere le linee di comunicazione che alimentavano la resistenza italo-tedesca in Sicilia, e minare nel contempo la volontà di resistenza dei civili italiani centro-meridionale, bombardamenti che ebbero il culmine nei terribili bombardamenti su Foggia (15 e 22 luglio, oltre 9.000 morti1 ), Roma (scalo di San Lorenzo, 19 luglio, 3000 morti , e Napoli (15 e 17 luglio). Bologna fu colpita il 24 luglio, il giorno dopo cadde il fascismo . Il 17 luglio del 1943, un bombardamento a tappeto effettuato sullo scalo ferroviario e sull'area industriale di Napoli ridusse l'intera zona in un cumulo di macerie. 

“Saturday, 17 July 1943 Mediterranean Theater Of Operations Eastern Mediterranean (Ninth Air Force). About 80 B-24's bomb the Naples, Italy marshalling yard in face of fierce fighter opposition; 1 B-24 is shot down and several are damaged; they claim 23 fighters destroyed in combat. Western Mediterranean (Northwest African Air Force) During the day, 200+ B-25's, B- 26's, and B-17's bomb Naples, Italy, concentrating on the marshalling yard. ” 

Quel giorno, nel corso di più attacchi successivi, furono sganciate sulla città 590 tonnellate di bombe, con centinaia di morti . Gli abbattimenti rivendicati dagli italiani furono complessivamente otto (sette bombardieri ed un caccia), mentre le nostre perdite si ridussero al ferimento di due piloti, che riuscirono anche a riportare a terra i loro caccia." (Da G.Pede, 17 Luglio 1943, un pilota vinchiaturese a Napoli).

Grazie alle ricerche fatte da Simon Pocock nel suo libro "Campania 1943 - Vol. II", ricerche a cui hanno contribuito alcuni nostri illustri compaesani tavernanovesi (e non), Vi riporto quanto segue:

"Una batteria di quattro cannoni stava a Casarea, in Via Filichito, a circa un chilometro dall’imbocco di questa con la Via Nazionale delle Puglie, mentre un’altra batteria italiana, la N° 24 da 75/49 alle dipen­denze del Regio Esercito con sede di comando a Napoli, si trovava a Tavernanova, in Via Casa dell’Acqua, insieme a un gruppo di rifletto­ri. 
Altri cannoni si trovavano in località Salice all’angolo tra l’attuale Via Napoli e Via Salice ex Via Nazionale delle Puglie, ai confini del ter­ritorio comunale di Afragola. Altre batterie ancora si trovavano in Via Tamburriello a Casarea, e “’ncopp’ ’o canciello”, ossia Via Cancello. 
C’era anche una batteria di ben otto temutissimi cannoni tedeschi da 88 mm, con relativo accampamento per il personale, insediato nei pressi dell’attuale Parco Aurora nella frazione di Licignano, vicino alla nuova Chiesa dell’Annunziata, mentre un gruppo di riflettori si posizionò a Tavernanova, poco dopo la Chiesa della SS. Addolorata.
Nella zona di Via Casa dell’Acqua, poi, si trovava un altro accampa­mento tedesco. 
Doveva esserci anche un Comando Militare Tedesco in Casalnuovo, visto il riferimento dato al posto in cui fu tradotto un soldato ger­manico, accusato di un atto di libidine nei confronti di una bambina dodicenne di Roccarainola.

Nota: nelle foto aeree qui proposte, trovate cerchiate IN ORIGINALE gli obiettivi sensibili secondo le truppe britanniche.

A tal proposito, ci racconta Simon Pocock  nel suo "Campania 1943"- vol II:

"...i bombardieri bimotori Wellington del 205th Bomber Group della RAF britannica colpirono la linea aerea ...tratto ... Casalnuovo - Pomigliano d’Arco della Ferrovia Circumvesuviana.
Era la notte tra il 26 e il 27 Luglio del 1943.
E qualche giorno prima, il 17 Luglio, forse furono i cannoni di Casarea a colpire un bombardiere ame­ricano B-26 Martin Marauder, di ritorno da una missione sopra il porto e lo scalo merci di Napoli; dall’aereo colpito riuscirono a lanciarsi con i paracadute tutti i sei mem­bri dell’equipaggio, prima che l’aereo andasse a schiantare nel terri­torio di Pollena Trocchia."

Nell'area casalnuovese era però attivo un protopartigiano: Mauro Errichiello.

