sabato 29 dicembre 2012

Calendario Tavernanovese 2013

Così che, tra oggi e domani, un poco di tempo lo avrete per scaricarlo.
Il file è in formato .pdf  e non vi dovrebbe essere difficile riuscire a visualizzarlo.
Se avete una stampante a colori, lo stampate; dopodichè prendete un dorsino per una decina di fogli (lo si compra in cartoleria) e fate in modo da raccogliere tutti e dodici i fogli in verticale nel dorsino.
Con un taglierino provvederete a tagliare la parte di dorsino in eccedenza. Applicate poi sul retro un adesivo con un gancetto (tipo quello per appendere i quadri, sempre in cartoleria lo trovate...), calcolando bene il centro dove incollare il gancetto.
Avrete così il vostro calendario tavernanovese 2013.

Se siete pronti, partite da qui: Calendario Tavernanovese 2013


mercoledì 26 dicembre 2012

In attesa del Calendario Tavernanovese 2013...

un giusto riferimento alla antica Fraola, a cui Tavernanova era collegata direttamente attraverso via Arcora.

E' una immagine di campagna, genuina, adatta a questa settimana natalizia attraverso la quale porgo a tutti Voi (m'avita scusà 'o ritarde...) un caro augurio di Buon Natale...


1814 - Incisione in rame di B. Pinelli, tratta dalla "Raccolta di 50 costumi li più interessano delle città, terre e paesi in province diverse del Regno di Napoli.

Potrebbe costituire un buon regalo di Natale...eheheheh!

P.S. - E' ovvio che più o meno persone così molto probabilmente si vedevano anche dalle nostre parti, visto che Tavernanova ha rappresentato, da un certo punto in poi, NODO CRUCIALE delle attività di traffico di merci da e verso "La Pretiosa" e verso le Puglie, pellegrini che si recavano alla Madonna dell'Arco, etc.

lunedì 17 dicembre 2012

Strade Tavernanovesi del 1695-1696...

...così come si evince dalla mappa vista presso l'Archivio di Stato:


  1. strada che va alla Preziosa, l'attuale via Plinio che è diretta alla Masseria Chiavettieri.
  2. strada che vene dalla taverna nova, l'attuale via Filichito.
  3. strada di S.Agustino che esce alla strada che va alla pretiosa, l'attuale via Masseria Chiavettieri.
  4. strada vicinale che no passa,  è una strada che portava alla terra di D.Panzuto.
  5. strada regale, attuale via delle Puglie.
  6. strada che vene da casale nuovo.
  7. strada che va alla fraola (Afragola).
Le ultime due strade mi hanno meravigliato: la "strada che va alla fraola" è la via Arcora provinciale. Avevo sempre pensato che fosse da sempre la strada principale per Casalnuovo, ed invece no. I nostri trisavoli per andare a Casale Nuovo andavano per una strada che attraversava la Massaria Torre!

In aggiunta alle strade che l'autore della mappa cita direttamente, nella mappa sono riportati altri tre percorsi interessanti:

- strada che dall'attuale via Plinio portava allo sbocco sulla via Puglie dell'acquedotto Claudio (vedi qualche post precedente).
- strada che da un appezzamento di terreno riconosciuto come lo muoyo (il moggio) porta a Licignano, attuale via Jazzetta.
- strada che va a Licignano e si incontra con quella menzionata sopra, attuale via Zi Carlo che continua fino ad incontrare via Jazzetta.

Ancora grazie per le visite.

venerdì 14 dicembre 2012

Strade e territori sulla mappa del 1695

Continuo con l'analisi della mappa da me visionata recentemente agli Archivi di Stato di Napoli, proponendoVi qualche notizia sulle partite (no 'e pallone...) e sulle strade che ritroviamo su di essa.
I territori erano così suddivisi all'epoca nella nostra zona:
  1. La tavernanova è la partita de territorio di Arcora Litt. A
  2. La partita di S.Pietro litt. B di moya 50 1/2
  3. La partita di Lo pasteno litt. C di moya 85 e meza quarta
  4. La partita di Lo Chiavettiero litt. D di moya 55
  5. La partita di tavola e pacciano litt.E di moya 120.
Di Arcora ne abbiamo già parlato: a questa sono strettamente legate le partite de Lo Pasteno e Tavola, che si riferisce alla Masseria Tavola (e Tavolone).

Iscrizione posta al vecchio ingresso della Masseria Tavola - Pomigliano d'Arco (fonte:  vedi fine post)
La partita detta di S.Pietro si riferisce ai territori legati alla chiesa parrocchiale di S.Pietro Ap. in  Pacciano (e già menzionata in documenti del 1615). La partita detta di Lo Chiavettiero è ovviamente relativa alla masseria omonima:

Masseria Chiavettieri: particolare dei casotti di guardia  (fonte:  vedi fine post)
Nella mappa poi c'è una zona di territorio verso Pomigliano denotata con la scritta S.Agustino: questo territorio apparteneva al convento di S.Agostino di Napoli (già da secoli addietro).

domenica 9 dicembre 2012

La Casa del pasteno e l'aria copierta di paglia

La Casa del Pasteno, di cui sotto uno schizzetto, è una zona appartenuta ai Monaci di S.Severino e Sossio, come si evince dalla mappa, della partita detta appunto de lo Pasteno.
Questa zona, detta anche Massaria Pasteno Grande viene dipinta sulla mappa con un'ampia zona a tinte gialle, con la dicitura "aria copierta di paglia":

Le aree che vedete triangolari sono i covoni di paglia. A tale masseria si arrivava da via Filichito e confinava verso Tavernanova con le terre di S.Ligorio (o Liguoro) e verso Volla con quelle che appartenevano a Francesco Lettere.

Nei prossimi posts parleremo delle (antiche) strade che sono menzionate sulla mappa e qualche strada mi ha molto sorpreso...

Grazie per le visite! Ed alla prossima.

martedì 4 dicembre 2012

1970: Asilo infantile delle Suore di S.Anna

Giusto perchè siamo sotto Natale e perchè la cosa può interessare altre persone (in buona parte riconosciute...), Vi posto qualche foto di una rappresentazione natalizia risalente al 1969/70.
Tale "recita" fu fatta nell'asilo delle Suore di S.Anna, indimenticabile punto di aggregazione della nostra gioventù!! Non ce ne dimentichiamo!

Come sapete, le foto sono scaricabili e stampabili a Vostro piacimento: cliccate sulla foto, poi cliccate sul pulsante destro del mouse e scegliete l'opzione di Salvataggio su file.


Tutto questo in attesa di altre notizie che emergono dalla mappa...

martedì 27 novembre 2012

Dominico Panzuto e Ciccio Lettereso...

Sono due personaggi del '600 Tavernanovese, chiamiamolo così perchè mi piace e fa fino ;), che avevano i loro possedimenti nelle nostre zone.
Dominico Panzuto, era un noto avvocato napoletano che era annoverato tra gli "scrittori legali del Regno di Napoli" (parliamo del decennio 1670-1680). Molto probabilmente la sua massaria (ed il suo terreno) sono stati frutto di concessioni per le cause vinte (chissà...) oppure acquistati grazie alle parcelle. Fatto sta che tale territorio - nella mappa presentata nel post precedente - si trovava nella partita di territorio della Masseria Chiavettieri.
La sua massaria viene riportata più o meno così...

Massaria Dominico Panzuto - schizzo

Il territorio di Ciccio Lettereso (o Francesco Lettere) si trovava sull'attuale via Filichito; sembra che avesse come appellativo "il Magnifico" (quantomeno a leggere la mappa...), ma non ci giurerei. Nessuna notizia ho trovato a riguardo; questo Ciccio sicuramente doveva venire da Lettere (allora sotto il dominio di Amalfi) ed il suo territorio era ai confini della "partita" denominata "Lo Pasteno".

