venerdì 20 maggio 2011

Ritorno al...Sebeto

Infatti, questo fiume scandiva le giornate di quei pochi che vi erano in zona e rappresentava una fonte di vitalità importantissima. Lungo il corso di tale fiume, andando verso Napoli, si ritrovano tracce storiche di mulini e di altre aziende che nei secoli ne hanno sfruttato il corso.
Volendo cominciare a guardarci intorno, nel libro "Storia delle due Sicilie dall'antichità più remota al 1789, vol.II" di Nicola Corcia (1842), si capisce che a Tavernanova vi era una delle due grotte fonti del Sebeto; l'altra era detta "della Preziosa".
Il nome "Preziosa" era legato ad un podere appartenente ai monaci di S.Severino, gli stessi a cui apparteneva (e di questo vi è ampia documentazione "volgare") il palazzo che noi conosciamo come "Gaudiosi" e la piccola cappella di fronte, dedicata a S.Maria della neve.
Da qui è molto probabile che tutta la zona che andava da detto podere fino al palazzo Gaudiosi fosse di proprietà di questi monaci.
Infatti, molti riferimenti ad una Santa Maria della Pretiosa si hanno fin dal 1100 in "Afragola feudale, per una storia degli insediamenti rurali nel Napoletano", di Carlo Cerbone-Domenico de Stelleopardis.

In questo libro troviamo anche un riferimento al soprannome "Sicari":

il 24 Gennaio 1148 Rogerius Tinella di Arcora dona a S.Severino una terra ad Arcora che confina con quella degli eredi "de illi Cicari"

Cicarii...Scicari..Sicari... e' Sigarie!

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