martedì 28 gennaio 2014

Notizie "pizzicate" all' Archivio di Stato.

Potrebbe essere ancora più fruttuosa la mia visita all'Archivio di Stato, pensando che forse ho trovato un disegno che riguarderebbe la grancia benedettina che Voi tutti conoscete.
Lascio però perdere questa fantasia e Vi riporto qualche notiziola sui possedimenti che il Monastero di S. Gregorio Armeno:

S.Pancrazio: ho trovato una citazione "Al Vescovo di Pozzuoli" in merito ad una taverna presente in quel luogo, "fuori Poggioreale", da ristrutturare, "e la spesa si faccia coll'avanzo delle vendite...".
Quindi, S. Pancrazio, "luogo di Casalnuovo" come citato in Cerbone - De Stelleopardis "Afragola feudale: per una storia degli insediamenti rurali del napoletano‎" viene individuato come fuori Poggioreale e addirittura sub-positum al Vescovo di Pozzuoli...

Le Fontanelle: nel volume sopra citato, questo luogo è dato quale "località di Arcora". Nel documento da me reperito (1749) il luogo viene menzionato quale "sito nella Taverna nova":
"Luca e Matteo Romano per Gennaro, Giovanni e Domenico Romano e figli devono un censo di cinquanta ducati a Decembre su un pezzo di Ter. di mog. dodici sito nella Taverna nova nel luogo detto le Fontanelle"
Questo possedimento a suo tempo era di Antonio Capecelatro che con instrumento del 12-5-1693 lo vendette a questi Romano.

(Taverna) Salice: trovo, datato 15 Agosto (1749?) che:
"Carlo, Giuseppe, Gennaro e Domenico Migliore per Sabbato Migliore loro padre devono un censo enfiteutico d'annui ducati 75 sopra un Ter. con taverna a Salice..."
 Il censo enfitetutico è la forma antica di un canone di concessione, diciamo così...

Nei prossimi giorni vedremo di fare luce sul disegnino di cui sopra...
 

sabato 25 gennaio 2014

24-09-1701: un terzetto di tutto rispetto attraversa il villaggio tavernanovese...

Icona di Tiberio Carafa, principe di Chiusano
E' probabile che invece del 1701 sia il 1700. Dunque ho trovato che "Il Macchia, il Capece e Tiberio, sortiti dalla città [di Napoli] guadagnano la notte la Montagna di Montevergine" (da "Memorie di Tiberio Carafa", Libro IV).
Da qui l'ipotesi che i tre signori siano passati per il villaggio tavernanovese, snodo di un certo rilievo per chi si recava verso le Puglie e l'avellinese.

Approfitto dell'occasione di questo post per ringraziare tutti Voi che mi seguite (anche su FB, ovvio). Il blog non vuole essere una apologia tavernanovese ma un momento di sosta per portare a galla la consapevolezza che ciascuno di noi è somma di tutte le storie e le emozioni del passato.
Un abbraccio.

venerdì 24 gennaio 2014

Chi li ha visti?

File:Maria Teresa d'Austria-Teschen.jpg
Fonte: wikipedia
Fonte: http://istitutoduesicilie.blogspot.it/
Ferdinando II e Maria Teresa D'Austria, regnanti delle Due Sicilie, l'otto di gennaio del 1859 partono da Napoli per raggiungere la Puglia.
Prima di fermarsi ad Avellino, fanno una sosta in quel di Mugnano del Cardinale, al Santuario di S.Filomena.

Volendo (poco) fantasticare, la coppia reale quel giorno è certamente passata per la Taverna Nova...



Ci dice di questo viaggio, iniziato sotto la pioggia, il poeta napoletano Ferdinando Russo, nella sua 'O Luciano d'o Rre:
Vi' c'anno fui, chello Cinquantanove
cu chillo spusalizzio 'e Francischiello!
L'otto 'e Jennaro, chiove, chiove e chiove!
C'aveva fa'? Partette, 'o puveriello! Lampe e saette, mmiezo 'e strate nove,
e pigliaimo nu bello purpetiello...
Già, 'o Rre, ca nce credeva, 'a jettatura,
se ll'era ntruitata, sta sbentura!