Per chiudere il post di oggi, ho notato sulla mappa un piccolissimo particolare: un ponticello che dal territorio appartenente a S.Ligorio detto anche S.Liguoro (ricordatevi questo nome perchè foriero di novità di rilievo per Tavernanova...) scavalca via Filichito e va in una zona senza alcuna denominazione...
Lo volete vedere ?

martedì 20 novembre 2012

"Pianta fatta nell'anno 1695 di molte massarie della Pretiosa"

E' quanto si legge nella seconda mappa da me visionata nell'Archivio di Stato e che riprende il territorio tavernanovese e le zone circostanti.
Sulla mappa sono riportate alcune cose interessantissime che hanno posto in me alcuni dubbi.
Ma andiamo con ordine. In calce a questo disegno, fatto a mano, servito per dare le misure dei territori della nostra zona appartenenti al Monastero dei SS.Severino e Sossio, l'autore (Joannes De Jorio, agrimensore, chille ca misurava 'o turrene...) indica:

La tavernanova è la partita de territorio di Arcora Litt. A
La partita di S.Pietro litt. B di moya 50 1/2
La partita di Lo pasteno litt. C di moya 85 e meza quarta
La partita di Lo Chiavettiero litt. D di moya 55
La partita di tavola e pacciano litt.E di moya 120.

Sappiate che nella mappa la tavernanova (il cui territorio è indicato con la lettera A) è circondata dai territori B e D.
Attenzione però. L'estensione della mappa non copre la Tavernanova che noi conosciamo, bensì la sola parte che comincia dalla piazza e va verso Pomigliano; tutto ciò a sinistra della piazza attuale viene ignorato dall'autore.
Questo perchè l'intento dell'amico Joannes non era quello di produrre una carta geografica ma solo indicare i possedimenti del Monastero.
Da ciò si evince che il territorio a partire dalla sinistra di via Filichito e fino al Salice (al di quà e al di là della via Nazionale) non aveva a che fare con il Monastero.
Vi è però da dire che all'interno dei territori del Monastero vi erano alcuni possedimenti di altri personaggi, che qui vi elenco:

martedì 13 novembre 2012

"Domenica 2 Agosto 1699...

...nella Taverna Nova divise moya 46 a 4 persone cioè parte della massaria chiamata Arcora."
Questo è un primo capitolo di una serie di posts legati alla analisi ( anche di sangue...) di un paio di mappe grandi viste e fotografate in quel dell'Archivio di Stato di Napoli.
Continuiamo a leggere (e leggo io per Voi, senza offesa...):
Fatto per il Regal Monastero di S.Domenico di Napoli etiam ex persona di F. Pietro Paolo di Ligorio CONTRA Alfonso de Ligorio, Beatrice de Leone, coniugi.
A firma di R. Cons. s Caravita Comm.s Delegatur (o almeno credo). Nelle vicinanza della mappa si legge poi:
Misura di una parte del territorio di Arcora di S.Severino
A firma io: J. d Iorio publico agrimens.
Lo schizzo a matita qui proposto pone degli interrogativi sulla sua localizzazione:

Schizzo di una pianta del 1699
Lo stradone in altro che va da sinistra a destra viene indicato come Strada Reale che va a Napoli e passa pe la Taverna Nova.
Il dubbio è sulla strada che viene da nord a sud: sapendo che nel 1699 già c'era la grancia con la chiesa di fronte, si potrebbe dire che quella non è (l'attuale) via Filichito, in quanto avremo quanto meno un simbolo diverso. La mappa originale illustra qualcosa di simile ad un terreno agricolo, senza alcuna costruzione.
In aggiunta, potrebbesi pensare che si tratti della attuale Via Casamanna: ma la strada sembra troppo diritta rispetto a ciò che si evince da altra mappe presentate in questo blog...
L'ipotesi che personalmente ritengo più attendibile è che si tratti dell'attuale Via Plinio.
Altre ipotesi sono bene accette, nun ve mettite appaure. L'unica cosa su cui rifletto è che si parli di "Masseria Arcora": via Plinio è lontanuccia dal centro tavernanovese ma proprio di là passava l'arco di acquedotto che veniva dalla Massaria Chiavettieri...
Tenete presente che 1 moggio a quei tempi era circa 3 Km quadrati...
Però però...e la ritengo ancora più plausibile come ipotesi è che se capovolgete la figura, la strada in questione potrebbe essere l'attuale via A.Ascalesi. Tenente presente che di là c'erano gli archi dell'Acquedotto di Carmignano: da qui il nome "Arcora" alla Massaria.
La chiudo qui...pensateci.
Grazie per le visite!

giovedì 8 novembre 2012

Un piccolo assaggino...

...ma veramente una pinzellacchera, una quisquilia.
La vedete fin da ora nello sfondo ed introduce ad una analisi cartografica di quello che ho trovato all'Archivio di Stato...
Intanto, grazie per le visite, popolo!

lunedì 5 novembre 2012

Massaria Preziosa chiave storica...

... per poter posizionare qualche data "seria" che riguardi la zona tavernanovese.
Nel libro su Madonna dell'Arco di G.Ippolito (che trovate scaricabile in fondo alla pagina) vi è una nota che dice:
La masseria la Preziosa che comprende molta parte del territorio di Madonna dell'Arco, risulta appartenere,dal IX al XVIII secolo, all'Abazia dei Ss. Severino e Sossio in Napoli. G. Fiengo op. cit. nota p. 61.
Si fa qui riferimento all'opera di G.Fiengo "L'acquedotto di Carmignano e lo sviluppo di Napoli in
età barocca" che al momento non mi è dato disponibileper le verifiche.
Però, in un vecchio testo del 1623 (peraltro già menzionato nel blog) si ritrova che:

Napoli Sacra di C.D'Engenio Caracciolo

"Giacomo Sanazaro nobil del Seggio di Porta Noua illustrissimo Poeta, fabricò la presente Chiesa (di S.Maria del Parto a Napoli) sotto la diletteuol falda del monte di Posilipo, che dal somerger dei pesci vìé detta la bella Mergellina, il cui territorio con un bel palaggio, staza già del Rè di Francia fu poi del monastero di SS Seuerino e Sosio di Napoli, indi Federico figliuolo de Rè Ferrante I inuaghitosí dell'amenità, e vaghezza del sito, ad istigazione del Sanazaro suo familiarissimo permutò col detto monasterio, e gli diede in cambio una massaria detta la Pretiosa nelle paludi di Napoli appresso la Bolla."

La storia ci dice che Federico morì nel 1504: dunque la permuta deve essere avvenuta al massimo entro questo anno. Non solo, nel libro sopra citato si legge anche che "poscia fatto Re di Napoli"; dunque questo stabilisce l'anno al 1496.
Dunque, secondo il D'Engenio Caracciolo, sebbene i territori intorno alla Bolla potevano essere anche appartenuti già da prima al Monastero, la Massaria Pretiosa apparteneva loro dal 1496.
L'unica cosa da scoprire è quali argomenti si ritrovano nel libro di Fiengo a suffragio di date ancora posteriori a questa.


mercoledì 31 ottobre 2012

Montis (Abundantiae) Zi Carlo

Quando si diceva " 'a massaria 'o monte" si intendeva appunto la Massaria del Monte zi Carlo.

Ma qualu monte? non vi sono mica dei monti a Tavernanova!

Probabilmente, in antichità, quella zona doveva racchiudere quello che si chiamava Montis Abundantiae o , monte dell'abbondanza in italiano. Ma abbondanza di che?
Di grano.
Infatti, si dice anche monte frumentario.

