lunedì 29 maggio 2017

Sono del 1278 i primi dati sulle "cedole fiscali" di Arcora

Moneta d'oro di Carlo I d'Angio (fonte: wikipedia)
Nel capitolo che riguarda la crisi sui territori napoletani nel testo di A. Feniello "Les campagnes napolitaines a la fin du moyen age", Arcora ( che non è Casalnuovo) compare nei frazionamenti delle cedole del 1278, con un totale di 3 once 20 tarì e 6 grana.
Il prof. Feniello ritrova poi Arcora in documenti del XIV sec., dove compare un rateo complessivo per 2 once, 20 tarì e 6 grana. La considerazione che viene presto fatta è che la diminuzione del carico fiscale sia certamente dovuta ad una contrazione demografica dovuta a cause di guerra e di pestilenze (per inciso, Afragola passa da 26 o. 26 t. e 14 g. a 3 o., 24 t. e 6 g. !).
I dati presentati sopra riguardano l'inizio del XIV sec. (1309); nel 1399 invece, Arcora è dispersa dalle carte onciarie: al suo posto una notula che Arcora non è più abitata e, di conseguenza, non è tassabile.
Oltre alle pestilenze ben note, i luoghi arcoriani soffrivano anche del malo ayre, ovvero il paludismo: una epidemia endemica e persistente che decima i villaggi dell'area e i complessi monastici.
Infatti, nell'inventario dei beni del Monastero di S.Maria Maddalena (al 28 Aprile 1364), si ritrova, a proposito di arcora che:

"in Villa Arcure terra que non laboratur ad presens ob laboratoris defectum"

Praticamente, non c'era più nessuno a lavorare nei campi!

mercoledì 24 maggio 2017

24 Maggio 2017: 102 gli anni nel ricordo dei nostri caduti

PRIGIONIERI BOSNIACI GUARDATI DA FANTI DEL 56 REGGIMENTO FANTERIA DELLA BRIGATA MARCHE
La foto è l'ultima ritrovata sul Web e riguarda appunto il 56 Rgt. Fanteria "Marche". dove era stato arruolato il tavernanovese Felice Barone.

Ciao ragazzi, Tavernanova non Vi dimentica!


martedì 16 maggio 2017

L'artista Pasquale Altavilla nel 1853 scrive "Arrivo de Pulecenella a Casalnuovo"

Pasquale Altavilla, definito da Salvatore Di Giacomo come "l'ultimo signore della scena popolare partenopea".

Attore, mimo, commediografo, ballerino, musicista, autore di bellissime canzoni e cantante, Pasquale Altavilla o Zì Pascale (come lo chiamava affettuosamente Eduardo Scarpetta) era il commediografo del momento, dell'attualità. La maggior parte delle sue commedie prendevano spunto dai fatti che accadevano giorno per giorno.

Nato nel 1806, morì in maniera inusitata il 2 agosto 1875 cadendo per le scale nel mentre, per la sua troppa cortesia, era intento ad ascoltare una signora che gli richiedeva un palco per lo spettacolo della sera...


Pasquale Altavilla
Uno stralcio di battuta ve lo debbo passare...

Pul.
 Io Pulcinella Cetrulo , figlio di Giancola Cetrulo, morto colla buona salute.
Ans. Morto colla buona salute?!
Pul. Già , patemo se strafocaje co na brasciola;non morette grasso grasso? onne se dice: morto colla buona salute...
 'E brafe Pasquale!

sabato 13 maggio 2017

1364 - Nei luoghi arcoriani non solo i monaci cassinesi ma anche....

