domenica 29 dicembre 2013

don Stefano: verità o malelingue?

E' chiaro che le storie in cui sono implicati dei sacerdoti (specie in un villaggio rurale quale quello della Tavernanova ottocentesca), vanno sempre presi "con le molle".
Le delazioni con cui vengono raccontati questi avvenimenti sono da considerarsi in buona fede ma, come la storia insegna, molte volte dietro delle "sommosse" popolari si cela sempre una mente che ha degli obiettivi ben precisi.
La storia di don Stefano Mattiello va presa così come è: essa è raccontata esclusivamente attraverso dei resoconti che qualcuno si premurava di inviare al Vescovo di Nola e nessuna persona vivente oggi può confermare che quello che era scritto era la verità oppure una esagerazione artefatta di fatti comunque dispiacevoli per un sacerdote.
EccoVi allora qualche altro resoconto: qui il nostro parroco dicesi "convivere" con una ragazza di 18 anni.
La cosa simpatica è che il risentimento dei popolani aumenta nel momento in cui "mentre il suddetto sacerdote somministrava i Santi Sagramenti ad un'onesta bizzoca questa vedesi tirare dal Sacerdote un calice (calce/calcio?) nella pancia sotto pretesto che malamente teneva il .... sotto la barba, ..."


Questo è tutto, popolo, Buona Notte! ( e state allerta...)

mercoledì 25 dicembre 2013

Il filo di don Stefano...

La storia di don Stefano Mattiello è lunga e "narrata" da ciò che si trova in Archivio.
Nel 1864 il Vicario foraneo Salvatore Manzi cercò di mettere pace tra la diocesi di Nola ed i tavernanovesi proponendo uno scambio "calcistico" con il sac. Vito Cantone, ma questo scambio non fu accettato dal Cantone (all'epoca valeva ancora una squadra-una maglia eheheh).
C'è anche da segnalare -sempre leggendo "le carte" - che nel 1863 lo stesso delegato regio di Pomigliano chiese la rimozione del don Stefano da curatore delle anime tavernanovesi.

Non c'entra nulla, ma ho ritrovato anche alcune catechesi di don Giuseppe Viscardi Menzione, scritte di suo pugno...

Qualche altra "chicca" Ve la passo durante queste feste...
Aucurie!

martedì 24 dicembre 2013

Inventario del 1919 della cappella di S.Maria ad Nives

Dicembre 1919 - Inventario della Chiesa (Cappella)

Giusto giusto per Natale!
L'inventario era composto da qualche foglio in più, in realtà.
Questo inventario, benchè indichi "Chiesa", è da ritenersi della Cappella di S.Maria ad nives, in quanto la chiesa parrochiale di Tavernanova ha la posa della prima pietra solo nel 1929.
Vi espongo il solo elenco di statue:


  • dell'Addolorata (notate come segnata per prima!)
  • delle Grazie (Madonna delle Grazie)
  • di S. Giuseppe
  • di S.Lucia (addirittura!)
  • dell'Ecce Homo
  • del Cristo di Gloria
  • il Crocifisso agonizzante (mi pare)



In calce leggiamo: il Consegnatario: Sac. Pasquale Acierno

E' molto probabile che questo fu uno dei primi atti in ottica della costruzione della nuova chiesa parrocchiale.
E' chiaro che nel 1919 ormai il culto della Madonna della Neve era caduto in disuso (possibile?) in favore di quello della Madonna Addolorata.
Tipicamente, a fianco di un ritratto della Madonna si sarebbe dovuta trovare una statua, ma vedete che così non è. Vi è però una Madonna delle Grazie.

Chissà se il S.Giuseppe che c'è ancora nella parrocchiale è questo elencato qui...per non parlare dell'Ecce Homo, del Cristo in gloria e di quello agonizzante.

Se riuscite a sapere qualcosa dai vostri nonni e/o genitori...iye sto 'ccà.


E BUON NATALE A TUTTI: grazie poi per le visite!

domenica 22 dicembre 2013

S.Maria Addolorata, un culto ultracentenario!

