domenica 22 maggio 2011

Immaginiamo il passato...

In questi giorni ho letto e ripassato molti testi su internet riguardo il Sebeto, la via Regia delle Puglie e quant'altro di attinente per poter capire più o meno come fosse la zona dell'attuale Tavernanova.
Per avere un'idea, basandomi sulle mappe riferite in questo blog, diciamo che i "cardini" sono i posti seguenti:


  • Salice
  • La Pretiosa
  • Taverna di CasaleNuovo (che non è Tavernanova)
  • Masseria Chiavettieri
  • Acquedotto Claudio
Per cui son riuscito a trovare alcune note che possono aiutarci a formare una piccola mappa (mappina) della zona:

In "L’approvvigionamento idrico della città di Napoli. L’acquedotto del Serino e il Formale Reale in un manoscritto della Biblioteca Nazionale di Madrid" di Giuseppe Maria Montuono:

L’acquedotto del Serino da Palma, in località Tirone, procedeva su un ponte-canale (un  opus arcuatum lungo 3500 metri con archi di circa 5 metri) nei pressi dell’attuale Pomigliano D’Arco - che da questi prende nome - e all’altezza di Pacchiano (masseria Palmese) prendeva una deviazione che lo portava alla masseria Chiavettieri e di lì raggiungeva Arcora, l’attuale Casalnuovo.
Nel corso della storia del ducato napoletano tutti i villaggi che nascevano erano distinti, a secondo della loro disposizione geografica rispetto a Napoli,con le espressioni intus arcora e foris arcora, se si trovavano cioé di qua o di là dell’Acquedotto Claudio. Dagli archi dell’acquedotto, secondo il Capasso, derivava non solo la possibilità di individuare i luoghi rispetto a Napoli, ma anche la possibilità di individuare i vari insediamenti che si formavano. Per cui “ Dagli archi in discorso fu detto Arcora [...] un villaggio che sorgeva ai tempi del ducato, dov’è ora Casalnuovo”. Dunque, l’etimologia del villaggio di Arcora va ricercata nella scelta che la sua antica comunità fece di insediarsi nei pressi dell’acquedotto
E' molto probabile che l'acquedotto Claudio sia quello che vediamo nella mappa del 1616.
Continuando, Salvatore Cantone pubblico nel 1923 i suoi "Cenni Storici" di Pomigliano d'Arco, in cui leggiamo:
Qui, l’imperatore Claudio – dalle radici del monte, ov’è «la Preziosa», e per «le Tufarelle» e per «i Chiavettieri» «fì alla taverna de Casale nuovo ala via per la quale se va da Napoli ad Acerra», a Capodichino, ai «ponti rossi», che ne sono esemplari superstiti – eresse gli archi laterizi dell’acquedotto, descritto anche dal Boccacci, ed il quale, da Serino, e per Aiello, Forino,Contrada, Montoro, Sarno, piano di Palma, s.Maria del pozzo, proseguiva a versarsi, col suo ramo principale, a Baia, nella «Piscina mirabile», immenso serbatoio d’acqua, per i bisogni della flotta romana
Quindi questo grande storico pomiglianese aggiunge un particolare al nostro acquedotto, che esso arriva da la
masseria "La Preziosa", che appartenne, prima, al re Federico d’Aragona e poi al monastero dei ss. Severino e Sossio di Napoli, gli stessi che vedremo primi colonizzatori di Tavernanova. Si chiamava Preziosa perchè era una masseria che produceva ottimi vini.

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