lunedì 24 dicembre 2018

On-line il calendario tavernanovese 2019

scaricabile da questa pagina.

Una volta stampato, gli potete applicare un dorsino, insieme ad un gancio adesivo, ed ottenere quindi un calendario...

Grazie per le visite!

sabato 22 dicembre 2018

'O Gallerezzo con il Rosario: canto delle lavoratrici di canapa del nostro territorio

Come già illustrato, nella zona tavernanovese vi era una operia di canapa di un tale Don Matteo Benincasa, Curato del Reale Castello dell'Ouo.
La filatura (e pettinatura) della canapa era di esclusiva competenza femminile e tipica di un lavoro di gruppo.
E' chiaro che un gruppo socializzi e uno dei frutti di questa socializzazione sono i canti, sia a carattere religioso che mondano.
Leggiamo nel testo di L.Mosca - P. Saviano "La stoppa strutta" (1998) che:
"Nei canti canapini è possibile individuare solo un momento secondario dell’intensa religiosità di cui era soffusa, in generale, la vita popolare e, in particolare, la vita quotidiana delle canapine. Le espressioni di questa religiosità - la messa mattutina che liberatoriamente interrompeva il lavoro notturno, la preghiera interiore, il rosario recitato tirando tra i pettini i fascetti di canapa, i momenti comunitari della partecipazione alle forme liturgiche e solenni, le vigilie, ecc. - erano tante e tali, quotidiane e ricorrenti, al punto che il filone ‘religioso’ dei canti delle pettinatrici occupava solo uno spazio limitato in queste espressioni. Esiste comunque questo filone del canto ad argomento religioso, il quale è notevole soprattutto per una funzione complementare svolta rispetto alla liturgia ufficiale; dal momento che attraverso di esso si verifica una importante estensione del clima delle ricorrenze e delle vigilie di feste. Di questo clima, infatti, il canto religioso rappresenta un vero e proprio annuncio popolare, atteso e ascoltato, di volta in volta e di anno in anno, anche dalle altre componenti della società tradizionale."
Il testo citato, che ha attinto dalle tradizioni dell'area frattese , riporta un canto di conclusione alla preghiera del Rosario simile a quello pomiglianese che qui Vi riporto (fonte: G.Palmese - "Te voglia cuntà 'a vita mia (primme ca furnesce" - Graus Editore 2015):

lunedì 17 dicembre 2018

Luglio 1887 - Scoperto un sepolcro a tegole

La scoperta, avvenuta durante i lavori di rettifica della linea ferroviaria (penso la Napoli-Roma via Cassino...) a sette km. da Napoli e quattro da Casalnuovo, consistette di un sepolcro a tegole, poggiate l'una contro l'altra, e coperte in cima da embrici con un ategola in traverso da ciascun lato.
Il testo in questione - "Notizie degli Scavi di Antichità vol.2 - 1887", riporta ancora:

"[...] lo scheletro era collocato coi piedi ad oriente, ed aveva a sinistra un'olla, una lucerna ed un unguentario fittile, di lavoro molto ordinario.
Tanto risulta dalla relazione del direttore degli scavi comm. M. Ruggiero."

Un esempio di tomba a tegola è illustrato qui:



Le indicazioni non rendono bene dove potrebbere essere la zona, visto che parliamo del 1887 e dunque gli ambiti territoriali erano certamente diversi in qualche misura, ma molto probabilmente la zona potrebbe essere quella del Salice (o a sud dello stesso).

Nicola Parisi: un pittore risorgimentale nel borgo casalnuovese

1887 -  Nicola Parisi (1827-1887): "Carlo Poerio condotto all'ergastolo" (fonte Wikipedia)
"Pittore, storico insigne nacque a Foggia l’8 maggio 1827. In collegio cominciò ad avvicinarsi al disegno ma ben presto si trasferì a Napoli per intraprendere gli studi di ingegneria. Era cugino di Saverio Altamura che lo indusse a muovere i primi passi nell’arte e quindi ad abbandonare ben presto gli studi. Visse intensamente il periodo risorgimentale e nei suoi quadri rappresentò spesso scene patriottiche. Fondò, con altri, l’Istituto di Belle Arti di Napoli e e ne fu maestro. Fra le tante opere che meritarono medaglie di primo grado a Vienna, Parigi, Napoli, Roma, Firenze, Parma, ecc. vanno ricordate: “Carlo Poerio”, “Spartaco nella scuola dei gladiatori di Capua”, “Lavoro e miseria”, “Stabat”, “Giovanni da Procida”, “Ingresso di Diomede in Arpi”, ma il maggiore capolavoro del Parisi è il quadro raffigurante “I prigionieri veneti all’annuncio del trattato di Villafranca”. Anch’egli, come Altamura, trattò il tema sociale con grande sensibilità, esaltando la forza d’animo e l’umiltà dei suoi soggetti, nell’affrontare le difficoltà e le miserie della povera gente. Si ricorda di Parisi il grande ritratto a dimensione d’uomo di Vittorio Emanuele II e quello di Giuseppe Garibaldi, conservati presso il Museo civico foggiano e quelli di Lorenzo Scillitani e Vincenzo Capozzi. Il suo ultimo dipinto fu: “La breccia di Porta Pia: 20 settembre 1870” commissionatogli dalla Casa Reale. In questa opera si evince sino alla fine il suo spirito patriottico e le sue idee fortemente liberali. Morì in Castelnuovo di Napoli il 9 settembre 1887. La sua modestia ed il suo carattere chiuso probabilmente non gli diedero quella fama che il suo talento avrebbe certamente meritato ma, nonostante la vita semplice che condusse, la sua pittura non si impoverì mai nelle rappresentazioni e nei contenuti." (fonte manganofoggia.it)

Nota: Castelnuovo di Napoli sta per Casalnuovo di Napoli.

sabato 8 dicembre 2018

Anche il Magnifico Francesco Lettereso nei territorii arcoriani

Dopo l'avvocato Panzuto, con la sua Massaria al confine est tavernanovese, ecco l'illustrissimo Francesco Lettereso (Letterese) che instaura i suoi possedimenti al confine sud, quasi a ridosso di Casarea:

fonte: Google Maps

L’area è da considerarsi quella compresa tra Contrada Figlilino(!) e via Carafa.

