domenica 29 giugno 2014

Non solo foris Arcora ma anche foris flubeum...

Come illustrato nel libro "Casali Novo intus Arcora" di (Don) Carlo Cicala, attuale parroco della chiesa dedicata alla Vergine Addolorata, una parte del territorio tavernanovese poteva ben dirsi -nei secoli immediatamente successivi all'anno 1000- appartenente al casale di Terczo o Terzo.

1802 - L. Marchese ed il territorio arcoriano
Nei secoli successivi Terczo fu poi inglobato nel territorio di Ponticelli, come potete notare dalla mappa di Luigi Marchese in alto, che disegna questo territorio nella zona a sinistra di via Casamanna e fino al Salice tutto.
Ciò risulta anche nelle trascrizioni da me ricercate alla BNN, di cui la più antica risale al 1181, anche se i primi accordi di territori e/o mulini con il Monastero di S.Severino e Sossio sono di un 3 secoli indietro.
Detto questo, dalle carte risulta evidente che il fiume Sebeto (o Rubeolo) rappresentava giustamente un confine territoriale tangibile e quindi menzionabile negli atti notarili.
In una trascrizione del 1269, si parla di una "starcza nostra de illu infirmariu posita vero in illa padula del loco terczo, parte foris flubeum". Da qui si può dedurre che nel territorio di Terzo vi era una palude e che in questa palude vi era una starza dell'infirmaria nostra: la grancia tavernanovese?
Ma il documento più interessante

sabato 21 giugno 2014

Gli abitatori di Villa Arcora...

Agricoltura medioevale -in alto a dx cosa sembra? fonte: http://www.cucinamedievale.it/
...da non confondere con Arcore..
Nell'immagine qui a sinistra vedete in alto a destra un qualcosa di familiare o no?
Più o  meno la grancia doveva essere così come nel quadro.
Detto questo, dalle cento e passa trascrizioni riprese dalla Biblioteca Nazionale che riguardano Arcora ( intus et foris, dudum Aquaeductus, etc.), ho notato alcuni habitator:

  • Petrus Schintella
  • Iohannes Schintella
  • Petrus filius Sergii
  • Stephanus filium Aligerni
  • Iohannes Cafatino
  • Iohannes Picella
  • Rogerius Tinella
  • Petrum Mottulam
  • Salvatus filius Sergii De Georgio
  • Benedictus de Arcora
  • Ursus Armisandi de villa  Arcora
  • Petro Cutunyulo et Iohanni de villa Arcora
  • Iohannes, Petrus et Alferius de loco Arcora
  • Stephano Rege
  • Gregorio De Serbato
  • Iohannes Cicalesi et Dominicus eiusdem cognomine
  • Bartholomeus Bulcano
  • Matheus De Lupino
  • Petro Macza et Maria, eius uxor
  • Cacapice Truttello del loco Arcora
  • Stabile Peccella de villa Arcora
  • Letitia de domna Romania relicta quondam Simone Guindazzo
  • Petrus Cacapice Curtello
  • Iohannes Palumbo dicto iudice
  • Iohanni Osensa
  • Iohanni Zozulo de villa Arcora
..facite ca ce stà pure cocche antenate vuoste?

Ancora grazie per le visite e buon WE...

sabato 14 giugno 2014

La chiesa di San Areta ed altre storie...

Santo Areta - fonte http://www.santiebeati.it/
...e iye stù sante nun l'aggia maje sentute.
Si ritrova in uno degli oltre 100 trascritti del Monastero dei SS. Severino e Sossio. Il territorio della chiesa di Sancto Arete si trovava in "Campo Romano". Parliamo del 1163. La cosa simpatica è che questo santo è arabo!!
Campo Romano è una zona di Arcora, probabilmente una area che con il passare del tempo era ancora "governata" con il sistema delle centuriazioni (praticamente un modo di suddividere il territorio) romane.
Alcuni la fanno coincidere all'interno della zona della Masseria Tavola, ma probabilmente di Campi Romano in Campania ve ne era qualcuno in più. Passata questa curiosità, Vi passo qualche osservazione in merito alla grancia tavernanovese (Palazzo Gaudiosi):


  • Ritengo ancora in piedi l'ipotesi che, dopo la donazione al monastero della villa rustica romana da parte di qualche nobile, questa diventi infirmaria  dipendente dalla Masseria Pretiosa.
  • In un luogo di Arcora, Orticellu, nel 1248 vi era una casa con alberi da frutta, forno e "casa coperta ad listam", di proprietà di un bisconte.
  • In una trascrizione del 1250 si parla di una casa in loco Arcora con curte ed harea.
  • Ancora, nel 1118, si menziona che in una zona a cavallo tra due ecclesie (S. Maria Amarcatara e S. Crisanzio) vi è posta una casa con egriptis, pischinis, putheu ('o puzze): la descrizione si avvicina a quella di una antica villa rustica romana (ovviamente a quello che sarebbe stata dopo circa 600 anni...)
  • In un altra trascrizione (1250), si parla di un pezzo di terra con palmenta, subsetoria (riparo), pissina in loco Pumiliano, pertinentis neapolis, iuris propri dicti monasteri: la pertinentis indica nei pressi, quindi più zona tavernanovese che altro, visti i possedimenti delle chiese napoletane nella zona casamannese (S. Ligorio, S. Patrizia, S. Maria Maggiore).
Per concludere, in una trascrizione del 1190 si parla di un accordo su di una terra integra in illa starza ipsius infirmarie sita in dicto loco arcora, iuxta ambobus capitibus et ambosus lateribus sunt viis puplicis: starza? infirmaria? L'accordo prevede la coltivazione di alcuni prodotti quali grano, orzo, miglio, legumi vari, vinum e greco. E 'ppure 'e lupini!!

Buone cose!

sabato 7 giugno 2014

I luoghi Arcoriani: qualche notizia...

Esempio di sigillo in calce ad una pergamena
...da una prima analisi di un centinaio di trascrizioni di pergamene, tratte dal testo di M.R. Pilone "L'antico inventario delle pergamene del Monastero dei SS. Severino e Sossio : Archivio di Stato di Napoli, Monasteri soppressi, vol. 1788".

La prima che salta alla mente è legata ad un personaggio della mia ed anche della vostra infanzia: 'Cecca 'a crastapuorche ovvero 'a serengara.
Ve la ricordate?
Bene. In una pergamena del 1087 compare un certo Aligerni Ciaccaporci che risulta essere un confinante della terra che Petrus de Turre, filius Aligerni, dona al Monastero di S.Severino e Sossio. Questa terra si trovava in loco Pumillano foris Arcora dudum Aqueductus.
Ciaccaporci=Crastapuorche!! Evviva Francesca, che Dio l'abbia in gloria.

Inoltre, i monaci attestati alla Masseria Pretiosa che comandava anche la grancia tavernanovese, facevano il vinum grecum, saccapanna et fructoras: il vino greco! La saccapanna era la vinaccia.

Un'altra traccia che viene fuori dalle pergamene è che la grancia tavernanovese venisse. usata come infirmaria dai monaci.
Ancora, sempre seguendo qualche traccia sulla grancia tavernanovese, altre ipotesi da perseguire sono legate ad alcune pergamene delle quali la più vecchia marca 1118.
...e mi mancano ancora qualche decina di trascrizioni che riguardano Terczo (Terzo), un luogo prossimo a Ponticelli, che alcuni studiosi dicono avere a che fare con Tavernanova.

Alla prossima e grazie per le visite.

Canale Youtube - La playlist...

Post +popolari nell'ultimo mese...