"I Monti Frumentari, nati sul finire del XV secolo, erano istituti di beneficenza che praticavano il prestito del grano per la semina e per il consumo. Essi ebbero un ruolo importante nell'economia agraria italiana soprattutto nei secoli XVI - XVIII. Andavano incontro alle esigenze dei contadini che, al momento della semina, non avevano sufficienti scorte, cosa assai frequente soprattutto quando il raccolto dell'anno precedente era stato modesto. Erano forniti di una dotazione di grano così da anticipare al singolo coltivatore la quantità necessaria per la semina ad un tasso di interesse molto modesto. Queste istituzioni erano indubbiamente utili ai contadini perché li sottraevano alle grinfie degli usurai che per secoli avevano imperversato sugli agricoltori." (fonte: A.Tantari - Il Monte Frumentario di Affile")
Ovviamente, il grano doveva essere conservato da qualche parte, ed ecco lo storaggio in aree opportune, quali generiche massarie ; il nome (zi) Carlo potrebbe derivare da tante cose:

- il nome del proprietario che subentrò allorchè l'istituzione fu abolita.
- Carlo per dire Carlini, moneta in voga nel 1500 e che serviva a pagare gli interessi del grano preso dal Monte. "Zì" potrebbe essere una storpiatura in lingua "volgare" della cifra che dovevasi pagare.

Se avete qualche altra idea....fatevi avanti.












lunedì 29 ottobre 2012

Tanti anni fa....i Piscicelli

Ricordo che abitava una signora sotto il colonnato della grancia, dove c'era il negozio delle biciclette, il cui cognome era Piscicelli.
Ero appena un teen-ager e ricordo che me l'avevano presentata come "contessa"...avranno pure esagerato, ma...c'è qualcuno che può rinfrescarmi la memoria?
Notizie sul casato le trovate qui.

Masseria Costanzi o anche Perrino

Bene, ho fatto qualche verifica incrociata sulla Massaria denominata Perrino in una carta del secolo scorso.
Nel libro di Padre Giovanni Ippolito, "La Madonna detta dell'Arco", troviamo nella TAV.2, nella stessa area geografica, la menzione di Massaria Costanzi. Questa, ad ogni modo, non è quella che ho potuto vedere disegnata sulla mappa del 1695 vista all'archivio di stato.
In effetti, in altre carte/mappe da me consultate, sembrerebbe comunque che il nome sia Perrino. C'è però da dire che in tempi più remoti sia stato verosimile che tutta l'area appartenesse ai Costanzi e che con l'andare del tempo alcune proprietà siano poi state cedute.

La genealogia dei Signori Costanzi la trovate in questo libro del '600:


Dunque non ha alcuna attinenza con Tavernanova ma ci fa capire, ove mai vi fosse bisogno, che alcune massarie potevano avere una chiesetta interna ad uso e consumo delle persone che vi lavoravano, specie se appartenenti ad ordini monastici.
In queste massarie, vi era l'obbligo che la chiesa non fosse a più di una giornata di cammino.
Dunque....

P.S.- Il libro su Madonna dell'Arco lo trovate in basso fra i riferimenti.

domenica 21 ottobre 2012

Fulgenzo 2 la vendetta scrive di sepolture ritrovate

E questo pone molte riflessioni su quanto sia importante - per N motivi - tenere traccia della memoria storica. Il nostro amico tavernanovese scrive:

"[...]. In fase di costruzione dell'attuale condominio M.SS. Addolorata furono trovate delle sepolture di persone che sulla base delle ossa dovevano essere di corporatura alta specie rispetto alla media dell'epoca ( forse erano soldati o monaci di gruppi etnici del Nord Europa). Forse si trattava di un cimitero adiacente al Palazzo Gaudiosi. La Masseria Torre potrebbe essere a sua volta molto antica dato che si dice che come per il palazzo Gaudiosi anche dalla sua cantina si diparte un cunicolo che arriva ad Afragola e probabilmente collegava i due edifici. [...]"

A questa notizia io vi aggiungo quella di una anziana nonnina di Castello di Cisterna, che ha vissuto per qualche decennio a Tavernanova (la sign.ra Iolanda Signore ved. D'Amato), che mi ha confermato quanto sopra aggiungendovi che tale cunicolo arrivava almeno fino a S.Marco (S.Marco in Sylvis, Afragola).

Diciamo il percorso del pontecanale, và.
La cosa che invece più mi inquieta è: queste sepolture perchè non sono state quantomeno rimosse e poste da qualche parte (anche in qualche deposito) per poter essere valutate insieme ai reperti che sicuramente vi erano a contorno? Voglio capire che c'erano più interessi a fare la palazzina; ma almeno tratteniamo dei reperti archeologici di un certo valore.
Ma non siamo in Europa, checchè se ne dica...
A proposito di Europa: di tracce del cimitero sulle mappe di fine '600 che ho fotografato all'archivio ma che non vi posso postare as-is sul blog,

La scritta che si DEVE fotografare per presa visione delle limitazioni

non vi è traccia evidente; ma non significa che non vi fosse. Infatti, il fatto che manco la cappella è ivi menzionata non significa che non vi fosse almeno nei termini in cui l'abbiamo vista fino a ieri...
Ma questo è un X-Files...;)
Detto questo, di nord-europei forse dalle nostre parti vi son passati (e forse qualcuno c'è rimasto secco nelle paludi dell'epoca...) ma di sicuro qualche ungherese (diciamo est-europa) che potrebbe avere le caratteristiche citate da Fulgenzo. Leggiamo nel libro "Raccolta Di Varii Libri, Overo Opvscoli D'Historie Del Regno Di Napoli"


sabato 20 ottobre 2012

Grazie a Fulgenzo Guadagno...

... che possiamo mettere un grande puntino sulla i del punto esatto dove il pontecanale dell'Acquedotto Augusteo (detto anche Claudio o di Serino) attraversava la via Nazionale delle Puglie proprio all'altezza di Tavernanova.
Ma prima di dirVi questo (e qualche altra idea malsana che mi è piovuta in testa, alla X-Files...), Vi raccomando la lettura di questo semplice documento che spiega le componenti di un acquedotto ed in particolar modo proprio quello nostro (anticamente Tavernanova era anche conosciuta come Tavernanova all'arco):

Università di Salerno - G. De Feo - Sviluppo storico dell'Acquedotto Augusteo in Campania - Greenopoli

In particolare, viene citata un'opera del 1864 dell'Arch. Felice Abate, che tracciò il percorso dell'acquedotto; in particolare osservate:

Da sinistra a destra abbiamo:

  1. Strada delle Puglie CASALNUOVO
  2. Ferrovia presso Casalnuovo
  3. Cappella di S.Maria dell'arcora delle botteghelle - Casalnuovo
  4. Punto sul trivio che segue il Molino vecchio
  5. L'acquedotto rientra sotterra Afragola
Il resto non ci interessa. Faccio però notare che una scritta compare nella parte di disegno che sta a significare il sottosuolo, e dice: Pontecanale distrutto di Pomigliano d'arco

Quindi, a Tavernanova più che le arcate passava un pontecanale. Attenzione però, che parliamo di date certamente anteriori al 1400!

Ed ecco allora un esempio di pontecanale relativo PROPRIO al nostro acquedotto:

martedì 16 ottobre 2012

Una chicca per gli amici casalnuovesi...

...lo sapevate che in passato era stato ospite presso Casalnuovo un grande esploratore, forse il primo che abbia fatto il Giro del mondo?

Parlo di Giovan Francesco Gemelli-Careri.
Si legge infatti nel libro di Giovanni B.Rampoldi "Corografia dell'Italia", Vol.1 alla voce CASALNUOVO:


Eqquolo qua:

G.Francesco Gemelli Careri 1648 - 1724
Secondo me, questo fatto potrebbe essere un pretesto per tante cose culturali, ma proprio tante...
A proposito, una seria biografia 3canina la trovate qui
Alla prossima e grazie per le tante visite.

venerdì 12 ottobre 2012

Massaria Perrino a Pollena Trocchia...