Questo illustrissimo era impegnato in attività di controllo delle finanze del Regno di Napoli; nello specifico, possiamo affermare che abbia avuto un il ruolo di “Maestro razionale della zecca dei pesi e misure” verso il 1661 (fonte: ASN – Cancelleria e Consiglio Collaterale. Consultarum – Inventario 1610-1701, Vol.6). Tale ruolo gli permetteva di decidere sui pesi e sulle misure usati nel commercio e nella somministrazione di cibi e bevande, infliggendo delle pene a coloro che usavano falsi pesi e false misure.

Compare tra le famiglie donatarie nei confronti della Chiesa dei SS. Apostoli di Napoli (addì 1697) ed iscritto nella Regale Arciconfraternita de’ Nobili della Immacolata Concezione eretta nel chiostro del Venerabile Monistero di Montecalvario.

mercoledì 5 dicembre 2018

don Domenico Panzuti, da avvocato a sacerdote con massaria a Tavernanova

don Giovan Domenico Panzuti (Panzuto), come tutte le persone notabili del Regno,  amava avere un proprio fondo agricolo fuori le mura di Napoli per avere derrate alimentari di prima qualità.
Anche lui fu colpito dall’aria gentile tavernanovese e decise di costruire (o prendere possesso, questo non lo sappiamo) di una masseria, indicata su un disegno del 1695 come “massaria di Dominico Panzuto”.


Oggi, i resti di tale manufatto si trovano nei pressi della torre (cisterna) dell'acquedotto alla periferia Est di Tavernanova, all'incrocio tra via V. De Sica e via L. Visconti, proprio di fronte alla famosa Masseria Chiavettieri:

2018 - resti dell'antica Masseria di don Giovandominico Panzuti (fonte: GoogleMap)
Ma chi era questo personaggio?

sabato 17 novembre 2018

1632: Tavernanova sotto la giurisdizione del Casale di Ponticello

Ce lo conferma il Prof. Luigi Verolino, storico di Ponticelli, attraverso un gentile messaggio che qui Vi ripropongo integralmente, con a fianco una mappa del 1802 che ribatte quanto recuperato dal preziosissimo Prof. Luigi:

Mappa di Luigi Marchese (1802)
"Caro Vincenzo, alla Biblioteca di Storia Patria ho trovato un volume su una causa tra l'Università di Ponticello e quella di S. Sebastiano del 1717.
Nel testo vi è una descrizione del territorio, nella quale è citata anche Taverna nuova:  

6 Giugno 1632 dal Prorazionale Agostino d’Orta Commissario Speciale deputato dalla Regia Camera, audito il Regio Fisco, fu dato il possesso della detta giurisdizzione della portolania, zecca, pesi, e misure al detto Casale di Ponticello, con distinguere, e confinare il Territorio di detto Casale, nel quale atto di possessorio si legge fra l’altro la seguente descrizzione.           
"Da sotto la Taverna della Cerqua, detta S. Maria della Grazia, pigliando tutta la massaria di Geronimo di Falco, e tira per vicino alla massaria di Gio. Matteo Invidiato, e per la cupa della massaria grande in Monte Oliveto, quale confina con detto Invidiato, e tira per la masseria di Paolo Baldino, tirando per la strada, seu via della massaria della Preziosa, cioè dal muro di detta massaria della Preziosa per insino alla Taverna nuova, seu strada Reale dalla parte delle Padule, tirando per insino alla Taverna di Salece, e dalla Taverna del Salece per insino ad Arpino Etc. (e poi sequita l’altri confini) e se ne stipulò atto pubblico quietè, e pacifico, e memine contadicente per mano del Notar Virgilio Coppola".
Usa il testo come meglio credi. Abbracci"

Grazie Luigi, a nome di tutti i tavernanovesi!


lunedì 5 novembre 2018

'E canzone d'o zie Peppine: nuovo video...

...sebbene non sia una grande interpretazione. E' la canzone

Me diciste 'na sera
di Antonio De Curtis, Franzese, Porcaro

Comme so' triste 'e penziere
quanno so' mute 'e pparole!
E comme è friddo chistu sole
a quanno manchi tu...
comme so' triste 'e penziere
"Dimane..
-me diciste 'na sera-
astrignimmo 'e ccatene
ca ce fanno suffrì
Dimane"
E luceva, sincera,
comme'a luce d' 'o bbene
'ca nun sape murì,
l'ultima lacrema, senza cadè,
ca st'uocchie d'angelo
chiagnevano pe'mmè
Dimane?
Ogni gghiuorno, ogni sera
io t'aspetto ca viene
per murì 'nbracci'a tte
Comme so' amare 'e pparole
quanno n'è ssente nisciuno.
Io, comm' 'a n'ombra sott'a luna
vaco parlanno 'e te...
Ma songo amare 'e pparole.

La performance è di Orazio Roberti:


sabato 3 novembre 2018

S. Francesco de Jeronimo e Tavernanova...

Non sono certo che questo grande Santo del Sud abbia calcato la Regia Strada di Puglia, sappiamo però che durante la sua vita terrena (Grottaglie 1642 - Napoli 1716), a partire dal 1665, qualche viaggetto tra Napoli e la Puglia se lo è fatto.
Non solo, nel testo di G. Capasso "MUGNANO E CARPIGNANO - LA STORIA ATTRAVERSO I DOCUMENTI" si evidenzia che:

"il De Geronimo, col moltiplicare gli inviti e con l'aggregarsi di alcuni giovani missionari, non solo diè incremento all'opera della Comunione Generale che aveva trovata già stabilita per la città, i borghi e i villaggi del distretto di Napoli; ma vi aggiunse di
sua iniziativa l'uscire fuori del distretto, per portare l'invito alle popolazioni dei casali sparsi per l'agro napoletano, e si spinse anche nelle principali città e diocesi confinanti con l'agro, fino a quei limiti estremi della Terra di lavoro dai quali (coi
mezzi d'allora) era possibile far venire le popolazioni al Gesù per la Comunione generale. Egli stesso scrive: «per essere Napoli circondata nel recinto di poche miglia di molti e popolati casali, si stende ancora il padre ogni mese per alcuni giorni
quasi per tutti tali paesi. Nelli quali predica, in alcuni per le strade; in altri, nelle piazze; in alcuni, nelle chiese dove si raduna la gente». li padre De Guevara spiega che il santo andava per tutti «I trentasei casali di questa città». Il padre Quattromani, aggiunge anche che andava «chiamando con le sue prediche le città di Aversa con i suoi casali, Pozzuoli e i suoi casali, Nola e i suoi casali». E don Fabozzi completa la descrizione del raggio d'azione, informandoci che faceva anche il giro della città di Acerra (o La Cerra) e suoi casali".

Il testo di G. Capasso a sua volta fa riferimento al testo del padre F.M. D'ARIA S.J " Un Restauratore Sociale, Storia critica delle vita di San Francesco de Geronimo da documenti inediti, Roma, Ediz. Ital. (1943), in cui l'autore propone un grafico dell'agro napoletano con evidenziati i punti della predicazione di questo Santo Francesco:

domenica 21 ottobre 2018

1943: due militari inglesi a Tavernanova


Ritrovata! E' una foto che cercavo da tempo e l'ho ritrovata.
La foto ritrae due militari inglesi (fa fede il berretto), la foto è stata inviata (suppongo), a mio nonno materno. Mia madre diceva sempre che il contingente britannico aveva trovato nel mio bisnonno Raffaele Porcaro un 'ottimo traduttore inglese/italiano per gli ufficiali di stanza tra Tavernanova e Casalnuovo durante gli ultimi mesi del 1943.
Il testo di Simon Pocock - di riferimento nei posts immediatamente precedenti a questo - elenca tra le righe i seguenti contingenti:


  • B Squadron del King's Dragon Guard dipendenti dalla 23-a Armored Brigade
  • A Squadron 11-a Hussars della 22-a Armored Brigade
  • First Royal Tank Regiment
  • 1/5 Queens 131-a Lorried Infantry Brigade
Certamente i due ragazzi in figura sono appartenuti a qualcuno di essi...chissà se si possono contattare (loro o i loro familiari)...

lunedì 1 ottobre 2018

1 Ottobre 1943: Tavernanova libera da Tedeschi!!


Oggi si dovrebbe "fare festa", ma non si farà. Stragi per fortuna non ce ne sono state e probabilmente solo Acerra pagò un prezzo altissimo in queste "giornate" (Vi invito a leggere il link sottostante).
Grazie al lavoro svolto sulla pagina "Dedicato a Pomigliano d'Arco" che pubblica la "Ricerca didattica della classe V B , 1984-85 del Ginnasio-Liceo “V. Imbriani” di Pomigliano d’ArcoSaggio storico del Prof.C. Gravier Oliviero - Prefazione della Preside, prof.ssa Anna Morandi Mariconda"
e al testo di Simon Pocock "Campania 1943, vl.2" queste due giornate le possiamo raccontare così:

Alle nove e mezza di mattina del 1° ottobre, gli uomini della V Armata entrano in Napoli mentre a Casalnuovo, centinaia di contadini, si armano e inseguono o si difendono dai Tedeschi in ritirata.
Il 1° e il 2 ottobre sono i giorni più lunghi per tutti questi paesi, e certamente i più tragici per Acerra come già accennato.
Verso mezzogiorno del 1° ottobre, le autoblindo Humber di una pattuglia del B Squadron dei King’s Dragoon Guards dipen­denti dalla 23rd Armoured Brigade britannica, provenienti da Portici, S.Giovanni a Teduccio, Barra, Ponticelli e lungo la Via Lufrana da Volla, erano arrivati, dapprima in località Salice e poi a Tavernanova, con il compito di stabilire contatti con i ricognitori dell'11th Hussars della 22nd Armoured Brigade britannica, la quale unità era partita da Scafati il 29 settembre diretta ai versanti orientali e settentrionali del Vesuvio. Ma degli Ussari in arrivo dall’est non c’era ancora traccia, e quindi i mezzi corazzati, dopo aver colpito un’autovettura, danneg­giato un camion, e con la cattura dei due soldati del Reich, rimase­ro fermi a Tavernanova fino al giorno successivo.

T A V E R N A N O V A  E'  L I B E R A!!!!!

In quella stessa serata del 1 Ottobre, il battaglione "Ussaro" Inglese giunse a S. Maria del Pozzo: il maresciallo Raffaele Piccolo ed altri 7-8 pomiglianesi vanno loro incontro nella speranza di guidarli a Pomigliano come staffette.

domenica 30 settembre 2018

1943 / 2018: 75 anni dalla Liberazione di Casalnuovo e Tavernanova

Il 30 Settembre 1943 è l'ultima delle Quattro Giornate di Napoli: alle 5 del mattino il colonnello tedesco Scholl è già partito da Napoli. Gli Alleati hanno raggiunto Nocera e Pompei.
Nelle nostre zone la retroguardia e i guastatori tedeschi si scatenano. Girano portando solo la distruzione col fuoco e la morte col piombo, dato che non possono più portar via con sé né roba né uomini. 

A Pomigliano uccidono una bambina dinanzi agli occhi della madre. Stanno anche per uccidere un altro bambino di 9 anni, Gildo Panico, rimasto atterrito sul portone di casa sua, a via Carmine Guadagni, alla scena dell'uccisione di un uomo, Carmine De Cicco, colpito da una raffica tedesca: per fortuna un altro tedesco fermò quel diavolo, e quel bimbo fu salvo.