"Mauro Errichiello, detto “Mauriello o’ Sciumm’”, classe 1896 e residente in Via Vernicchi, era un proprietario coltivatore e un ex ardito di guerra, uomo noto per la sua forza erculea, rispettato e temu­to nel paese (per i suoi modi spicciativi?).

Già dal 5 settembre Errichiel­lo si mise a disposizione di quei giovani che volevano evitare di esse­re costretti a lavorare per i tedeschi."

La storia di quei giorni ci dice che dopo la dichiarazione dell'armistizio (8 Settembre 1943), le cose tra italiani e tedeschi cominciamo a peggiorare (se già non lo erano prima...).
Fu così che, a fronte del comando di ritirarsi dato alle truppe italiane, anche nella zona napoletana "fu detto ai vari reparti italiani dislocati lungo la strada di tornarsene a casa, episodio di cui fu testimone il caporale Mario Mattiuzzo, di stanza con una compagnia di mitraglieri nel vici­nissimo territorio di Casoria, alla Cittadella.
La maggior parte dei soldati italiani seguirono il consiglio del generale, rompendo gli ottu­ratori delle loro armi e scappando via. Nel periodo del dopo-armistizio, quindi, si aggiunsero alla banda di Errichiello una decina di soldati sbandati dalle varie batterie e così quest’ultimo finì per trovarsi a capo di una vera e propria compagnia di combattenti".

L'8 Settembre 1943 però, L'Italia firma l'armistizio con l'Inghilterra e gli Stati Uniti e questo avvenimento diede il via alla effettiva organizzazione di una ala protopartigiana nel nostro territorio.
Scrive ancora Simon Pocock:

"All’alba del 9, un generale di divisione italiana, forse lo stesso Ettore Del Tetto, comandante della Difesa Territoriale di Napoli, passò per la Via Nazionale delle Puglie, proveniente da Casamarciano dove il comando del 19° Corpo d’Armata del Generale Pentimalli si era appena trasferito. Fu detto ai vari reparti italiani dislocati lungo la strada di tornarsene a casa, episodio di cui fu testimone il caporale Mario Mattiuzzo, di stanza con una compagnia di mitraglieri nel vici­nissimo territorio di Casoria, alla Cittadella. La maggior parte dei soldati italiani seguirono il consiglio del generale, rompendo gli ottu­ratori delle loro armi e scappando via.
Nel periodo del dopo-armistizio, quindi, si aggiunsero alla banda di Errichiello una decina di soldati sbandati dalle varie batterie e così quest’ultimo finì per trovarsi a capo di una vera e propria compagnia di combattenti. 
Dinanzi all’abbandono delle loro responsabilità da parte delle autorità militari e civili, una parte della popolazione civile non potette vincere la tentazione, o la necessità, di appropriarsi di pro­prietà pubbliche e private: così, il 9 settembre furono svaligiati i locali dell’Officina dell’Aeronautica Militare, davanti alla Stazione della Ferrovia di Stato in Via Roma, l’attuale Ex-Moneta, in Via G. Falcone.
" (fonte S.Pocock "Campania 1943 - Vol.II).

Saluto al capo Errichiello!

8 Settembre 1943: " Mentre ancora giungevano, attutiti dalla relativa lontananza e dall'incerto riparo dei ricoveri, i rombi dei quadrimotori alleati e i tonfi sibilanti delle bombe cadenti su Napoli, la voce gracchiante di Badoglio annunciava per radio: « ...la soverchiante potenza avversaria..• un armistizio al generale Eisenhower... La richiesta è stata accolta... ogni atto di ostilità... deve cessare da parte delle forze italiane... però reagiranno ad... attacchi da qualsiasi altra provenienza ».È finita! È finita! Giù nelle strade, fuori dai ricoveri..., campane a festa... Avete sentito? L'armistizio! P- finita la guerra!
Corse di gioia, grida di esultanza, lacrime... Il cuore batte forte nel petto. Negli occhi di una ragazzina, si fissò indelebile la scena del padre che « sbatté il suo berretto a terra con una forza da far spavento, e saltava ». Sempre a Casarea, sembrò che i Tedeschi provassero soddisfazione: chi sa? forse finiva anche per loro!
È sera: ormai la luna, gialla e tonda, si alza luminosa dietro la spalla del Vesuvio. Ancora più cupo e lontano comincia a sentirsi uno strano continuo rimbombo, come di un cannoneggiamento ostinato: sono gli Alleati che stanno per sbarcare a Salerno. Comincia adesso la « lunga nottata » del popolo italiano.
L'Italia è allo sbando: fra due giorni, il Comando germanico annuncerà sprezzantemente: « Le forze armate italiane non esistono più! ». L'Italia ritorna ad essere una semplice espressione geografica: una intera nazione non è più che una somma confusa di individui i quali, durante questa lunga nottata, attraverseranno l'incubo febbricitante di una agonia che — e non sarà stato per fortuna o per caso si risolverà in un risveglio di recuperata salute. Per la prima volta nella sua storia, il popolo non subirà la libertà di pensarla come vogliono gli altri.
E tutto questo comincia con il decidere da sé, senza attendere ordini che, ormai, non arrivano più. In ogni caso, la decisione fu sofferta; e a volte decisioni contrastanti condussero ad un medesimo esito.


