sabato 27 febbraio 2021

1811: Quando a sposarsi a Tavernanova era la tavernara.....

 

...diciassettenne, al secolo Maria Maddalena Cantone, di professione tavernara.

Figlia di Gabriele Cantone e Catarina Antignano, domiciliati a Tavernanova e di professione tavernari.

Lo sposo è , Francesco Pasquale Spizuoco, bovaro di Faibano, figlio di Marco e Carmina Perrone, massari, domiciliati a Faibano.

L'atto di Matrimonio è datato 28 Dicembre 1811.

Il certificato di battesimo della sposa è redatto da don Giacomo Terracciano, sub-economo della Chiesetta di S.Maria ad Nives in Tavernanova all'epoca dipendente dalla chiesa pomiglianese di S. Felice in Pincis; il Battesimo venne però officiato da don Michele Palmese il 14 Aprile 1794.

Immaginiamo che Francesco abbia incontrato Maddalena durante il suo lavoro di guidare i buoi lungo la via Regia...

Ad ogni modo, sono molte le probabilità che la famiglia Cantone fosse la conduttrice della taverna che era ubicata nella grancia tavernanovese dei monaci cassinesi: infatti, con la legge del 13 febbraio 1807 "per la soppressione degli ordini religiosi delle regole di S. Bernardo e di S. Benedetto e loro affiliazioni", furono soppressi in tutto il regno le corporazioni monastiche appartenenti a quegli ordini, fra cui i Cassinesi, gli Olivetani, i Celestini, i Verginiani, i Certosini, i Camaldolesi, i Cistercensi e i Bernardoni. I beni incamerati furono quindi trasferiti al demanio.

Nel caso della grancia dei monaci, essa divenne proprietà di Filippo Gaudiosi il quale - crediamo - ne affittò la taverna ai Cantone.

venerdì 26 febbraio 2021

7 Gennaio 1648: Enrico II reintroduce i "camerlenghi" a Casalnuovo e nel territorio di Ponticello

 Approfittando del caos causato dalla rivolta di Masaniello nella Capitale del Regno, Enrico II di Lorena provò a ritentare l'assalto per riportare Napoli sotto il cappello angioino.

Per un "controllo del territorio" ripristinò i Camerlenghi di aragonese memoria, ovvero una specie di moderno magistrato che era consuetudine scegliere tra nobili di sangue, baroni o dottori.

Ogni casale di Napoli avrebbe ricevuto le nomine dei Camerlenghi, prediligendo coloro che già avevano svolto questo ruolo sotto la corona spagnola.

Il tutto in un editto del 7 Gennaio del 1648, destinato anche a Casalnuovo e a Ponticello, nel cui territorio insisteva parte della Taverna nuova:

(immagine: Di Antoon van Dyck - National Gallery of Art, Washington, D. C., online collection, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=43772356)



HENRICO DI LORENA DUCA DI GUISA
Conte d'Eu , Pari di Francia etc. Difensore della Libertà
Duce della Serenissima e Real Repubblica di Napoli ,

BERNARDO SPIRITO UTRIUSQUE IURIS DOCTOR
Auditore Generale dello esercito di questa Serenissima


Avendomo tenuto notizia , che per il tempo passato in ciaschedun casale di questa città vi sia stato deputato un Camerlingo , il quale non solo ha tenuto peso di fare relazione al Tribunale della Vicaria di quanti delitti che alla giornata sono occorsii n essi,ma ancora atteso alla persecuzione dei delinquenti, ed al dippiù che è stato necessario per la retta amministrazione della giustizia; comechè questo si è tralasciato al presente, con le occasioni delle presenti guerre , e mutazione di dominio , desiderando Sua Altezza Serenissima, che per il buon governo e retta amministrazione della giustizia , e beneficio pubblico , da oggi avanti si attenda con ogni circospezione alla verificazione delli delitti, che alla giornata succedono, e castigo dei delinquenti, ha ordinato a noi che dovessimo fare deputare detti Camerlenghi in detti casali per lo effetto suddetto , con darne particolare notizia a noi di quanto
succederà . 
Perciò abbiamo fatto il presente bando , col quale dicemo ed ordinamo, ed in nome di Sua Altezza Serenissima comandamo a tutti li Sindaci, Eletti, ed altre persone deputate al reggimento dell'infrascritti casali di Napoli, che fra termine di giorni due debbiano conferirsi avanti di noi, acciò con loro intervento e saputa , si possino danoi deputare, e destinare li Camerlenghi predetti in ciascuno di essi, quali dovranno attendere a quanto per lo passato hanno accudito , con dare notizia a noi delli delitti che alla giornata succederanno , con possersi ordinare la captura della informazione, ed il castigo dei delinquenti; ed accid venga a notizia di tutti, ordinamo si pubblichi per detti casali . 

Datum Neapoli die 7. Januarii 1648. - Bernardus Spiritus Auditor Generalis Exercitus . Franc. Napolionus Secretarius.

