venerdì 15 giugno 2012

Questo signore francese nel 1621....

...certamente passò per Tavernanova ....



E' Nicolas Bènard (m'arraccumanne l'accente 'ncoppa 'a e...), che, dovendo fare un viaggio in Terra Santa, pensò di fare tappa presso la Basilica di S.Nicola di Bari.
Quale migliore strada se non quella "Regia delle Puglie"?

E dunque...il 20 Aprile 1621



E' certo che a Tavernanova dovettero fare una fermata! C'era o non c'era il dazio da pagare (il passo)?

Un saluto a tutti!

giovedì 7 giugno 2012

Massaria Nova o no, ad ora marchiamo la zecca al 1620...!


Stemma dei Del Balzo


Dopo una mezza giornata passata all'Archivio di Stato, vengo a Voi con questa mia addirvi (una parola):

  • Che ho vista una mappa datata 1631, con una zona denominata Massaria Nova, che sembrerebbe "incastonata" fra la via delle Puglie, via Arcora insieme alla via che porta a Licignano dalla via delle Puglie e a quella che porta alla Masseria Chiavettieri. POTREBBE essere Taverna nova? Non ne sono certo in quanto manca la via Filighito e la grancia dei monaci. Da approfondire.
  • Che nel Luglio del 1631 la Regia Camera della Sommaria decretò che a Taverna nova non si potesse esigere il passo.
Ma la cosa più importante è che nell'Aprile del 1622, il Barone di Pomigliano d'arco scrive al Marchese di S.Giuliano che i "Monaci di SS.Severino hanno eretto una taverna".
Nulla di male, ma sembrerebbe che i monaci non "zeccassero" i pesi e le misure secondo quanto stabilito dal Barone che perciò fece causa.
Comunque, avete letto bene

1622

Quindi quell' "ha eretto" potrebbe avere un valore di uno/due anni. Se è così, i Monaci di S.Severino e Sossio avrebbero dunque iniziato l'attività di tavernari all'incirca nel 1620.
Attenzione! Ciò non significa che la Grancia (alias palazzo Gaudiosi) sia della stessa epoca! Probabilmente è ancora più antica...
Nel fascicolo è altresì riportata la risposta dei Monaci e le varie contro-risposte, in una scrittura poco decifrabile di latino ed italiano. E' certo che vi sono copie di documenti (il più vecchio del 1580) che vengono usate da una parte e dall'altra per portare le proprie ragioni.
In quello del 1580 si dice che Diomede Carafa cede alla propria figlia il Castro Pomigliano con tutti i suoi annessi e connessi (c'è veramente di tutto!) ed in uno del 1593 forse si riporta la cessione di tale Castro Pomigliano da parte di Aurelia a qualcun altro.

Un altro paio di documenti non possono essere visionati (!):

Pomigliano d'Arco - La Comune pretende annuo ducati 54 da Filippo Gaudiosi per diritti di scamaglio* su di una masseria con taverna
e

Domenico Di Falco dimanda rimborso per le riparazioni fatte alla maccaroneria in Pomigliano d'Arco
Per ora, sappiatelo, il nome Tavernanova ha per certo circa 400 anni. Ma i nostri avi risalgono a qualche anno in più...

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