Condottieri di ventura nei luoghi arcoriani...


DOMENICO DA SIENA  (Domenico Ruffaldi)

Gennaio 1388 (contro i D'Angiò come condotta da 50 lance )

Esce da Aversa con Berardo da Recanati e Nello da Camerino alla testa di 400 fanti e 1000 cavalli; si unisce con il conte di Alife, Giacomo Stendardo e Roberto Orsini  (in complesso 3000 cavalli e 4000 fanti) e si dirige a Caivano, mentre Ottone di Brunswick, militante anch’egli con i durazzeschi, colloca i suoi alloggiamenti presso Nocera. Decide di puntare su Napoli con Berardo da Recanati, si ferma con 500 cavalli ad Afragola e danneggia il territorio circostante fino a Casa Nova, non lontano dalle porte della città: vengono loro incontro il conte di Caserta Francesco della Ratta ed il fratello di quest'ultimo Sandalo che conducono molte compagnie di cavalli tedeschi e bretoni. Sconfitto con la perdita di 40 lance, è costretto a ritirarsi inseguito dagli avversari sino ad Afragola.

Maggio 1392 (contro i D'Angiò come condotta da Capitano Generale)

Esce da Aversa per congiungersi con Giannello Tomacelli a Castellamare di Stabia appena conquistata dagli alleati pontifici. Lascia ancora  Aversa con Giacomo Stendardo ed assale nel piano di Afragola la torre di Carluccio Minutolo; depreda il contado fino a Casa Nova, non lontano dalle porte della città, distruggendo i raccolti di fave e di miglio.

ANTONIO CALDORA  (Antonio Candola )

Giugno 1440 (contro i Reali d'Aragona in Napoli come condotta di Gran Connestabile)

Entra nella valle di Benevento;  sconfigge gli aragonesi al ponte di Tufara: si oppone al loro inseguimento temendo di incappare in qualche imboscata. Appoggia controvoglia  Renato d'Angiò verso Napoli. Si porta a Dogliuolo (Poggioreale) e pretende di rientrare nei suoi possedimenti a causa della scarsità di vettovaglie; tocca Padula, dove le sue truppe sono rifornite di viveri sbarcati da 2 galee provenzali. Il suo operato solleva forti perplessità in Renato d'Angiò. Antonio Caldora, rimproverato davanti a tutti i capitani, abbandona il campo per avviarsi in Terra di Lavoro. Molti condottieri delle sue compagnie lo abbandonano; vi è un ammutinamento quasi generale per cui anch'egli è costretto a prendere la strada di Napoli; si accampa con l'esercito fuori le mura. E' fatto arrestare durante un banchetto offerto dall'Angiò al Caldora, a Lionello Accrocciamuro, a Traiano Caracciolo ed a Riccio da Montechiaro. Ne seguono nuovi tumulti; e parte delle sue milizie pensa di disertare e di unirsi con gli aragonesi ad Aversa; lo zio Raimondo interviene e fa in modo che i suoi uomini giurino fedeltà al re nelle mani di Ottino Caracciolo. Le truppe ricevono le paghe arretrate, egli viene liberato ed è inviato negli Abruzzi con il titolo di viceré. Lascia il campo con 100 cavalli e si reca contro ogni accordo a Poggioreale ed al  ponte della Maddalena  presso Napoli. Convince i suoi capitani a rimanergli fedeli ed invia  Raimondo Anichino da Renato d'Angiò affinché gli conceda il suo perdono. Quest'ultimo non è ascoltato ed Antonio Caldora diserta nel campo aragonese con Riccio da Montechiaro. Lascia le paludi attorno a Napoli,  si reca a Pomigliano d'Arco per incontrarsi con Giovanni Ventimiglia. Alfonso d'Aragona lo invita ad una partita di caccia tra Arienzo ed Arpaia; Antonio Caldora gli rende atto di omaggio, il re d'Aragona lo abbraccia, gli fa grandi promesse, ma non gli dà alcun soldo per non alienarsi l'animo del principe di Taranto.



OTTONE DI BRUNSWICK  (Ottone di Braunschwig Grubenhagen)

Luglio 1387

Lascia Montefusco con 4000 cavalli e 2000 fanti e tenta di entrare in Aversa alla cui difesa si trova Raimondo Orsini del Balzo.
Dopo uno scontro vittorioso con 1000 cavalli nemici, si porta su Volla, nei pressi di Napoli, in attesa che nella città sorgano dei movimenti favorevoli alla sua causa. Ai suoi soldati è permesso di entrarvi per rifornirsi del necessario a gruppi di 50/60 uomini alla volta.
I partigiani del papa, invece, e quelli del giovane Ladislao d'Angiò cercano il combattimento, sostenuti pure da Raimondo Orsini del Balzo che si sta muovendo in loro aiuto. Ottone di Brunswick attacca il ponte Guizzardo, giunge alla Porta delle Corregge e sconfigge il rivale presso la chiesa di Santa Chiara.
I seguaci del papa Urbano VI ed i durazzeschi si collegano e, capitanati da Giacomo e Tuzzillo Caracciolo, fanno irruzine nella piazza del Mercato. Ottone di Brunswick lancia loro contro i suoi uomini; i 2 Caracciolo cadono massacrati di ferite. Il condottiero può, alfine, sottoscrivere una tregua con il governo cittadino, mentre Margherita d'Angiò è costretta a lasciare Castelnuovo per  rinchiudersi con i figli nella fortezza di Gaeta.
Ottone di Brunswick invia subito al confino molti nobili ed altri ne fa imprigionare fra i partigiani dei durazzeschi.
Esce da Napoli per la carestia, tocca Mercato San Severino: al ritorno supera nuovamente i nemici al ponte Guizzardo e rifornisce di vettovaglie la città. Sempre con la medesima finalità scorre nei contadi di Ariano Irpino, Padula e Benevento ed annulla i tentativi di blocco messi in essere dagli avversari.