(fonte: Saggio storico del Prof. C. Gravier Oliviero:"ANTIFASCISMO e RESISTENZA tra ACERRA e POMIGLIANO" - Ricerca didattica della classe V B , 1984-85 del Ginnasio-Liceo “V. Imbriani” di Pomigliano d’Arco)

Leggiamo poi dal testo di S. Pocock, ad esempio, "che a Casalnuovo, un camion di guastatori tedeschi che tentava di rag­giungere la stazione ferroviaria per distruggerla saltò in aria al passag­gio di un ponte minato dai contadini. Alcuni tedeschi rimasero così uccisi e reparti in ritirata furono costretti a cambiare strada; nella zona detta “del Salice” - dove due giovani contadini erano stati uccisi il gior­no prima - essi furono attaccati e subirono non poche perdite. Nel tratto di strada nazionale a Taverna Nuova - una grande strada asfaltata fra due filari di vecchi grandi platani - furono presi due gua­statori che minavano gli alberi perché ogni fusto abbattuto fosse di osta­colo all’avanzata degli alleati; le mine furono disinnescate. Ancora fu salvato un ponte sulla ferrovia, che i tedeschi avevano minato. La mat­tina del 10 ottobre i contadini di Casalnuovo assalirono la Caserma dei Carabinieri e si armarono a centinaia; parteciperanno poi alla lotta fra le retroguardie tedesche e le prime autoblindo inglesi sopraggiunte e adderanno queste ultime sulla via per Pomigliano e Acerra."

mercoledì 26 settembre 2018

1943 / 2018: 75 anni dalla Liberazione di Casalnuovo e Tavernanova

26 Settembre 1943, vigilia delle 4 Giornate di Napoli:

"A Marigliano, il podestà gira per le case invitando la gente a un comizio. Invece vengono i Tedeschi, scelgono i più validi e li portano via sui camions (è la vendetta che si prendono sui fatti del 17). Rastrellamenti e deportazioni anche a Castelcisterna, a Licignano, a Casarea, a Casalnuovo

I razziati vengono convogliati verso Pomigliano e Acerra, dove si aggiungono quelli catturati sul posto. A Pomigliano 15 uomini furono scoperti nella cantina di Felice Coppola, dove si erano rifugiati. Un paio riuscirono a fuggire durante la notte. La notte, appunto, la si trascorreva nascosti e in gruppi di 20-30 persone.[...].
Cominciò quindi la distruzione sistematica dei guastatori. Alle stazioni ferroviarie di Cancello e di Acerra fu appiccato il fuoco a tutti i vagoni, e fatto saltare i binari con le mine. Mine anche sul
campo d'aviazione di Pomigliano. L'opera di devastazione era già completa la sera del 28 settembre, nonostante la pioggia insistente durata sin dalla mattinata e il violento acquazzone alla fine del pomeriggio. 

Durante la notte, una sessantina di giovani armati attaccano le colonne tedesche in ritirata dalla batteria anti-aerea, della quale si erano impossessati dopo l’8 settembre, nella zona tra Tavernanova e Casalnuovo: sono quelli di Mauro Errichiello"

(fonte: Saggio storico del Prof. C. Gravier Oliviero:"ANTIFASCISMO e RESISTENZA tra ACERRA e POMIGLIANO" - Ricerca didattica della classe V B , 1984-85 del Ginnasio-Liceo “V. Imbriani” di Pomigliano d’Arco)

mercoledì 12 settembre 2018

1943 / 2018: 75 anni dalla Liberazione di Casalnuovo e Tavernanova

background: foto di S. Pocock tratta dal suo libro "Campania 1943 - Vol.II"
12 Settembre 1943:
"Domenica, Festa della Madonna. Esce a Napoli il proclama del colonnello Scholl, che ordina la consegna di ogni tipo di arma, e il coprifuoco dalle 8di sera alle 6 di mattina: « Sono costretto ad adottare le suddette draconiane misure in seguito al fatto che molti ufficiali e soldati germanici... sono stati vilmente trucidati ». 



In risposta, i Napoletani cercheranno di difendersi dove e come possibile, perfino contrattaccando.

Ad Acerra, Afragola, Casalnuovo, Castelcisterna, Pomigliano, dappertutto cominciano le perquisizioni. I Tedeschi prendono tutto: macchinari, automezzi, bestiame, generi alimentari, biancheria, oggetti di valore, denaro, uomini... Cominciano ad abusare delle donne.
Scherniscono gli Italiani chiamandoli « traditori »; e a chi protesta per le ruberie, rispondono:« Fatti pagare da Badoglio!».

Ad Acerra, i Carabinieri smettono di stendere rapporti: il loro archivio presenta un vuoto esattamente dal 12 settembre al 17 ottobre. Esso si spiega con la non convenienza di lasciare tracce di fatti che si sarebbero potuti interpretare poi in maniera imprevedibile da parte dei tedeschi."

(fonte: Saggio storico del Prof. C. Gravier Oliviero:"ANTIFASCISMO e RESISTENZA tra ACERRA e POMIGLIANO" - Ricerca didattica della classe V B , 1984-85 del Ginnasio-Liceo “V. Imbriani” di Pomigliano d’Arco)

