mercoledì 28 settembre 2016

Condottieri di ventura: Angelino d'Austria (1387)

Siamo nel Gennaio del 1387, Angelino d'Austria (o Angelino Berger, Angelo Chel, Angelo di Stulich, Angelo di Sterlida), Duca di Bari, signore di Rutigliano e di Montenero "Esce da Napoli con 40 cavalli e si scontra presso Casalnuovo di Napoli con Giacomo Stendardo".
Il mese successivo, "i contadini di Trocchia e di Pollena uccidono otto suoi saccomanni; il condottiero si porta con i suoi cavalli tedeschi in tali borgate e le mette a ferro e fuoco".
(fonte http://www.condottieridiventura.it/)

Queste e altre battaglie fecero sì che quasi tutto il territorio arcoriano lungo il solco della antica Strada Consolare Appia venisse distrutto e tutta la zona impoverita.


Nota storica: Casalnuovo di Napoli "nasce" dopo il 1400

domenica 25 settembre 2016

La storia tavernanovese vista dalla grancia dei monaci cassinesi (Parte II et ultima).

Ricostruzione "ideale" della villa rustica tavernanovese
lungo la via Filichito
Ci siamo fermati al 1248/50. Adesso qualche altra battuta per proseguire.
Con l'eccezione della pergamena relativa all'anno 949, quasi tutte le altre sono state raggruppate dalla dott. M.R. Pilone come riguardanti uno stesso fondo (n.1110, 1691, 1696, 793, 910, 146, 147, 247).
Nella fattispecie, la pergamena n.1696 ci dice che il fondo con casa coperta ad lista - con forno, alberi e un proprio frutteto, è detto Orticellu.
Nel 1250, secondo la pergamena n.1834, infine Letizia, vedova del defunto Simone Guindazzo, dona al Monastero di SS.Severino e Sossio un fondo con Casa, Curte et Harea proprio nei pressi del fondo che fu del Visconte e che confina da due parti con questo Orticellu.
Per concludere: la grancia tavernanovese MOLTO PROBABILMENTE comprendeva il complesso Gaudiosi e tutta la serie di costruzioni che si susseguono (susseguivano, capirete che parlianmo di scarsi 800 anni fa!) a partire dal complesso della Cappella di S.Maria ad nives fino ad arrivare grosso modo qui:


Tale grancia si è man mano consolidata nei secoli grazie alle donazioni di personaggi illustri dell'epoca (ricordiamo il Visconte di Napoli e lo stesso Duca!) fino ad essere luogo di taverna (nuova) agli albori del 1600.
Giusto per...vi ripropongo un particolare del dipinto del XVIII sec. (attribuito a R:Montanari), dove si vede Tavernanova e i due complessi (ormai distinti, vista la Regia Strada delle Puglie). In particolare, via Filichito non esiste, ma c'è il sentiero che portava fino all'ingresso (peraltro confermato da alcune mappe del XIX secolo) della grancia/villa lato Sud.


martedì 20 settembre 2016

La storia tavernanovese vista dalla grancia dei monaci cassinesi (Parte I).

Pseudo ricostruzione della villa rustica
tavernanovese (lato Nord)
Nello specifico, parliamo del complesso Gaudiosi, prima villa rustica romana, poi tramutatosi in grancia dei monaci di S.Severino e Sossio a fronte di alcune donazioni e/o di vendite.
Ma andiamo con ordine: siamo nel 949, il duca di Napoli - non uno qualunque! - permuta un molino con un territorio in Arcora.
L'analisi della pergamena insieme a quella della reticolazione delle centurie riconosciute sul territorio arcoriano, stabilisce che il territorio che va al duca comprende proprio il terreno dove è situato il palazzo Gaudiosi.
Non sappiamo se prima di tale anno vi fossero effettivamente dei ruderi di una villa rustica romana, ma sappiamo che quest'area era stata possedimento di Maria, figlia di uno degli eredi del Duca Marino, quasi un centinaio di anni prima (898) e che l'aveva donata a sua volta al Monastero (c'è però da sottolineare che, analizzando altre pergamene successive che riguardano Arcora, la presenza di case, ruderi o altro è stata sempre trascritta).
Dopo il 949, facciamo un salto diretto (non vi sono altri documenti) al 1200 circa, dove vi è uno scambio di proprietà tra Pietro Cacapice Truttello e il visconte Pietro Macza (Massa); tale fondo si trova in Villa Arcora (attenzione a "Villa").
Nel 1246 circa, lo stesso Visconte dona un fondo in loco Arcora al Monastero e poi, qualche anno dopo, insieme al fratello Napolitano Macza, vende al Monastero due fondi: Mocza e Orticellu.
Sembrerebbe che, contemporaneamente alla suscritta vendita, i coniugi Pietro Macza e la consorte Maria rinunciarono - sempre a favore del Monastero - ad una "casa coperta ad lista [...] cum integre omne bestie nostre et cum integre omne mobile nostrum".
Qui bisogna sottolineare due punti: la casa coperta "ad lista" è tipico di una villa rustica romana (e i resti di questa copertura si rilevavavno una trentina di anni nel complesso Gaudiosi); il mantenimento delle bestie, presente nelle ville rustiche più grandi come lo era appunto il complesso Gaudiosi, che si estendeva come un unicum che racchiudeva tutte le costruzioni a partire dalla cappella di S.Maria ad Nives fino all'ultimo rudere (ad oggi) che è giù su via Filichito (a destra).

giovedì 15 settembre 2016

Tavernanova e il culto dell'Addolorata: S. Gaetano Errico da Secondigliano...

...ne fu certamente il promotore indiretto anche da noi.
In un post di qualche anno fa, avevo riportato quanto ritrovato presso l'Archivio Diocesano di Nola, ovvero che, mancando i fondi per ristrutturare la Cappella di S.Maria ad Nives, l' Economo di allora (1856) visto che "In ogni anno gli abitanti di Tavernanova nell'ultima domenica di Ottobre sono soliti di celebrare una Festa in onore dell'Addolorata, per la quale, raccolgono e poi erogano trenta e più ducati.", proponeva che tale somma andasse per la ristrutturazione.

Tale devozione è nata sicuramente nel nostro paese non prima del 1818, anno in cui 'O Superiore afferma che una Chiesa dedicata alla Madonna Addolorata era da costruirsi in Secondigliano e il 1830-1835, anni in cui la Chiesa, costruita e benedetta, venne arricchita dalla statua della Madonna Addolorata.

S. Gaetano Errico è il 29 Ottobre....credo che anche questa sia una data da ricordare.

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