mercoledì 17 luglio 2013

Notizie dal 1676: le porte il fratello dell'abate Riccardi...





di cui avrete sicuramente conosciuto la storia su questo blog.
Era di Giovedì, 30 Gennaio 1676.
Sappiamo pure l'orario: le 18. Il notaio Felice Riccardo di Nola, fratello dell'abate Cesare viene condotto in Napoli per subire il supplizio della "ruota".

Vincenzo D'Onofrio, autore del XVII° sec., raccoglie il diario delle cronache napoletane sotto lo pseudonimo di Innocenzo Fuidoro.
Giusto in questo "diario" si riporta di come questo (In)Felice per due volte si era incontrato alla Taverna Nova con il regente Carrillo per arrivare ad un compromesso, cosa che non avvenne.
Anzi, il nolano fece uno "scherzetto"  al duca d'Andria andandogli a segare la lettiga con cui un servitore stava andando a prendere una vammana per aiutare la moglie partoriente. Dopo questa bravata fu catturato e fece la fine che è stata descritta.

Come capirete, non solo Taverna Nova esisteva nel 1676 ma vi avvenivano i classici incontri "diplomatici" su cose di un certo rilievo.

Per concludere, ho avuto modo di leggere velocemente alla BNN (Biblioteca Nazionale di Napoli) un saggio del filosofo afragolese sac. Gennaro Aspreno Rocco sulla storia di Ponticelli e del culto alla Madonna della Neve.
Un paio di cose mi son risaltate: nel 949 nei luoghi di Terzo (casale di Ponticelli, diciamo così) c'era un molino le cui concessioni furono permutate con un territorio posto ad Arcora. Questo molino apparteneva al monastero dei SS.Severino e Sossio. Chissà se questo territorio corrispondeva con quello della grancia tavernanovese...

L'ultima cosa riguarda invece la dedicazione dei luoghi di culto alla Madonna della Neve: l'autore afferma che la dedicazione della parrocchiale di Ponticelli è degli inizi del XVI sec. (ma la festa fu ufficializzata urbi et orbi nella seconda metà del 1500). Nondimeno vi è una statua raffigurante tale Madonna in S.Domenico Maggiore datata 1536.
Per questo grande autore afragolese il culto in Ponticelli della Madonna della Neve può essere datato già alla seconda metà del XIII sec.
Da qui una ipotesi che la cappella tavernanovese, presupponendo un influsso ponticelliano, si possa datare nel XVI° secolo senza problemi.

Un saluto estivo a tutti.

lunedì 15 luglio 2013

Il particolare della cartina vanvitelliana...

...come Vi avevo promesso:

1788 - Particolare di una carta di Carlo Vanvitelli
Noterete pure la diversità delle dimensioni dei tre quadratini che sottintendono il toponimo (nun parlamme 'e surece...) Tavernanova.
Il più grande rappresenta la grancia dei monaci che stavano facendo (o affittando) la taverna mentre i due più piccoli corrispondono a masserie o altri caseggiati di rilievo.

A presto.

domenica 14 luglio 2013

Anche in una carta di Carlo Vanvitelli troviamo...

...menzionata Tavernanova.

Siamo nel 1788 circa e Carlo Vanvitelli, figlie 'e Luigge, chille d'a Reggia 'e Caserta, voleva sostituire il tratto di fosso scoperto dell'acquedotto di Carmignano (immaginate cosa poteva caderci dentro...) con un condotto rettilineo in muratura, su archi e pilastri che andava dal Molino di Maddaloni a Licignano.
Una insufficiente immagine di tale carta topografica la potete trovare qui, in O.Cirillo
"Carlo Vanvitelli: architettura e città nella seconda metà del Settecento", alla pag.223



In particolare, oltre a prometterVi che a breve ve la posto sufficientemente leggibile (la mappa è nell'angolo in alto a sinistra alla pag.223), in essa si nota un particolare interessante. Ovvero che Tavernanova viene indicata con 3 piccole costruzioni quadrate di cui due uguali e poste simmetricamente a destra e a sinistra in un punto che - similmente ad altre carte dell'epoca - corrisponde all'attuale via Filichito, all'incrocio con la nazionale delle Puglie; l'altra costruzione disegnata un poco più grande è in corrispondenza dell'attuale grancia dei monaci (ex palazzo Gaudiosi).
Così, forti del riscontro sulle altre mappe, si può ipotizzare una ipotesi che il nucleo "ufficiale" tavernanovese fosse composto, nel 18° sec., dalla grancia e dalle sue dependance. La prima di queste è composta dalla cappella di S.Maria ad Nives e da ciò che c'era alle spalle, la seconda da quei caseggiati che costituivano il cortile dove abita tuttora Peppe o'Russo e dove abitava una volta il mitico Zi Rafele 'o barbiere.

A presto e grazie per le visite.

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