...le suore del Monastero di S.Maria Maddalena di Napoli, con i lori vari possedimenti in Villa Arcure.
E l'antico registro con le trascrizioni dei vari istrumenti di acquisto, vendita et concessioni varie, ci consente di riempire quella parte di storia proto-tavernanovese nel secolo immediato dalla sua fondazione.
Non solo, ma di riflesso, leggendo alcune trascrizioni, abbiamo la conferma che il territorio arcoriano nel XIV sec. sia stato teatro di guerre e distruzione. Alcune trascrizioni infatti ci parlano spesso di terreni ormai non più coltivati e abbandonati.
Vengono fuori poi la chiesa di S.Martino di Arcora, iuxta terram Monasterii S.Petri ad Aram, iuxta murum antiqui Arcure, iuxta terra ecclesiam Sancti Apostoli, iuxta terram Donni Iuliani Piscicelli...

A questo aggiungo pure la menzione di possidemnti di altre chiese napoletane su cui andrebbe la pena di indagare.
In tale periodo del '300 erano attivi nei luoghi arcoriani il Magistro  Andrea De Sardo, l'altrettanto Magistro Petro Lombardo e il Iudice Ioanne Cotognio di Napoli.

Nei luoghi arcoriani era altresì attiva la Starze de li Galiota che si trovava proprio di fronte la chiesa di S.Martino di Arcura a fianco la terra del Domino Franceschiello Galiota...

Saranno 'e Galiota 'e Casamanna? Chissà....

martedì 9 maggio 2017

I 7 Capitani e la Capitanessa a Casalenuovo...

...è il simpatico titolo di un trafiletto di una rivista politica del lontano 1861, pubblicata a Napoli.
La rivista è "Cuorpo de Napule e lo Sebbeto", e sul numero di Venerdì 25 Ottombre 1861 si legge:

"A Casalenuovo no bello paese sette miglia lontano da Napole pe la morte de lo Capitanio de chella Guardia Nazionale se ne facette nautro che pure penzaje d' arrecettarse nsalute nosta Se n' annommenaje no terzo che se n' avette da levà de pressa.
 Lo quarto duraje justo tre ghiuorne e lo quinto tiraje no poco de cchiù e pure scennette, lo sesto manco piacette e facette pursì lo papariello.
Mò nce stà no bravo miedeco che fa da Capitanio e pe verità se porta buono ma pe causa de la professione e autre incarreche che tene, ha dichiarato de farlo provisoriamente.
Ecco ccà ca nce vò l'ottavo Capitanio. 'Nzomma: dint a manco no mese se sò cagnate sette Capitanie a Casalenuovo.
Non pare vero. Mò se và trovanno l'ottavo e addò stà?
Non se sperdessero: 'nce stà o nò lo parrocchiano? Embè s' annommenasse pe Capitanio. E si non ce vò essere, meglio accossì: scegliessero n' ovajola de chelle e la facessero capitanessa.
Oh vcdite che è sto munno: a ll' autre 'pparte se fanno a fecozze pe' essere annommenate Capitanie e a Casalenuovo non se ne trovano
Chist è lo Munno.

Articolo molto simpatico!!

mercoledì 3 maggio 2017

Se sapessi che le tue foto stanno facendo il giro del Web...


...sicuramente me ne avresti trovate delle altre.

Per ognuna di quelle foto c'è una storia, come questa che propongo qui: gita del 1977 o 1978, insieme ai parrocchiani tavernanovesi. Siamo alla Città della Domenica, mi ricordo che era di pomeriggio.
Con don Gennaro Fico e le Suore di S.Anna si era andati ad Assisi.
Da sinistra, immortalati di spalla, mia mamma Enrichetta che tiene per mano mio fratello Antonio; a destra io e poi mia sorella.

Mi auguro che quella mano esista ancora, da lassù dove sei dal 3 Maggio 2011.

martedì 2 maggio 2017

Il confalone tavernanovese, quello definitivo...

...ma mai dire mai.

Nello stemma troviamo le insegne della casata dei Como (fondatori di Casalnuovo), lo stemma del Monastero dei S. Severino et Sossio, l'ailanto famoso (aka cazzone) e la coppia Sebeto e Arcate dell'acquedotto Claudio.
Il background alla destra (bianco/rosso) rimanda ai colori della casata dei Carafa.

Grazie per le visite.

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