sabato 31 dicembre 2011

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Si va verso il 2012...

Con l'augurio che la strada di tutti Voi porti ai Vostri desideri...

giovedì 29 dicembre 2011

Tavernanova individuata dagli studiosi...

...come facente parte del triangolo della centuriazione denominata Neapolis, datata posteriormente al 79 d.C..
Questo ce lo dice G.Soricelli in "La regione vesuviana tra secondo e sesto secolo" - Ed. Edipuglia, di cui ho ritrovato una nota nel libro di E.Savino "Campania tardoantica (284-604)" - Ed. Edipuglia:


La centuriazione è praticamente un insieme di pezzi di terra, ciascuno fatto più o meno a quadrato di 720 metri di lato. I quadrati (100) di ogni centuriazione venivano poi assegnati  a differenti proprietari (famiglie). In tal modo i Romani difendevano i territori conquistati, assegnando terre sia ad "indigeni" che a "coloni".

Affinale, anche negli studi degli storici (quali gli autori su citati), il nome del nostro paese è ben noto...

A presto.

VM

domenica 25 dicembre 2011

Regalo di Natale da Giovanni Barone...

..della macelleria omonima. Grazie alla scannerizzazione effettuata da Agostino Meoli, abbiamo a disposizione una delle foto più antiche del paese: 1929!

Mons. Egisto Melchiorri, vescovo di Nola, circondato da spiccate personalità e autorità civili, si avvia sul luogo ove devesi benedire la prosa della prima pietra della Chiesa dell'Addolorata di Tavernanova (Napoli)

Si tratta invero di una (rara) cartolina postale. La foto molto probabilmente è stata scattata di modo che a destra troviamo l'area dove si andava a costruire la chiesa. Di fronte quindi vi dovrebbero essere le case a partire dalla tabaccheria Pirozzi (e verso Pomigliano d'arco).
Noterete infine l'auto (del Vescovo...?), il Vescovo ed il signore in bianco che si trova forse vicino alla pietra che si andava a benedire.

La foto è disponibile, per lo scaricamento, anche nel Web Album a destra. Oppure cliccando sopra l'immagine sopra con il bottone destro del mouse e selezionando l'opzione (nel menù che comparirà) "Salva immagine con nome...".

La didascalia ricalca ciò che è possibile leggere sulla stessa cartolina.

!Grazie Gianni.!

Buon Natale a tutti

martedì 13 dicembre 2011

Le patate tavernanovesi piacevano ai tedeschi....

Siamo nel 1943, Seconda Guerra Mondiale.
'Na brutta cosa.
A Tavernanova c'era la contraerea tedesca e gli Alleati (americani, inglesi e francesi) stavano "invadendo" l'Italia.

Anche il nostro paese ha fatto la sua parte, anzi, sarebbe bello poter ricordare coloro i quali si sono immolati per la propria Patria.
Leggiamo nel libro di A. De Jaco "1943: la Resistenza nel Sud : cronaca per testimonianze" che
Mentre i tedeschi delle batterie antiaeree di Licignano e Taverna Nuova incominciavano le requisizioni di animali e di merci, in particolare delle patate depositate nelle masserie, i giovani ricercavano le armi e si ponevano a difesa
I tedeschi battevano la ritirata, non disdegnando qualche assassinio gratuito contro civili inermi. Per poter fermare l'avanzata delle truppe americane, l'autore sopra citato, nel libro "La citta insorge (le quattro giornate di Napoli)" racconta:
Nel tratto di strada nazionale a Taverna Nuova - una grande strada asfaltata fra due filari di vecchi grandi platani - furono presi due guastatori che minavano gli alberi perché ogni fusto abbattuto fosse di ostacolo alla avanzata degli alleati
Che dire, volevano perfino abbattere tutti i platani della nazionale!
Concludendo, se qualcuno conosce le storie dei tavernanovesi caduti nelle due guerre mondiali, potrebbe mandarmi una e-mail con le loro storie. 

La lapide commemorativa di questi caduti è stata recentemente spostata sulla facciata della chiesa di Maria SS.ma "Addolorata".