Passando per via delle Puglie nelle prime ore del mattino (proveniva in macchina da Avellino), il generale Del Tetto aveva ordinato ai soldati italiani che aveva incontrati, di abbandonare il posto e non « provocare » i Tedeschi.
Nessuno lo stette a sentire: la battaglia di Casalnuovo durò tre ore. Quaranta soldati (sette dei quali persero la vita), guidati dal tenente Gaetano Farneti, respinsero l'attacco tedesco; quindi, soverchiati, dovettero arrendersi, e i Tedeschi fucilarono sul posto il tenente. (Del Tetto sarà arrestato fra un mese, il 12 ottobre. Condannato a 20 anni di prigione, morirà in carcere di un'ulcera mai sofferta).
Ma chi erano questi Tedeschi di stanza nella zona? Quasi sicuramente erano quelli della Divisione Goering, che faceva parte del 14° Corpo d'Armata, il cui Comando era insediato a Maddaloni.
Ma c'era anche un Gruppo di combattimento, di stanza a Napoli, comandato da un maggiore. Al comando di Napoli era poi preposto il famigerato colonnello Scholl."


(fonte: Saggio storico del Prof. C. Gravier Oliviero:"ANTIFASCISMO e RESISTENZA tra ACERRA e POMIGLIANO" - Ricerca didattica della classe V B , 1984-85 del Ginnasio-Liceo “V. Imbriani” di Pomigliano d’Arco)

"Il 17 settembre fu una giornata nera per i paesi vesuviani; fra le zone coinvolte in una serie di attacchi compiuti dai cacciabombar­dieri americani, anche il centro di Casalnuovo finì colpito dal lutto , quando furono sganciate bombe sulla zona della stazione ferroviaria, dove in poco tempo si sviluppò un incendio a causa della presenza dei vagoni-cisterna con del carburante a bordo.
I fratelli De Maria, Mario e Angelo, che abitavano nel palazzo all’epoca in Via Benevento 69, accorsero a vedere le fiamme, insieme a molti altri. Quando i ragazzi arrivarono all’altezza del numero 73, caddero altre bombe che andarono dapprima a colpire lo Stabili­mento della Partenope di fronte, adibito alla riparazione degli accu­mulatori per i sommergibili della Regia Marina, poi l’intero corpo di fabbrica sul lato sinistro della strada; morì sotto le macerie Angelo De Maria, insieme ad altre 30 persone, i cui nomi sono incisi su una lapide affissa nei pressi della Chiesa del Carmine in Via Benevento 36
".
(fonte. S.Pocock - Campania 1943 - Three mices book)

26 Settembre 1943, vigilia delle 4 Giornate di Napoli:

"A Marigliano, il podestà gira per le case invitando la gente a un comizio. Invece vengono i Tedeschi, scelgono i più validi e li portano via sui camions (è la vendetta che si prendono sui fatti del 17). Rastrellamenti e deportazioni anche a Castelcisterna, a Licignano, a Casarea, a Casalnuovo

I razziati vengono convogliati verso Pomigliano e Acerra, dove si aggiungono quelli catturati sul posto. A Pomigliano 15 uomini furono scoperti nella cantina di Felice Coppola, dove si erano rifugiati. Un paio riuscirono a fuggire durante la notte. La notte, appunto, la si trascorreva nascosti e in gruppi di 20-30 persone.[...].
Cominciò quindi la distruzione sistematica dei guastatori. Alle stazioni ferroviarie di Cancello e di Acerra fu appiccato il fuoco a tutti i vagoni, e fatto saltare i binari con le mine. Mine anche sul
campo d'aviazione di Pomigliano. L'opera di devastazione era già completa la sera del 28 settembre, nonostante la pioggia insistente durata sin dalla mattinata e il violento acquazzone alla fine del pomeriggio. 

