mercoledì 29 marzo 2017

Una ipotesi dal lontano XV secolo prende corpo...

...ovvero che a Tavernanova (che non si chiamava ancora così, ma era un territorio di Archora), il nobile fiorentino fondatore di Casalnuovo Angelo Como (Cuomo per gli amici) ricevette da Ferdinando I un territorio in Archora e qui avesse edificato molte case con un hospizio per comodità dei passaggieri e, intendendo edificarvi delle altre, nel 1484 (dunque l'hospizio e le molte case sono databili anteriormente) ebbe il primo Luglio la facoltà di edificare altre case e che possi lo stesso Angelo nel riferito hospitio far vendere vino di ogni sorte e qualsivoglia cosa che solitamente si vendevano in questi Hospizi, che oggi tradurremmo con Alberghi o Ospedali.
Le altre case del 1484 furono probabilmente edificate sulla collina "Botteghella" di Casalnuovo, primo nucleo di questo comune.
Altri studiosi, lievemente più recenti, hanno aggiunto qualche altro particolare che rende la tesi che a Tavernanova vi fosse un hospizio poi ribattezzato in "taverna" è molto probabile.

Grazie per le visite.

sabato 25 marzo 2017

Il grano d'india e le entrate della Hostaria d'Archora

Sono bazzecole qui e la raccolta dalla analisi di 6 volumi reperiti all'Archivio di Stato di Napoli.
Nel maggio del 1635, al Monastero di SS.Severino et Sossio di Napoli, la Hostaria d'Archora aveva portato 405 ducati ( e ne vengono dichiarati altrettanti in uscita verso Gio.Angelo Gaudino (Gaudioso?).

Nel versante di fronte la grancia tavernanovese (beni che al 1695 erano del Monastero di S.Ligorio di Napoli), vi è una ipotetica Massaria della Volla che produceva orzo, grano, vino e grano d'India (probabilmente grano importato dalle Americhe, nuova india).
Sarà proprio questa la "Massaria della Volla"?

mercoledì 22 marzo 2017

L'elenco dei tavernanovesi (e casalnuovesi) che contribuirono alle memorie della Seconda Guerra Mondiale

L'autore - Simon Pocock - li evidenzia alla pagina 148.
E sono (tra parentesi l'anno di nascita):

Raffaele Cerchia (1933)
Gennaro Cortone (1922)
Mario De Maria (1935)
Luigia Gillo (1920)
Maria Granato (1928)
Santa Iazzetta (1928)
Silvio Magario (1935)
Domenico Montanaro (1922)
Margherita Passaro (1930)
Tommaso Pastena (1930)
Maria Rea (1942)
Giovanni Romano (1942)
Pasqualina Mazzuoccolo, Giuseppe D'Alise, Raffaella Castaldo e Carmela Ponticelli (tutti dipendenti del comune di Casalnuovo).

A questi nostri cari concittadini va anche il nostro plauso poichè, come diceva Edward M. Forster, "Se non ricordiamo non possiamo comprendere".

lunedì 20 marzo 2017

Santa Iazzetta racconta del 4th Field Hospital installato a Tavernanova....

Spilla del 4th Field Hospital
"Mentre l’8 ottobre fu trasferita a Tavernanova da Nocera Inferio­re la 865th Field Dressing Station, ubicata nell’Edificio Scolastico in Via Nazionale delle Puglie, il giorno 16 ottobre, sempre nella scuola di Tavernanova, fu installato il 4th Field Hospital americano, una spe­cie di centro di ricezione e smistamento per quei pazienti che aspet­tavano di essere imbarcati a Pomigliano su un aereo che li avrebbe portati in un ospedale più attrezzato. Santa Iazzetta ricorda la pre­senza americana; soprattutto ricorda i macabri particolari che riguar­davano l’usanza di disseppellire i loro morti dopo un mese circa per praticare l’essiccazione degli scheletri, che venivano immobilizzati “in piedi” mediante l’uso di pali di sostegno prima di essere rispedi­ti in America."
(fonte: S. Pocock "Campania 1943" - Vol.II)

domenica 19 marzo 2017

Auguri zì Peppì!

Chissà se oggi saresti stato da noi a Tavernanova....ma ci sei lo stesso.

Grazie per il tuo lavoro a favore della musica e della cultura napoletana.