domenica 9 settembre 2018

1943 / 2018: 75 anni dalla Liberazione di Casalnuovo e Tavernanova

background: foto di S. Pocock tratta dal suo libro "Campania 1943 - Vol.II"
8 Settembre 1943: " Mentre ancora giungevano, attutiti dalla relativa lontananza e dall'incerto riparo dei ricoveri, i rombi dei quadrimotori alleati e i tonfi sibilanti delle bombe cadenti su Napoli, la voce gracchiante di Badoglio annunciava per radio: « ...la soverchiante potenza avversaria..• un armistizio al generale Eisenhower... La richiesta è stata accolta... ogni atto di ostilità... deve cessare da parte delle forze italiane... però reagiranno ad... attacchi da qualsiasi altra provenienza ».È finita! È finita! Giù nelle strade, fuori dai ricoveri..., campane a festa... Avete sentito? L'armistizio! P- finita la guerra!
Corse di gioia, grida di esultanza, lacrime... Il cuore batte forte nel petto. Negli occhi di una ragazzina, si fissò indelebile la scena del padre che « sbatté il suo berretto a terra con una forza da far spavento, e saltava ». Sempre a Casarea, sembrò che i Tedeschi provassero soddisfazione: chi sa? forse finiva anche per loro!
È sera: ormai la luna, gialla e tonda, si alza luminosa dietro la spalla del Vesuvio. Ancora più cupo e lontano comincia a sentirsi uno strano continuo rimbombo, come di un cannoneggiamento ostinato: sono gli Alleati che stanno per sbarcare a Salerno. Comincia adesso la « lunga nottata » del popolo italiano.
L'Italia è allo sbando: fra due giorni, il Comando germanico annuncerà sprezzantemente: « Le forze armate italiane non esistono più! ». L'Italia ritorna ad essere una semplice espressione geografica: una intera nazione non è più che una somma confusa di individui i quali, durante questa lunga nottata, attraverseranno l'incubo febbricitante di una agonia che — e non sarà stato per fortuna o per caso si risolverà in un risveglio di recuperata salute. Per la prima volta nella sua storia, il popolo non subirà la libertà di pensarla come vogliono gli altri.
E tutto questo comincia con il decidere da sé, senza attendere ordini che, ormai, non arrivano più. In ogni caso, la decisione fu sofferta; e a volte decisioni contrastanti condussero ad un medesimo esito.

10 Settembre 1943: assalto alla Caserma Cella, Schio (VI)

fonte: http://www.comune.schio.vi.it
Nella notte tra il 9 e il 10 Settembre 1943, un altro concittadino casalnuovese perde la vita ad opera delle SS.
E' l'aviere Vincenzo Bernardi.

A questo link trovate una foto che ritrae la lapide commemorativa

domenica 12 agosto 2018

12-08-2012: Viva don Gennaro Fico


Caro don Gennaro,
ad oggi sono passati ben 6 anni dalla tua nascita al Cielo.
Qui al tuo villaggio non ti abbiamo dimenticato. Sei nel cuore di tutti.

Vincenzo.

sabato 11 agosto 2018

29 Novembre 1938: parte il bando per la costruzione dell'Edificio scolastico...

...nella borgata Tavernanova


Nulla di preoccupante. Se per Tavernanova furono spese 392.438 lire, nella stessa giornata fu indetta l'asta per dei lavori di costruzione dell'edificio scolastico nella parte alta di Casalnuovo al prezzo base di 562.567 Lire (rapporti di popolazione diversi).

Un saluto e grazie per le visite!

Vincenzo

mercoledì 8 agosto 2018

1934-1958: i riconoscimenti della Parrocchiale tavernanovese

Parlo della Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia (e anche di quella successiva della Repubblica).

Il primo documento è del 1935, e si tratta del REGIO DECRETO 10 dicembre 1934-XIII, n. 2279 con cui vi è il riconoscimento, agli effetti civili, della erezione in parrocchia autonoma della Chiesa dell'Addolorata, in Tavernanova, frazione del comune di Casalnuovo (Napoli):

e potete ben leggere che il decreto vescovile è del maggio del 1933.

A questo riconoscimento civile farà seguito, nel 1958, anche quello giuridico:



domenica 5 agosto 2018

Madonna della neve: monaci in festa a Tavernanova....ma fino al 1799!

E' una festa che a Tavernanova si è persa nei secoli.
La causa principale fu certamente le leggi di soppressione dei Monasteri (e la presa di possesso dei loro beni ), che fu perpetrata a partire dal 1799 e con un paio di puntate degli anni 1807 e 1809 e degli anni 1866-1867.
Per i monaci cassinesi di stanza a Tavernanova - e che avevano sub-cura la Cappella dedicata alla Madonna della Neve, culto certamente mutuato dalla vicina Ponticelli - fu fatale il dispaccio di Ferdinando IV il quale, caduta la Repubblica napoletana e restaurata la monarchia borbonica, il 12 (e 20 luglio 1799) , soppresse i monasteri di Monteoliveto, S. Severino e Sossio, S. Giovanni a Carbonara, S. Pietro a Maiella, S. Gaudioso e S. Martino, destinandone i beni così incamerati in parte a coloro che erano stati danneggiati durante il periodo repubblicano e in parte ad altre necessità (diciamo così...).
Un' ulteriore colpo vi fu durante il decennio francese a Napoli, con la legge del 13 febbraio 1807 "per la soppressione degli ordini religiosi delle regole di S. Bernardo e di S. Benedetto e loro affiliazioni"; pertanto furono soppressi in tutto il regno le corporazioni monastiche appartenenti a quegli ordini, fra cui i Cassinesi, gli Olivetani, i Celestini, i Verginiani, i Certosini, i Camaldolesi, i Cistercensi e i Bernardoni. I beni incamerati furono quindi trasferiti al demanio.

Così, passiamo dalla evidenza di una visita del Vescovo di Nola ( Santa Visita ) del Dicembre 1738:



alla dichiarazione che nell'ultima domenica di ottobre di ogni anno, gli abitanti di Tavernanova, solevano fare una Festa in onore della Madonna Addolorata:


e nel 1919, un inventario stilato a cura del Sac. Pasquale Acierno, probabilmente in vista della creazione della nuova parrocchiale dedicata appunto all'Addolorata:



dove, oltre a "N. Centoquaranta sedie di cui N.Trenta fuori uso", leggiamo anche le statue censite:


  • dell' Addolorata
  • delle Grazie
  • di San Giuseppe
  • di S. Lucia
  • dell' Ecce Homo
  • del Cristo in Gloria
  • del Crocifisso pel 3 ore di agonia
Detto questo, BUONA FESTA DELLA MADONNA DELLA NEVE!


lunedì 30 luglio 2018

UNA CHIESA DEL XI - XIII SECOLO GIÙ A VIA CASAMANNA: EP. XI

Eccoci giunti all'ultimo episodio della saga, se così la vogliamo chiamare.
L'intero "lavoro" ha avuto come fonte ispiratrice il prezioso articolo del Prof. Giacinto Libertini "METODOLOGIA PER LA RICOSTRUZIONE VIRTUALE DELLA TOPOGRAFIA DI UN TERRITORIO IN EPOCA ROMANA" e le conclusioni a cui siamo arrivati tengono conto di alcune testimonianze di residenti casamannesi.