Durante la notte, una sessantina di giovani armati attaccano le colonne tedesche in ritirata dalla batteria anti-aerea, della quale si erano impossessati dopo l’8 settembre, nella zona tra Tavernanova e Casalnuovo: sono quelli di Mauro Errichiello"

(fonte: Saggio storico del Prof. C. Gravier Oliviero:"ANTIFASCISMO e RESISTENZA tra ACERRA e POMIGLIANO" - Ricerca didattica della classe V B , 1984-85 del Ginnasio-Liceo “V. Imbriani” di Pomigliano d’Arco)

27-09-1943: La data rappresenta l'inizio delle Quattro Giornate di Napoli.

I tedeschi che battono in ritirata cercano di prendere la strada verso nord. Nella zona di Ponticelli, un testimone spiega:

"[...] quanne s'è fatte il giorno 27...siamo usciti fuori...chille e tedesche, tutte e colonne tedesche ca venevane ra Napule, tutta via Argine, vicin'o cimitero, annanze o cimitero, arrivate 'ncopp'o ponte ccà, aro sta Gesù Cristo, e monache...giravene a sinistra e se ne ievene a Taverna Nova e ievene a Secondigliano, ievene a Casalnuove, Pomigliane d'Arche e se ne andavano da quella parte là, in ritirata. Allora 'ncopp a stu lastreche ccà, ca tenimmo cca 'ncoppe, saglieveme e...pum pum..sparaveme. Allora iye allà 'ncoppe sparave e tedesche ca se ne jevene...chille a là sparavane pure a 'nnuje, però ereme scieme allore...N'amiche dìo nuoste, 'o frate 'e Vittorio, nun ascette afore? Allora mentre se sparave, isse arapette 'o balcone pe accirere 'e tedesche...pum..e là 'o spariene e murette. Nu bellu giovane...Frateme era 'cchiù istruite, 'cchiù brave, in Africa era caporalmaggiore, avieri...[...]"

(tratto da libro di Gabriella Gribaudi "Guerra totale: tra bombe alleate e violenze naziste : Napoli e il fronte meridionale, 1940-44" ed. B.Boringhieri 2005).

Anche nella zona tavernanovese vi è l'effetto delle 4 Giornate:

"Prima di lasciare la zona, i tedeschi addetti alle batterie della con­traerea a Licignano e Tavernanova compirono alcuni atti di sabotag­gio, tesi a impedire il successivo riutilizzo delle risorse locali da parte degli alleati e ad ostacolarne l’avanzata. 

Fra le opere di demolizione si segnala quella della Sottostazione Elettrica, ubicata a fianco della stazione della SMSF Circumvesuviana di Casalnuovo, insieme a tutti i macchinari.

I tedeschi addetti alle batterie della contraerea, poi, si misero a “requisire” animali e merci, soprattutto le patate stipate nelle masse­rie di campagna, scatenando ulteriore simpatia per il gruppo del­l’atletico partigiano agricoltore Errichiello, il quale, nei giorni 28 e 29 settembre, ebbe la possibilità di condurre un gruppo di circa settan­ta persone a Tavernanova nel tentativo di bloccare la strada ai solda­ti tedeschi in ritirata dalla batteria anti-aerea, della quale si erano impossessati dopo l’8 settembre; l’episodio è solo uno dei tanti che circolano a proposito del masanielliano Errichiello. Leggiamo, ad esempio, che a Casalnuovo, un camion di guastatori che tentava di rag­giungere la stazione ferroviaria per distruggerla saltò in aria al passag­gio di un ponte minato dai contadini. Alcuni tedeschi rimasero così uccisi e reparti in ritirata furono costretti a cambiare strada; nella zona detta “del Salice” - dove due giovani contadini erano stati uccisi il gior­no prima - essi furono attaccati e subirono non poche perdite.

