mercoledì 31 agosto 2016

1696: il Lettore dei Regi Bandi si presenta a Tavernanova

Duca di Medinacelli - Vicerè di Napoli all'epoca della Pragmatica
Siamo nel 1696, Carlo II emette la sua Pragmatica n.60, praticamente 'na legge che stabilisce 'na tassa.
All'epoca a Napoli comandava il Vicerè di Spagna, tal Luis Francisco de la Cerda y Aragón.
La gabella in questione (con ben 38 cavilli), ripresa nel 1717 e oltre, stabiliva che chiunque volesse vendere farine e suoi derivati nella Città di Napoli e zone limitrofe, doveva prima pagare la gabella in città e poi poteva passare alla vendita.
Ciò per evitare che l'immissione di farine et altro di contrabbando nella capitale non facesse vendere farine e derivati "regolari" presenti in città.

Nel Settembre del 1696, dunque, il Lettore dei Regi Bandi, Luigi Moccia, comunica (postilla 35) di aver letto con Trombette Reali negli infrasctitti Casali, e luoghi di Napoli Capo di Chino, Secondigliano,[...] e Ponte della Maddalena e Taverna Nova,[...]




Sarà stato uno spettacolo!

domenica 28 agosto 2016

Nel 1119 forse la prima traccia della vita nella grancia Tavernanovese

Contadini al lavoro - Miniatura cassinese degli inizi dell'XI secolo
In una offertio in Arcora da parte di Giovanni Seniore e di suo cognato Adenulfo al Monastero di S.Severino e Sossio, si ritrova che il territorio che loro offrono al Monastero aveva i seguenti confini:

"iuxta riu qui nominatur de Silice, iuxta viam qui pergit ad Summam, iuxta semita qui vadit ad illa obedientia vestra de diete monasterio et alios confines"

La semita è un sentiero. In alcune mappe dell'area, a partire dalla pergamena del 1695, consultabile presso l'Archivio di Stato di Napoli (vol.1845 - XVI del materiale iconografico sui "Monasteri Soppressi") è tracciato un sentiero che, partendo grosso modo dalla zona dell'attuale Parrocchia della Addolorata, si congiungeva all'attuale Via Plinio.
L'obedientia del Monastero è da intendersi come una dependance  dello stesso, ovvero la pars massaricia che ritroviamo nelle curtis al IX-X sec. come evoluzione delle ville rustiche romane.

Questa pergamena dunque, con beneficio d'inventario in quanto vi è un'altro gruppo di scritti interessanti, ha molte probabilità di indicare che nel 1119 la grancia tavernanovese era attiva per conto del Monastero di S.Severino e Sossio che in Arcora aveva la pars dominica situata nella Masseria della Preziosa (di cui la grancia era appunto obedientia).

1819

1801

giovedì 18 agosto 2016

S.Maria del Mercato (Amarcatara) e S. Crisanto: due chiese distrutte dei luoghi arcoriani.

S. Crisanto (fonte: santiebeati.it)
Facendo seguito al post sul quinto miglio, è interessante la menzione di queste due chiese distrutte dei luoghi arcoriani: S.Maria Amarcatara e S.Crisanto.
Della prima si hanno notizie (della sua distruzione) nel 1003 in una offertione di Pietro Scintilla al Monastero di S.Severino et Sossio di ben quattro campi di Arcora. In uno di questi c'era, oltre alla chiesa di S.Crisanto(distrutta anche essa, i cui resti erano ridotti alla sola cupola), anche quella di S.Maria del Mercato:

"Iterum offerunt et tradiderunt vobis et in ipso sancto vestro monasterio integra ecclesia vocabulo Sancte Marie qui nominatur Amercatara, et de integru campu uhi est superscripta ecclesia, qui modo distructa est, posita ibi ipsu, iuxta superscripta Arcora, una cum omnibus iuribus et pertinentiis earum, ad habendum, tenendum, dominandum per dictum monasterium"