...cosa c'entra, direte voi?
Forse c'entra e se pure alla fine non c'entrasse permettemi di ringraziare la famiglia della sign.ra Francesca Beneduce che mi ha permesso di scattare qualche foto, in una situazione di totale cordialità ed amicizia pur non conoscendomi, cosa che mi convince ancor di più che le persone nobili sono in numero superiore a quelle meschine.
Comunque, godetevi queste foto scattate di sera e pensate che se invece di stare in (Sud) Italia stavate in Svizzera o Austria, questa Massaria sarebbe stato un punto turistico di sicuro interesse, con tutto ciò che ne consegue.

Dicevo che in questa carta storica del periodo 1801-1850, questa masseria è indicata come Perrino, ma potrebbe essere che in tempi più remoti avesse un'altra denominazione:


Questa è la foto del cortile interno: memorizzate le 3 colonne...


Questo è ciò che rimane di una cappella interna, dove si possono ancora ammirare gli antichi stucchi...




Qui si vede la facciata dell'edificio principale: in alto vi erano gli ingressi dei proprietari della Massaria, sotto invece ci andavano i contadini.


Ancora viste sul colonnato...


Il pozzo....!


Vedremo se questa Masseria ha attinenza con una mappa del 1696, dove risulta essere la sola cosa disegnata oltre alla Grancia tavernanovese...


giovedì 11 ottobre 2012

Protasio Crivelli, Casalnuovo e Tavernanova...

...passando per Striano. Se ricordate, tempo fa mi ero legato al dito (delle mani o dei piedi, fate vobis) un approfondimento:

"Palazzo S.Gervasio: microstorie tra fonti e documenti, a cura di L.Iannelli (1997) ed.Pianeta Libro, riporta uno stralcio dove si parla del Principe di Striano: "Cappellam sub titolo Sancti Joseph Patriarchae, de iure patronato Excellentissimi Principis Striani, degentem extra moenia et in loco ubi dicit lataverna nova ". Qui, se è vero che il principe di Striano aveva a che fare con il Regno di Napoli, è anche vero che una taverna nova era anche vicino Potenza, a cui farebbe riferimento "extra moenia" (afore 'e mmure da città)."
Fermo restando che il costrutto di cui sopra "soffre" di una mancata revisione ( quando si riferiva a qualcosa fuori la capitale del Regno di Napoli, si indicava con "extra moenia" e non mi volevo riferire a Potenza), ho trovato una relazione che FORSE conferma che il Principe di Striano, in quell'epoca lo si indicava "degentem", ovvero trascorrendo qualche tempo fuori casa in una località cara alla sua famiglia.
Potrebbe essere Tavernanova?

A Sarno vi è una Chiesa, quella dedicata a San Giovanni Battista:

"fu costruita nell 'attuale via Municipio, con il.contributo della popolazione, agli inizi del XII secolo e prese il nome di San Michele Arcangelo. Poco dopo fu data in dono dal Vescovo di Nola ai Monaci benedettini del monastero dei SS. Severino e Sossio. Divenuta fatiscente, i monaci la diedero in consegna, agli inizi del Cinquecento, alla Diocesi di Sarno, che la ricostruì con il nome di San Giovanni Battista. Nel 1739 le venne conferito il titolo di Parrocchia a svantaggio della Chiesa di San Severino Abate.Al suo interno vi è custodita una pala d 'altare del 1506, dono del barone del tempo Luigi di Casainuovo. Tale opera, del pittore milanese Protasio Crivelli, raffigura la Madonna con Bambino in trono fra i Santi Severino e Sossio." (Fonte: Comune di Striano)

Leggasi Casalnuovo al posto di Casainuovo.

Protasio Crivelli (1509) - Pala d'altare raffigurante Madonna con Bambino ed i Santi Sossio a sinistra e Severino a destra (ex-voto).

Quindi è molto probabile che il Principe di Striano avesse degli interessi a Tavernanova (e Casalnuovo) che risalivano ai suoi discendenti. Quindi il committment al pittoreda parte del Barone, era per regalare qualcosa al Principe che gli potesse ricordare uno dei luoghi che gli appartenevano. Una puntatina a Striano per andare a leggere la scritta i piedi della Madonna io la farei...


Campana con lo stemma del Monastero dei SS.Severino et Sossio...

...in quel di Napoli, Archivio di Stato. E' molto probabile che le campane che erano presenti nella Cappella tavernanovese ne avessero uno simile.

Particolare della campana esposta all'Archivio di Stato di Napoli, appartenente al Monastero dei SS. Severino e Sossio di Napoli


















La prima S è quella relativa a S.Severino, poichè innestata nel Pastorale tipico dei vescovi; la seconda S è quella di S.Sossio, innestata in una palma che rappresenta il martirio cristiano.

Se vedete qualcosa di simile in giro, dalle sembianze di campana, sapete da dove proviene...

mercoledì 3 ottobre 2012

L'ultimo sguardo alla Cappella di S.Maria ad nives?

Posto questa foto scattata ieri mattina, on-the-fly.

Cappella di S.Maria ad nives - Tavernanova 02 Ottobre 2012
Dalla foto mancano le campane...di bronzo...e la struttura che le conteneva.
Ne era rimasta almeno una delle due se non ricordo male.
Chissà che "fine" hanno fatto...

lunedì 1 ottobre 2012

...Forse forse appartiene ancora a Nino Gaudiosi?

Chissà...
L'ho chiamato qualche ora fa e mi ha detto che alle 17 sarebbe stato a Tavernanova, presso Don Carlo Cicala, dopo essere passato in Comune proprio per la questione della Cappella.
L'abbattimento è ora sospeso, ma mi hanno detto che il campanile è out: s'erane piglià 'e campane 'e bronze?
Comunque, quel poco di tam-tam mediatico a qualcosa è servito. Grazie a tutti.

Ma 'sta 'cchiesa a chi appartene?

Parlo della Cappella di S.Maria ad Nives che, insieme alla Grancia dei Monaci che vi si trova di fronte (ed insieme a qualche antica Masseria nei dintorni) rappresenta la memoria storica di un paese; sì, Tavernanova è un paese.
Tra telefonate ed E-mail varie, vengo a sapere che la Cappella è stata praticamente abbattuta.
Non volendo entrare nel merito delle questioni legali, giusto per ricordare che, al più tardi, abbiamo notizie fin dal 1738 della Cappella, la quale è sicuramente datata quantomeno alla fine del 1600:

1738 - Primo documento di una visita che il Vescovo di Nola fa  nella Cappella
ed ancora che agli atti della Intendenza di Napoli, nel 1806, vi è depositato una richiesta:

Il Vescovo di Nola domanda il mantenimento dell'Ecclesiastico che chiede cura della Cappella di S. Maria della Neve in Taverna Nova. Pomigliano d'Arco

"Questo tipo di atti - provenienti dall'archivio di Stato di Napoli -  si riferiscono alle ampie competenze esercitate in materia di beneficenza, amministrazione di beni di istituzioni religiose, confraternite, opere pie, nomina di rettori e di predicatori e, in generale, degli aspetti della vita delle comunità comprese nella provincia che avessero relazione con il culto." recita la presentazione dell'archivio.
Quindi l'apertura al culto ne ha fatto una chiesa a tutti gli effetti: chi di dovere ne ha tenuto conto per decidere?

Dunque relazione con il culto e Pomigliano d'Arco.

Dobbiamo riflettere sulle due cose sopra evidenziate per la storia tavernanovese.

Luis Sepulveda diceva "Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro".

Per quello che vale...siam messi male!

Bah!

giovedì 27 settembre 2012

...immagini dal passato...