Nel tratto di strada nazionale a Taverna Nuova - una grande strada asfaltata fra due filari di vecchi grandi platani - furono presi due gua­statori che minavano gli alberi perché ogni fusto abbattuto fosse di osta­colo all’avanzata degli alleati; le mine furono disinnescate. Ancora fu salvato un ponte sulla ferrovia, che i tedeschi avevano minato. La mat­tina del 10 ottobre i contadini di Casalnuovo assalirono la Caserma dei Carabinieri e si armarono a centinaia; parteciperanno poi alla lotta fra le retroguardie tedesche e le prime autoblindo inglesi sopraggiunte e guideranno queste ultime sulla via per Pomigliano e Acerra
" (tratto da "Campania 1943" (vol.2) di S. Pocock)

Inoltre dal testo di A. De Jaco "1943: la Resistenza nel Sud : cronaca per testimonianze" leggiamo che:

"Mentre i tedeschi delle batterie antiaeree di Licignano e Taverna Nuova incominciavano le requisizioni di animali e di merci, in particolare delle patate depositate nelle masserie, i giovani ricercavano le armi e si ponevano a difesa. I tedeschi battevano la ritirata, non disdegnando qualche assassinio gratuito contro civili inermi."

Il 30 Settembre 1943 è l'ultima delle Quattro Giornate di Napoli: alle 5 del mattino il colonnello tedesco Scholl è già partito da Napoli. Gli Alleati hanno raggiunto Nocera e Pompei.

Nelle nostre zone la retroguardia e i guastatori tedeschi si scatenano. Girano portando solo la distruzione col fuoco e la morte col piombo, dato che non possono più portar via con sé né roba né uomini. 

A Pomigliano uccidono una bambina dinanzi agli occhi della madre. Stanno anche per uccidere un altro bambino di 9 anni, Gildo Panico, rimasto atterrito sul portone di casa sua, a via Carmine Guadagni, alla scena dell'uccisione di un uomo, Carmine De Cicco, colpito da una raffica tedesca: per fortuna un altro tedesco fermò quel diavolo, e quel bimbo fu salvo.

(fonte: Saggio storico del Prof. C. Gravier Oliviero:"ANTIFASCISMO e RESISTENZA tra ACERRA e POMIGLIANO" - Ricerca didattica della classe V B , 1984-85 del Ginnasio-Liceo “V. Imbriani” di Pomigliano d’Arco)

Leggiamo poi dal testo di S. Pocock, ad esempio, "che a Casalnuovo, un camion di guastatori tedeschi che tentava di rag­giungere la stazione ferroviaria per distruggerla saltò in aria al passag­gio di un ponte minato dai contadini. Alcuni tedeschi rimasero così uccisi e reparti in ritirata furono costretti a cambiare strada; nella zona detta “del Salice” - dove due giovani contadini erano stati uccisi il gior­no prima - essi furono attaccati e subirono non poche perdite. Nel tratto di strada nazionale a Taverna Nuova - una grande strada asfaltata fra due filari di vecchi grandi platani - furono presi due gua­statori che minavano gli alberi perché ogni fusto abbattuto fosse di osta­colo all’avanzata degli alleati; le mine furono disinnescate. Ancora fu salvato un ponte sulla ferrovia, che i tedeschi avevano minato.

Scrive Simon Pocock:

"Santa Iazzetta, classe 1928, abitava all’epoca alla Via Nazionale delle Puglie 1, nella zona di Salice. 

Poco prima di abbandonare la zona, vennero quattro o cinque tedeschi, probabilmente addetti ai succitati lavori di demolizione, che dicevano di volerci dormire. La situazione non fu del tutto priva di lati positivi per la famiglia Iazzetta; i tedeschi si portarono dietro dei conigli vivi per supplementare la loro dieta militare. Nella notte, poi, i ragazzi andarono in cucina per tagliare sottilissime fettine di pane nero che i tedeschi avevano lasciato incustodito. 

Ma con l’avvicinamento delle truppe alleate, agli stessi soldati tedeschi, fu data una caccia spietata da parte di alcune persone di Tavernanova. Un soldato tedesco, quindi, fu ucciso nei pressi del ponte sulla strada per Afragola. Lo sfortunato fu sepolto tre volte; la prima volta gli furono rubati il portofolio e l’anello, la seconda volta fu spogliato dei suoi stivaloni e vestiti, e la terza volta dei suoi indu­menti intimi. Almeno così si racconta. 