Quando ci passerete -e leggerete i loro nomi- abbiate un pensiero per queste care persone: anche loro hanno fatto la loro parte.

sabato 10 dicembre 2011

1827: Tavernanova Capo-Casale...

...alla pari di Casandrino, Fratta maggiore, Grumo e Nevano, Casoria, Afragola, Casalnuovo e Licignano.
Nientedimeno!
Avevamo lo stesso rango del Comune di cui siamo frazione...
Non solo. Leggete sotto: 9 gennaio 1827, Francesco I sovrano del Regno delle Due Sicile:


Quindi avevamo, da questo punto di vista, una certa visibilità, come si direbbe oggi.

L'estratto di cui sopra è nel documento "Collezione delle Leggi e de' decreti reali del Regno delle Due Sicilie - I semestre", anno 1827, che potete scaricare qui.

venerdì 9 dicembre 2011

Citazioni teatrali del '800

Anche nel teatro -fosse pure 'na sola vota! - è citato il nostro paese. La do 9 su 10.
Si tratta di una commedia breve in 5 atti: "La provincia e la capitale" di Cesare Della Valle, duca di Ventignano.
Convinto che fosse un toscano doc...ed invece questo duca è stato uno dei più prolifici scrittori del Regno di Napoli.
Vissuto per 84 anni (1776-1860), è considerato anche un grande iettatore (!!!!!!!!), leggete qui...io l'ho letto e c'è da farsi delle risate :)))

Il riferimento alla taverna nova lo ritengo piuttosto chiaro. Si parla di circa 3 miglia dalla capitale del Regno (Napoli). A quei tempi, il Salice era posizionato a circa 4, ma siamo comunque in un contesto teatrale:



Dunque, questo signore di quà era passato....chissà a chi avrà secciato!!!

Il link al documento che contiene anche questa commedia è il seguente:


http://books.google.it/books?id=wDxKAAAAcAAJ&dq=%22taverna%20nuova%22&hl=it&pg=RA7-PA16#v=onepage&q=%22taverna%20nuova%22&f=false



martedì 6 dicembre 2011

Chi ama non dimentica....

...e chi può, ricordi:

Tavernanova - particolare da foto aerea del 1954

Tavernanova - particolare da foto aerea del 1934
Ecco i due particolari delle foto aeree che mi sono arrivate dall'Istituto Geografico Militare.
Quella del 1934 ci dà la dimensione esatta del paese: la Scuola Elementare, la Grancia dei Monaci Benedettini, via Casamanna, abbasce 'o Salice, via Filichito, ovviamente la via Nazionale delle Puglie e, in costruzione dal 1929, lo "scheletro" dell'attuale Parrocchhia dell'Addolorata.

I platani hanno un ruolo fondamentale, così come tutto il verde che c'era (e non solo a Tavernanova...).

Solo una bicicletta serviva, solo una bicicletta...
Bellissimo.

sabato 3 dicembre 2011

Un altro paio di foto aggiunte...

..e che riguardano i registri di altre due S.Visite del Vescovo di Nola:

1876

10 Giugno 1783
In attesa della famigerate foto aeree del 1952 e del 1943...
Alla prossima !

mercoledì 30 novembre 2011

Ci avviciniamo al 1701

Ho ritrovato una ristampa (sempre su Google Libri, ovvio...) di un libro che riprende gli accadimenti legati alla congiura del principe di Macchia in quel del Regno di Napoli.
Praticamente, la nobiltà del Regno vuleva fà fore 'e spagnole doppe ca era muorte o Re 'e Spagna Carle siconde.
Questo Carlo II apparteneva alla famiglia degli Asburgo(austriaci), che nun vulevane mullà 'o Regno delle due Sicilie.