In attesa di poter scattare qualche foto presso l'archivio di stato, mi è capitato sottomano la seguente risorsa digitale che ha come argomento il fiume Sebeto.
Sapete bene che questo fiume ha molto ha che fare (o meglio aveva) con Tavernanova; comunque, la risorsa è Il comprensorio di bonifica delle paludi di Napoli e Volla - a cura di E.De Dominicis per conto di Campania Bonifiche. Un lavoro molto ben fatto dal quale è possibile estrapolare molte cose.
E tra queste, Vi passo una immagine dal passato:

A.Pitloo - Veduta di Napoli dal "Pascone" - 1828
La zona del Pascone era individuta in una area che attraversava da destra a sinistra a sud di Poggioreale fino all'inizio della zona del Salice. Grosso modo queste zone erano caratterizzate da queste piccole paludi che si incanalavano nei resti delle condotte interrate le cui acque arrivavano fino al Ponte della Maddalena. Il quadro potrebbe illustrare una zona del tipo "abbasce 'o Rione Fiche"...ma di oltre un centinaio di anni fa...
Ed ancora, chi potremmo incontrare in quelle zone? Qualche antenato nostro...


mercoledì 15 agosto 2012

Tante taverne...ma una sola "nova"


Taverna del Salice, del Tammurriello, della noce, di Caravita, del Sambuca, d'Arpino, della Castelluccia, (del)la Storta, del Pepe: sono tutti nomi di taverne che, in un raggio ragionevolmente piccolo, orbitano intorno a Tavernanova.
Solo alcune di queste si possono paragonare in "vecchiaia" con quella che gestivano i Monaci di SS.Severino & Sossio all'interno della grancia, oggi detta Palazzo Gaudiosi. Su tutte la Taverna del Pepe (1600 circa) e Taverna del Salice (fine 1400).

Convinto di averlo già riportato da qualche parte, la presa di possesso dei monaci del territorio paludoso che da Tavernanova si estendeva fino a Volla può essere individuata in una data antecedente al 1500.

Infatti, il tenimento "La Pretiosa" fu regalato dal poeta Jacopo Sanazzaro ai monaci di cui sopra in cambio di una chiesa a Napoli. Più in dettaglio potete leggere qui.

Saltando di palo in frasca, stando attenti a non cadere, volevo farvi notare come, in due delle mappe del blog precedente, compaiano sulla strada nazionale verso Pomigliano (all'altezza della famosa fabbrica di biciclette Marzano) la dicitura casotto degli sbirri oppure guardia.
Non ho trovato nulla di particolare se non qualche riferimento a casotto del dazio, e mi sta bene. Questo casotto, dunque, doveva trovarsi più o meno al posto di quella specie di centrale elettrica di fronte a Marzano:




Visualizzazione ingrandita della mappa

E' probabile che all'epoca questo casotto stava più all'interno.

Per ora è tutto. Grazie per le visite.

domenica 12 agosto 2012

Casa (dei) Mansi, ovvero Casamanna

Come accennato qualche giorno fa, su delle antiche mappe datate a cavallo degli anni 1801 e 1850, la nostra via Casamanna viene riportata come Casa Mansi (o Casa de Mansi).

1836-1840

1801-1850
Nelle immagini notiamo un paio di cose: che la Casa dei Mansi si estendeva dalla prima curva che si trova in via Casamanna, nei pressi del cortile con quell'arco antico all'ingresso (a sx scendendo) e fino alla strettoia immediatamente prima del cosiddetto Parco "Ferrovieri".
Oltre a questo, nella mappa dobbiamo notare alcuni particolari:


  • Un poco più avanti di via Casamanna (oggi), noterete un riquadro in neretto che sta a significare una massaria o casa colonica. Dove potrebbe corrispondere oggi? Al cortile dei Di Costanzo?
  • A fianco della grancia dei Monaci (palazzo Gaudiosi) vi è un riquadro tracciato in maniera sottile: potrebbe essere il risultato di vecchie misure prese tenendo presente i resti del vecchio arco di acquedotto?
Dulcis in fundo: la strada che collega alla sinistra (su mappa) della cappella di S.Maria della neve fino alla (Masseria?) Viola e Schipano; da lì si arriva agilmente alla madre di tutte le masserie dell'epoca: quella di S.Severino (alias Pretiosa).
Questa stradina da tempo non esiste più. All'epoca dei monaci certamente quella strada consentiva il trasporto dei beni agricoli dalla masseria verso la strada regia.

Un Tavernanovese insigne ci lascia...

E' Monsignor Don Gennaro Fico.

I funerali si terranno domani, Lunedì 13 Agosto 2012, nella Chiesa di Maria SS.ma Addolorata (sembra alle ore 16.30).
Non ci sono parole.

mercoledì 8 agosto 2012

SCOOP Estivo su Casamanna!!!!

Sono arrivate delle (copie di) mappe del '800 dall'Istituto Geografico Militare.
Su tutte viene riportato, al posto di (via) Casamanna:

CASA-MANSI
(o Casa de Mansi)

Personalmente non lo sapevo: chissà se qualcuno dei più anziani del paese ricorda di aver sentito questa cosa, che ha una sua importanza.
Dall'analisi di queste mappe vengono fuori altre cose interessanti....che poi Vi riporterò.

A presto, e grazie ancora per le visite.

domenica 29 luglio 2012

Taverna Nova dei Padri Cassinesi...

Questo è un fatto da tempo acquisito, addirittura pubblicato in un piccolo opuscolo a cura del nostro grande Mons. Gennaro Fico negli anni 70-80. Per i Padri Cassinesi intendiamo i monaci di SS.Severino & Sossio.
Questi, con ogni probabilità avevano colonizzato il nostro territorio a partire dalla loro massaria "La Preziosa", raggiungendo via via altri tre possedimenti fondamentali:

- La Massaria che si trovava nei pressi del Rione Torre di Casalnuovo (e che si raggiungeva con l'antica via Arcora).
- La grancia tavernanovese.
- La Massaria M.te Zi Carlo.

Nel libro


del 1723, in una nota si legge che: 



Il Re Ferrante I fece la permuta, come leggiamo sopra, nel 1497. Quindi, al netto di possessori più antichi dei siti sopra citati, il nostro territorio ha iniziato a svilupparsi non prima del 1500.

Ma a quanto indietro possiamo spingerci? (vedimme 'e nun carè...).
Nel libro di G.Fiengo "L'acquedotto di Carmignano e lo sviluppo di Napoli in età barocca, ho trovato un nota che dice:

martedì 10 luglio 2012

Qualche foto nuova dagli anni '60...

...spinto da Carmine, figlio del grande Andrea De Chiara (IL giornalaio di Tavernanova), ho fatto un blitz a casa ed ho ripescato qualche foto risalente agni anni '60.
Un paio riguardano via Arcora, con l'edificio scolastico in secondo piano ed anche una vista incrociata su via Nazionale delle Puglie. Un'altra foto invece riguarda una gita scolastica che dovrebbe essere relativa ad una classe di Scuola Media.
Se qualcuno di Voi si ritrova in questa foto, può mandarmi una E-Mail (od un commento).
Ricordate che tutte le foto (ed i video) presenti in questo blog sono scaricabili senza problemi! Calendario tavernanovese compreso...

1966 - Via Arcora, in fondo si vede "l'Edificio"


1966 - Via Arcora,  a destra nella foto "l'Edificio"


Anni '60 - Gita scolastica
Nella seconda foto noterete anche il terreno che coltivava la signora Luisella: ricordate quante volte abbiamo sempre usato il paraustiello sulla famosa vacca di Luisella?
Ed anche la signora Luisella appartiene al patrimonio tavernanovese e la ricordiamo con affetto.

Grazie per le visite, ancora una volta!

venerdì 15 giugno 2012

Questo signore francese nel 1621....

...certamente passò per Tavernanova ....



E' Nicolas Bènard (m'arraccumanne l'accente 'ncoppa 'a e...), che, dovendo fare un viaggio in Terra Santa, pensò di fare tappa presso la Basilica di S.Nicola di Bari.
Quale migliore strada se non quella "Regia delle Puglie"?

E dunque...il 20 Aprile 1621



E' certo che a Tavernanova dovettero fare una fermata! C'era o non c'era il dazio da pagare (il passo)?

Un saluto a tutti!

giovedì 7 giugno 2012

Massaria Nova o no, ad ora marchiamo la zecca al 1620...!


