giovedì 12 gennaio 2012

Informazioni a metà...da completare

Didier Barra - ?1631 - Eruzione del Vesuvio. Si noti il M.Somma ed il fiume Sebeto a sinistra

In questi sei/sette mesi di ricerche su Internet (e nell'Archivio Diocesano di Nola), molte cose sono state trovate ma parecchie altre sono nascoste a metà. Stanne sole ca capa a' fore...in pratica.
Quello che servirebbe è una serie di "scappate" in varie biblioteche per poter leggere da vicino i libri che adesso vi elenco, di modo tale da stabilire se si tratta o no del nostro paese.

  1. Archivio Storico per le Province Napoletane, vol. 14, a cura della Deputazione napoletana di storia patria (1889): S' intese poi che a Tavernanuova essendo gionto Carlo Rainone, che anni sono era famoso capo di banditi, et doppo guidato, uscì ultimamente con 40... [Carlo Rainone era un famoso brigante a quei tempi].
  2. Napoli-Spagna: architettura e città nel XVIII° secolo, a cura di G.Gambardella, Ed.ni scientifiche Italiane (2003): all'interno del libro potrebbero esserci addirittura delle piante della Grancia Tavernanovese insieme ad alcune foto. La cosa importante è che l'autore fa un riferimento ad un libro del 1696 che riporterebbe tutte le misure delle masserie legate al Monastero dei SS.Severino e Sossio. Ne consegue che la Grancia esisterebbe almeno dal 1696...
  3. Liber Visitationis di Francesco Carafa nella Diocesi di Napoli (1542-1543): qui purtroppo su Internet la lettura si ferma alla Contrada del Salice: è da verificare se dopo di questa si menziona Tavernanova. Sarebbero due piccioni con one fava: la datazione del paese ed il fatto che in origine fosse sotto la Chiesa di Napoli...
  4. Il convento napoletano dei SS.Severino e Sossio, di M.Raffaela Pessolano, ed. Editoriale Scientifica (1978): " Territori paludosi e mulini a Napoli » Piazzola di Nola con piccole case Affitto della taverna nova e case adiacenti Masserie nel luogo « La preziosa » nei tenimenti di Pomigliano e S. Anastasia": vi è l'elenco dei beni del Monastero (e tra questi, la taverna nova)
  5. Palazzo S.Gervasio: microstorie tra fonti e documenti, a cura di L.Iannelli (1997) ed.Pianeta Libro, riporta uno stralcio dove si parla del Principe di Striano:  "Cappellam sub titolo Sancti Joseph Patriarchae, de iure patronato Excellentissimi Principis Striani, degentem extra moenia et in loco ubi dicit lataverna nova ". Qui, se è vero che il principe di Striano aveva a che fare con il Regno di Napoli, è anche vero che una taverna nova era anche vicino Potenza, a cui farebbe riferimento "extra moenia" (afore 'e mmure da città).
  6. Giornali di Napoli dal 1660 al 1680, vol.4, a cura di V.D'Onofrio, ed. Società Napoletana di Storia patria, riporta un passo - tutto da verificare- che dice:  "svaliggiare procacci e pigliar ricatti ed acquistato danari da queste mercanzie, avendo voluto saper troppo, e dimandar patti indiscreti a diversi ministri, ed al regente Carrillo, che due volte si abboccò di persona con esso alla Taverna Nova". Anche in Napoli esisteva una taverna, chiamata proprio Taverna Nova...
A questi andrebbero aggiunti di diritto i seguenti:
    G.Galasso, "Napoli nel Viceregno Spagnolo 1696-1707" ed il mostruoso "Antico Inventario delle pergamene del Monastero dei SS.Severino e Sossio", vol.4 di Rosaria Pilone.

    Poco alla volta, un volumetto "ragionato" su Tavernanova lo facciamo....

    Saluti.

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