domenica 25 settembre 2011

Quà e la su qualche libro.

Da due settimane che questo blog è fermo: rammece 'na mossa.
Ritroviamo Tavernanova nel "Dizionario geografico-storico-statistico de' comuni del regno delle Due Sicilie", scritto da Achille Moltedo nel 1858:

"Villaggetto della provincia di Napoli, riunito al comune di Casalnuovo, da cui dista mezzo miglio, nel circondario di Pomigliano d'Arco, distretto di Casoria.".

Per ora è tutto. Saludos.

lunedì 5 settembre 2011

Primi risultati dalla visita all'archivio...

Documento di una "Santa Visita" alla Cappella di S.Maria della Neve (1820)

Ho avuto poco tempo per visitare l'archivio diocesano di Nola, alla ricerca di qualcosa di interessante.
Per ora, qualcosa ho trovato specie per i primi anni del 1800, che riguardano la Cappella. e qualche nota su qualche "prelato" che non si comportava bene con i paesani.

Dalle informazioni che ho trovato, capisco che Tavernanova doveva essere pressochè una "terra di nessuno": in parte aveva terreni che ricadevano nel Comune di Casalnuovo, in parte con quello di Pomigliano; addirittura in parte con Afragola.
Tutta la vita sociale sicuramente è iniziata a fiorire dopo la ricostruzione della via nazionale (fine del 1500), su cui si affacciavano la Cappella, il Convento e qualche casa intorno (vi ricordate l'officina di Giuanne 'o sorice ?).
Tutto intorno terre coltivate e qualche zona paludosa, senza contare la zona abbasce 'o sciumme.
Sia la taverna dei monaci che il convento stesso, insieme alla cappella, costituivano i rari luoghi d'incontro dei nostri avi.
Era lì che ci si incontrava per scambiare qualche chiacchiera, era lì che gli uomini e le donne si conoscevano (ra luntane!) per poi sposarsi.

Conoscere dunque meglio questi luoghi, chi li ha gestiti, ci consente di capire come la popolazione tavernanovese si evolveva ed affrontava le situazioni che la vita metteva di fronte.

Aspettatemi ancora su questo blog...

VM

P.S. - La "Santa Visita" era in effetti la visita del Vescovo della diocesi di Nola (o di un suo emissario) nelle varie parrocchie; in occasione di queste visite viene redatto un documento che spiega cosa c'era e cosa non c'era nella parrocchia, oltre ad individuare qualche mancanza.

giovedì 1 settembre 2011

Tavernanova: carne, pane e maccarune !

Eh sì, i monaci benedettini sapevano come portare "il pane a casa" (e pagare le tasse...).
Nel libro di Salvatore Cantone "Cenni storici di Pomigliano d'Arco" - editore A.Gallina , 1923 (ma è una ristampa) che potete scaricare qui, si legge abbastanza quanto serve a consolidare il nome del nostro paese ed a capire meglio cosa si faceva nel cosiddetto palazzo Gaudiosi (chiamato così poichè l'ultimo acquirente fu Pasquale Gaudiosi, sindaco di Pomigliano, nel sec. XIX): carne (macello pubblico) e pane (jus di panizzare).

E poi c'è la maccaronia gestita dai monaci.
Tutto questo pagando le tasse alla cosiddetta Università, che non è dove si studiava, ma era una prima forma di Comune. Diciamo che si pagava la licenza per fare il pane, per macellare i capi di bestiame e, oltre alla licenza, anche delle tasse sul venduto.



Come potrete leggere, Tavernanova aveva un territorio che andava in parte con Afragola. Questo territorio era dalla zona del Salice ad andare verso la "Cittadella" di Casoria.

Non solo, ma qualcuno ha dedicato a questa terra anche il sonetto che fa da testimonial a questo blog, un sonetto che ha almeno 150 anni!

Chiudo per oggi con una foto che poteva essere stata scattata a Tavernanova, fuori al palazzo "Gaudiosi" ma che invece non lo è:


Siamo a Pomigliano, credo i primi anni '70. Sotto i portici non c'è il mio grande amico Tommaso Di Marzio con la sua autoscuola, ma Antignani con la sua pasticceria.

Anticamente, qui c'era una dogana: la somiglianza architettonica ci induce a ritenere che oltra alla carne, ai maccaroni ed al pane, a Tavernanova facevano anche i passaporti... ;)

Un abbraccio a tutti!

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