Stemma dei Del Balzo


Dopo una mezza giornata passata all'Archivio di Stato, vengo a Voi con questa mia addirvi (una parola):

  • Che ho vista una mappa datata 1631, con una zona denominata Massaria Nova, che sembrerebbe "incastonata" fra la via delle Puglie, via Arcora insieme alla via che porta a Licignano dalla via delle Puglie e a quella che porta alla Masseria Chiavettieri. POTREBBE essere Taverna nova? Non ne sono certo in quanto manca la via Filighito e la grancia dei monaci. Da approfondire.
  • Che nel Luglio del 1631 la Regia Camera della Sommaria decretò che a Taverna nova non si potesse esigere il passo.
Ma la cosa più importante è che nell'Aprile del 1622, il Barone di Pomigliano d'arco scrive al Marchese di S.Giuliano che i "Monaci di SS.Severino hanno eretto una taverna".
Nulla di male, ma sembrerebbe che i monaci non "zeccassero" i pesi e le misure secondo quanto stabilito dal Barone che perciò fece causa.
Comunque, avete letto bene

1622

Quindi quell' "ha eretto" potrebbe avere un valore di uno/due anni. Se è così, i Monaci di S.Severino e Sossio avrebbero dunque iniziato l'attività di tavernari all'incirca nel 1620.
Attenzione! Ciò non significa che la Grancia (alias palazzo Gaudiosi) sia della stessa epoca! Probabilmente è ancora più antica...
Nel fascicolo è altresì riportata la risposta dei Monaci e le varie contro-risposte, in una scrittura poco decifrabile di latino ed italiano. E' certo che vi sono copie di documenti (il più vecchio del 1580) che vengono usate da una parte e dall'altra per portare le proprie ragioni.
In quello del 1580 si dice che Diomede Carafa cede alla propria figlia il Castro Pomigliano con tutti i suoi annessi e connessi (c'è veramente di tutto!) ed in uno del 1593 forse si riporta la cessione di tale Castro Pomigliano da parte di Aurelia a qualcun altro.

Un altro paio di documenti non possono essere visionati (!):

Pomigliano d'Arco - La Comune pretende annuo ducati 54 da Filippo Gaudiosi per diritti di scamaglio* su di una masseria con taverna
e

Domenico Di Falco dimanda rimborso per le riparazioni fatte alla maccaroneria in Pomigliano d'Arco
Per ora, sappiatelo, il nome Tavernanova ha per certo circa 400 anni. Ma i nostri avi risalgono a qualche anno in più...

martedì 22 maggio 2012

Una nuovo foto caricata

Siamo agli inizi degli anni '60: neve a Tavernanova come non mai.
Se qualcuno riesce a risalire all'anno preciso, gliene sarò grato.


L'immagine è del cortile del Bar Porcaro e le orme lasciate sulla neve parlano da sole...

Grazie per le visite!!

sabato 12 maggio 2012

Una "speciale"misura di Zi Tatonne 'e Galiota


La Misura (l'ho chiamato io così) è un altro raccontino in stile boccaccesco che raccontava Zi Tatonno.
Non lo raccontava molto spesso ma lo ricordo ancora poichè rientra in quei canoni di storielle antiche dove il "compare" di turno approfitta dell'umile compariello che veniva a chiedergli un consiglio.
Chissà se tale episodio non era alla base del famoso proverbio " 'Ncoppa 'a faccia da 'terra, tre cose so' malamente: 'o prevete, o' cumpare e o' maletiempe!".

Cliccate sul link della pagina delle Filastrocche a destra nel blog...

Seconda visita all'Archivio di Stato

Alla ricerca di notizie che riguardano Tavernanova, direttamente o indirettamente.
Ho potuto dunque leggere di un documento del 25 Agosto 1738 che riguarda una controversia legale ('na causa...) tra i Signori Della Satta (o Salta, o Salto: non sono riuscito a decifrare la scrittura...) di Pomiglianod'Arco proprio per il fitto dell'osteria taverna nuova, comprensiva di Forno, Macello e Maccaronia.

Poi, ho visto una piccola mappa (una mappina...) disegnata Domenica 23 Agosto 1699 dove è riportato:
nella taverna nova diviso moya 46 a quattro persone cioè parte della massaria chiamata Arcora
Per ora non ho ancora pagato i diritti per fotografarla, ma l'ho messa in lista. Non riesco a capire di quale parte di via Nazionale delle Puglie si tratta. Dal disegno -piuttosto semplice- a prima vista si potrebbe trattare di via Filichito, ma mancherebbero dei particolari (la cappella di S.Maria della Neve in primis) che invece sono presenti in una mappa più vecchia di 3 anni. Forse forse è relativa a quella strada che dal vecchio passaggio a livello della vesuviana (al Salice) portava a Casalnuovo costeggiando più o meno la ferrovia stessa.

A sinistra di questa mappa (su altro foglio), ma potrebbe essere non pertinente viene riportato:
Fatto per il Real Monastero di S.Domenico di Napoli etiam ex persona di F.Pietro di Leone contra Alfonso de Ligorio e Beatrice de Leone coniugi
Ed è tutto per ora, buone cose!

domenica 6 maggio 2012

Un paio di video del 1976: chi c'era?

Dopo un pò di tempo mi son fatto mettere su DVD qualche vecchio "filmino" che avevo in soffitta. In massima parte sono cose personali e familiari: da queste però ho estrapolato alcuni passaggi dove sono presenti persone di Tavernanova che adesso non ci sono più o sono persone che conosco personalmente da anni.
I video sono in un Web Album. Quindi chiunque vuole potrà scaricarli.
Tra le persone che sono nella mia memoria e che compaiono nei video (uno di qualità non buona, un altro di qualità sufficiente) ricordo Suor Teresina e 'Ngiulillo 'o barbiere, al secolo Angelo Ursetto.
Buoni ricordi a tutti!


Video Tavernanova Aria gentile

giovedì 3 maggio 2012

Approfitto...

...per ricordare, dopo un anno, chi ha fornito la maggior parte delle foto tavernanovesi (e forse altre sarebbero da scoprire...) e mi ha spinto alla creazione di questo blog, affinchè non vada perduto quello che eravamo e coloro che erano possano, nel loro ricordo, farci ancora sorridere...ciao mamma.

martedì 1 maggio 2012

Prima visita all'Archivio di Stato di Napoli...

...e dopo un primo momento di acclimatamento (per consultare qualcosa VERAMENTE è complicato, per fotografare poi ci vuole il nulla osta del Presidente della Repubblica...) ho potuto ricevere in lettura/visione innanzitutto una bella mappa su pergamena relativa alla zona tavernanovese:

G. Di Jorio (De Jorio): Piante e misure […] delle masserie e territorii del Monastero dei Santi Severino e Sossio fatte e campite nel 1696


Su questa bella mappa (1696!) - che in seguito fotograferò - sono riportate a colori tutte le aree coltivate a partire dalla Masseria "Preziosa" e fino alla grancia tavernanovese. Entrambi questi luoghi sono riportati con la loro particolare caratteristica: gli archi che contraddistinguono la grancia ed il colonnato che contraddistingueva la Masseria.
Sappiate che ad oggi la Masseria Preziosa è ancora visibile con le sue colonne: jateve a ffà 'na camminata...
Dello stesso agrimensore, cioè uno che di mestiere ammesurava 'e proprietà agricole ho potuto anche constatare che una fotografia tratta dal libro di G.Ippolito su Madonna dell'Arco (e scaricabile nell'Elenco dei Riferimenti) è proprio relativa alla seguente mappa:

Massarie "i due Sellari alla Pretiosa" presso Pomigliano d'Arco. - 1694. - Joannes d'Iorio Agrim.