A casa Iazzetta, invece, un giovane soldato di nome Stadermann fu tra gli ultimi ad andare via. Un giorno venne una banda di proto­partigiani italiani. A Stadermann fu consigliato di andare a nascon­dersi sul tetto ma, con l’aiuto di Santa, non appena egli mise la testa sopra il parapetto fu raggiunto da una pioggia di proiettili e così lo tirarono giù. Stadermann era pallido, piangeva come un bambino. Lo nascosero nel pozzo nero, precedentemente svuotato, pulito e asciu­gato. Arrivarono gli italiani ordinando ai Iazzetta di consegnare il tedesco, altrimenti lo avrebbero ammazzato. Così il fratello di Santa, Salvatore, scese nel pozzo e persuase l’impaurito tedesco a conse­gnarsi. Stadermann fu successivamente portato in un giro di trionfo intorno alle strade di Tavernanova prima di essere dato agli inglesi. [...] Che morì almeno un soldato tedesco, poi, viene confermato da diverse persone, le quali ricordano che a due soldati, sentinelle in sidecar addette al minamento dei platani in località Salice, furono sparati diversi colpi di fucile alla schiena, e che uno di loro morì: il ricordo è impresso nella memoria collettiva anche perché ai due sol­dati furono rubati successivamente gli stivaloni. 
Si dice, però, che anche due soldati italiani furono uccisi dai tedeschi nella stessa zona, e spogliati dei vestiti e degli scarponi militari prima di morire, episo­dio che ricorda la brutta faccenda spesso segnalata per il territorio di Pomigliano d’Arco, in cui nella notte tra l’8 e il 9 settembre sul Vialone di Pomigliano, viene riportato che due ufficiali e sette soldati ita­liani erano stati uccisi da truppe tedesche al presidio di un piccolo posto di blocco."

Grazie al lavoro svolto sulla pagina "Dedicato a Pomigliano d'Arco" che pubblica la "Ricerca didattica della classe V B , 1984-85 del Ginnasio-Liceo “V. Imbriani” di Pomigliano d’ArcoSaggio storico del Prof.C. Gravier Oliviero - Prefazione della Preside, prof.ssa Anna Morandi Mariconda"
e al testo di Simon Pocock "Campania 1943, vl.2" queste due giornate le possiamo raccontare così:

Alle nove e mezza di mattina del 1° ottobre, gli uomini della V Armata entrano in Napoli mentre a Casalnuovo, centinaia di contadini, si armano e inseguono o si difendono dai Tedeschi in ritirata.
Il 1° e il 2 ottobre sono i giorni più lunghi per tutti questi paesi, e certamente i più tragici per Acerra come già accennato.

Verso mezzogiorno del 1° ottobre, le autoblindo Humber di una pattuglia del B Squadron dei King’s Dragoon Guards dipen­denti dalla 23rd Armoured Brigade britannica, provenienti da Portici, S.Giovanni a Teduccio, Barra, Ponticelli e lungo la Via Lufrana da Volla, erano arrivati, dapprima in località Salice e poi a Tavernanova, con il compito di stabilire contatti con i ricognitori dell'11th Hussars della 22nd Armoured Brigade britannica, la quale unità era partita da Scafati il 29 settembre diretta ai versanti orientali e settentrionali del Vesuvio. Ma degli Ussari in arrivo dall’est non c’era ancora traccia, e quindi i mezzi corazzati, dopo aver colpito un’autovettura, danneg­giato un camion, e con la cattura dei due soldati del Reich, rimase­ro fermi a Tavernanova fino al giorno successivo.

T A V E R N A N O V A  E'  L I B E R A!!!!!

In quella stessa serata del 1 Ottobre, il battaglione "Ussaro" Inglese giunse a S. Maria del Pozzo: il maresciallo Raffaele Piccolo ed altri 7-8 pomiglianesi vanno loro incontro nella speranza di guidarli a Pomigliano come staffette.
Vengono peraltro catturati a Tavernanova 3 "German 'B' vehicle driver team" (i "German "B" erano veicoli militari tedeschi così come identificati dagli inglesi, fonte H. Wolff "Die deutschen Kriegsgefangenen in britischer Hand: ein Überblick, Volume 1"-1974).

