Tavernanova quale quinto miglio di una strada romana.

E allora?
Significa che se in qualche pergamena ritrovo in loco Arcora e ad illa quinta sono quasi certo che la zona è quella tavernanovese.


Nel testo di A. Piganiol - "Le conquiste dei romani. Fondazione e ascesa di una grande civiltà" (2010) - ed. Il Saggiatore, si descrive come i romani avevano l'abitudine di porre un tabernacolo dedicato a qualche dio lungo ciascuna strada da loro costruita. Questo tabernacolo veniva posto precisamente al quinto miglio.
Il quinto miglio della strada Neapolis - Abellinum (iniziata da Adriano Augusto nel II sec. dC), ovvero 5000 passi romani coincide con non meno di 5920 metri e non più di 7400 (vedi "Parole di pietra: La vita dell'antica Roma raccontata dalle epigrafi della via Appia").
Tavernanova si ritrova ad essere, lungo tale strada, proprio il quinto miglio.
Così, in una pergamena del 1112, troviamo:

"iterum a die presentis offerimus et tradidimus bobis et per vos in ipso sancto et venerabili vestro monasterio et integras omnes portiones et pertinentias vestras que nobis pertinet vel pertinere debeant aut pertinentes fuerit per quobis modum per memorata genitrice nostra. de integra ecclesia bocabulo sancte marie que vocatur at mascatura qui ad illa quinta dicitur et de integrum campum ubi est memorata ecclesia que vos cum dei aiutorium at nobiter illa edificastitis. Insimul iam proprium memorati vestri monasterii. positum ibi ipsum da intus iusta memorata vestra. arcoras una cum domibus et griptis distructis que ibidem sunt. intus memorata terra iam propria vestra et cum quantum nobis pertinet de piscinis distructis. et de omnes fabrices. que intus memorata terra sunt. insimul iam proprium memorati vestri monasterii et cum biis et anditas et introitas..."

Ovvero:
"Parimenti dal giorno presente abbiamo offerto e consegnato a voi e tramite voi al vostro santo e venerabile monastero anche tutte le integre porzioni e pertinenze nostre che a noi appartengono o debbono appartenere o saranno appartenenti in qualsiasi modo dalla nostra predetta genitrice dell‟integra chiesa con il nome di santa Maria detta at mascatura che é chiamata ad illa quinta e dell‟integro campo dove é la predetta chiesa che voi con l‟aiuto di Dio avete costruito per noi, parimenti già propria del vostro predetto monastero sito ivi stesso dentro le predette vostre arcate, insieme con le case e le grotte distrutte che ivi sono dentro la predetta terra già propria vostra e con quanto a noi appartiene delle vasche distrutte e di tutte le costruzioni che sono dentro la predetta terra parimenti già propria del vostro predetto monastero e con le loro vie di entrata e uscita..."

Non sappiamo a quale dio era dedicato il tabernacolo costruito certamente durante i lavori di costruzione della strada. Certo è, come accaduto a tutti i templi romani (anche a quelli al quinto miglio) essi sono stati soppiantati da templi cristiani.
Potrebbe essere il caso di S.Maria at mascatura (o marcatara, mascatara, lamarcatara, segno della NON unanimità sul toponimo del luogo), divenuta poi S.Maria ad nevis grazie ai monaci cassinesi?

In una pergamena del 1003 leggiamo allora:

"Iterum a die presentis offerimus et tradidimus bobis et per vos in ipso monasterio: et integras omnes portiones et pertinentias nostras que nobis pertinent vel pertinere deberunt aut pertinentes fuerint per quobis modum a memorata genitrice nostra. De integra ecclesia bocabulo sancte marie que vocatur at mascatura et de integrum campum ubi est memorata ecclesia qui modo distructa est. Insimul iam proprium memorati vestri monasterii: positum ibi ipsum da intus iusta memorata arcora: una cum domibus et griptis distructis qui ibidem sunt intus memorata terra iam propria vestra et cum quantum nobis pertinet de piscinis distructis et de omnes frabicas qui intus memorata sunt. insimul iam proprium memorati vestri monasterii. et cum biis et anditas et introitas earum et omnibus que at memoratam ecclesiam et at memoratas terras generaliter et in integro pertinentibus et omnia intus se abentibus et possidentibus et cum omnes dationes et censum que de memorata ecclesia exire debuit per quobis modum. cum omnibus eius pertinentibus...".
Ovvero:
"Del pari dal giorno presente anche offriamo e consegniamo a voi, e tramite voi al monastero, per intero tutte le porzioni e pertinenze nostre che a noi appartengono, o dovranno appartenere o saranno pertinenti in qualsiasi modo dalla nostra anzidetta genitrice, dell‟integra chiesa con il nome di santa Maria chiamata at mascatura e dell‟integro campo ove é la predetta chiesa che ora é diroccata, parimenti già proprio del vostro predetto monastero, sito ivi stesso da dentro e vicino le predette arcate, insieme con le case e le grotte dirute che sono là dentro la predetta terra già propria vostra e con quanto a noi appartiene delle vasche distrutte e di ogni costruzione che é entro quanto anzidetto, parimenti già proprio del vostro predetto monastero, e con le loro vie e entrate e uscite e con tutte le cose alla suddetta chiesa e alle anzidette terre in generale e per intero pertinenti, e con tutte le cose che entro di loro vi sono e si possiedono, e con ogni dazione e tributo che dalla predetta chiesa deve essere pagato in qualsiasi modo, con tutte le cose ad essa pertinenti. E licenza e potestà abbiate voi e i vostri posteri e il vostro predetto monastero di riparare e edificare, come a voi piacerà, la predetta chiesa e tutte le anzidette costruzioni che ivi sono..."

La fonte di quanto sopra è il volume "REGII NEAPOLITANI ARCHIVI MONUMENTA -
DOCUMENTI DEL REGIO ARCHIVIO NAPOLETANO, II EDIZIONE CON TESTI TRADOTTI
A CURA DI GIACINTO LIBERTINI, VOLUME QUINTO - ANNI 1049-1114"

Leggendo voi stessi Vi renderete conto che non si tratta della sola trascrizione di un campo ma di qualcosa di più consistente, forse prossimo al complesso Gaudiosi e a quello che conteneva la cappella della Madonna della Neve, fino ad arrivare quasi nei pressi della Ramoil...

Ma altre pergamene incombono...stay tuned.