mercoledì 31 ottobre 2012

Montis (Abundantiae) Zi Carlo

Quando si diceva " 'a massaria 'o monte" si intendeva appunto la Massaria del Monte zi Carlo.

Ma qualu monte? non vi sono mica dei monti a Tavernanova!

Probabilmente, in antichità, quella zona doveva racchiudere quello che si chiamava Montis Abundantiae o , monte dell'abbondanza in italiano. Ma abbondanza di che?
Di grano.
Infatti, si dice anche monte frumentario.

"I Monti Frumentari, nati sul finire del XV secolo, erano istituti di beneficenza che praticavano il prestito del grano per la semina e per il consumo. Essi ebbero un ruolo importante nell'economia agraria italiana soprattutto nei secoli XVI - XVIII. Andavano incontro alle esigenze dei contadini che, al momento della semina, non avevano sufficienti scorte, cosa assai frequente soprattutto quando il raccolto dell'anno precedente era stato modesto. Erano forniti di una dotazione di grano così da anticipare al singolo coltivatore la quantità necessaria per la semina ad un tasso di interesse molto modesto. Queste istituzioni erano indubbiamente utili ai contadini perché li sottraevano alle grinfie degli usurai che per secoli avevano imperversato sugli agricoltori." (fonte: A.Tantari - Il Monte Frumentario di Affile")
Ovviamente, il grano doveva essere conservato da qualche parte, ed ecco lo storaggio in aree opportune, quali generiche massarie ; il nome (zi) Carlo potrebbe derivare da tante cose:

- il nome del proprietario che subentrò allorchè l'istituzione fu abolita.
- Carlo per dire Carlini, moneta in voga nel 1500 e che serviva a pagare gli interessi del grano preso dal Monte. "Zì" potrebbe essere una storpiatura in lingua "volgare" della cifra che dovevasi pagare.

Se avete qualche altra idea....fatevi avanti.












lunedì 29 ottobre 2012

Tanti anni fa....i Piscicelli

Ricordo che abitava una signora sotto il colonnato della grancia, dove c'era il negozio delle biciclette, il cui cognome era Piscicelli.
Ero appena un teen-ager e ricordo che me l'avevano presentata come "contessa"...avranno pure esagerato, ma...c'è qualcuno che può rinfrescarmi la memoria?
Notizie sul casato le trovate qui.

Masseria Costanzi o anche Perrino

Bene, ho fatto qualche verifica incrociata sulla Massaria denominata Perrino in una carta del secolo scorso.
Nel libro di Padre Giovanni Ippolito, "La Madonna detta dell'Arco", troviamo nella TAV.2, nella stessa area geografica, la menzione di Massaria Costanzi. Questa, ad ogni modo, non è quella che ho potuto vedere disegnata sulla mappa del 1695 vista all'archivio di stato.
In effetti, in altre carte/mappe da me consultate, sembrerebbe comunque che il nome sia Perrino. C'è però da dire che in tempi più remoti sia stato verosimile che tutta l'area appartenesse ai Costanzi e che con l'andare del tempo alcune proprietà siano poi state cedute.

La genealogia dei Signori Costanzi la trovate in questo libro del '600:


Dunque non ha alcuna attinenza con Tavernanova ma ci fa capire, ove mai vi fosse bisogno, che alcune massarie potevano avere una chiesetta interna ad uso e consumo delle persone che vi lavoravano, specie se appartenenti ad ordini monastici.
In queste massarie, vi era l'obbligo che la chiesa non fosse a più di una giornata di cammino.
Dunque....

P.S.- Il libro su Madonna dell'Arco lo trovate in basso fra i riferimenti.

domenica 21 ottobre 2012

Fulgenzo 2 la vendetta scrive di sepolture ritrovate

E questo pone molte riflessioni su quanto sia importante - per N motivi - tenere traccia della memoria storica. Il nostro amico tavernanovese scrive:

"[...]. In fase di costruzione dell'attuale condominio M.SS. Addolorata furono trovate delle sepolture di persone che sulla base delle ossa dovevano essere di corporatura alta specie rispetto alla media dell'epoca ( forse erano soldati o monaci di gruppi etnici del Nord Europa). Forse si trattava di un cimitero adiacente al Palazzo Gaudiosi. La Masseria Torre potrebbe essere a sua volta molto antica dato che si dice che come per il palazzo Gaudiosi anche dalla sua cantina si diparte un cunicolo che arriva ad Afragola e probabilmente collegava i due edifici. [...]"