1 Ottobre 1943 - Gli inglesi entrano in Tavernanova!



"Infatti, verso mezzogiorno del 1° ottobre, le autoblindo Humber di una pattuglia del B Squadron dei King’s Dragoon Guards dipendenti dalla 23rd Armoured Brigade britannica, provenienti da Portici, S. Giovanni a Teduccio, Barra, Ponticelli e lungo la Via Lufrana da Volla, erano arrivati, dapprima in località Salice e poi a Tavernanova, con il compito di stabilire contatti con i ricognitori dell'11th Hussars della 22nd Armoured Brigade britannica, la quale unità era partita da Scafati il 29 settembre diretta ai versanti orientali e settentrionali del Vesuvio. Ma degli Ussari in arrivo dall’est non c’era ancora traccia, e quindi i mezzi corazzati, dopo aver colpito un’autovettura, danneggiato un camion, e con la cattura dei due soldati del Reich,, rimasero fermi a Tavernanova fino al giorno successivo.

Infatti, sebbene gli inglesi fossero arrivati nella zona di Taverna­nova, il centro abitato a nord della SS 7 bis rimase in mano tedesca fino al giorno dopo, 2 ottobre. Alle 16.09 dello stesso giorno, si ebbe­ro comunicazioni via radio che a Casalnuovo i tedeschi stavano spa­rando con un carro Mk. IlI, varie autoblindo e un nebelwerfer per bloccare l’avanzata inglese da Casoria.
Nebelwerfer
Il 2 ottobre, quindi, le autoblindo dello Squadrone A dell’ll' Ussari, insieme ai carri Sherman del lst Royal Tank Regiment [RTRJ arrivarono nella zona di Casalnuovo provenienti da Licignano dove tuttora si ricorda la lunga fila di corazzati.

Errichiello chiese al comando alleato l’autorizzazione ad accon' pagnarli nelle campagne fino al tenimento di Afragola, autorizzazione che gli fu concessa. Proprio sulla strada per Afragola quel pome­riggio l’avanzata alleata fu arrestata dalla presenza di artiglieria tede­sca, ma già la sera dello stesso giorno era partita la 5a Truppa degli Ussari insieme ai RTR, riuscendo a raggiungere Afragola, sebbene con difficoltà.
"

fonte: S. Pocock "Campania 1943 - Vol II"

giovedì 16 marzo 2017

Santa Iazzetta, classe 1928: testimone di guerra a Tavernanova

Scrive Simon Pocock:

"Santa Iazzetta, classe 1928, abitava all’epoca alla Via Nazionale delle Puglie 1, nella zona di Salice.

Poco prima di abbandonare la zona, vennero quattro o cinque tedeschi, probabilmente addetti ai succitati lavori di demolizione, che dicevano di volerci dormire. La situazione non fu del tutto priva di lati positivi per la famiglia Iazzetta; i tedeschi si portarono dietro dei conigli vivi per supplementare la loro dieta militare. Nella notte, poi, i ragazzi andarono in cucina per tagliare sottilissime fettine di pane nero che i tedeschi avevano lasciato incustodito.

Ma con l’avvicinamento delle truppe alleate, agli stessi soldati tedeschi, fu data una caccia spietata da parte di alcune persone di Tavernanova. Un soldato tedesco, quindi, fu ucciso nei pressi del ponte sulla strada per Afragola. Lo sfortunato fu sepolto tre volte; la prima volta gli furono rubati il portofolio e l’anello, la seconda volta fu spogliato dei suoi stivaloni e vestiti, e la terza volta dei suoi indu­menti intimi. Almeno così si racconta.

A casa Iazzetta, invece, un giovane soldato di nome Stadermann fu tra gli ultimi ad andare via. Un giorno venne una banda di proto­partigiani italiani. A Stadermann fu consigliato di andare a nascon­dersi sul tetto ma, con l’aiuto di Santa, non appena egli mise la testa sopra il parapetto fu raggiunto da una pioggia di proiettili e così lo tirarono giù. Stadermann era pallido, piangeva come un bambino. Lo nascosero nel pozzo nero, precedentemente svuotato, pulito e asciu­gato. Arrivarono gli italiani ordinando ai Iazzetta di consegnare il tedesco, altrimenti lo avrebbero ammazzato. Così il fratello di Santa, Salvatore, scese nel pozzo e persuase l’impaurito tedesco a conse­gnarsi. Stadermann fu successivamente portato in un giro di trionfo intorno alle strade di Tavernanova prima di essere dato agli inglesi. [...] Che morì almeno un soldato tedesco, poi, viene confermato da diverse persone, le quali ricordano che a due soldati, sentinelle in sidecar addette al minamento dei platani in località Salice, furono sparati diversi colpi di fucile alla schiena, e che uno di loro morì: il ricordo è impresso nella memoria collettiva anche perché ai due sol­dati furono rubati successivamente gli stivaloni. 
Si dice, però, che anche due soldati italiani furono uccisi dai tedeschi nella stessa zona, e spogliati dei vestiti e degli scarponi militari prima di morire, episo­dio che ricorda la brutta faccenda spesso segnalata per il territorio di Pomigliano d’Arco, in cui nella notte tra l’8 e il 9 settembre sul Vialone di Pomigliano, viene riportato che due ufficiali e sette soldati ita­liani erano stati uccisi da truppe tedesche al presidio di un piccolo posto di blocco."

martedì 14 marzo 2017

Carnevale 1975 - Altro video tavernanovese...