Se per S.Crisanto possiamo pensare ad una posizione foris arcora (risalente tra il 995 e il 1008), per questa di S.Maria sono propenso ad un posizionamento a sud-est di Tavernanova, prima delle arcate. Si legge in una pergamena del 1119:

S.Maria della Piazza (o del Mercato)

"lnstrumentum unum curialiscum scriptum, factum in tempore imperatoris Iohannis Porfidi, continens quomodo Iohannes Seniore, habitator de castro Summe, offeruit abbati Cesario
et conventui integrum campum de terra iuris propriis dicti monasterii, situm in dieta villa Arcore et dicitur ad Sancto Grisanto et ad Sancta Maria xxx• iuris propriis dicti monasterii. Fines
vero dicti campi de terra sunt hii: de uno latere est rivum de Selete, ab alio latere sunt ipsa Arcora, de uno capite est via puplica, ab alio capite est via que vadit ad ipsa Arcora.". Quindi questo campo aveva come limiti inferiore e superiore due strade, di cui una era la via che andava verso le arcate (nazionale delle puglie), mentre a destra e a sinistra vi erano le arcate stesse e questo fiume - detto Selete - che alcuni autori indicano in intus Arcora.  Una ulteriore pergamena del 1119, conferma i confini appena citati.

P.S. - Santa Maria del Mercato...nei pressi si faceva il mercato...

martedì 16 agosto 2016

Tavernanova quale quinto miglio di una strada romana.

E allora?
Significa che se in qualche pergamena ritrovo in loco Arcora e ad illa quinta sono quasi certo che la zona è quella tavernanovese.


Nel testo di A. Piganiol - "Le conquiste dei romani. Fondazione e ascesa di una grande civiltà" (2010) - ed. Il Saggiatore, si descrive come i romani avevano l'abitudine di porre un tabernacolo dedicato a qualche dio lungo ciascuna strada da loro costruita. Questo tabernacolo veniva posto precisamente al quinto miglio.
Il quinto miglio della strada Neapolis - Abellinum (iniziata da Adriano Augusto nel II sec. dC), ovvero 5000 passi romani coincide con non meno di 5920 metri e non più di 7400 (vedi "Parole di pietra: La vita dell'antica Roma raccontata dalle epigrafi della via Appia").
Tavernanova si ritrova ad essere, lungo tale strada, proprio il quinto miglio.
Così, in una pergamena del 1112, troviamo:

"iterum a die presentis offerimus et tradidimus bobis et per vos in ipso sancto et venerabili vestro monasterio et integras omnes portiones et pertinentias vestras que nobis pertinet vel pertinere debeant aut pertinentes fuerit per quobis modum per memorata genitrice nostra. de integra ecclesia bocabulo sancte marie que vocatur at mascatura qui ad illa quinta dicitur et de integrum campum ubi est memorata ecclesia que vos cum dei aiutorium at nobiter illa edificastitis. Insimul iam proprium memorati vestri monasterii. positum ibi ipsum da intus iusta memorata vestra. arcoras una cum domibus et griptis distructis que ibidem sunt. intus memorata terra iam propria vestra et cum quantum nobis pertinet de piscinis distructis. et de omnes fabrices. que intus memorata terra sunt. insimul iam proprium memorati vestri monasterii et cum biis et anditas et introitas..."

venerdì 12 agosto 2016

12 Agosto 2012...

...e sono 4 gli anni passati.
Resteremo sempre a contarli, nella memoria del miglior sacerdote che Tavernanova potesse avere.
Nel libretto datato 12 Agosto 2013, "Mons. Gennaro Fico - Cenni di vita e di ministero", si leggono parole dolcissime tratte dal suo diario e che hanno come sfondo il nostro paesetto:

"...l'altero silenzio dei maestosi platani non turbato da vento alcuno m' ha parlato questa sera al cuore con un linguaggio che solo la natura usa, linguaggio che ho ben compreso perchè m'ha detto una muta parola di gioia e di pace..." (08-08-1948).