A questa notizia io vi aggiungo quella di una anziana nonnina di Castello di Cisterna, che ha vissuto per qualche decennio a Tavernanova (la sign.ra Iolanda Signore ved. D'Amato), che mi ha confermato quanto sopra aggiungendovi che tale cunicolo arrivava almeno fino a S.Marco (S.Marco in Sylvis, Afragola).

Diciamo il percorso del pontecanale, và.
La cosa che invece più mi inquieta è: queste sepolture perchè non sono state quantomeno rimosse e poste da qualche parte (anche in qualche deposito) per poter essere valutate insieme ai reperti che sicuramente vi erano a contorno? Voglio capire che c'erano più interessi a fare la palazzina; ma almeno tratteniamo dei reperti archeologici di un certo valore.
Ma non siamo in Europa, checchè se ne dica...
A proposito di Europa: di tracce del cimitero sulle mappe di fine '600 che ho fotografato all'archivio ma che non vi posso postare as-is sul blog,

La scritta che si DEVE fotografare per presa visione delle limitazioni

non vi è traccia evidente; ma non significa che non vi fosse. Infatti, il fatto che manco la cappella è ivi menzionata non significa che non vi fosse almeno nei termini in cui l'abbiamo vista fino a ieri...
Ma questo è un X-Files...;)
Detto questo, di nord-europei forse dalle nostre parti vi son passati (e forse qualcuno c'è rimasto secco nelle paludi dell'epoca...) ma di sicuro qualche ungherese (diciamo est-europa) che potrebbe avere le caratteristiche citate da Fulgenzo. Leggiamo nel libro "Raccolta Di Varii Libri, Overo Opvscoli D'Historie Del Regno Di Napoli"


sabato 20 ottobre 2012

Grazie a Fulgenzo Guadagno...

... che possiamo mettere un grande puntino sulla i del punto esatto dove il pontecanale dell'Acquedotto Augusteo (detto anche Claudio o di Serino) attraversava la via Nazionale delle Puglie proprio all'altezza di Tavernanova.
Ma prima di dirVi questo (e qualche altra idea malsana che mi è piovuta in testa, alla X-Files...), Vi raccomando la lettura di questo semplice documento che spiega le componenti di un acquedotto ed in particolar modo proprio quello nostro (anticamente Tavernanova era anche conosciuta come Tavernanova all'arco):

Università di Salerno - G. De Feo - Sviluppo storico dell'Acquedotto Augusteo in Campania - Greenopoli

In particolare, viene citata un'opera del 1864 dell'Arch. Felice Abate, che tracciò il percorso dell'acquedotto; in particolare osservate:

Da sinistra a destra abbiamo:

  1. Strada delle Puglie CASALNUOVO
  2. Ferrovia presso Casalnuovo
  3. Cappella di S.Maria dell'arcora delle botteghelle - Casalnuovo
  4. Punto sul trivio che segue il Molino vecchio
  5. L'acquedotto rientra sotterra Afragola
Il resto non ci interessa. Faccio però notare che una scritta compare nella parte di disegno che sta a significare il sottosuolo, e dice: Pontecanale distrutto di Pomigliano d'arco

Quindi, a Tavernanova più che le arcate passava un pontecanale. Attenzione però, che parliamo di date certamente anteriori al 1400!

Ed ecco allora un esempio di pontecanale relativo PROPRIO al nostro acquedotto:

martedì 16 ottobre 2012

Una chicca per gli amici casalnuovesi...

...lo sapevate che in passato era stato ospite presso Casalnuovo un grande esploratore, forse il primo che abbia fatto il Giro del mondo?