... con audio rigorosamente originale.
Il video è composto dalle foto già pubblicate su FB...ma con qualche sorpresa...

Invito tutti quelli che nel 1975 frequentavano la Terza Media a Tavernanova ad ascoltare l'audio iniziale di questo video: ci sono tre voci maschili e una femminile.

Se ci siete, battete un colpo!









lunedì 13 marzo 2017

Settembre 1943 - Il gruppo protopartigiano di Mauro Errichiello agisce a Tavernanova

"Prima di lasciare la zona, i tedeschi addetti alle batterie della con­traerea a Licignano e Tavernanova compirono alcuni atti di sabotag­gio, tesi a impedire il successivo riutilizzo delle risorse locali da parte degli alleati e ad ostacolarne l’avanzata. 

Fra le opere di demolizione si segnala quella della Sottostazione Elettrica, ubicata a fianco della stazione della SMSF Circumvesuviana di Casalnuovo, insieme a tutti i macchinari.

I tedeschi addetti alle batterie della contraerea, poi, si misero a “requisire” animali e merci, soprattutto le patate stipate nelle masse­rie di campagna, scatenando ulteriore simpatia per il gruppo del­l’atletico partigiano agricoltore Errichiello, il quale, nei giorni 28 e 29 settembre, ebbe la possibilità di condurre un gruppo di circa settan­ta persone a Tavernanova nel tentativo di bloccare la strada ai solda­ti tedeschi in ritirata dalla batteria anti-aerea, della quale si erano impossessati dopo l’8 settembre; l’episodio è solo uno dei tanti che circolano a proposito del masanielliano Errichiello. Leggiamo, ad esempio, che a Casalnuovo, un camion di guastatori che tentava di rag­giungere la stazione ferroviaria per distruggerla saltò in aria al passag­gio di un ponte minato dai contadini. Alcuni tedeschi rimasero così uccisi e reparti in ritirata furono costretti a cambiare strada; nella zona detta “del Salice” - dove due giovani contadini erano stati uccisi il gior­no prima - essi furono attaccati e subirono non poche perdite.

Nel tratto di strada nazionale a Taverna Nuova - una grande strada asfaltata fra due filari di vecchi grandi platani - furono presi due gua­statori che minavano gli alberi perché ogni fusto abbattuto fosse di osta­colo all’avanzata degli alleati; le mine furono disinnescate. Ancora fu salvato un ponte sulla ferrovia, che i tedeschi avevano minato. La mat­tina del 10 ottobre i contadini di Casalnuovo assalirono la Caserma dei Carabinieri e si armarono a centinaia; parteciperanno poi alla lotta fra le retroguardie tedesche e le prime autoblindo inglesi sopraggiunte e guideranno queste ultime sulla via per Pomigliano e Acerra
"
(tratto da "Campania 1943" (vol.2) di S. Pocock)

venerdì 10 marzo 2017

17 Settembre 1943 - Incursione aerea su Casalnuovo

Fonte: Panorama/Olycom
"Il 17 settembre fu una giornata nera per i paesi vesuviani; fra le zone coinvolte in una serie di attacchi compiuti dai cacciabombardieri americani, anche il centro di Casalnuovo finì colpito dal lutto , quando furono sganciate bombe sulla zona della stazione ferroviaria, dove in poco tempo si sviluppò un incendio a causa della presenza dei vagoni-cisterna con del carburante a bordo.

I fratelli De Maria, Mario e Angelo, che abitavano nel palazzo all’epoca in Via Benevento 69, accorsero a vedere le fiamme, insieme a molti altri. Quando i ragazzi arrivarono all’altezza del numero 73, caddero altre bombe che andarono dapprima a colpire lo Stabilimento della Partenope di fronte, adibito alla riparazione degli accumulatori per i sommergibili della Regia Marina, poi l’intero corpo di fabbrica sul lato sinistro della strada; morì sotto le macerie Angelo De Maria, insieme ad altre 30 persone, i cui nomi sono incisi su una lapide affissa nei pressi della Chiesa del Carmine in Via Benevento 36.
" (tratto da S.Pocock - Campania 1943 Vol.II)

martedì 7 marzo 2017

Un protopartigiano di Casalnuovo: Mauro Errichiello

Di questa persona, riporto quanto raccolto da Simon Pocock:
"Mauro Errichiello, detto “Mauriello o’ Sciumm’”, classe 1896 e residente in Via Vernicchi, era un proprietario coltivatore e un ex ardito di guerra, uomo noto per la sua forza erculea, rispettato e temu­to nel paese (per i suoi modi spicciativi?).



