lunedì 16 agosto 2021

Termini di confine (con la storia?) presso la grancia tavernanovese...

 o suggestioni estive?

Tanto tempo fa, di questi cippi ve ne erano 4, posizionati a coppia sotto la prima e la terza arcata della grancia tavernanovese (oggi Palazzo Gaudiosi).

Quello che suscitò curiosità qualche anno fa fu il primo che s'incontra in direzione Pomigliano:


In particolar modo mi incuriosirono alcune linee che sembravano avere forme letterali in un contesto di un oggetto comunque consumato dal tempo.

Cosa potevano essere stati, all'origine, questi cippi prima di essere usati nel contesto della grancia?

Erano stati "termini" di confine di qualche proprietà (se non proprio della grancia)? o erano cippi gromatici di limite centurie?

Oppure antichissime Pietre miliari di epoca romana?

E' chiaro che l'opera del tempo avrà fatto il suo lavoro in tale contesto e forse i 4 cippi saranno pure antichi, ma fabbricati ex-novo ad uso della grancia o dei proprietari che si sono succeduti all'insediamento dei monaci cassinesi.

Ad ogni modo, che sia stato un cippo gromatico non potremo mai saperlo, poichè la parte superiore è stata sagomata e dunque è stata abrasa l'informazione sulla direzione dei limiti della centuria. Per gli altri due casi, invece, ho provato a "giocare" con un software di grafica per immaginare (in maniera molto ampia...ovviamente), cosa potevano significare le "forme" che vedete nella parte alta della colonna.

Attendo un vostro parere...qui o sulla pagina FB relativa a questo blog:

Video n.1 - Le scritte sono assimilabili alla sigla "S.P.Q.R."


Video n.2 - Nella scritta vi è un derivato della sigla SS (che marcava le proprietà del Monastero di S.Severino & Sossio)


Che ne pensate?

Un saluto caloroso e buona estate!

giovedì 5 agosto 2021

Dal 1016 una idea sui possedimenti nei luoghi arcoriani

 In un vecchio post del 2015 avevo espresso una ipotesi circa le protorigini della Chiesetta dedicata a S.Maria ad Nives, quale antica staurita risalente ai primi decenni dell'anno mille.

Confermando ulteriormente, come dal testo di A. Chiarito "Comento Istorico-Critico-Diplomatico sulla Costituzione de instrumenta conficiendis per Curiales dell' Imperatore Federigo II" (1772), che la badessa Maria del Convento dei beati Gregorii et Sebastiani atque Domini et Salvatoris nostri lesu Christi et S. Pantaleoni indicata in una pergamena del 6 Marzo del 1016 non era altro che la badessa di S.Liguoro (o Ligorio), dalla medesima pergamena risulta chiaramente che i luoghi arcoriani a cui si riferisce sono da delimitare in un'area ad ovest di Tavernanova, prossima all'attuale "Palazzo Gaudiosi".

Infatti, in tale pergamena (la n.364 del vol.II di "Monumenta ad Neapolitani ducatus historiam pertinentia" di B. Capasso), la Badessa promette a due fratelli di Arcora un pezzo di terra in affitto che si trovava "coheret cum via publica Nolana et cum terra predicte ecclesie, cum terra ecclesie S. Petri ad Cancellata, et ab uno capite sunt ipsa arcora".

Per avere una idea della zona, osserviamo questa cartografia della fine del 1600:


In questo segmento di immagine, abbiamo:

- il tratto dei resti (arcora) del pontecanale dell'acquedotto augusteo che attraversava la zona

- la strada nolana (qui "strada regale")

- le aree coltivate con i loro limitese e le misure

Con la lettera A veniva indicato il territorio del Monastero di SS.Severino & Sossio; con la lettera B il territorio della Chiesa di S.Pietro ad Cancellata; si nota parte della scritta "S.Ligorio" in basso a destra.

E' chiaro che dalla edizione della pergamena fino alla edizione di questa mappa sono passati oltre 600 anni, ma è logico ritenere - anche sulla scorta di altri documenti - che le attribuzioni territoriali non si siano eccessivamente modificate. E' inoltre possibile che il territorio a cui fa riferimento la pergamena del 1016 sia da ricercare nella zona in alto a sx della mappa (che però non copre proprio questa parte).

Saluti e buona estate!



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