MUZIO ATTENDOLO SFORZA  (Di Cotignola)

Giugno 1423 (contro il Re d'Aragona)

Giovanni Caracciolo è arrestato dagli aragonesi e Giovanna d’Angiò è assediata nel castello di Porta Capuana: Muzio Attendolo Sforza esce da Benevento con soli 600 cavalli e 300 fanti, non molto in ordine per la lunga serie di rovesci e per la mancanza dello stipendio di molti mesi. Gli aragonesi, agli ordini di Bernardo Centelles, gli si fanno contro a Formello presso la Porta Capuana con 4000 cavalli e fanti; vi è uno scontro di sei ore. Lo Sforza abbatte un muro che gli chiude il passaggio ed attacca alle spalle gli avversari con i fanti e 200 cavalli di Bettuccio Attendolo e di Gerardo Parente, nascostisi in precedenza negli orti e nei giardini vicini. Cattura Cicco Antonio de Caris che regge lo stendardo reale; sono pure catturati 20 nobili siciliani e catalani che sono rinchiusi in Castelnuovo. I prigionieri  sono condotti a Pomigliano d’Arco dal nipote Marco Attendolo; saranno poco dopo liberati dal nipote Foschino in cambio del rilascio del gran siniscalco Giovanni Caracciolo. Fra beni e riscatti, il bottino ascende a 200000 ducati. Esce da Aversa a seguito dell’ ingresso in Napoli, per la Porta Petruccia, di milizie aragonesi sbarcate da 8 grossi vascelli e da 22 galee agli ordini di Giovanni di Cardona. Giunge nella città e trova che sussistono ancora alcuni scontri nei pressi della chiesa di Santa Chiara: è respinto dagli avversari giunti fino al Nido; ripiega  verso Castel Capuano, vi preleva la regina e la conduce prima a Pomigliano d’Arco ed il giorno seguente a Nola, la cui rocca gli è consegnata per 4000 fiorini da Giannotto di Pertusa. Per tale fatto la famiglia di quest' ultimo, in Catalogna, sarà fatta sterminare dal re d’Aragona. 5000 persone, fra uomini e donne, seguono a Nola Giovanna d'Angiò.


VILLANUCCIO DI BRUNFORTE (VILLANUCCIO DA VILLAFRANCA)

Dicembre 1385, Gennaio 1386

Accompagna Carlo di Durazzo in Ungheria;  alla sua uccisione ritorna subito in Campania. Saccheggia il napoletano per potere dare il soldo alle sue compagnie (è segnalato con le sue compagnie ad Afragola)



MICHELETTO ATTENDOLO




L'11 Luglio 1439 si reca a Napoli da Pomigliano (dove era arrivato il 5 Luglio) "a vedere la maestà di re Ranato".

Re Ranato non era altro che Renato d'Angio, liberato dalla prigionia del duca di Borgogna durante il mese di febbraio.
Insieme al Re, la mattina dell’8 agosto, la compagnia "levò di canpo da Dugliolo Pantano di Napoly colla maestà di re Ranato la prima voltta husgì in canpo".
L’intento era di ripercorrere la via dell’Abruzzo e di cercare uno scontro frontale con lo stesso Alfonso: «per lo camino di l’Abruzo quando la prima voltta andaro collo re Ranieri a trovare e· re di Ragona».







Ed ancora:

RINALDO FIERAMOSCA  Di Capua (1495)
GIOVANNI CARILLO  (Cerviglione, Juan Cervillon) (1495)
MARCO ATTENDOLO (Marchetto Sforza) (1423)
GIOVANNI VENTIMIGLIA  (Giovanni Antonio Ventimiglia) (1440)
LUIGI DI MONTJOIE  (Signore di Caselle) (1389)
BROCCARDO LANDO  (Broccardo Tedesco) (1355)
PIETRO DELLA CORONA  (Pietro Cornuald) (1389)
LUIGI DA CAPUA (1389)
BERNARDO DELLA SALA (1384)
ALBERICO DA BARBIANO (1398)
GIOVANNI ACUTO (John Hawkwood) (1389)
BERARDO DA RECANATI (1388)

Fonte: http://www.condottieridiventura.it/

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