Una prima testimonianza riguarda la presenze di un ambiente a cupola che fu ritrovato negli anni '60 durante lo scavo al di sotto di un "vano" presente oggi proprio nel perimetro della "chiesa"; una seconda testimonianza (ma ne ricordo altre) ci parla della presenza di tombe di epoca romane ritrovate negli anni proprio nelle adiacenze di questo supposto "antico" edificio legato a S. Martino, se non addirittura di epoca etrusca.

Per tali motivi, vista anche l'orientazione della struttura, è molto probabile che essa sia stata primariamente un sito (area sepolcrale / tempio) di culto di epoca romana (se non più antico). La sua marcatissima orientazione a nord, praticamente in contrasto con la direzione delle strutture adiacenti, farebbe pensare che nei secoli successivi si sia voluto tenere conto della sacralità del luogo (e del suo originale orientamento), evitando così di costruirci sopra secondo le misure della centuriazione Nola III.
Successivamente all'anno 79 quindi, man mano che il culto cristiano si sovrapponeva anche materialmente a quello pagano, su ciò che rimaneva del sito sono stati poi costruiti luoghi dedicati al culto cristiano, facendo sfociare tutto ciò, a partire dai primi secoli dell'anno 1000, nella costruzione di un tempio dedicato a S. Martino; tale chiesa avrebbe permesso ai contadini delle campagne nelle zone arcoriane di poter soddisfare i precetti religiosi senza allontanarsi troppo dal luogo di lavoro.

Qualsiasi vostro commento è bene accetto. Grazie per le visite.

Ricostruzione abside Pieve di S. Genesio (X-XI sec.), struttura verosimilmente uguale a quella ipotetica di S. Martino di Arcora


sabato 21 luglio 2018

UNA CHIESA DEL XI - XIII SECOLO GIÙ A VIA CASAMANNA: EP. X

L'area in cui si trova questa costruzione è, secondo lo studio di "G. Libertini, B. Miccio, N. Leone e G. De Feo - L’acquedotto augusteo del Serino nel contesto del sistema stradale e dell’urbanizzazione del territorio servito nell’Italia Meridionale" presentato nel 2014 in Grecia (nell'ambito dell' IWA Regional Symposium on Water, Wastewater & Environment: Traditions and Culture) a cavallo di due centuriazioni romane.
Queste centuriazioni - che possiamo definire come aree di territorio con dimensioni prefissate - sono state successivamente denominate, in base a talune caratteristiche:

- Nola III 
- Neapolis

Centuriazione: Nola III (reticolo giallo); Neapolis (reticolo verde)
L'area casamannese è quella cerchiata in nero che vedete sull'immagine tratta dal documento menzionato prima.
L'ipotesi preminente, osservando l'orientamento della presunta chiesa romanica (fortemente a Nord), è che essa sia stata costruita in un periodo in cui l'area era accatastata (diciamo così) secondo il modello Neapolis mentre il resto delle costruzioni intorno hanno seguito successivamente l'orientamento legato al modello Nola III.
Veniamo ora alle datazioni:

Le zone della centuriazione denominata Neapolis si ritrova all'epoca di Ottaviano Augusto, parliamo di un periodo che va dal 44 a.C. al 14 d.C.

Le zone che invece erano state tracciate in periodo Vespasianeo (centuriazioni Nola III) risalgono tra il 69 e il 79 d.C. (anno dell'eruzione che cancellò Pompei e le zone limitrofe, modificando profondamente anche il territorio arcoriano).

Queste datazioni potrebbero essere portatrici di una ipotesi che vi andrò ad illustrare nell'ultima puntata...

Bibliografia:
  • G. Chouquer, M. Clavel-Lévêque, F. Favory, JP. Vallat - "Structures agraires en Italie centro-méridionale. Cadastres et paysages ruraux" - Rome : École Française de Rome, 1987, 432 p. (Publications de l'École française de Rome, 100)
  • G. Libertini, B. Miccio, N. Leone e G. De Feo - "L’Acquedotto Augusteo del Serino nel contesto del sistema viario e delle centuriazioni del territorio attraversato e delle civitates servite" in Rassegna Storica dei Comuni, Anno XLIII (n.s.), n. 200-202, Gennaio-Giugno 2017



sabato 7 luglio 2018

UNA CHIESA DEL XI - XIII SECOLO GIÙ A VIA CASAMANNA: EP. IX


Il secondo aspetto riguarda l'orientamento (e il posizionamento) il vertice basso a sinistra è in perfetto allineamento a Nord (40 54' N, 14 21' E), in barba a tutte le costruzioni intorno ad essa, che sono allineate verso N-E.
L'orientamento precisissimo (verso nord) è tipico degli accampamenti romani: è il cardo maximus.

Le due differenze di allineamento citate poc'anzi hanno una spiegazione, considerando anche che nell'antichità, laddove era possibile, le chiese venivano orientate con l'abside che guardava verso il sole nascente, simbolo di Cristo.
Perchè allora questo antico (fantasioso?) edificio casamannese è orientato verso Nord? E perchè vediamo le altre case seguire grosso modo un orientamento verso N-E (almeno nei pressi).