Eh sì, è quanto emerge da un resoconto scritto nel 12 Marzo 1856, una settantina di anni prima della posa della prima pietra dell'attuale parrocchiale.

Fonte: Archivio Diocesano
"In ogni anno gli abitanti di Tavernanova nell'ultima domenica di Ottobre sono soliti di celebrare una Festa in onore dell'Addolorata, per la quale, raccolgono e poi erogano trenta e più ducati."

L'argomento principale di questa lettera, indirizzata al Vescovo di Nola, era  sulla mancanza di fondi per ristrutturare la Cappella dedicata a S.Maria ad Nives.

Questa notizia porta dietro di se alcuni interrogativi, ai quali mi permetto di dare una mia risposta personale. L'indirizzo di posta elettronica per i Vs. suggerimenti è nella pagina..

Dunque: se la Festa dell'Addolorata è (da secoli) il 15 Settembre, perchè fare questa "sortita" l'ultima domenica di Ottobre? Personalmente ritengo che ciò sia legata alla Transumanza. I nostri trisavoli si affidavano alla Vergine prima di svernare con i loro capi di bestiame. E' chiaro anche che, come si legge nella lettera "ogni anno", mi fa capire che la tradizione era radicata, quindi di molto anteriore al 1856. Dunque, pure se nel 1856 non si transumava, era rimasta la tradizione.
Poi, chi avrebbe potuto introdurre il culto della Vergine Addolorata? Personalmente, credo che sia stata l'opera di un Santo, San Gaetano Errico da Secondigliano. A quei tempi -e parliamo dei primi anni del 1800- in Secondigliano operava questo sacerdote (canonizzato recentemente) che prese a cuore il culto della Vergine Addolorata. La zona di Secondigliano era una zona dove si coltivava il baco da seta ed anche Tavernanova non era da meno (Vi ricordate tutta la storia sull'"ailanto", quell'albero al centro della piazza, no...): debbo quindi pensare che manodopera tavernanovese lavorasse a Secondigliano e viceversa; quindi eccoti uno scambio "culturale" che porta nel nostro paese il culto alla Madonna Addolorata.

giovedì 19 dicembre 2013

Il caso Don Mattiello: scopriamo i firmatari...

Certamente le persone che vedete qui rappresentano il "nocciolo duro" della protesta tavernanovese di metà '800 contro questo parroco che non si comportava bene, diciamo così.
Tenete presente che don Mattiello celebrava la S.Messa nella Cappella. La chiesa parrocchiale dedicata all'Addolorata, ricordo, ebbe la posa della prima pietra una settantina di anni dopo.

 Dunque, potete vedere le firme autografe di:

Vincenzo Visone
Fortunato Ruotolo
Giacomo Fico
Andrea Visone
Tommaso Rea
Nicola Foggia
Michele Pastorelli
Antonio Manna
Angelo Rea
Francesco Manna
Francesco Visone
Giovanni Rea





Salvatore Di Costanzo
Antonio Visone
Raffaele Visone

Queste persone sicuramente erano assidue frequentatrici della Cappella e degli eventi liturgici che si tenevano in essa.
Dai cognomi, è facile intuire le Masserie da cui quasi certamente provenivano: Masseria Visone, Masseria Di Costanzo, Masseria Fico, Massaria Rea.
I Manna venivano quasi certamente da Casa Manna.

Mi fa piacere aver ritrovato il trisavolo del mio amico Fortunato Ruotolo!
Di Nicola Foggia e del Pastorelli non saprei dirvi: probabilmente erano lavoranti provenienti da fuori e che, nei periodi in cui si dormiva anche mieze 'a terra, usavano andare a Messa nella Cappella tavernanovese.

Certamente è bello ritrovare - dopo più di 150 anni - le firme del pugno dei nostri parenti e pensare a quanta vita c'era in quelle firme, quanti sogni, quante rivalse, quanta fatica per costruire qualcosa che, seppure erosa dal tempo, è arrivata fino a noi.

