domenica 27 gennaio 2013

Del regio tavolario Pietro Vinaccia...

...non posso darVi notizie in merito al suo "Territori a Pomigliano d'Arco" del XVII secolo, in quanto all'Archivio di Stato lo hanno classificato come "platea" e dunque troppo grande per essere prelevato dagli scaffali: boh..
E sì che quella mappa ci avrebbe dato una mano a capire se il territorio di Pomigliano d'Arco finiva con la taverna nova dei monaci, ovvero il confine era dato dalla confluenza della via Arcora con la regia via delle Puglie oppure no.
Detto ciò, non ho scoperto nulla nel fascicolo che riguarda i fondi che il Monastero di S.Gregorio Armeno aveva in Napoli.
Tempo permettendo, andrò a visualizzare alcune mappe che riguardano mulini, l'agro napoletano, Ponticelli, Terra di Lavoro ed una mappa dei posti doganali del 1787.
Buone cose.

giovedì 17 gennaio 2013

Passiamo ora a S.Ligorio

Per S.Ligorio dovrete intendere il Monastero di S.Gregorio Armeno (o Maggiore) che era -ed è- in Napoli.
Anche questo monastero possedeva delle terre nella nostra zona. In particolare, apparteneva a S.Ligorio tutta una striscia di territorio che partiva di fronte alla taverna nova fino a lambire le terre di Ciccio Lettereso:

Schizzo Mappa del 1695: il territorio di S.Liguoro o Ligorio
Nella terza appendice dell'interessantissimo libro di C.Cerbone e D. De Stelleopardis su Afragola (in fondo al blog è scaricabile) possiamo cominciare a leggere qualcosa:

Nei pressi della zona Aqueductus, che ricordiamo essere l'Acquedotto Claudio che attraversava il nostro paese e passava p'a Putechelle e fino ad Afragola:


Ed ancora, siamo nel 1075:


Mi son già trovato un paio di documenti da spulciare all'Archivio...
Alla prox e grazie per le visite!

domenica 13 gennaio 2013

La "Casa dell' Acqua" e la taverna nova



Intimamente legate nella storia e nella cultura popolare tavernanovese.
E, grazie allo studioso Dott. Luigi Verolino di Ponticelli, riceviamo quanto segue:

"dall' Archivio di Stato -Napoli, Corporazioni religiose soppresse, Fasc. 2241, Folio 84 N. 11 -
Bellissima Relazione Storica sull'acqua dell'Acquedotto per ottenere l'acqua per muovere i mulini

"…è certo, che l’acqua che per detto aquidotto, seu Formale ne viene quella comparendo di scoverta nella casa dell’acqua vicino la taverna nova viene divisa per metà da un marmo fissato da ferri, et una parte sequitando a caminare per l’alveo coverto, stà destinata per uso de pozzi chiamati Formali per servitio de Cittadini, ed anco per diverse fontane, che per publica delitia, e commodità di questa Città si veggono scatorire, e l’altra metà caminando per altro alveo, e linea discoverta dà forza ad undeci molini che sono situati nelle palude di questa Città che sono hoggi di diversi, per li quali si supplica; perloche l’acqua del Sebeto vien detta delle molina…esigere grossa tassa per annettarsi l’alveo predetto, com’anco perche molte volte non correva detta intiera metà d’acqua per servitio di quelli, stante che essendovi un Ponticello distante dalla detta Casa dell’acqua palmi 150 largo palmi 15 stando quello soggetto à lave, et immonditie causate dall’acque piovane, quali empiendo il suo letto venivano ad alzare il piano, che sopravanzando l’altezza
del livello del loco della divisione di detta acqua si tratteneva il corso di quella, e molto poco ne correva in detti moline, perloche …lì 28 d’Agosto 1665, in detto loco sotto la Lamia di detto Ponticello si fosse fatta un’imbasolatura di pietre con termine livellato, con la quale non così facilmente sopra di detta imbasolatura vi sarebbero rimaste dette immonditie, né cresciute l’herbe, dalle quali havesse ricevuto trattenimento il corso dell’acqua…
"

Cordiali saluti
Luigi Verolino
"

Casa dell'Acqua della Bolla (fonte http://www.comune.casalnuovo.na.it) 
Del nostro Luigi, possiamo scaricare un libro sulla biografia del professor Giuseppe Tropeano.
A Luigi va il nostro grazie per aver colto, in questa blog, la sua stessa passione.

"E sappiate che il territorio di Ponticelli, almeno fino alla metà del 1800 si estendeva oltre la zona del Salice, verso "Casa de Mansi"; a tal riguardo, il Dott. Verolino ci dice inoltre che:
"In merito al legame di Ponticelli con Tavernanova, bisogna ricordare che l'intera zona, compresa una parte
di Casalnuovo, appartennero per millenni prima al territorio di Terzo, poi di Porchiano, per essere poi assorbito da Ponticello.
Non molti conoscono che probabilmente la chiesa di S. Giacomo a Casalnuovo trova origine
da una omonima chiesa che apparteneva nel 1426 al casale di Terzo."

venerdì 11 gennaio 2013

Didascalia su pala d'altare di Protasio Crivelli

Ne avevo parlato in un post dell'ottobre 2012.
Volevo fare una passeggiata a Striano ma, potenza del Web, son riuscito a reperire qualcosa.
La didascalia su questa pala d'Altare dice:
EX VOTO DNI LOISE DE CASALI NOVO – BARONIS STRIANI ET ELEMOSINA DOPNI – GRACIANI DE GRACIANO RECTORIS – SANTI SEVERINI AC POPULI STRIANI A. 1506.
La fonte è Vesuvioweb, altro sito che consiglio caldamente a coloro a cui piacciono 'e 'ccose noste.
Quindi è il "Domini Loise de Casali Novo" a fare dono dell'opera d'arte al Barone di Striano.
Questo fatto potrebbe essere (potrebbe) indicativo di un legame tra il baronato casalnuovese e quello strianese e dunque, quando si legge
degentem extra moenia et in loco ubi dicit la taverna nova
debbo per forza pensare innanzitutto a qualcosa che riguarda appunto Taverna nova (in anni comunque non anteriori al 162271620, poichè nel 1622 il Barone di Pomigliano fa causa ai monaci tavernanovesi poichè "hanno eretto una taverna"...)
Ovviamente, i dettagli sono tutti nel post dell'ottobre 2012...

