sabato 28 gennaio 2012

Noi credevamo...

...che bene o male Tavernanova, come istituzione del nome, potesse essere datata almeno a metà del 1600.
Ma adesso è ufficiale. Da un documento del 1631 si parla appunto di Taverna nova.


Lo potete vedere qui, sul catalogo dell'Archivio di Stato di Napoli:


f. primo. Università di Santo Elia, Camera riserbata all'illustre prencipe di Squillace.
f. 22 t. Università dell'Ulturara, per la nomina et esercitio della sua portolania.
f. 25. Abbate di Santo Spirito di Solmona barone di Pratola e Rocca casale, per l'antico solito che li particolari di Rocca sono andati a macinare nel molino di Pratola.
f. 51 t. Don Federico Colonna, per l'esattione del passo chiamato l'Osteria del Alba, etiam per l'esattione delle salme de sali come ancora ad istanza del illustre duca di Parma per esattione sudetta nella sua terra di Santo Valentino nel passo d'essa.
f. 58 t., 67, 89, 130 t., 131. Università di Santa Maria a Figliarini, separata dal'università d'Arienzo.
f. 62. Illustre prencipe della Vetrana, per lo pagamento de terze decorse debite dall'università di Misciagna da ducati 10000 incirca.
f. 65. Donato Lanuti, creditore dell'università di Casali molti denari per terze mediante regii assensi.
f. 88, 126. Particolari dell'università di Cocullo, per lo pagamento nell'università di Goriano Siculo di bonatenenza per li loro beni, non siano astretti a pagamenti di collette.
f. 106. Massari della terra d'Intro d'Acqua, per li pascoli de loro animali nella montagna di detta terra.
f. 117. Don Andrea de Franchis marchese di Taviano et Melissano, per l'esattione de decime da particolari da territorii feudali.
f. 129 t. Taverna Nova vicino Pomigliano d'Arco, non si possa esigere il passo.
f. 139. Università di Castel Forte, separata da suoi casali.
f. 204 t. Illustre duca di Celenza, debitore per causa d'adohi et donativi dal 1627 a questa parte in ducati 1054. 4. 13 1/6, ne ha pagati in potere del tesoriero d'Apruzzo Citra ducati 818. 1. 3., restano d'esigere ducati 236. 3. 10.
f. 218 t. Università di Palmoli, per la feria del mastro mercato nel Carmine di detta terra per li pesi zeccati, non s'intrometti il barone d'essa.
f. 238 t., 239 t. Particolari del casale di Ponticiello casale di Napoli, l'esattori del deritto nel mercato di Napoli per li lini non esigano li 4 tornesi per decina de lino per esserno fatti in territorio di Napoli, ma solum debbiano pagare la corretura.
f. 253 t. Giovanni Francesci et Giovanni Battista Gentile, per lo pagamento fatto al percettore d'Otranto per l'università di Casalnuovo di ducati 397. 1. 15.
f. 254 t. Università di Santo Cosmo et Damiano, separati dall'università di Castelforte.
f. 263. Illustre prencipe di Sanseverino, padrone della gabella della porta, grassa de Nola e casali et anco della gabella della tela iusta l'antico solito, con esiggere cavalli tre per ogni braccio di tela nel mercato di detta città et nelli suoi casali nel misurare e nella porta di detta città, dove s'esigge detta porta et grassa, esiggere cavallo uno per braccio causa della zecca.
f. 274. Illustre prencipe della Vetrano, che l'illustre marchese d'Oria non s'intromette in fare esiggere in lo territorio di Misciagna il passo et sigxxxr nel tempo della fiera di Santo Angelo di quella.
f. 291. Università d'Atri, per l sua iurisditione della zecca non sia molestata dal duca di detta città.
f. 318. Università del Titio, per l'affitto della portolania dal padrone d'essa seu barone.
f. 327 t. Università di Vasto Girardo, per la sua iurisditione della portolania, pesi e misure, anco danni dati, non si intrometti il barone d'essa.
Alba f. 344.
Finis dicti regestri.

Quindi, è certo che per ora Taverna nova ha almeno 380 anni...

venerdì 27 gennaio 2012

Non è il tema di questo blog...

...ma vale la pena ricordare il passato allo stesso modo.