Poi ho visionato gli atti di un processo di metà '700:

Casale di Casalnuovo contro il monastero dei Ss. Severino e Sossio in Napoli


In sintesi, gli esattori dell'allora feudo casalnuovese volevano esigere le tasse dai territori del Monastero, che comprendeva anche la zona tavernanovese. I monaci, quando furono chiamati in causa, produssero una serie di atti tesi a stabilire che il loro territorio non era di pertinenza di Casale Nuovo ma di Pomigliano d'Arco.
Comunque un papiello interessante...

Per concludere, avevo intravisto sul web una "Cappella diruta sita nella strada consolare a Pomigliano D'Arco" e, pensando fosse quella di Tavernanova, ho consultato il relativo fascicolo: nulla di concreto poichè la capella sgarrupata era all'interno del territorio di Pomigliano d'arco, di fronte alla cosiddetta "Taverna del Passo".

Buona Festa del Lavoro a tutti...speramme 'bbuone.

giovedì 19 aprile 2012

Da una taverna "vecchia" ad una nuova...



E' inspiegabile come alcune cose ce le abbiamo davanti agli occhi e non le vediamo...

Sto leggendo e rileggendo un testo che mi ha procurato -e per questo lo ringrazio- il direttore della Biblioteca di Pomigliano d'Arco, dott. Giovanni Basile; parlo del libro di Padre Giovanni Ippolito di Madonna dell'Arco, "La Madonna detta dell'Arco - storia di un toponimo e di una edicola". Questo libro, che potete agilmente scaricare, tange in qualche modo anche la storia di Tavernanova, proponendo indirettamente delle ipotesi piuttosto affascinanti: Tavernanova quale nuovo toponimo per la zona detta Villa Arcore (che nun è chella 'e Berluscone...).

Se così fosse, il nostro territorio sarebbe stato abitato fin dagli inizi dell'anno 1000!

Ma andiamo con ordine, specificando meglio sulle due taverne. Converrete che se io chiamo una cosa "nuova" dovrà per forza esserci stata anche una "vecchia" nelle immediate vicinanze. Ed eccola quà: siamo nel 1560 quando Pietro Antonio Lettieri ricevette l'incarico, dal Vicerè Don Pietro di Toledo, di esplorare l'acquedotto Augusteo. Cito testualmente:

assicura che dalla masseria detta la Preciosa l'acqua di Serino andava sopra archi grandi fi alla taverna de casale nuovo a la via per la quale se va da Napoli ad Acerra delle quali ne appareno molti vestigii E osservabile che la taverna accennata dal Lettieri è quella stessa che tuttora si vede vicino Casale nuovo presso la Chiesetta della Madonna dell arco o dell Arcora (da "Memorie storiche del comune di Afragola" di Giuseppe Castaldi, 1830)
Dunque, nel momento in cui una villa rurale (palazzo Gaudiosi, per intenderci) viene affittata ai monaci per farci una taverna (e quindi significa che la zona era idonea a tale tipo di commercio: abbiamo visto che non era solo taverna in qualche post precedente), quale nome più appropriato, specie se questa taverna ha in comune con l'altra una prossima vicinanza ad archi di un vecchio acquedotto romano, se non taverna nova all'arco?

Ed ancora, nei nostri post abbiamo fatto delle ipotesi riguardo i primi proprietari terrieri delle nostre zone (oltre al Monastero dei SS.Severino e Sossio che ne deteneva la maggior parte): bene, nel libro sopra citato abbiamo che negli anni dal 1003 al 1185 la zona di Tavernanova verso Pomigliano, terre a destra aveva un proprietario con nome e cognome. Grazie poi a questi dati, l'autore è in grado di seguire il percorso di questi archi sfruttando una mappa corografica dell'acquedotto di Serino, prodotta da Italo Sgobbo ("L'acquedotto romano della Campania: Fontis Augustei Aquaeductus", 1938):



Come si vede dalle due immagini, il tracciato dell'acquedotto è quello che costeggiava la strada che da Tavernanova portava a Madonna dell'Arco (quella che passava per la Masseria Chiavettieri):



Rimane sempre da capire a che altezza della Strada delle Puglie questo acquedotto faceva in modo che
Tavernanova fossa a sinistra e Pomigliano d'Arco a destra.
Ma questo lo vedremo in seguito. Fatto sta che, nella relazione del Lettieri, così come riportato nel libro di cui sopra

"il conte di Maddaloni avrebbe impetrato ed ottenuto, nel 1420 circa, dal re Ferdinando I d'Aragona il permesso di servirsi del pontecanale dell'acquedotto romano presso Pomigliano d'Arco per la costruzione ivi di un nuovo castello"

Da questo momento in poi, è possibile che da Tavernanova all'Arco si sia passati all'attuale Tavernanova? E visto che nel 1595 furono scavate le prime fondamenta del Santuario di Madonna dell'Arco, molti contadini dalle masserie portavano "pietre vive" (pietre dell'acquedotto, alla fine) potrebbe allora essere questo range di anni quello dove il nome del paese si consolida in Taverna Nova?

Dunque, nella peggiore delle ipotesi, se una taverna fu affittata ai monaci e chiamata taverna nova all'arco, dobbiamo presupporre una datazione non superiore al 1600, non superiore e se poi, come leggiamo che il Monastero ha avuto la Masseria Pretiosa già a partire dal IX secolo (!) (e quindi un territorio che si estendeva fino alle terre ora tavernanovesi), perchè non ipotizzare Villa Arcore come un primo insediamento su cui hanno costruito l'attuale Grancia dei Monaci (ora Palazzo Gaudiosi)?????

Alla prossima...

lunedì 16 aprile 2012

Barbarò, barbarò...

Così comincia un'altra "filastrocca" che il mitico Tatonne 'e Galiota soleva raccontarmi spesso quando veniva al bar che fu di mio nonno e poi di mio padre.
Non ve ne sono di altre in giro -a detta di internet- ma a me ha incuriosito una parola che si incontra nella filastrocca: "inciarmo", che in italiano dovrebbe significare "incantesimo".
Che Tatonno ricordava qualche vecchia formula di qualche fattucchiara? ;)
Il testo completo, come al solito, lo trovate nella opportuna sezione di questo blog, a destra.

lunedì 9 aprile 2012

Divaghiamo per Pasquetta...

...con un augurio di Buona Pasqua, ho ritrovato - grazie al suggerimento di Nino Gaudiosi - su youtube una canzone cantata da Mario Abbate su testo di Giuseppe Porcaro, mio prozio e tavernanovese emigrato a Napoli. La canzone è Nuvole:


Permettetemi di immaginare che l'autore l'abbia scritta mentre era sdraiato su qualche prato abbasce Casamanna, a guardare le nuvole. Caso mai era pure il giorno Pasquetta...

Buona Pasqua a tutti!

giovedì 29 marzo 2012

Uommene 'e stù munne...

Comincia così un'altra filastrocca che mi ero appuntato anni fa, sotto la guida del grande Tatonno 'e Galiota.
Dal contenuto molto volgare, ma in linea con gli umori dei tempi: senza offesa, parliamo del 1700, grazie ad un riferimento ad Anna Caterina II di Russia, conosciuta come una donna "contornata" da vari comparielli.
Capite a mme... ;)
La granduchessa Caterina dipinta nel 1745 da Louis Caravaque.

In questa filastrocca, che ha anche una preludio "a doppio senso", si ritrovano quegli elementi anti-clericali tipici delle nostre terre: il parroco di paese il più delle volte veniva visto come il privilegiato che "facite chelle ca diche iye e nun facite chelle ca facce iye...".
Una filastrocca simile (e forse ancor più volgare), si ritrova nella zona di Pianura, a Napoli...