Da registrare che a Pomigliano, quel giorno, continuano i rastrellamenti o piuttosto le uccisioni (sono trucidati Domenico De Cicco e Ciro Esposito), e inizia anche qui il minamento dei Palazzi: Villa Sbrescia, Palazzo Palmese, Palazzo Moscariello, Palazzo Cantone sotto le cui macerie muoiono un povero ragazzo di 14 anni (Giovanni Flavia), il sacerdote Angelo Massaro Marini insieme ad una sua nipote. Ma sono ormai gli ultimi istanti di terrore e gli ultimi morti. Ferdinando Manno e Vincenzo D'Onofrio saltano sulle biciclette e ingenuamente inseguono i Tedeschi che raggiungono al Ponte sui Lagni, e là vengono uccisi.
Guidati dal gruppetto di Pomiglianesi andati loro incontro, gli Alleati da S. Maria del Pozzo, dopo una breve sosta alla Masseria Castaldo, entrano in Pomigliano dal Passariello.

Pomigliano è libera!

E Casalnuovo?

Alle 16.09 dello 01-10-1943, si ebbe­ro comunicazioni via radio che a Casalnuovo i tedeschi stavano spa­rando con un carro Mk. III, varie autoblindo e un "nebelwerfer" per bloccare l’avanzata inglese da Casoria.

Il 2 ottobre, quindi, le autoblindo dello Squadrone A dell’ll' Ussari, insieme ai carri Sherman del 1st Royal Tank Regiment (RTR) tuttora si ricorda la lunga fila di corazzati.

Intanto le batterie alleate da Tavernanova sparano, snidano, inseguono, salutano gli ultimi Tedeschi in ritirata.

Anche Casalnuovo è liberata!!

Errichiello chiese al comando alleato l’autorizzazione ad accompagnarli nelle campagne fino al tenimento di Afragola, autorizzazione che gli fu concessa. Proprio sulla strada per Afragola quel pome­riggio l’avanzata alleata fu arrestata dalla presenza di artiglieria tede­sca, ma già la sera dello stesso giorno era partita la 5a Truppa degli Ussari insieme ai RTR, riuscendo a raggiungere Afragola, sebbene con difficoltà. 

Il giorno 3, invece, fu caratterizzato dallo spostamento di una colonna corazzata sulla strada per Acerra, che provocò, nel pomerig­gio, un prolungato cannoneggiamento da parte delle batterie della II Abteilung Panzer Artillerie Regiment della Hermann Goring Division, su tutto il tratto da Ponte Napoli, al confine con il territorio di Acerra, fino a Licignano.

Nella notte tra il 3 e il 4 ottobre, arrivò a Casalnuovo il battaglio­ne 1/5 Queens della 131st Lorried Infantry Brigade motorizzata, ripar­tendo il giorno dopo per Aversa.

Lungo il Corso Umberto al centro di Casalnuovo si insediarono alcuni comandi alleati - gli inglesi, pare, nel Cinema Italia, mentre gli americani nel Palazzo Petagna.

Comincia una nuova era per i nostri nonni e bisnonni, le nostre mamme e i nostri papà...



Man mano che le nostre zone venivano liberate, cominciarono anche delle attività legate all'arrivo dei militari americani.
Un "presidio ospedaliero" (come lo chiameremmo oggi) era di stanza a Tavernanova, dove ora vi sono le scuole elementari.
Sotto le scuole vi erano (e vi sono, rimessi in sesto da una ventina d'anni) altri ambienti. In questi ambienti hanno lavorato gli uomini del Quarto Ospedale da campo dell'Esercito americano. 
Scrive così George Rock nel suo "History of the American Field Service 1920-1955":

"Short of the airfield on Route 7 was the 4th U.S. Army Field Hospital---a reception and despatch center at Tavernanuova for patients to be evacuated by air---which offered one of the infrequent attachments of the AFS to an American Army unit. This proved a pleasant assignment, and its joys were in no way diminished by the accompaniment of U.S. Army rations. At all times the collection of extra food was an important activity---private larders being essential both for the volunteers on those occasions when work was so timed that meals with the proper unit were impossible and also for the patients during delays or on long trips. In any period of proximity to American troops, much ingenuity was exercised to procure stocks of their rations---either on an individual basis or for more widespread consumption. It was reported that morale rose when, for a while, these foods were enjoyed regularly by a whole platoon, even as it visibly fell when Fortune discontinued this particular favor. The allure of a change of diet was always irresistible to those long accustomed, but not adjusted, to the austere repetition of British rations."