Il 27 gennaio 1945 i soldati dell’Armata Rossa abbattevano i cancelli di Aushwitz e liberavano i prigionieri sopravvissuti allo sterminio del campo nazista. Le truppe liberatrici, entrando nel campo di Auschwitz-Birkenau, scoprirono e svelarono al mondo intero il più atroce orrore della storia dell'umanità: la Shoah. Dalla fine degli anni ’30 al 1945 in Europa furono deportati e uccisi circa sei milioni di ebrei.

Quello di quest’anno è il dodicesimo appuntamento con il “Giorno della Memoria”, istituito per legge nel 2000. Il 27 gennaio, scelta come data simbolica per ricordare la Shoah, in Italia e in molti paesi europei vengono organizzati eventi, cerimonie e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione allo scopo di conservare memoria di questo tragico ed oscuro periodo della storia.

lunedì 23 gennaio 2012

Per avere una idea...

... di come veniva vista (da lontano) la nostra zona, Vi piazzo una immagine tratta dal Vol.I di "Torre Annunziata nella cartografia antica" a cura di V.Marasco per www.vesuvioweb.com:

1540 - Un autore anonimo rende l'idea di cosa ci sia oltre PoggioReale...
Poggioreale, che usiamo quale riferimento, è quasi al centro della mappa. Quasi immediatamente a destra si vede un'avvallamento (le paludi di Napoli). La zona Tavernanovese-Pomiglianese potrebbe essere allora quella individuata grosso modo dai 3 alberi disegnati in alto a destra rispetto alla scritta Poggioreale: zona fortemente ondulata, come riportato su altri documenti citati in questo libro, riguardanti l'acquedotto Claudio.

venerdì 20 gennaio 2012

Almeno una arcata l'abbiamo trovata...

...e non è quella sopraccigliare ;)
Nel documento "IL BACINO IDROGRAFICO DEL FIUME VOLTURNO E IL TERRITORIO DEI
REGI LAGNI IN TERRA DI LAVORO.", a cura di Campania Bonifiche si trova un'estratto di una rielaborazione di una antica mappa di Napoli e dintorni del Barrionuevo (sec. XVI).
In tale rielaborazione, fatta da G.Caporale nel 1859, compare un'arcata sotto la scritta "Casalnuovo":


Tenete presente la strada segnata da "Salice" verso "Pomigliano": questa è la Nazionale delle Puglie.
Quelle arcate sono riferite al nuovo tratto di acquedotto che fu costruito nel 1629 (detto del Carmignano); l'acquedotto Claudio si trova disegnato con i puntini che vanno da "La preziosa", tagliando sia la Nazionale che l'attuale via Napoli, a Casalnuovo (da "Salice" a "Casalnuovo") e da qui fino a Napoli.

Quindi, il fatto che l'acquedotto per alcuni tratti viaggiava in alto è cosa certa, sia guardando le mappe che da documenti dell'epoca.

Per concludere questo post, leggendo qua e là mi consolido di più l'idea che fintanto che Tavernanova non ebbe un peso rilevante in termini di popolazione per i paesi confinanti, nelle mappe non comparirà mai anche se effettivamente presente con un certo numero di case o attività produttive. 
Fino ad ora si trovano più notizie su Tavernanova in documenti dell'area pomiglianese che in quella casalnuovese...(leggete anche il post precedente a questo).

Intanto che ci pensate, mi faccio un'altro giro sulla rete...

lunedì 16 gennaio 2012

Grazie ad una Relazione illustrativa...

...possiamo affermare che Tavernanova esisteva già nel 1695.
In una relazione pubblicata dal comune di Pomigliano d'Arco nel giugno del 2006, a cura degli architetti L.Casalvieri ed S.Sasso sul Piano urbanistico ed attuativo per il centro storico di Pomigliano, si trova proprio un riferimento ad uno dei libri citati nel post immediatamente precedente a questo: si tratta del libro di Joannes de Jorio sulle "Piante e misure delle masserie e dei territori del Monastero dei Santi Severino e Sossio fatte e campite nel 1696".
Il riferimento cita testualmente:

Presso l’Archivio di Stato di Napoli esiste una pianta redatta nel 1695 da Joannes de Jorio
Agrimensore, comprensiva delle seguenti zone: d’Arcora, San Pietro, lo Chiavettero, la Pasteno,
Tavola e Pacciano che è suddivisa in aree indicate dalle lettere:
A: La Tavernanova con la partita di territorio detto Arcora di moja 75 e mezzo et un altro moja
1(dunque 76 e mezzo)
B: La partita detta San Pietro di moja 50 e mezzo
C: La partita detta La Pasteno di moja 85 e mezza quarta
D: La partita detta la Chiavettero di moja 55
E: La partita detta Tavola e Pacciano di moja 120
Quindi, il de Jorio ha preso le misure nel 1695 di qualcosa che già era conosciuto come "La Tavernanova".
Quindi....possiamo andare solo più indietro nel tempo.

giovedì 12 gennaio 2012

Informazioni a metà...da completare

Didier Barra - ?1631 - Eruzione del Vesuvio. Si noti il M.Somma ed il fiume Sebeto a sinistra

In questi sei/sette mesi di ricerche su Internet (e nell'Archivio Diocesano di Nola), molte cose sono state trovate ma parecchie altre sono nascoste a metà. Stanne sole ca capa a' fore...in pratica.
Quello che servirebbe è una serie di "scappate" in varie biblioteche per poter leggere da vicino i libri che adesso vi elenco, di modo tale da stabilire se si tratta o no del nostro paese.

  1. Archivio Storico per le Province Napoletane, vol. 14, a cura della Deputazione napoletana di storia patria (1889): S' intese poi che a Tavernanuova essendo gionto Carlo Rainone, che anni sono era famoso capo di banditi, et doppo guidato, uscì ultimamente con 40... [Carlo Rainone era un famoso brigante a quei tempi].
  2. Napoli-Spagna: architettura e città nel XVIII° secolo, a cura di G.Gambardella, Ed.ni scientifiche Italiane (2003): all'interno del libro potrebbero esserci addirittura delle piante della Grancia Tavernanovese insieme ad alcune foto. La cosa importante è che l'autore fa un riferimento ad un libro del 1696 che riporterebbe tutte le misure delle masserie legate al Monastero dei SS.Severino e Sossio. Ne consegue che la Grancia esisterebbe almeno dal 1696...
  3. Liber Visitationis di Francesco Carafa nella Diocesi di Napoli (1542-1543): qui purtroppo su Internet la lettura si ferma alla Contrada del Salice: è da verificare se dopo di questa si menziona Tavernanova. Sarebbero due piccioni con one fava: la datazione del paese ed il fatto che in origine fosse sotto la Chiesa di Napoli...
  4. Il convento napoletano dei SS.Severino e Sossio, di M.Raffaela Pessolano, ed. Editoriale Scientifica (1978): " Territori paludosi e mulini a Napoli » Piazzola di Nola con piccole case Affitto della taverna nova e case adiacenti Masserie nel luogo « La preziosa » nei tenimenti di Pomigliano e S. Anastasia": vi è l'elenco dei beni del Monastero (e tra questi, la taverna nova)
  5. Palazzo S.Gervasio: microstorie tra fonti e documenti, a cura di L.Iannelli (1997) ed.Pianeta Libro, riporta uno stralcio dove si parla del Principe di Striano:  "Cappellam sub titolo Sancti Joseph Patriarchae, de iure patronato Excellentissimi Principis Striani, degentem extra moenia et in loco ubi dicit lataverna nova ". Qui, se è vero che il principe di Striano aveva a che fare con il Regno di Napoli, è anche vero che una taverna nova era anche vicino Potenza, a cui farebbe riferimento "extra moenia" (afore 'e mmure da città).
  6. Giornali di Napoli dal 1660 al 1680, vol.4, a cura di V.D'Onofrio, ed. Società Napoletana di Storia patria, riporta un passo - tutto da verificare- che dice:  "svaliggiare procacci e pigliar ricatti ed acquistato danari da queste mercanzie, avendo voluto saper troppo, e dimandar patti indiscreti a diversi ministri, ed al regente Carrillo, che due volte si abboccò di persona con esso alla Taverna Nova". Anche in Napoli esisteva una taverna, chiamata proprio Taverna Nova...
A questi andrebbero aggiunti di diritto i seguenti:
    G.Galasso, "Napoli nel Viceregno Spagnolo 1696-1707" ed il mostruoso "Antico Inventario delle pergamene del Monastero dei SS.Severino e Sossio", vol.4 di Rosaria Pilone.

    Poco alla volta, un volumetto "ragionato" su Tavernanova lo facciamo....

    Saluti.

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