Parlo di Giovan Francesco Gemelli-Careri.
Si legge infatti nel libro di Giovanni B.Rampoldi "Corografia dell'Italia", Vol.1 alla voce CASALNUOVO:


Eqquolo qua:

G.Francesco Gemelli Careri 1648 - 1724
Secondo me, questo fatto potrebbe essere un pretesto per tante cose culturali, ma proprio tante...
A proposito, una seria biografia 3canina la trovate qui
Alla prossima e grazie per le tante visite.

venerdì 12 ottobre 2012

Massaria Perrino a Pollena Trocchia...

...cosa c'entra, direte voi?
Forse c'entra e se pure alla fine non c'entrasse permettemi di ringraziare la famiglia della sign.ra Francesca Beneduce che mi ha permesso di scattare qualche foto, in una situazione di totale cordialità ed amicizia pur non conoscendomi, cosa che mi convince ancor di più che le persone nobili sono in numero superiore a quelle meschine.
Comunque, godetevi queste foto scattate di sera e pensate che se invece di stare in (Sud) Italia stavate in Svizzera o Austria, questa Massaria sarebbe stato un punto turistico di sicuro interesse, con tutto ciò che ne consegue.

Dicevo che in questa carta storica del periodo 1801-1850, questa masseria è indicata come Perrino, ma potrebbe essere che in tempi più remoti avesse un'altra denominazione:


Questa è la foto del cortile interno: memorizzate le 3 colonne...


Questo è ciò che rimane di una cappella interna, dove si possono ancora ammirare gli antichi stucchi...




Qui si vede la facciata dell'edificio principale: in alto vi erano gli ingressi dei proprietari della Massaria, sotto invece ci andavano i contadini.


Ancora viste sul colonnato...


Il pozzo....!


Vedremo se questa Masseria ha attinenza con una mappa del 1696, dove risulta essere la sola cosa disegnata oltre alla Grancia tavernanovese...


giovedì 11 ottobre 2012

Protasio Crivelli, Casalnuovo e Tavernanova...

...passando per Striano. Se ricordate, tempo fa mi ero legato al dito (delle mani o dei piedi, fate vobis) un approfondimento:

"Palazzo S.Gervasio: microstorie tra fonti e documenti, a cura di L.Iannelli (1997) ed.Pianeta Libro, riporta uno stralcio dove si parla del Principe di Striano: "Cappellam sub titolo Sancti Joseph Patriarchae, de iure patronato Excellentissimi Principis Striani, degentem extra moenia et in loco ubi dicit lataverna nova ". Qui, se è vero che il principe di Striano aveva a che fare con il Regno di Napoli, è anche vero che una taverna nova era anche vicino Potenza, a cui farebbe riferimento "extra moenia" (afore 'e mmure da città)."
Fermo restando che il costrutto di cui sopra "soffre" di una mancata revisione ( quando si riferiva a qualcosa fuori la capitale del Regno di Napoli, si indicava con "extra moenia" e non mi volevo riferire a Potenza), ho trovato una relazione che FORSE conferma che il Principe di Striano, in quell'epoca lo si indicava "degentem", ovvero trascorrendo qualche tempo fuori casa in una località cara alla sua famiglia.
Potrebbe essere Tavernanova?

A Sarno vi è una Chiesa, quella dedicata a San Giovanni Battista:

"fu costruita nell 'attuale via Municipio, con il.contributo della popolazione, agli inizi del XII secolo e prese il nome di San Michele Arcangelo. Poco dopo fu data in dono dal Vescovo di Nola ai Monaci benedettini del monastero dei SS. Severino e Sossio. Divenuta fatiscente, i monaci la diedero in consegna, agli inizi del Cinquecento, alla Diocesi di Sarno, che la ricostruì con il nome di San Giovanni Battista. Nel 1739 le venne conferito il titolo di Parrocchia a svantaggio della Chiesa di San Severino Abate.Al suo interno vi è custodita una pala d 'altare del 1506, dono del barone del tempo Luigi di Casainuovo. Tale opera, del pittore milanese Protasio Crivelli, raffigura la Madonna con Bambino in trono fra i Santi Severino e Sossio." (Fonte: Comune di Striano)

Leggasi Casalnuovo al posto di Casainuovo.

