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background: foto di S. Pocock tratta dal suo libro "Campania 1943 - Vol.II" |
Corse di gioia, grida di esultanza, lacrime... Il cuore batte forte nel petto. Negli occhi di una ragazzina, si fissò indelebile la scena del padre che « sbatté il suo berretto a terra con una forza da far spavento, e saltava ». Sempre a Casarea, sembrò che i Tedeschi provassero soddisfazione: chi sa? forse finiva anche per loro!
È sera: ormai la luna, gialla e tonda, si alza luminosa dietro la spalla del Vesuvio. Ancora più cupo e lontano comincia a sentirsi uno strano continuo rimbombo, come di un cannoneggiamento ostinato: sono gli Alleati che stanno per sbarcare a Salerno. Comincia adesso la « lunga nottata » del popolo italiano.
L'Italia è allo sbando: fra due giorni, il Comando germanico annuncerà sprezzantemente: « Le forze armate italiane non esistono più! ». L'Italia ritorna ad essere una semplice espressione geografica: una intera nazione non è più che una somma confusa di individui i quali, durante questa lunga nottata, attraverseranno l'incubo febbricitante di una agonia che — e non sarà stato per fortuna o per caso si risolverà in un risveglio di recuperata salute. Per la prima volta nella sua storia, il popolo non subirà la libertà di pensarla come vogliono gli altri.
E tutto questo comincia con il decidere da sé, senza attendere ordini che, ormai, non arrivano più. In ogni caso, la decisione fu sofferta; e a volte decisioni contrastanti condussero ad un medesimo esito.