Buon ripasso!

martedì 8 gennaio 2013

E sulla quarta arcata di Palazzo Gaudiosi...

...viene a noi l'amico Fulgenzio, che ci racconta di un suo sopralluogo:

"Vince’, analizzata la piantina e la posizione del palazzo rispetto a via Filichito e via Zi Carlo, due sere fa ho fatto un sopralluogo al palazzo Gaudiosi osservando con attenzione gli archi ed i relativi pilastri di sostegno. Ho notato che il 1° pilastro di sx, guardando il prospetto di via Puglie , presenta una sezione diversa rispetto agli altri. Allora, prendendolo come riferimento, mi sono messo a misurare con i passi la larghezza degli archi e quella dei pilastri e sono arrivato alla conclusione che il “4° Arco” è ancora al suo posto, solo che è stato tompagnato, da tempo immemore, per ricavarvi una volumetria che attualmente è occupata da un’Agenzia Immobiliare. Ad avvalorare questa “scoperta” c’è il fatto che da questo lato il palazzo presenta un contrafforte, dietro al quale è stata ricavata una scala di accesso al 1° piano soprastante la pizzeria “Gio’ 76”, che nell’architettura originaria del palazzo doveva costituire un sostegno murario laterale all’ultimo pilastro che chiudeva le Arcate sul lato dx. Simmetricamente doveva esserci un altro contrafforte murario sul lato sx che deve essere stato inglobato nel muro del fabbricato dove abitava la famiglia di Tommaso Di Marzo dell’Autoscuola. Tutto quello che sta a sx del 1° Arco, compreso il bar 3000, deve essere stato realizzato successivamente e lo si nota anche sulla vecchia mappa dove c’è un’area libera tra il palazzo e l’antico tracciato della via Zi Carlo che corrisponde esattamente all’attuale andamento della strada, basta confrontare con Google Map Satellite."

Grande Fulgenzio: me lo immagino di sera a misurare i passi...une, ddoje, tre, quatte...
A quanto detto sopra, io aggiungo una ipotesi con l'ausilio di questa foto aerea del 1946:

Tavernanova 1946 - particolare della grancia ed ingresso di via Zi Carlo
e di una sua manipolazione:


Le tre frecce indicano i 3 cupolini individuati lungo tutta la linea; il trapezio che ho sovrapposto è perfetto. Il tutto potrebbe coincidere ipotizzando che, in una data posteriore al 1696, l'originale grancia del monastero abbia avuto delle modifiche strutturali del tipo:

- Costruzione sul colonnato d'ingresso di strutture abitabili (area dove sono le due frecce di destra).
- Allungamento del colonnato (area dell'unica freccia a sinistra).

A queste, certamente va aggiunta alla fine l'apertura del varco indicato dal trapezio. Aggiungo pure che, evidenziando i contorni con un tool di manipolazione immagini, risulterebbe che la zona individuata dalla base minore del trapezio era, nel 1946, un solido, ovvero una arcata che introduceva al bivio via Arcora/via Zi Carlo.
Sotto, una immagine in cui in rosso ho voluto indicare le zone interessate.


Aspetto qualche altro commento...

Un abbraccio.

sabato 5 gennaio 2013

Massaria del Monte zi Carlo: dall'amico Fulgenzio riceviamo...

...una informazione che sancisce come tale Massaria prende il nome Monte da un terrapieno profondo 10 m. circa che si trovava (e si trova ancora) lì nei pressi.
Mi scrive infatti Fulgenzio:
Infatti per i nostri padri e nonni “O’ Monte” non non era “ A’ Muntagna” ma era il posto dove si cavavano “Rapillo e Tufo” per le costruzioni.
Quindi non si trattava del cosiddetto Monte Frumentario ma di un nome legato alla particolarità della zona: potenza della tradizione orale.
E quindi il zi' Carlo sarà stato sicuramente il primo dei proprietari di quella masseria.
Ogni Sherlock Holms ha il suo Dr. Watson e Fulgenzio è uno di questi...

Grazie per l'aiuto e spero che altri seguano a fornire indizi che aiutano nel ricostruire la storia del nostro piccolo paese.

A presto.

mercoledì 2 gennaio 2013

Primo enigma del 2013

Buon anno a tutti e ben trovati.
A conclusione della analisi della mappa del 1695 visionata presso l'Archivio di Stato, debbo proporVi questo enigma a fronte della visualizzazione dello "schizzo" sottostante:

La tavernanova come si evince da uno schizzo ripreso da una mappa del 1695
Cosa manca in questa rappresentazione?
A sinistra in basso è l'attuale via Arcora, a sinistra in alto è l'attuale via Zi Carlo; al centro abbiamo la via Nazionale e quella di destra è l'attuale via Filichito.
Quante arcate contate? 4 ma ad oggi sono 3...
Il palazzetto di fronte alle arcate sembra non abbia sbocchi ma...manca qualcosa.

Canale Youtube - La playlist...

Post +popolari nell'ultimo mese...