mercoledì 27 novembre 2013

La Tavernanova quale punto di sosta per i pellegrini verso Madonna dell'Arco

1696 - Possedimenti della Masseria Preziosa
Dopo il famoso evento legato ai piedi di Aurelia Del Prete (1590), l'afflusso dei pellegrini verso il Santuario di Madonna dell'Arco cominciò ad aumentare. L'allora Vescovo di Nola, senza attendere il processo riguardo l'immagine miracolosa, tolse il divieto della sua venerazione.

In un registro del 1696 viene riportata una mappatura dei territori della Masseria La Preziosa. In essa è evidente la dicitura di una strada: strada che viene dalla taverna nova e porta a S.Maria dell'arco.

E' dunque molto probabile che tale strada sia stata quella più comoda per poter raggiungere, dal nostro villaggio, la Madonna dell'Arco.

Credo che attualmente l'antico tratto sia oggi rappresentato da Via Plinio-via Tavernanova-via Carafa I tratto-via Preziosa II tratto a seguire.

Gaetano Gigante - Ritorno dalla festa di Madonna dell'Arco (1800 circa) 
 Per concludere questo post, Vi lascio due icone di quelli che erano i pellegrini di una volta.

Le immagini che Vi posto qui però riguardano il ritorno dal Santuario e non l'andata...ed è facile capirne il perchè...

Grazie per le visite!!
A. Audot - Ritorno dalla Madonna dell'Arco (1835)

domenica 17 novembre 2013

Sulla scia delle miniature, un articolo su Repubblica.it ...

... a firma dell'autore di  "Casoria. Ricostruire la memoria di una città", Giuseppe Pesce, ripropone una dozzina di immagini tratte dal codice miniato di cui in un mio post di qualche giorno fa.
Stavolta le immagini sono dettagliate, belle e nitide.

Le potete sfogliare andando su questa pagina.
Ma la cosa più bella ed interessante è questa immagine:

Fonte: La repubblica.it
Con molta probabilità siamo di fronte ad un raro paesaggio che vede ruderi dell'acquedotto Claudio nelle campagne arcoriane nel XVII secolo...e chissà se il colore azzurrino in fondo rappresenta il Sebeto o il Rubeolo...

Bella, veramente, bella. E dobbiamo ringraziare certamente Giuseppe Pesce per questo excursus iconografico.

mercoledì 13 novembre 2013

23 Aprile 1800 - Truppe moscovite arrivano da Pomigliano...

Partite da Manfredonia nel foggiano, le truppe si stavano dirigendo verso Napoli.
Molto probabilmente sono accompagnate dal Principe moscovita Platon Aleksandrovič Zubov.

Nell "Archivio Storico per le province napoletane, vol. XXV libro I", troviamo infatti:

 
Il Principe Zubov - fonte: wikipedia

"Martedì 22. Essendo arrivata a Pomigliano d'Arco la colonna Moscovìta che domani farà l'entrata publica , si è portato oggi a complimentare il Generale il nostro principe del Cassero. Detto generale è un prìncipe della casa di Moscovia. Si aspetta ancora fra giorni l'arrìvo dell'erede presuntivo, o del pretendente alla corona di Francia, ma è ignoto perchè venga.

Mercordi 23. Questa mattina circa l'una dopo mezzogiorno sono entrate in Napoli le nuove truppe Moscovite, scortate dalla nostra cavallerìa e con gran treno di artiglieria. Il concorso e l'allegria del popolo è stata immensa per tutte le strade che ha fatto, cominciando da Poggioreale , porta Capuana , Pontenuovo , Forìa , largo delle Pigne, salita dei Studii, e Toledo era ingombrato da immenso popolo spettatore di ogni ceto, sesso, età."

 E' chiaro che per arrivare a Poggioreale da Pomigliano...si passava per la Tavernanuova.

A quei tempi, i cosiddetti Sanfedisti stavano riportando a piccoli passi il Regno di Napoli di nuovo nelle mani dei Borbone e per fare questo era necessario che qualche buon amico (tipo i russi e/o gli inglesi) venisse a dare una mano.

'E francise pe' mò s'erana stà...

Qui trovate l'Inno Sanfedista magistralemte interpretato da Marco Beasley et Accordone:




Viva 'o Rre cu la famiglia!


venerdì 8 novembre 2013

Dal Codice Gregoriano di S.Mauro in Casoria...

...alcune interessanti miniature che danno una idea delle zone arcoriane:

Le campagne

I canali di bonifica

Le padule; fonte http://archiviocasoria.wordpress.com/2013/10/26/le-parule-ubertose-di-casoria/
Purtroppo sono in bianco e nero; le prime due sono tratte da un interessante libro sulla storia di Casoria, di Giuseppe Pesce "Casoria. Ricostruire la memoria di una città", di cui potete godere di una anteprima qui.

L'immagine relativa ai canali di bonifica mi ricorda molto la zona cosiddetta "abbasce 'o ciumme"...mentre l'immagine nelle padule è simile a quella che si intravedeva sul quadro della Madonna dell'Arco, a pag. 47 del testo di P. G.Ippolito (che trovate più giù nell'elenco dei documenti scaricabili):


Ciò rende molto interessante questo codice miniato del XVII presente nell'archivio della Basilica Pontificia Minore S.Mauro di Casoria.

venerdì 1 novembre 2013

Tavernanova aria gentile e "L'Agnano zeffonnato"...

Img - www.musicameccanica.it
Giustamente, direte voi, che c'entra?
Bene. Lo stornello che fa da "corona" al nostro sito lo conoscete:

Taverna Nova, aria gentile / A chi 'no masto, e a chi 'na ‘nnammurata! / Quanno la mano 'mpietto mme calaste/Io te dicietti : —« Fa chello che buoie ! » / [...] / Per obbedire a li comanne tuoje »

E' chiaro che esso è stato tramandato per via orale e che certamente è stato creato sfruttando il meccanismo dell'imitazione: ovvero quello di sfruttare determinati passaggi di prose (canti) conosciute per poter, su queste, creare ex-novo dei contenuti specifici.
Prima di parlare circa le strofe che vedete in grassetto, mi preme sottolineare la coppia "aria gentile": tutti sapete che Tavernanova era situata ai limiti di una zona paludosa dove il fiume Sebeto la faceva da padrone. E' chiaro che in una zona paludosa l'aria NON E' gentile!

Dunque, appellare Tavernanova quale 'aria gentile' significa sottolineare un cambiamento in meglio: nel nostro caso fu effettuata una bonifica.
Le prime bonifiche del territorio furono iniziate durante il periodo Aragonese (1400-1500) ma non sortirono molti effetti, visto che alla fine del 1500 si parla ancora "male" delle nostre zone dal punto di vista ambientale.
Nei secoli successivi man mano le zone furono risanate, fino ad arrivare alle bonifiche del periodo borbonico che misero la parola fine (mai dire mai) alla situazione delle acque stagnanti.

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