A presto!

martedì 17 dicembre 2013

Il caso Don Mattiello: secondo tempo

Vi ricordate di questo post Don Stefano Mattiello: una storia poco chiara di metà '800 ?
Ci eravamo lasciati con il testo che diceva "[...] protraendosi la sua dimora potrebbe andare soggetto", soggetto a cosa?
Ho ripreso il vecchio faldone all'Archivio Diocesano: eccoVi il secondo tempo

"a qualche violenza col pericolo di sua vita e discapito della Religione. Quindi L'E. Sua amando la pace delle famiglie, e la gloria della Chiesa potrebbe col di lui allontanamento evitare la rovina di più famiglie, o un grande scandalo rendendosi di pubblica ragione le sue iniquità coll'aprire a di lui carico una legale procedura. Si augurano subito il chiesto provvedimento."

Ho anche recuperato un elenco di firmatari, ma in questo momento non sono in grado di dirvi se questi sono legati al documento in questione, ma certamente facevano parte dei capifamiglia che volevano l'allontanamento di questo parroco.

Ovviamente, su questo argomento ho altre cose in serbo; come dicono i 'mericani, stay tuned!

domenica 15 dicembre 2013

Qualche sorpresa dalla "Veduta diocesi di Nola confinante con dodici mitrie"

Ebbene sì, stavolta un blitz all'Archivio Diocesano ha dato molti frutti. Fra questi, la possibilità di vedere questo dipinto, Veduta della diocesi nolana confinante con dodici mitre dipinta, nella seconda metà del XVIII secolo:

Tav. nova è al centro di questo foto (il dipinto è circa 3x2 metri), scattata peraltro male (mi sa che ci dovrò ritornare).
Notate come il nostro villaggio viene rappresentato da due agglomerati di costruzioni: il primo - quello sotto la scritta - ha una facciata che vagamente ricorda una chiesa, con a fianco una "estensione". Il secondo viene localizzato con una specie di recinto e si trova in quella che doveva essere la grancia benedettina. Sembrerebbe poi che la via Filichito altro non è che una strada che termina dietro quella che doveva essere territorio di San Liguoro (o Ligorio).

L'intento dell'autore del dipinto, attribuito a Raffaele Montanari, non era quello di rappresentare in dettaglio taluni particolari architettonici ma piuttosto di definire le diocesi confinanti con quella nolana.
La cosa interessante la trovate a destra di Tavernanova, alla deviazione del Salice: S. Pancrazio.
Era una chiesa di campagna, una masseria?
Ci viene in aiuto il testo di Cerbone C. - De Stelleopardis D. - "Afragola feudale: per una storia degli insediamenti rurali del napoletano‎":

"Luogo di Casalnuovo, vi possiede una Masseria il Capitolo Metropolitano".

Il Capitolo Metropolitano era ovviamente quello di Napoli.

Se avete altre notizie a riguardo di San Pancrazio, la mia e-mail la sapete...

!Grazie per le visite!

sabato 14 dicembre 2013

Dicembre del 1631...

Un padre cappuccino, tal A. Capradosso, riporta nel suo libello "Il lagrimevole avvemimento dell’incendio del monte Vesuvio per la citta di Napoli e luoghi adiacenti nel qual si narra minutamente tutti i successi fino al presente giorno":

"Giovedì [Giovedì 18-12-1631]... neuicò l'offendete cenere di color di piombo, tanto pesante, e dura, che per esserne in alcuni luoghi in molta abbondanza caduta, non solo ha disupati i lastrichi & i tetti, ma le muraglia istesse atterrarate. Al rimbombar di strepitoso Tuono sgorgò dalla tartarea bocca della fumante Montagna una corrente fiumana solfurea, allagando parte di Nola, Somma, Marigliano, la Cerra, Otaiano, Pomigliano, & altre Terre, e Ville vicine con grandissimo dano di massarie, tenute, arborate, possessioni, e molti luoghi deliziosi che per brevità si lasciano".

La "fumante Montagna" era il Vesuvio: due giorni prima (16 Dicembre) aveva cominciato quella che sarebbe stata la più grave devastazione nella storia delle sue eruzioni. Il documento, che consta in originale di 6 pagine circa, fa parte della collezione di Manoscritti Rari presso la Biblioteca Nazionale di Napoli.
Nel 1631, quando si diceva Pomigliano, si includevano anche i luoghi arcoriani, anche Tavernanova.

