domenica 29 maggio 2011

Tagliamo la testa al topo...

...e, nel tentativo di capire la topografia (che non è lo studio della scrittura dei topi...) dei luoghi che oggi prendono il nome di Tavernanova, ho ripescato i due frammenti di un libro che qui vi riporto:



Il libro è "Notizie degli scavi di antichità" edito dalla Reale Tipografia dei Lincei (1938).
Dunque, qui si menziona l'acquedotto di Carmignano, che fu rifatto nel 1635 causa eruzione Vesuvio del 1631 è quello che arrivava a Casalnuovo via Maddaloni-Cancello-Avella-Cimitile-Marigliano-Licignano, e che con molta probabilità non ci interessa da vicino.


Avendo presente la mappa del 1616, postata in questo blog il 14 maggio 2011, possiamo individuare nei frammenti sopra, il tratto di un' acquedotto che "s'incrocia più innanzi con l'acquedotto Carmignano e proseguendo, lascia a destra il comune di Pomigliano d'Arco ed a sinistra il villaggio di Taverna Nova".


Non solo. Tale tratta attraversa la strada che da Taverna Nuova porta al Casale delle Botteghelle ('a Putechella): potrebbe essere la Via Arcora Comunale che portava i nostri nonni da Tavernanova alla Putechella ? E l'altra strada di cui si parla, potrebbe essere quella che prima del vecchio passaggio a livello della Vesuviana al Salice, venendo da Napoli la trovavamo a sinistra (ora via A.Ascalesi), portava sempre alla Putechella ?

L'ultima strada menzionata potrebbe essere una vecchia via ora distrutta che dal Salice portava ad Afragola.

Ora, è certo che tale percorso dell'arco dell'acquedotto, visto che supponiamo tagliare l'attuale via Arcora comunale nella sua originaria lunghezza, potrebbe aver dato il nome alla strada stessa, contro la primaria ipotesi che via Arcora SEGUISSE il percorso dell'antico acquedotto Claudio.

L'acquedotto Claudio sappiamo che passava certamente per la Chiesa di Casalnuovo Madonna dell'Arcora, ed è quest'ultimo che definisce l'intus e foris arcora delle vecchie pergamene, visto il suo percorso dalla masseria Preziosa.

Ma in che punto viene tagliata la regia delle Puglie dall'acquedotto Claudio ?

Ci proveremo; intanto posto una immagine:

Resti dell'acquedotto Augusteo (Claudio) di Serino ai Ponti Rossi a Napoli
La foto antica dovrebbe dare una idea di cosa passasse dalle nostre parti.

domenica 22 maggio 2011

Intus et foris arcora

Ovvero al di quà e al di là dell'arco (dell'acquedotto): così in base a tale riferimento venivano denominati i casali di Napoli. Abbiamo infatti ritrovato notizie su Pumilianum foris arcora, Licinianum foris arcora, Paccianum foris Arcora.
Queste definizioni sono importanti se allegate specie alla mappa del 1616, per poter individuare come si presentava la zona.
Facciamo allora un esperimento: sfruttando Google Maps, provo a segnalare l'acquedotto Claudio secondo quanto raccolto sulla documentazione e immaginando che -ovviamente- il percorso dell'acquedotto segnasse innanzitutto anche un minimo di strada per i coloni dell'epoca.
In tal modo, Licignano risulta foris arcora così come Pomigliano.

Si parte da La Preziosa, passando per la Masseria Chiavettieri

A Tavernanova sulla Via Arcora, quella più antica
Fino ad arrivare "alla taverna del Casale Novo" che si trovava nei pressi della Chiesa di S.Maria dell'Arcora
 Ovviamente, per ora il seguito di questo itinerario dell'arco non ci interessa. Quello che interessa è invece stabilire con precisione in quale punto tale arco attraversava Tavernanova; certamente non andava oltre via Iazzetta, poichè Licignano era "foris arcora". Secondo me, via Plinio potrebbe essere la zona in cui l'acquedotto si avvicinava a Tavernanova.

Ci leggiamo alla prossima...

Eruzione del Vesuvio del 1631

Questa eruzione fece si, come ci dice Francesco Ceva Grimaldi (march.di Pietracatella) nel 1857,
nel suo "Della città di Napoli dal tempo della sua fondazione sino al presente":


E secondo me ecco perchè manca una linea dell'acquedotto da "La Preziosa" verso il Sebeto nella mappa del 1692!


Immaginiamo il passato...

