giovedì 1 settembre 2011

Tavernanova: carne, pane e maccarune !

Eh sì, i monaci benedettini sapevano come portare "il pane a casa" (e pagare le tasse...).
Nel libro di Salvatore Cantone "Cenni storici di Pomigliano d'Arco" - editore A.Gallina , 1923 (ma è una ristampa) che potete scaricare qui, si legge abbastanza quanto serve a consolidare il nome del nostro paese ed a capire meglio cosa si faceva nel cosiddetto palazzo Gaudiosi (chiamato così poichè l'ultimo acquirente fu Pasquale Gaudiosi, sindaco di Pomigliano, nel sec. XIX): carne (macello pubblico) e pane (jus di panizzare).

E poi c'è la maccaronia gestita dai monaci.
Tutto questo pagando le tasse alla cosiddetta Università, che non è dove si studiava, ma era una prima forma di Comune. Diciamo che si pagava la licenza per fare il pane, per macellare i capi di bestiame e, oltre alla licenza, anche delle tasse sul venduto.



Come potrete leggere, Tavernanova aveva un territorio che andava in parte con Afragola. Questo territorio era dalla zona del Salice ad andare verso la "Cittadella" di Casoria.

Non solo, ma qualcuno ha dedicato a questa terra anche il sonetto che fa da testimonial a questo blog, un sonetto che ha almeno 150 anni!

Chiudo per oggi con una foto che poteva essere stata scattata a Tavernanova, fuori al palazzo "Gaudiosi" ma che invece non lo è:


Siamo a Pomigliano, credo i primi anni '70. Sotto i portici non c'è il mio grande amico Tommaso Di Marzio con la sua autoscuola, ma Antignani con la sua pasticceria.

Anticamente, qui c'era una dogana: la somiglianza architettonica ci induce a ritenere che oltra alla carne, ai maccaroni ed al pane, a Tavernanova facevano anche i passaporti... ;)

Un abbraccio a tutti!

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