Partennp aveva ritto: «Si ncuntrammo
monaco, nu zuoppo o nu scucciato,
partenno rrànu malauno! Cammenammo!...»
E da nu piezzo se sentea malato.
Mun fui parola ritta, nui guardammo,
già 'o penziero suio s'era avverato!
Chi ncuntrammo? Tre muònece! 'O ddicette!
Escatasciàino trònole e saette!

A Mugnano, cu 'o friddo dint'all'ossa,
scennette e jette a Santa Filumena. I
sso, 'e figlie, 'a Riggina, rossa rossa,
sott'anu viento ca 'o Signore 'o mmena!
Se sape! 'O sango Ile fa tal mossa,
cadintt' 'a cchiesia se riggeva appena!
Doppo, s'abbatte ncopp'a nu cuscino,
e che nuttata cana, anfi' 'Avellino!
 Notate il verso "Lampe e saette mmiezo e strate nove"...un riferimento alla via Regia che era ben mantenuta visti i traffici commerciali? Chissà...

martedì 21 gennaio 2014

E ci mettiamo anche il famoso arco...

..che congiungeva le due parti della villa romana (atrium e peristylium), nel momento in cui qualcuno pensò di riattare la vecchia via Appia bis.
L'arco (ma forse ce ne potevano essere due) si presuppone imbastito su quello che una volta era la facciata del Peristilio:

Chissà....ma parlando con Raffaele De Simone, figlio di Angelina e di Vicienze 'o barbiere, altre due persone stimabilissime del tempo che fu, oltre a confermarmi della presenza di questo arco (tramandata dagli anziani, pure perchè quantomeno nelle foto aree del 1946 non si vede alcunchè...), mi ha anche detto che le fondamenta della cappella sono un unico continuo con le costruzioni che vanno in direzione di via Filichito...



Grazie per le visite!


sabato 11 gennaio 2014

La ricostruzione supposta di palazzo Gaudiosi e la vecchia via Filichito

Fonte: vbcircolofalcone.wordpress.com
E' chiaro che parliamo di medicinali, ovvero di cose supposte...
Scherzi a parte, l'immagine potrebbe vagamente rappresentare la componente Pars dominica della villa rustica romana.
Partendo da un ipotetico 600 o 700 d.C., questa villa ha subito varie modificazioni che, chi di voi ha l'occhio clinico, riesce ad individuare rispetto alla situazione attuale.

Diciamo allora che quando sulla via Appia ricominciò il traffico dei commerci, è molto probabile che una parte della villa fu abbattuta per lasciare il posto alla strada

Che ne dite? Ci avviciamo ad una architettura approssimativa alla situazione attuale della grancia benedettina?

In attesa dei Vs. commenti, vi lascio un'altra considerazione: in un post precedente vi era la foto di un quadro del 1770 circa, dove veniva rappresentata anche Tavernanova. Notate allora una cosa:




L'autore del quadro fa terminare la via Filichito dietro quello che doveva essere l'estensione sud della grancia già all'epoca suddivisa.
E' chiaro che l'autore del quadro voleva indicare qualcosa di certo e di concreto, rispetto ad una via forse ancora poco rappresentata. Si sarà sbagliato?









Ma no....infatti occhiate quest'altro particolare:


Vi ho indicato la stradina piccola che guarda caso, porta proprio dietro la costruzione nei pressi della via Regia. Questa carta è stata iniziata nel 1801 circa, dunque una trentina di anni dopo quella del Montanari.
E tenete ancora presente che in quella del 1695 questa stradina non veniva indicata, perchè forse privata?
Chissà...

giovedì 9 gennaio 2014

Una ipotesi di domus rustica nel villaggio

1801 - Archivio cartografico S.Marco (Minute di Campagna)
Continuando ancora sulla nostra indagine, Vi propongo un particolare di una carta dei primi dell'800, molto interessante.
Innanzitutto la carta non illustra il nord di via Nazionale delle Puglie e non è presente la via Zi Carlo. Al suo posto sembra esserci una estensione della grancia.
Vi prego di notare poi la stradina di campagna che dalla Masseria Viola-Schipano conduce immediatamente dietro la costruzione che è di fronte alla grancia stessa. Questo vuol dire molto se si aggiunge che quella stradina permetteva di raggiungere agevolmente la Masseria Preziosa.


