domenica 25 settembre 2016

La storia tavernanovese vista dalla grancia dei monaci cassinesi (Parte II et ultima).

Ricostruzione "ideale" della villa rustica tavernanovese
lungo la via Filichito
Ci siamo fermati al 1248/50. Adesso qualche altra battuta per proseguire.
Con l'eccezione della pergamena relativa all'anno 949, quasi tutte le altre sono state raggruppate dalla dott. M.R. Pilone come riguardanti uno stesso fondo (n.1110, 1691, 1696, 793, 910, 146, 147, 247).
Nella fattispecie, la pergamena n.1696 ci dice che il fondo con casa coperta ad lista - con forno, alberi e un proprio frutteto, è detto Orticellu.
Nel 1250, secondo la pergamena n.1834, infine Letizia, vedova del defunto Simone Guindazzo, dona al Monastero di SS.Severino e Sossio un fondo con Casa, Curte et Harea proprio nei pressi del fondo che fu del Visconte e che confina da due parti con questo Orticellu.
Per concludere: la grancia tavernanovese MOLTO PROBABILMENTE comprendeva il complesso Gaudiosi e tutta la serie di costruzioni che si susseguono (susseguivano, capirete che parlianmo di scarsi 800 anni fa!) a partire dal complesso della Cappella di S.Maria ad nives fino ad arrivare grosso modo qui:


Tale grancia si è man mano consolidata nei secoli grazie alle donazioni di personaggi illustri dell'epoca (ricordiamo il Visconte di Napoli e lo stesso Duca!) fino ad essere luogo di taverna (nuova) agli albori del 1600.
Giusto per...vi ripropongo un particolare del dipinto del XVIII sec. (attribuito a R:Montanari), dove si vede Tavernanova e i due complessi (ormai distinti, vista la Regia Strada delle Puglie). In particolare, via Filichito non esiste, ma c'è il sentiero che portava fino all'ingresso (peraltro confermato da alcune mappe del XIX secolo) della grancia/villa lato Sud.


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