Casoli di questa fedelissima Città di Napoli , dove s'have da pubblicare il presente bando

S. Pietro a Patierno, Casoria, Afragola, Fratta Maggiore, Casandrino, Grumo Nevano, Milito, Secondigliano, Miano, Panicocolo, Calvizzano, Marano, Chiaiano, Polveca, S. Croce e la Conocchia,
Arenella, Antignano, Soccavo, Chianura, Villa, Pietra Bianca, Portici, Cramano, Resina, Torre del Greco, Torre dell'Annunziata, Bosco, S. Sebastiano, Barra, Mianella, Piscinola, Marianella, Mugnano,
Vommaro, Posilipo, Fuori Grotta, S. Giovanni a Teduccio, S. Giorgio, Ponticello, Casalnuovo.

In Napoli , per Secondino Roncagliolo stampatore di questa Serenissima Real Repubblica. 1648

(fonte: Diario di Francesco Capecelatro contenente la storia delle cose avvenute nel Reame di Napoli negli anni 1647-1650)

martedì 23 febbraio 2021

L' acquedotto augusteo in una genealogia dei Carafa della Stadera...e dei versi anonimi trovati per caso

 

XVII sec. - particolare della Genealogia dei Carafa
 (coll.ne Borgia - Napoli)
I versi si trovano nel vol.3442 (Scritture varie in seno al Monastero di San Gregorio Armeno) conservato presso l'Archivio di Stato di Napoli.

Non sono riuscito a risalire l'autore - sebbene vi sia una firma nella forma O.B.9 - ma almeno un testo lo si può far agilmente risalire agli inizi del sec. XVII.

Geronima Carafa del ramo della Stadera ne è protagonista, moglie di Fabio Carafa, principe di Colubraro.

I versetti neoclassici parlano di lei.


Ma dei versi in napoletano? Saranno dello stesso autore?

Chissà...

Ad ogni modo, l'immagine del particolare dello stemma dei Carafa della Stadera contiene a destra un reperto familiare alle campagne pomiglianesi e tavernanovesi di parecchi secoli fa...sono i resti del pontecanale dell'Acquedotto Augusteo...(e i due caseggiati potrebbero simboleggiare Pomigliano d'Arco, feudo dei Carafa dal 1466 fino al 1696).


lunedì 15 febbraio 2021

10 ottobre 1495: ulteriori dettagli su Ferrante II d'Aragona e i luoghi arcoriani

In un post di quasi 5 anni fa avevamo parlato del passaggio, addì  10 Ottobre 1495 e per i luoghi arcoriani, di Re Ferrante II, giusto per correre appresso ai Francesi che avrebbero messo a ferro et fuoco Pomigliano.

Ho però ritrovato qualche altro dettaglio in una ristampa del 1785 di un testo del XVI sec. "Historie di Messer Giuliano Passaro", dove si legge che "al 10 di ottubro del 1495":

"[...] tornamo allo Signore Re Ferrante II che come vede li franzise, e Taliani suoi nemici fuggire subito mandai ad uno Messer Joannello Miraballo Signore de Angre , che subito dovesse rompere lo ponte che li franzise havevano fatto a lo fiume de Sarno quando vennero a chiaia acciocche non potessero ritornare in dereto, & così fo fatto , & ſubito detto Signore Re si mette in ordine, & sequitolle con una sua gente. Et li franzise attendevano a fuggire per la via donde erano venuti, et como foro arrivati a Pomigliano d’ arco dove non le vollero recettare dentro la terra per questo li franzisi se turbaro, et comenzaro a donare battaglia tale che in poco de spatio la pigliaro, et ammazzaroce circa 150 persone tanto mascoli, come femine, et poi la sera la sacchiatr, & poi ce mesero foco dove, che lo signore Re che li sequitava, & era con suo esercito a casale nuovo, sentendo questo vituperio, che havevano fatto a Pomigliano se partero subito da casale nuovo , et comenzaile a sequitare…,et queso sentendo li franzìse se partiro da Pomigliano d' arco , e tiraro la via de lo piano de Parma et lo' signore Re sempre appresso, et si li fece inſaiare alla battaglia ma non volsero mai anzi attendevano fuggire: ma non fecero la via dello fiume de Sarno dove havevano fatto lo ponte , ma fecero la via della montagna di Lauro, et la se sarvaro."

Quindi i Francesi, nel loro ritorno da Napoli verso le loro posizioni dell'hinterland, si fermano a Pomigliano. Qui non vennero alloggiati e fecero una carneficina. Nona appena il Re Ferrante II d'Aragona seppe questo, da Casalnuovo si spostò rapidamente per incalzare i Francesi, ma non vi riuscì di ingaggiarli in battaglia.

Circa un anno dopo, Re Ferrante II, appena sposato, morì ad appena 29 anni.

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