Dunque, in una villa rustica romana vi sono due componenti: la pars dominica ( d'o padrone) e la pars Massaricia (dove stavano gli schiavi ed il territorio coltivabile, etc.). I "mansi" furono introdotti dopo l'invasione longobarda in Italia, diciamo il VI-VII sec. (d.C.). Tali appezzamenti (mansi) erano poi destinati ai singoli coloni o a singole famiglie.
Dunque, la pars Massaricia corrisponderebbe a via Casamanna, con il territorio coltivabile che si sviluppa verso Est.
Vi ricordate come era il cortile di palazzo Gaudiosi (ovvero la grancia) qualche trentennio fà? Tutto il pavimento convergeva verso il centro, con un pozzo dislocato lievemente a sinistra (guardando dal portone di via Puglie). Era fatto per convogliare e raccogliere le acque piovane verso il centro, in una cisterna, con il pozzo che attingeva ad essa.
E' chiaro che dopo 1500 anni qualcosa potrebbe essere cambiato:

Fonte - Antika.it

Immaginate solo che in 1500 anni tale parte di struttura ha subito terremoti ed eruzioni del Vesuvio. Non solo, ma se qualche rudere non abitato (diciamo i resti del Peristylium) era ancora in vista...la costruzione della via Regia delle Puglie tagliò a metà quella che era il nucleo di una villa rustica romana.

Ne parleremo ancora...

lunedì 6 gennaio 2014

Palazzo Gaudioso antica parte di una villa rustica romana?

E' una ipotesi che deve essere suffragata da provole e mozzarelle. Non è detto che sia così e che ci riuscirò ma..tentar non cuoce, come disse un famoso cuoco...
In qualche post di questo blog avevo seminato delle notizie riguardanti l'appartenenza di Tavernanova alla centuriazione Neapolis datata circa nel 79 d.C. Ciò ci fa capire che l'idea non viene abortita in partenza.
Esaminando questa foto del 1946, ho evidenziato quelle che - secondo me - sono elementi di una villa rustica romana, di cui una parte è divisa in due dalla via Nazionale delle Puglie:

la datazione, in epoca medioevale, di tale struttura nasce dal fatto che a Tavernanova esisteva una Casa dei Mansi, l'odierna Casamanna.
L'uso di questi mansi è, secondo gli studiosi, da mettere in relazione alla invasione dei longobardi in Italia, tra il quinto e sesto secolo d.C.
Tenete anche presente che esiste, verso Pomigliano, una Masseria Marcomanno; i Marcomanni, popolo barbaro, cioè NON-ROMANO sono venuti in Italia dalla Germania verso il 150 d.C. (fonte: C.Aliberti - Pomigliano d'Arco: la storia raccontata ai ragazzi).
Detto questo, uno potrebbe dire: ma da Casamanna fino a via Filichito quante era essere 'rossa stà villa...
Guardate quindi su questa mappa del 1802, ca ne sapevane 'cchiù 'e nuje...

Al centro vi è Tavernanova. In basso notate tra via Casamanna e via Filichito la scritta Terr. di Mansi. Quindi tutto il territorio (nel 1802) tra le due strade era ricordato come dei Mansi.

Affinale, per ora: i Romani certamente sono stati dalle nostre parti, così come i Longobardi e/o i Marcomanni.
La villa rustica romana, con mansi, è comparsa al sud italia all'epoca dei Longobardi. Ciò non toglie che poteva esserci già stata prima, visto che Tavernanova si trova in pieno territorio Arcoriano, con l'acquedotto della Bolla di origine greca e quello Claudio costruito intorno al primo secolo d.C.
L'estensione di questa Villa Rustica non è un problema, visto che nel 1802 era rimasta in voga la terminologia "mansi".

Prossimamente cercheremo di pozionare al meglio gli elementi di una Villa Rustica. Vi ricordate come era una trentina di anni fa l'interno del cortile di Palazzo Gaudiosi?

Grazie per le visite!

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