Protasio Crivelli (1509) - Pala d'altare raffigurante Madonna con Bambino ed i Santi Sossio a sinistra e Severino a destra (ex-voto).

Quindi è molto probabile che il Principe di Striano avesse degli interessi a Tavernanova (e Casalnuovo) che risalivano ai suoi discendenti. Quindi il committment al pittoreda parte del Barone, era per regalare qualcosa al Principe che gli potesse ricordare uno dei luoghi che gli appartenevano. Una puntatina a Striano per andare a leggere la scritta i piedi della Madonna io la farei...


Campana con lo stemma del Monastero dei SS.Severino et Sossio...

...in quel di Napoli, Archivio di Stato. E' molto probabile che le campane che erano presenti nella Cappella tavernanovese ne avessero uno simile.

Particolare della campana esposta all'Archivio di Stato di Napoli, appartenente al Monastero dei SS. Severino e Sossio di Napoli


















La prima S è quella relativa a S.Severino, poichè innestata nel Pastorale tipico dei vescovi; la seconda S è quella di S.Sossio, innestata in una palma che rappresenta il martirio cristiano.

Se vedete qualcosa di simile in giro, dalle sembianze di campana, sapete da dove proviene...

mercoledì 3 ottobre 2012

L'ultimo sguardo alla Cappella di S.Maria ad nives?

Posto questa foto scattata ieri mattina, on-the-fly.

Cappella di S.Maria ad nives - Tavernanova 02 Ottobre 2012
Dalla foto mancano le campane...di bronzo...e la struttura che le conteneva.
Ne era rimasta almeno una delle due se non ricordo male.
Chissà che "fine" hanno fatto...

lunedì 1 ottobre 2012

...Forse forse appartiene ancora a Nino Gaudiosi?

Chissà...
L'ho chiamato qualche ora fa e mi ha detto che alle 17 sarebbe stato a Tavernanova, presso Don Carlo Cicala, dopo essere passato in Comune proprio per la questione della Cappella.
L'abbattimento è ora sospeso, ma mi hanno detto che il campanile è out: s'erane piglià 'e campane 'e bronze?
Comunque, quel poco di tam-tam mediatico a qualcosa è servito. Grazie a tutti.

Ma 'sta 'cchiesa a chi appartene?

Parlo della Cappella di S.Maria ad Nives che, insieme alla Grancia dei Monaci che vi si trova di fronte (ed insieme a qualche antica Masseria nei dintorni) rappresenta la memoria storica di un paese; sì, Tavernanova è un paese.
Tra telefonate ed E-mail varie, vengo a sapere che la Cappella è stata praticamente abbattuta.
Non volendo entrare nel merito delle questioni legali, giusto per ricordare che, al più tardi, abbiamo notizie fin dal 1738 della Cappella, la quale è sicuramente datata quantomeno alla fine del 1600:

1738 - Primo documento di una visita che il Vescovo di Nola fa  nella Cappella
ed ancora che agli atti della Intendenza di Napoli, nel 1806, vi è depositato una richiesta:

Il Vescovo di Nola domanda il mantenimento dell'Ecclesiastico che chiede cura della Cappella di S. Maria della Neve in Taverna Nova. Pomigliano d'Arco

"Questo tipo di atti - provenienti dall'archivio di Stato di Napoli -  si riferiscono alle ampie competenze esercitate in materia di beneficenza, amministrazione di beni di istituzioni religiose, confraternite, opere pie, nomina di rettori e di predicatori e, in generale, degli aspetti della vita delle comunità comprese nella provincia che avessero relazione con il culto." recita la presentazione dell'archivio.
Quindi l'apertura al culto ne ha fatto una chiesa a tutti gli effetti: chi di dovere ne ha tenuto conto per decidere?

Dunque relazione con il culto e Pomigliano d'Arco.

Dobbiamo riflettere sulle due cose sopra evidenziate per la storia tavernanovese.

Luis Sepulveda diceva "Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro".

Per quello che vale...siam messi male!

Bah!

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