In questi giorni ho letto e ripassato molti testi su internet riguardo il Sebeto, la via Regia delle Puglie e quant'altro di attinente per poter capire più o meno come fosse la zona dell'attuale Tavernanova.
Per avere un'idea, basandomi sulle mappe riferite in questo blog, diciamo che i "cardini" sono i posti seguenti:


  • Salice
  • La Pretiosa
  • Taverna di CasaleNuovo (che non è Tavernanova)
  • Masseria Chiavettieri
  • Acquedotto Claudio
Per cui son riuscito a trovare alcune note che possono aiutarci a formare una piccola mappa (mappina) della zona:

In "L’approvvigionamento idrico della città di Napoli. L’acquedotto del Serino e il Formale Reale in un manoscritto della Biblioteca Nazionale di Madrid" di Giuseppe Maria Montuono:

L’acquedotto del Serino da Palma, in località Tirone, procedeva su un ponte-canale (un  opus arcuatum lungo 3500 metri con archi di circa 5 metri) nei pressi dell’attuale Pomigliano D’Arco - che da questi prende nome - e all’altezza di Pacchiano (masseria Palmese) prendeva una deviazione che lo portava alla masseria Chiavettieri e di lì raggiungeva Arcora, l’attuale Casalnuovo.
Nel corso della storia del ducato napoletano tutti i villaggi che nascevano erano distinti, a secondo della loro disposizione geografica rispetto a Napoli,con le espressioni intus arcora e foris arcora, se si trovavano cioé di qua o di là dell’Acquedotto Claudio. Dagli archi dell’acquedotto, secondo il Capasso, derivava non solo la possibilità di individuare i luoghi rispetto a Napoli, ma anche la possibilità di individuare i vari insediamenti che si formavano. Per cui “ Dagli archi in discorso fu detto Arcora [...] un villaggio che sorgeva ai tempi del ducato, dov’è ora Casalnuovo”. Dunque, l’etimologia del villaggio di Arcora va ricercata nella scelta che la sua antica comunità fece di insediarsi nei pressi dell’acquedotto
E' molto probabile che l'acquedotto Claudio sia quello che vediamo nella mappa del 1616.
Continuando, Salvatore Cantone pubblico nel 1923 i suoi "Cenni Storici" di Pomigliano d'Arco, in cui leggiamo:
Qui, l’imperatore Claudio – dalle radici del monte, ov’è «la Preziosa», e per «le Tufarelle» e per «i Chiavettieri» «fì alla taverna de Casale nuovo ala via per la quale se va da Napoli ad Acerra», a Capodichino, ai «ponti rossi», che ne sono esemplari superstiti – eresse gli archi laterizi dell’acquedotto, descritto anche dal Boccacci, ed il quale, da Serino, e per Aiello, Forino,Contrada, Montoro, Sarno, piano di Palma, s.Maria del pozzo, proseguiva a versarsi, col suo ramo principale, a Baia, nella «Piscina mirabile», immenso serbatoio d’acqua, per i bisogni della flotta romana
Quindi questo grande storico pomiglianese aggiunge un particolare al nostro acquedotto, che esso arriva da la
masseria "La Preziosa", che appartenne, prima, al re Federico d’Aragona e poi al monastero dei ss. Severino e Sossio di Napoli, gli stessi che vedremo primi colonizzatori di Tavernanova. Si chiamava Preziosa perchè era una masseria che produceva ottimi vini.

venerdì 20 maggio 2011

Ritorno al...Sebeto

Infatti, questo fiume scandiva le giornate di quei pochi che vi erano in zona e rappresentava una fonte di vitalità importantissima. Lungo il corso di tale fiume, andando verso Napoli, si ritrovano tracce storiche di mulini e di altre aziende che nei secoli ne hanno sfruttato il corso.
Volendo cominciare a guardarci intorno, nel libro "Storia delle due Sicilie dall'antichità più remota al 1789, vol.II" di Nicola Corcia (1842), si capisce che a Tavernanova vi era una delle due grotte fonti del Sebeto; l'altra era detta "della Preziosa".
Il nome "Preziosa" era legato ad un podere appartenente ai monaci di S.Severino, gli stessi a cui apparteneva (e di questo vi è ampia documentazione "volgare") il palazzo che noi conosciamo come "Gaudiosi" e la piccola cappella di fronte, dedicata a S.Maria della neve.
Da qui è molto probabile che tutta la zona che andava da detto podere fino al palazzo Gaudiosi fosse di proprietà di questi monaci.
Infatti, molti riferimenti ad una Santa Maria della Pretiosa si hanno fin dal 1100 in "Afragola feudale, per una storia degli insediamenti rurali nel Napoletano", di Carlo Cerbone-Domenico de Stelleopardis.