Buon divertimento: la filastrocca la trovate nella opportuna sezione a destra di questa pagina...

giovedì 22 marzo 2012

Diceva Tatonne 'e Galiota: "'Ncoppe 'a faccia d'a terra...

tre ccose so' malamente: 'o prevete, o' cumpare e o' maletiempe!".
Cultura popolare di un tempo, che riprendeva il concetto di tre come numero perfetto per indicare la"giustezza" di ciò che si voleva dire.
Ve ne sono di molti altri, ad esempio:

Tre so' 'e putiente: 'o papa, 'o rrè, e chi nùn tene niente.
Tre cose nun se ponn annasconnere: 'a tosse, 'a rogna e 'a panza da prena.
Tre cose 'a femmena addà sfujì: Renare, vino e fenesta.
Tre cose nun s' 'anna maje 'mprestà: Libbre, denari e muglièra.
Tre so' 'e fetienti: Mimì, Cocò e Carmene 'o pazzo.
Tre so i cose malamente:a fatia pesente, u sole cucente, u mangià malamente.

Ma a noi Tatonno ha anche svelato il perchè...andatelo a leggere nella sezione "Storielle..." a destra.

Un abbraccio a tutti i paesani vicini et lontani...

martedì 20 marzo 2012

Tavernanova all'Arco: rintracciata la fonte

E' stato un immenso piacere ritrovare nella Biblioteca di Pomigliano d'arco (Pal. dell'Orologio) non solo il libro in questione ma anche un conoscente di vecchia data: il dott. Giovanni Basile, che ne è anche il direttore.
Il libro che menziona Tavernanova con la specifica all'arco è

T.M. Violante - "Madonna dell'Arco : storia del santuario e del convento" - O.P Napoli : EDI, (2009)


Qui vi riporto la pagina intera:

Individuate la nota n.10...
Quindi...un saluto a tutti!

giovedì 15 marzo 2012

Rifacimento dei riferimenti

Approfittando di un poco di tempo a disposizione, sto provvedendo a rifare la parte dei "Riferimenti bibliografici", inserendovi anche il link al documento laddove possibile, in maniera da scaricare il libro stesso.

A presto

sabato 10 marzo 2012

'O conte 'e Matalune ogne tre ne vuleva una!

E' il ritornello che caratterizza un'altra storiella raccontatami una trentina di anni fa da Tatonne 'e Galiota, che trovate nella pagina "Storielle e filastrocche" nella colonna a destra del blog.
La conformazione di questa storiella è in stile boccacesco; personalmente ho provveduto a riempire alcuni "spazi" narrativi di modo da ricostruire un contenuto omogeneo (se capisce 'a finalità da' storia).
SECONDO ME il racconto, basata sulla tradizione orale, ha origini medioevali.
Riadattato un pò in tutta Italia, ha lasciato tracce in alcune canzonette che si avvicinano leggermente alla trama, che si basa sulla vendetta di una persona del popolo nei confronti del "Conte di Maddaloni" (ma non è detto che la storia sia indirizzata a lui....) il quale pratica la cosiddetta "ius primae noctis" (la legge della prima notte). Questa legge (ma alcuni dicono non sia mai esistita...) - prerogativa nei sistemi feudali - prevedeva che il cosiddetto "Signore" (Feudatario) , in occasione del matrimonio di un "suo" figlio (appartenente all'ultima classe sociale dei servi della gleba), avesse il diritto di passare la prima notte con la sposa.
La variante tavernanovese forse ci è arrivata dal Salento, forse portata nelle nostre terre da qualche commerciante che viaggiava sulla via Regia delle Puglie e poi modificata nel tempo dai nostri avi.
Qui sotto il testo di una delle canzonette che "presentano" le altre protagoniste del racconto in dialetto salentino, ma simili se ne trovano in tutti i dialetti:

Le tre sorelle

Sopra quegli alti monti,
ci stanno tre sorelle
la più maggiore di quelle
si ha messo a navigar.

Il navigar che fece,
l'anello le cascò
alzando gli occhi all'onde
vede un pescatore.

O pescator dell'onde,
vieni a pescare più 'n qua
ché mi ha cascato l'anello
se mi lu voi trovar.

Se te lo troverìa,
che cosa doni a me.

Ti dono trecento scudi,
na bborza ricama'.

Non voglio trecento scudi,
né bborza ricama'
voglio un bacino d'amore,
se me lo voi donar.

Stai zitto mascalzone,
'ste cose tu dici a me.
Voglio un bacino d'amore,
se mi lo vuoi donar.

'Sta sera vieni a casa,
quando papà non c'è
cu na manu abbri la porta
e cu l'addha abbracci a me.

Buona Domenica a tutti.

domenica 4 marzo 2012

Chiacchierata con Nino Gaudiosi a casa Fontana

Qualche giorno fa ho avuto il piacere e l'onore di conoscere Nino Gaudiosi -il cui cognome dovrebbe dirvi qualche cosa- insieme ad un altra persona la cui famiglia ha fatto parte della storia di Casalnuovo: Adolfo Fontana.
Insieme abbiamo trascorso uno stralcio di mattinata a chiacchierare variamente sul nostro paese: grazie a queste "chiacchiere" che siamo andati indietro nel tempo, passando per l'arco che Nino ricorda essere menzionato da suo nonno e che congiungeva il suo palazzo (l'ex grancia dei monaci) con la Cappella della Madonna della Neve di fronte.
Adolfo intanto ricordava di suo nonno, potestà di Casalnuovo e di suo fratello, il mitico "dottore Funtana" amato da tutta Casalnuovo e Tavernanova; una genia di medici, i Fontana, fin dai tempi del re (Adolfo ci racconta di un ostetrico della Real Casa).
Abbiamo saputo da Nino che anche la Masseria Zi Carlo apparteneva alla sua famiglia e che ai suoi tempi imperversava un guappo old-style quale Agostino Mirone, del quale mi ha raccontato alcune vicende a lui note.
E' stata una bella mattinata passata con due persone nobili e squisite.
Concludo con un aneddoto che mi ha raccontato il buon Nino: siamo nella Tavernanova degli anni '40 con la popolazione tutta dedicata all'agricoltura. I Gaudioso avevano molti coloni a lavorare nelle loro terre e la domenica vi era la consuetudine che tutta la famiglia Gaudiosi si ritrovasse nella loro proprietà insieme a qualcuno dei coloni per passare qualche ora del pomeriggio. Tutti tranne uno: lo zio di Nino che esercitava la professione di medico condotto a Casarea. In una di queste domeniche, qualcuno ebbe a chiedere la ragione di quella costante defezione al medico, che rispose laconicamente:

"A Casarea 'a dummeneca pomeriggie se spaccane 'e cape e iye nu' scenche pecchè sicuramente nun me fanne fà bbene e me venene a piglià pe' 'gghie a merecà!"


Un saluto e grazie per le 3000 e passa visualizzazioni!

mercoledì 22 febbraio 2012

La storia del Convento di 'Senza pensieri'

E' un altro racconto di zi' Tatonne 'e Galiota, da me rielaborato per il web (altrimenti sarebbero state quattro righe in napoletano e via), in cui compaiono elementi storiografici (sempe 'a storia...) degli inizi dell'800 - quando i francesi stabilirono che tutti i conventi dovevano essere chiusi - oltre ad elementi tipici del racconto popolare in cui si evidenzia la furbizia delle persone più umili a discapito dei potenti.
Curiosi ?
Bene, andate sul link a destra Storielle e Filastrocche...

lunedì 13 febbraio 2012

'O stagnino a buon prezzo!

Così comincia un'altra filastrocca che dà l'inizio di una storia popolare, tramandata sempre da Tatonne 'e Galiota.
Seguite il link alla destra di questa pagina. Buon divertimento!

lunedì 6 febbraio 2012

Da Tatonno 'e Galiota...

...prendo spunto per una nuova pagina, "Storielle e filastrocche", che potrete selezionare sulla destra.
In questa pagina voglio raccogliere tutto quello che ricordo di questo tavernanovese che raccontava qualcosa di importante per la storia di questo "villaggio".
Le sorprese non mancheranno...
Si inizia con Ciente niente accerettene a nu ciucce e Cavalle si me faje sta sagliuta...

Canale Youtube - La playlist...

Post +popolari nell'ultimo mese...