Già dal 5 settembre Errichiel­lo si mise a disposizione di quei giovani che volevano evitare di esse­re costretti a lavorare per i tedeschi."
La storia di quei giorni ci dice che dopo la dichiarazione dell'armistizio (8 Settembre 1943), le cose tra italiani e tedeschi cominciamo a peggiorare (se già non lo erano prima...).
Fu così che, a fronte del comando di ritirarsi dato alle truppe italiane, anche nella zona napoletana "fu detto ai vari reparti italiani dislocati lungo la strada di tornarsene a casa, episodio di cui fu testimone il caporale Mario Mattiuzzo, di stanza con una compagnia di mitraglieri nel vici­nissimo territorio di Casoria, alla Cittadella.
La maggior parte dei soldati italiani seguirono il consiglio del generale, rompendo gli ottu­ratori delle loro armi e scappando via. Nel periodo del dopo-armistizio, quindi, si aggiunsero alla banda di Errichiello una decina di soldati sbandati dalle varie batterie e così quest’ultimo finì per trovarsi a capo di una vera e propria compagnia di combattenti".

lunedì 6 marzo 2017

...e mentre Mussolini rassegnava le dimissioni, nei cieli tavernanovesi...

...i bombardieri bimotori Wellington del 205th Bomber Group della RAF britannica colpirono la linea aerea ...tratto ... Casalnuovo - Pomigliano d’Arco della Ferrovia Circumvesuviana.
Era la notte tra il 26 e il 27 Luglio del 1943.
E qulache giorno prima, il 17 Luglio, forse furono i cannoni di Casarea a colpire un bombardiere ame­ricano B-26 Martin Marauder, di ritorno da una missione sopra il porto e lo scalo merci di Napoli; dall’aereo colpito riuscirono a lanciarsi con i paracadute tutti i sei mem­bri dell’equipaggio, prima che l’aereo andasse a schiantare nel terri­torio di Pollena Trocchia.

( Fonte: S.Pocock - Campania 1943 - vol II)

Altre cose ho da dirVi in merito a questo periodo, frutto della memoria di nostri compaseani (e raccolti dall'autore del testo sopra citato).

sabato 4 marzo 2017

Estate 1943 - Gli obiettivi sensibili nell'area tavernanovese

Avevo già postato le foto scattate dai ricognitori inglese in quel del Luglio 1943. Ora, grazie alle ricerche fatte da Simon Pocock nel suo libro "Campania 1943 - Vol. II", ricerche a cui hanno contribuito alcuni nostri illustri compaesani tavernanovesi (e non), Vi riporto quanto segue:

"Una batteria di quattro cannoni stava a Casarea, in Via Filichito, a circa un chilometro dall’imbocco di questa con la Via Nazionale delle Puglie, mentre un’altra batteria italiana, la N° 24 da 75/49 alle dipen­denze del Regio Esercito con sede di comando a Napoli, si trovava a Tavernanova, in Via Casa dell’Acqua, insieme a un gruppo di rifletto­ri.
Altri cannoni si trovavano in località Salice all’angolo tra l’attuale Via Napoli e Via Salice ex Via Nazionale delle Puglie, ai confini del ter­ritorio comunale di Afragola. Altre batterie ancora si trovavano in Via Tamburriello a Casarea, e “’ncopp’ ’o canciello”, ossia Via Cancello.
C’era anche una batteria di ben otto temutissimi cannoni tedeschi da 88 mm, con relativo accampamento per il personale, insediato nei pressi dell’attuale Parco Aurora nella frazione di Licignano, vicino alla nuova Chiesa dell’Annunziata, mentre un gruppo di riflettori si posizionò a Tavernanova, poco dopo la Chiesa della SS. Addolorata.
Nella zona di Via Casa dell’Acqua, poi, si trovava un altro accampa­mento tedesco.
Doveva esserci anche un Comando Militare Tedesco in Casalnuovo, visto il riferimento dato al posto in cui fu tradotto un soldato ger­manico, accusato di un atto di libidine nei confronti di una bambina dodicenne di Roccarainola.
"

Nelle due foto qui proposte, trovate cerchiate IN ORIGINALE gli obiettivi sensibili secondo le truppe britanniche.


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