Questo gruppo ha lavorato indicativamente dal 16 Ottobre 1943 al 12 Gennaio del 1944 fornendo (tra Pomigliano e Tavernanova), 200 posti letto. L'airfield a cui si riferisce il testo è quello di Pomigliano d'Arco.
Dal 26 Ottobre 1943 e fino al 13 Febbraio del 1944, fu associato il 32nd Ospedale da Campo, Terzo Plotone che aggiunse altri 100 posti letto (e un servizio di spoletta verso l'altro airfield, Capodichino).

Per completezza, il testo di Simon Pocock riporta:

"Mentre l’8 ottobre fu trasferita a Tavernanova da Nocera Inferio­re la 865th Field Dressing Station, ubicata nell’Edificio Scolastico in Via Nazionale delle Puglie, il giorno 16 ottobre, sempre nella scuola di Tavernanova, fu installato il 4th Field Hospital americano, una spe­cie di centro di ricezione e smistamento per quei pazienti che aspet­tavano di essere imbarcati a Pomigliano su un aereo che li avrebbe portati in un ospedale più attrezzato. Santa Iazzetta ricorda la pre­senza americana; soprattutto ricorda i macabri particolari che riguar­davano l’usanza di disseppellire i loro morti dopo un mese circa per praticare l’essiccazione degli scheletri, che venivano immobilizzati “in piedi” mediante l’uso di pali di sostegno prima di essere rispedi­ti in America."

Nota personale

La foto ritrae due militari inglesi (fa fede il berretto), la foto è stata inviata (suppongo), a mio nonno materno. Mia madre diceva sempre che il contingente britannico aveva trovato nel mio bisnonno Raffaele Porcaro un 'ottimo traduttore inglese/italiano per gli ufficiali di stanza tra Tavernanova e Casalnuovo durante gli ultimi mesi del 1943.

Il testo di Simon Pocock - di riferimento nei posts immediatamente precedenti a questo - elenca tra le righe i seguenti contingenti:
  • B Squadron del King's Dragon Guard dipendenti dalla 23-a Armored Brigade
  • A Squadron 11-a Hussars della 22-a Armored Brigade
  • First Royal Tank Regiment
  • 1/5 Queens 131-a Lorried Infantry Brigade
Certamente i due ragazzi in figura sono appartenuti a qualcuno di essi...chissà se si possono contattare (loro o i loro familiari)...









Caduti della Seconda Guerra Mondiale

Oltre a quelli nominati in questa pagina, vi sono altri due nomi di casalnuovesi caduti in battaglia ma seppelliti all'estero, come risulta dal sito di R. Zamboni:

MATTIELLO CARMINE, NATO IL 9 GENNAIO 1917 A CASALNUOVO DI NAPOLI - DECEDUTO IL 4 MARZO 1944 - SEPOLTO A FRANCOFORTE SUL MENO (GERMANIA) - CIMITERO MILITARE ITALIANO D'ONORE - POSIZIONE TOMBALE: RIQUADRO P - FILA 7 - TOMBA 35.

JORIO DOMENICO, NATO IL 4 MARZO 1897 A CASALNUOVO DI NAPOLI - CIVILE - DECEDUTO IL 23 APRILE 1942 - SEPOLTO A BERLINO (GERMANIA) - CIMITERO MILITARE ITALIANO D’ONORE - POSIZIONE TOMBALE: RIQUADRO 2 - FILA 3 - NUMERO 10 - TOMBA 362.


Per concludere questa pagina di Storia, ripropongo i nomi dei casalnuovesi e tavernanovesi che hanno contributo alla edizione del libro di S. Pocock. Sono evidenziati alla pagina 148:

(tra parentesi l'anno di nascita):

Raffaele Cerchia (1933)
Gennaro Cortone (1922)
Mario De Maria (1935)
Luigia Gillo (1920)
Maria Granato (1928)
Santa Iazzetta (1928)
Silvio Magario (1935)
Domenico Montanaro (1922)
Margherita Passaro (1930)
Tommaso Pastena (1930)
Maria Rea (1942)
Giovanni Romano (1942)
Pasqualina Mazzuoccolo, Giuseppe D'Alise, Raffaella Castaldo e Carmela Ponticelli (tutti dipendenti del comune di Casalnuovo).

A questi nostri cari concittadini va anche il nostro plauso poichè, come diceva Edward M. Forster, "Se non ricordiamo non possiamo comprendere".

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