1631 - Eruzione del Vesuvio vista dal ponte della Maddalena. Il fiume è il Sebeto.
Speriamo che il Vesuvio stia zitto per altri 1000 anni!


mercoledì 11 dicembre 2013

Calendario Tavernanovese 2014
























Cliccando sull'immagine scaricherete un file in formato .pdf  con il calendario.
In esso le date del 5 Agosto e del 15 Settembre sono in rosso: accorte!

Stampatelo (o fatelo stampare) a colori. Poi potete organizzare i 12 fogli come volete: applicando una spirale, un occhiello centrale, etc.
Personalmente gli ho applicato un dorsino e, all'ultimo foglio, un gancetto adesivo.

Grazie per le visite e buone cose!

venerdì 6 dicembre 2013

Guglielmo Melisurgo si cala nelle viscere tavernanovesi

G.Melisurgo - fonte:http://salzano-antonio.blogspot.it
Siamo alla fine dell'800 e questo ingegnere ed architetto napoletano si cala nella campagna tavernanovese.
Perchè ?
Lui si appassiona agli acquedotti che anticamente portavano l'acqua a Napoli e, tra questi, vi è l'acquedotto della Bolla.

"Infatti, nella pianura che si stende tra le falde a nord-ovest del Monte Vesuvio, quelle a Mezzogiorno della Collina di Cancello e il versante a mezzogiorno dell'altipiano di Caserta - e proprio nel territorio di Taverna nova, sottocorrente Casalnuovo - a parecchi metri di profondità della superfice del suolo, in un tufo tenerissimo e fra terreni formati da sabbie trachitiche miste a lapilli, si svolgono silenziosi e misteriosi cinque cunicoli o forme d'acqua, attraversanti un importante strato acquifero, al quale si possono assegnare a limiti Casalnuovo, Pomigliano d'Arco, Somma, S.Anastasia, Pollena, Ponticelli, Barra, Napoli e S.Pietro a Patierno."

Ristampa critica del testo originale del 1889
Ed ecco allora il brevissimo resoconto nella sua discesa nelle nostre campagne:

"La campagna superiore di tratto in tratto presenta dei piccoli manufatti di pietra tufo, come degli informi pilastri, sui quali in una delle quattro facce verticali è incastrato un quadrello di terracotta verniciata, doce ancora più misteriosamente si legge un numero.
Se si rimuove la pietra, che copre uno di questi pozzetti e si discende per circa sei metri d'altezza, si penetra nell'acquedotto.
Dalle pareti trasuda l'acqua che è limpida e freddissima. Si cammina sopra un tappeto non molto morbido, formato da infinite pagliette, sottili, bianche e friabilissime, di carbonato calcare. A volte durante il tragitto s'incontra alla superfice dell'acqua come un largo velo; è un deposito di calcare, che si frange al nostro passaggio.[...]".

Senza parole. Grazie per le visite.

lunedì 2 dicembre 2013

Nuova foto aggiunta all'album

E' il 19 Aprile 1957, Venerdì Santo.

Vicino al tronco di quest'albero è in posa mio zio Raffaele Porcaro.
Dietro di lui si intravedono alcune persone che sembrano formare un solo gruppo. Dietro il tronco c'è - in prospettiva - il Bar Porcaro (in alto noterete la tabella con il simbolo del disco telefonico: all'epoca questo bar era dotato di un centralino dove si smistavano le telefonate da e verso i paesi limitrofi...oltre ad essere un posto telefonico pubblico).
A seguire, verso destro, si vede il portone annesso e il Coloniali (con salumeria) gestito dai miei bisnonni Raffaele Porcaro ed Angelina Barone.
Debbo notare anche, all'altezza del gruppetto di persone, qualcosa che assomiglia a quegli alberelli che si mettono in occasione delle inaugurazioni o quando si vuole creare una "stazione" per qualche evento religioso: forse forse la processione del Venerdì Santo?

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