La risposta a questo quesito ci dirà che prima della chiesa vi era qualche altra cosa...ed in epoca ancora più antica...fantasie?
Chissà...ma sappiate che il cardo era sacro agli etruschi....

giovedì 28 giugno 2018

UNA CHIESA DEL XI - XIII SECOLO GIÙ A VIA CASAMANNA: EP. VIII

Vi sono allora 3 importanti considerazioni che bisogna fare in merito a questa ipotetica Chiesa di S.Martino in quel di Casamanna:

Le misure (approssimate):


Queste misure sono state prese sfruttando Google Earth Pro e convertendo i metri in palmi romani:

1 palmo romano = 0.222 metri circa

A questa struttura proviamo ad applicare il famoso Teorema di Pitagora, che veniva sfruttato dagli antichi agrimensori romani (e non solo) per poter procedere alla suddivisione precisa di un terreno per poter ricavare l'angolo retto. Questo calcolo era ovviamente utile anche nelle costruzioni. (cfr.
"Archeologia dell’Architettura, XIII, 2008 – Villar de Honnecourt, l’architettura nel Medioevo e i modi di costruire").
Scomponiamo quindi la nostra architettura in due triangoli (cfr. "ASTRONOMIA E GEOMETRIA NELLA CATTEDRALE DI GENOVA", Pubblicato in: Atti del XII Convegno SIA, Società Italiana di Archeoastronomia. Edizioni La Città del Sole, Napoli, maggio 2014).

Il primo, individuato dai cateti da 117-135 palmi e ipotenusa 180; il secondo dai cateti 117-112 e ipotenusa 162. Per comodità dividiamo per 10 tutti i valori e calcoliamo:

C1 = 11,7x11,7 = 136,89
C2 = 13,5x13,5 =182,25
I = 18x18 = 324

Applicando il Teorema avremo che C1 + C2 = I - 4,86, ovvero che abbiamo un errore di ⎷4,86 = 2,20 x 10 = 22 palmi romani OVVERO di 4,4 metri
Stesso calcolo per l'altro triangolo:

C1 = 11,7x11,7 = 136,89
C2 = 11,2x11,2 =125,44
I = 16,2x16,2 = 262,44

Applicando il Teorema avremo che C1 + C2 = I + 0,11, ovvero che abbiamo un errore di ⎷0,11 = 0,33 x 10 = 3,3 palmi romani OVVERO di 0,76 metri

I due valori che si tirano fuori sono sono ovviamente da arrotondare.

Per concludere, vale la pena analizzare anche il triangolo rettangolo che investe l'abside:

C1 = 11,7x11,7 = 136,89
C2 = 2,25x2,25 =5,06
I = 12,1x12,1 = 146,4

Applicando il Teorema avremo che C1 + C2 = I + 4,46, ovvero che abbiamo un errore di ⎷4,46 = 2,11 x 10 = 21,1 palmi romani OVVERO di 4,68 metri.

Tenete presente che nel primo caso, il valore andava preso dal muro esterno della costruzione (o da eventuali sue estensioni architettoniche) comprensivo dello spessore. Oltre a questo, sono in dubbio se la lunghezza dell'abside sia di 5 o di 6 m. ( e ciò diminuirebbe il gap  nel primo e nel terzo triangolo esaminato).

Aggiungendo a ciò che le mura perimetrali nude delle chiese romaniche erano spesse da un metro e mezzo in avanti, sono confidente che l'area di costruzione di questa chiesa sia in linea con dei criteri costruttivi antichi più che la chiesa stessa.

Antichi quanto? Alla prossima puntata!!



domenica 24 giugno 2018

UNA CHIESA DEL XI - XIII SECOLO GIÙ A VIA CASAMANNA: EP. VII


La sovrapposizione che vedete sopra non potrà essere precisa al centimentro, in quanto non possiamo oggi risalire alle misure esatte.
La pianta che vedete sovrapposta è stata costruita sulla base di elementi architettonici correnti, che potete ben riconoscere nella foto, sia su alcune piante di chiese romaniche:

Chiesa di S.Maria Nuova a Viterbo (sec XIII)

Chiesa di S.Maria Foroclaudio - Ventaroli (FR)
Altra caratteristica, che potrebbe ben combaciare con la nostra ipotetica struttura, era la presenza della parte di sagrestia che si può immaginare osservando una mappa dell'area casamannese risalente al XIX sec. nel post http://tavernanova.blogspot.com/2018/05/una-chiesa-del-xi-xiii-secolo-giu-via_18.html

Sono comunque parecchie le chiese romaniche assimilabili ad una struttura a 3 absidi e 5 navate come quella che potrebbe essere stata a via Casamanna nel XIII sec.

Un saluto a tutti, che sto verificando che prima della ipotetica chiesa, lì sotto c'era qualche altra cosa...e questa va ad aggiungersi alle altre due "cose" che ho da dirVi...


sabato 16 giugno 2018

UNA CHIESA DEL XI - XIII SECOLO GIÙ A VIA CASAMANNA: EP. VI

Suggestivo certamente.

L'altezza di questo arco, che presupponiamo per varie vie essere l'ultimo baluardo di una facciata detta "a salienti" (es. arco Cattedrale Sessa Aurunca) dovrebbe essere di circa 5m (pari a circa 23 palmi romani...ma guarda un pò).
Sembra un arco a sesto depresso, ultimo residuo di quella che poteva essere una delle arcate di strombatura del portale d'ingresso della chiesa.









Nello foto aerea seguente, sono state evidenziate (anche se non in linea) il posizionamento (supposto) delle colonne all'interno delle navate. Originariamente ne avevo calcolate 6, ma dando una occhiata ad una foto del 1943, ho calcolato che le navate potrebbero essere state 5 con una diretta restrizione delle misure originarie di questo antico (fantasioso?) monumento:

Le colonne erano posizionate lungo la perpendicolare di ciascun punto intermedio (4 colonne), ovvero tutti i punti escluso il primo e gli ultimi 2 a destra

La distanza tra ciascun punto è di circa 5 m; le colonne erano poste a circa 6 metri dalle pareti principali dell'edificio che, come vedremo, ha due caratteristiche architettoniche molto importanti..

Saluti a tutti.

martedì 5 giugno 2018

In un disegno del 1818 ritroviamo un fiumicello tavernanovese...