In questo libro troviamo anche un riferimento al soprannome "Sicari":

il 24 Gennaio 1148 Rogerius Tinella di Arcora dona a S.Severino una terra ad Arcora che confina con quella degli eredi "de illi Cicari"

Cicarii...Scicari..Sicari... e' Sigarie!

mercoledì 18 maggio 2011

Confrontando le due mappe (1616 e 1692)

Confrontando le due mappe, quella del 1616 e quella del 1692, dove sono "illustrati" i percorsi degli acquedotti che partono dalla Masseria "Preziosa" ed arrivano - con tre diversi giri - fino a Napoli, rileggendo il fatto che
a l l a  t a v e r n a  d e  Ca s a l e n u o v o  a l a  v i a  p e r  l a  q u a l e  s e  v a  d a  Na p . a d  Ac e r r a  d e l l i  q u a l i  n e  a p p a r e n o  mo l t i  v e s t i g i j   e t  d a  d e t t i  a r c h i  u n o    c a s a l e  l l à  v i c i n o  s e  d i c e  Pomi g l i a n o  d e  Ar c o
 mi viene il dubbio che detta taverna non sia la nostra Tavernanova ma, seguendo quanto riportato in "Memorie storiche del comune di Afragola" - G.Castaldi (1830), vi era appunto una osteria proprio nei pressi della Chiesa di S.Maria dell'Arcora.
Per la datazione del nucleo tavernanovese, c'è ancora tempo...

La Via Regia delle Puglie...

...potrebbe essere un altro focus di ricerca.
Tale strada aveva origine da Napoli, Porta Capuana e Poggioreale, ed attraversava (come ora) anche Tavernanova, Pomigliano d'Arco, Baiano, Mugnano passando per Monteforte, Avellino, Ariano fino ad arrivare alle città portuali pugliesi, quali Cerignola, Barletta, Trani, etc.
Tutto il lavoro di costruzione fu a cavallo del sedicesimo e diciassettesimo secolo, per poter trasportare il grano pugliese verso la capitale Napoli; la stessa strada fu poi riassestata ed ampliata intorno al 1760, sotto il regno di Ferdinando IV (detto o' mariscialle 'e Casammana ;) ).

sabato 14 maggio 2011

Il Sebeto sulla mappe...e non solo!

Siamo nel 1602. Il Cavallari "rivede" a modo suo una mappa del noto umanista Ambrogio Leone da Nola.
In questa mappa (non vi aspettate precisione a livello GPS...) si leggono alcune cose per noi importanti:


- Nola, a seguire verso sinistra Marianu (Marigliano) e poi Pompeianu (Pomigliano). Il concetto di distanza è vago e non potremmo chiedere di più.
- Il Sebeto (Sebetus F.) e, nei pressi, la Palus Neapolis (la palude), con un altro "RIVUS" che non riesco ad identificare.

Una mappa un poco più ampia è questa del 1616, redatta dal maestro Alessandro Baratta:


Tale stampa venne eseguita come addendum all'opera "Panegyricus”, redatta dal Marchese di Cusano, Garcia Barrionuevo, e dedicata al Vicerè spagnolo, Pedro Fernandez de Casto
Nello specifico, l'opera venne realizzata per “contemplare” le bonifiche fatte nell’area campana svoltesi sotto la reggenza del vicerè e in particolare a commemorazione della realizzazione dell’acquedotto del Carmignano che riforniva la città di Napoli delle acque di Serino


Se notate quella serie di puntini che si dipana da Napoli verso Nord, Nord-Est, si nota che quello di sinistra lambisce quasi la scritta che, SEMBREREBBE indicare Casalnuovo, mentre quella di destra SEMBREREBBE indicare una scritta Salice (cioè abbasce 'o Salice).
Da qui capiamo che nel 1616, Casalnuovo ed il Salice erano già menzionate sulla mappa.
Tavernanova in quanto tale non esisteva ancora ma...non diamo ancora nulla per scontato, pure perchè in tali "carte" venivano menzionate solamente gli agglomerati più importanti.

Dunque, la serie di puntini DOVREBBE essere la traccia di un acquedotto, di quelli "ad arco" (immaginate i luoghi che erano lambiti da queste arcate: le persone aggiungevano sempre qualche "arco" alla fine: Pomigliano d'xxxx, Madonna dell'xxxx, via xxxxra, etc. etc.), che portava l'acqua dalle sorgenti del Serino fino a Napoli.
La linea tratteggiata, che da Napoli si vede qui attraversare Poggioreale (Poggi-poggi), Salice e Pomigliano etc. è la Via Regia delle Puglie...che ve lo dico a fare!

Una ulteriore mappa che Vi propongo è la seguente, del 1692, che ritengo ancora più interessante:


L'autore è Francesco Cassiano De Silva che vuole illustrare a Martio Pacceco Carafa, Duca di Maddaloni, le parti più "considerabili" della Provincia di Terra di Lavoro.
Qui vediamo chiaramente il Sebeto, da cui alla sorgente si diparte un'acquedotto, e la Masseria "La Preziosa".