"Amo la domenica del mio paesetto; amo la poesia della festa domenicale, quale poesia è più sublime di quella che offre direttamente la natura?
Non credo che vi sia qualcosa di più poetico della semplice vita di un paesetto campestre dove il cuore che pulsa è la campana che annuncia che il sole ha indorato le più alte nubi e presto vestirà del suo manto regale le casette le casette del paesello dove, dopo una settimana di onesto lavoro, al mattino della festa tutti si raccolgono nella chiesetta a rivolgere la comune preghiera all'Onnipotente, a offrire un sacrificio degno del Padre, sacrificio di lode, di riconoscenza, per chiedergli forza per la debolezza umana.
M'è caro sentirmi spiritualmente unito a tutti i compaesani per lodare l'Altissimo, essere al di sopra degli odi partigiani, degli interessi privati, delle liti domestiche e stringermi in questa comunione di cuori, di affetti, di idee.." (15-10-1947).

Tutta Tavernanova oggi si stringe nella preghiera per questo grande sacerdote (senz'offesa...).

W don Gennaro W

venerdì 5 agosto 2016

La Madonna della Neve e Sant'Emidio: un 5 Agosto tutto di festa

Qui a Tavernanova il 5 Agosto è un giorno particolare: si festeggia Sant'Emidio, del quale vi è una statua nella Parrocchiale nolana dedicata alla Vergina Addolorata, molto probabilmente arrivata in chiesa ben prima del suo completamento (1959):

Parrocchia S.Maria Addolorata - Tavernanova (Na) - Sant'Emidio
La storia di questo Vescovo e Martire, patrono di Ascoli Piceno (e protettore dai terremoti), poichè nel 1703 un violento terremoto sconvolse le Marche ma non colpì quella città,  la potete leggere qui.

Per quanto riguarda la Madonna della Neve beh..certamente in questo blog troverete alcune notizie, ma una in particolare merita attenzione: solo nel 1756/7 i monaci benedettini - ai quali era stata affidata la gestione della cappella - fecero costruire l'altare di marmo. Questo, dal punto di vista della tradizione della Chiesa è molto importante in quanto definisce il passaggio da un altare "mobile" ligneo (ereditato forse da una antica staurita o da una cappellina privata) ad uno "immobile" marmoreo, segno invece di una liturgia ormai stanziale.
Scusatemi per le parole difficili.
Così, nella zona arcoriana, molti sono stati i toponimi (luoghi) associati a santi e/o madonne e che ora non ci sono più e, in una pergamena al mio vaglio si paventerebbe l'ipotesi di una staurita arcoriana, ovvero di un luogo di culto "temporaneo", che potrebbe essere l'antico predecessore di quello dedicato alla Madonna della Neve che, nelle nostre zone, ebbe come centro di culto la zona di Ponticelli a partire dal XIII sec.
La mia idea - tutta da vagliare - è che prima della Madonna della Neve, nell'area arcoriana tavernanovese potesse esserci qualche altro "culto"...

martedì 2 agosto 2016

Scusami Felice, ma...

...mai a immaginare che - a tua discrezione - Tavernanova già nel 1765 si estendeva per tutta l'attuale Via Casa Dell'acqua...
In un mio post di qualche anno fa (http://tavernanova.blogspot.it/2014/04/tra-piccinnino-e-weber-un-poco-di.html) mi era bastato localizzare dove era Taverrnanova rispetto a Pomigliano (e rispetto a Castello di Cisterna) per addurre che t'eri sbagliato.
Forse forse su Taverna nova no, non t'eri sbagliato se la pensavi così:

1765 - Felice Piccinnino, "Icon.crateris Neapolitani"
Dalla Masseria Preziosa via la Masseria Chiavettieri si arrivava su Via Nazionale delle Puglie; vediamo poi che la voce "Tavernanova" è in corrispondenza di un tracciato che oggi è seguito dalla via Filichito e da un altro che oggi è via Casa dell'Acqua.
Il centro di Tavernanova lo trovate in alto a sinistra.
Questa è una mappa che si presta a molti commenti...che ne pensate?
Buona serata!

La mappa per intero è consultabile qui su Gallica

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