Il disegno proviene da una ricerca di Luigi Verolino, storico di Ponticelli, il cui lavoro sulla storia locale di Ponticelli potete trovare qui.
Il Mulino che viene riferito nel disegno era anche detto di Cozzone.
I corsi d'acqua che lambivano la parte occidentale di Tavernanova dovrebbero essere quelli indicati in zona "A".
Tenete presente che fino alla fine del XIX sec., l'attuale zona del Rione Fico fino al Salice erano sotto il tenimento di Ponticelli.

Ringrazio pubblicamente Luigi per il suo amore per la propria terra, che investe in qualche modo anche noi tavernanovesi.

domenica 27 maggio 2018

UNA CHIESA DEL XI - XIII SECOLO GIÙ A VIA CASAMANNA: EP. V

Sfruttiamo a questo punto la possibilità che l'applicativo Google Earth Pro(R) ci offre nel campo delle misurazioni (ovviamente non abbiamo di fronte il massimo della precisione...) e proviamo a misurare dall'alto la zona casamannese di nostro interesse.
Ad esempio, possiamo notare dall'alto i diversi "ambienti" e misurarli:
















Presupponiamo che ogni navata laterale, supportata da un pilastro, fosse intorno ai 5 metri...












Presupponiamo che la chiesa fosse dotata di un matroneo, ovvero di un soppalco lungo le navate laterali, ad uso delle donne, che copriva le prime quattro navate laterali.






















L'altezza dell'arco di ingresso, che presupponiamo per varie vie essere l'ultimo baluardo di una facciata detta "a salienti" (es. arco Cattedrale Sessa Aurunca) dovrebbe essere di circa 5,3m (pari a circa 24 palmi romani...ma guarda un pò).
Sembra un arco a sesto depresso, originariamente con semplice «protiro».
L’arcata che resta, dunque, potrebbe essere una delle arcate di strombatura.

Nelle prossime puntate, proveremo a "costruire" la mappa di questa chiesa romanica che potrebbe essere stata ospite del territorio casamannese.












venerdì 18 maggio 2018

UNA CHIESA DEL XI - XIII SECOLO GIÙ A VIA CASAMANNA: EP. IV

Ritorniamo su questo interessante (e a tratti improbabile) thread storico sull'area arcoriana.

Eravamo rimasti sulla ipotesi che Casa dei Mansi, ovvero "Casamanna" come veniva chiamata secoli indietro il XIX secolo, avesse due strade: la prima proveniente dall'attuale via Nazionale delle Puglie, la seconda proveniente dalla zona di Volla (Lufrano) fino ad arrivare all'area di Poggioreale (Fontanelle). Quest'ultima ampia zona era in parte del Monastero di S.Maria delle Grazie Maggiore e in parte - Casa de' Mansi e zone limitrofe - del Monastero della Maddalena; entrambi i monasteri erano nelle mura della capitale del Regno, Napoli.


    La figura - estratto di una mappa risalente ai primi dell'800 - ci dà una idea di come era la zona a quel tempo, in cui l'autore si è soffermato sulle strutture più in evidenza.
Come anticipato però, ci serviremo però dell'analisi dei contorni di una foto del 1943 per poter risalire, in maniera più dettagliata, alla struttura del fabbricato per poter infine lanciare qualche ipotesi (usando Google Earth) che ci consenta di ricostruire questa antichissima chiesa arcoriana.
Per l'analisi dei contorni sfrutteremo l'algoritmo di Canny che ci consente di identificare i contorni in una immagine stabilendo determinati valori di contiguità per le linee che andranno a formare il contorno, con la possibilità di scegliere delle soglie che aiutino a tenere fuori disturbi nell'immagine.

Sfruttando il sito http://bigwww.epfl.ch/demo/ip/demos/edgeDetector/ e applicando un valore di sigma=3 (granularità), low-threshold=5, high-threshold=50 (entrambe soglie che ci consentono di eliminare "disturbi" nell'immagine) all'algoritmo di Canny:

Immagine 1 - Canny Edge Detector: Gaussian smoothing
Immagine 2 - Gradient magnitude
Immagine 3 - Gradient in X
Immagine 4 - Gradient in Y (a destra)
Immagine 5 - Hysteresis threshold

domenica 6 maggio 2018

UNA CHIESA DEL XI - XIII SECOLO GIÙ A VIA CASAMANNA: EP. III

Nell'ultimo post (Episode II) avevo riportato che "Questo fatto avvalorerebbe l'ipotesi che siamo di fronte alla Starza di Franceschiello Galeota (raggiunta dal segmento che si diparte dalla via Nazionale) e dalla chiesa di S.Martino di Arcora, raggiunta dal segmento che arriva dal basso.".
Queste informazioni (sulla Starza e sulla presenze della chiesa nei pressi), sono tratte dal testo di Gaetano Capasso "AFRAGOLA: CENNI STORICI E DOCUMENTI", del 1974, oltre che da alcune pergamene dell'Archivio di Stato di Napoli.

Mantenendo l'attenzione sul disegno sottostante, ho evidenziato in rosso l'area presso cui afferiscono i due tronconi della attuale via Casamanna.

fonte: Istituto Geografico Militare
Nella foto sottostante, del 1943, possiamo avere delle conferme sul fatto che - con buona probabilità - le due aree (starza dei Galiota e struttura chiesa) erano separate grossolanamente da aree di aperta campagna. Se dunque nel 1943 (quasi 150 anni dopo la mappa soprastante) tra la struttura chiesa e l'area di fronte vi era un poco di vegetazione, figuriamoci nel 1100-1200!


A questo punto, possiamo applicare l'algoritmo di Canny (J. F. Canny: A computational approach to edge detection. IEEE Trans. Pattern Analysis and Machine Intelligence, 8 (6), 1986, 679-698)
per il riconoscimento dei contorni in una immagine con una bassa probabilità che il "rumore" presente sull'immagine possa inficiare il risultato.
Setteremo la soglia minima al 10% e la soglia massima al 50%. Sigma settato prima a 3 e poi a 4; l'aumento di questo valore ci consentirà di aggregare linee di contorno contigue tra loro in maniera incrementale...ed osserveremo i risultati.
A tal proposito useremo un software on-line del Politecnico di Losanna...


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