Concludo allora per oggi riportandoVi quanto a sua volta riportato in "Don Pietro di Toledo e la riscoperta
dell’Acquedotto Augusteo (una quadriennale fatica commissionata a Pietrantonio Lettieri)" a cura di G.Giacco per vesuvioweb.com:

e quindi descrisse f o n t e , p r i n c i p i o e t  v i a dell’acquedotto e ne relazionò nel 1560: la fonte del Serino si trova nella valle de Sabatho, poi il corso d’acqua sprofonda e esce a Mercato S.Severino e continua per Nocelleto, monte Ayello (o Avello?), Cesenole, Le Bellezze, Mortellito, Lanzara, Serra de Paterno, piano de Sarno, Palma; quindi s’infossa di nuovo e prosegue sottoterra fino alla masseria Preziosa, poi . . . a r c h i   g r a n d i  f ì  a l l a  t a v e r n a  d e  Ca s a l e n u o v o  a l a  v i a  p e r  l a  q u a l e  s e  v a  d a  Na p . a d  Ac e r r a  d e l l i  q u a l i  n e a p p a r e n o  mo l t i  v e s t i g i j  e t  d a  d e t t i  a r c h i  u n o  c a s a l e  l l à  v i c i n o  s e  d i c e  Pomi g l i a n o  d e  Ar c o , q u a l e  f ò  d e l o  S i g . Co n t e  d e  Ma d a l o n i ; e t  i n  mo l t i  l u o g h i d e l  p r e d . c a s a l e  e t  a n c ò  d e l  c a s a l e  d e l a  f r a g o l a , c h e  s t à  n o n  mo l t o  l o n t a n o  a p p a r o n o  mo l t i  f r a n t umi  n e l i  l u o c h i  d o v e  e r a n o  d e t t i  a c q u e d o t t i  e t  f o rma  l i  f a b r i c a t i  i n  l o r o  e d i f i c i j ; Et  e s e q u i t a  d e t t o  f o rma  l e  p e r  s o t t o  t e r r a  p e r  l a  r e g i o n e  d e l  p r e d .  c a s a l e  d e l a  f r a g o l a . . .
Si parla di un acquedotto che portava acqua dalle fonti del Serino fino a Napoli; questo acquedotto, che sottoterra arrivava  all'altezza della Masseria Preziosa, ne riusciva poi su grandi arcate "fino a la taverna de Casalenuovo...": se questa è Taverna nova, significa che il suo primo nucleo, che vedremo in cosa consisteva, è datato 1560!

A presto.

martedì 10 maggio 2011

Partiamo dal Sebeto...

...un fiume conosciuto fin dall'antichità.
Nei tempi tra-passati, le aree limitrofe ai fiumi costituivano un ottimo posto per potersi stabilizzare e man mano creare nuclei abitativi.
Qualcuno di voi si ricorderà certamente quando, da bambini, si diceva: "Jamme abbasce 'o sciumme!", indicando una zona a cui si arrivava sia via Casamanna che da via Rione Fico.
Ovviamente, non ci aspettava alcun fiume Po o Tevere, ma un ruscello robusto memore di antichi fasti...
I nostri padri però, ci hanno tramandato la parola "sciumme" (fiume); a loro volta l'hanno ripresa dai nostri nonni, che a loro volta...
Infatti, nel libro di Massimo Rosi, Ferdinando Jannuzzi
"L'area costiera mediterranea: atti, interventi e conclusione del Primo Convegno internazionale sulle coste del Mediterraneo" - ed. Giannini (2000), ritroviamo:
In quest'area scorreva l'unico corso d'acqua naturalmente perenne, il Sebeto che, nascendo dalle sorgenti della Bolla (fiume di risorgiva), presso Tavernanova, a sud di Casalnuovo, scendeva fino allo sbocco a mare al Ponte della Maddalena.
 Parliamo di centinaia di anni fa.
Ma la parola Bolla Vi ricorda qualcosa ? Per caso " jamme abbasce a' Bolla".

Buona serata ed alla prossima, che ho qualche piccola mappa da farvi vedere...

domenica 8 maggio 2011

Voglio cominciare così...

...con un sonetto popolare che per ora datiamo intorno al 1830, questo sito sul mio paese d'origine e dedicarlo a mia madre.

Taverna Nova, aria gentile,
A chi 'no masto, e a chi 'na ‘nnammurata!
[ Variante: A chi 'no vaso, e a chi 'na massaria]
Quanno la mano 'mpietto mme calaste,
Io te dicietti : —« Fa chello, che buoie ! »
[...]
Per obbedire a li comanne tuoje »

Canale Youtube - La playlist...

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