Tra i vari documenti che questo libro del 1861 propone, vi sono le note dei carcerati che si trovavano a Castel Nuovo a Napoli nel 1701:


e tra questi ho trovato il seguente Giovanni di Rienzo, graziato poi dal Re:


Ovviamente, come è noto, dobbiamo andarci con i piedi di piombo, ma quale è la taverna nova più vicino a Somma ? Tenente presente che a quell'epoca l'urbanizzazione non era densa come ora: da Somma a Pomigliano c'erano solo terre coltivate e paludi, poi il nulla, così come da Pomigliano a Tavernanova. 
Scrivere "vicino la taverna nova" - in un contesto dove viene riportata anche la città di Somma - 9 su 10 è si tratta proprio il nostro paese; se a ciò vi aggiungiamo che a quei tempi verosimilmente vi era attiva una dogana...per chi leggeva il documento doveva essere chiaro dove questo signore era stato carcerato (che qui sta per catturato): quale posto migliore per far capire la zona ?

Il libro è il seguente:


Questo libro è scaricabile in formato pdf cliccando qui

lunedì 21 novembre 2011

Un piccolo web-album...

...che raccoglie le foto scattate sui documenti reperiti all'Archivio Diocesano di Nola.
Lo troverete a destra sulla pagina.

Buona visione.

venerdì 18 novembre 2011

Cavalli quattro ogni barile di vino...stamme all'Osteria dè R. PP. di S. Severino

E fa pure rima!


Il cavallo era una moneta emessa da Ferdinando I, re di Napoli e di Sicilia, nel 1472 e durò fino al 1498.
Dopodichè, nella stessa forma di cavallo, fu ripreso nel 1626 e ri-abolito praticamente agli inizi del 1800.
Le cosiddette "pezzature" erano da 2,3,4,6 e 9 Cavalli.
Una immagine di un 4 cavalli la posto qui:


Moneta da 4 cavalli del 1791


Queste informazioni ci servono per poter individuare al meglio la nascita "ufficiale" di Tavernanova.
Ma come ?
Quando gli Strambone acquisirono il casale di Pomigliano d'Arco, con tutti gli annessi ed i connessi, il territorio di Tavernanova faceva parte di questi. Parliamo del 1641.
Nel decennio che va dal 1740 al 1750, la casata degli Strambone iniziò a voler mettere in piedi una specie di "catalogo" dei beni posseduti, diciamo pure un catasto.
In questo catasto allora troviamo, come riportato nel libro di C.Aliberti "Pomigliano d'Arco: Sistematica Enciclopedica di Storia locale" Vol 1 -1998:
(...) chianca, Maccaronia ed Osteria dè PP. di S.Severino di Napoli sita in tenimento di detta terra di Pomigliano d'Arco detta la Taverna Nova
 Da questi possedimenti, venivano riscosse le tasse per i pesi e le misure, e non solo!
le quali esigono un tornese a tomolo qualunque sorte di vettovaglie che si comprano o vendono da qualsiasi voglia persona Cittadina, 'o forestiera, Cavalli tre ogni mezzo tomolo dello stesso modo, cavalli quattro ogni barile di vino; che da venditori di vino si compra e vende a qualunque persona grani, 2 e mezzo per ogni barile di vino grana due per il peso di qualsiasi robba che si compra e vende all'ingrosso e che passi il cantaro e grana uno da ciascuna persona che porta la bilancia per vendere frutti o altro
'A cosa bbella è o' càntare...

Ora, quando fu fatto questo lavoro, i notai non fecero altro che acquisire le vecchie carte dei Del Balzo con l'elenco dei possedimenti ed integrarle con quelli nuovi. La moneta da 4 cavalli (e quella da 3) fu introdotta nel 1626. Il passaggio di proprietà è del 3 Agosto 1641.

Se diamo quasi certa una notizia su "Taverna Nuova all'Arco" e che nel 1631 il terremoto+eruzione del Vesuvio (Dio scampi e liberi...) ha fatto danni tali che l'arco è andato distrutto, possiamo certamente spingere la data di battesimo di Tavernanova a non oltre il 1626. Forse qualche anno prima e non dopo...

Comunque, continuando a leggere questo libro, capisco che chiunque volesse esentarsi dal pagare questo tipo di tasse sulla vendita, doveva altresì pagare una certa quota.

mercoledì 16 novembre 2011

Le visite del Vescovo di Nola alla Cappella di S.Maria della Neve

Abbiamo già scritto più volte su questa cappella, ma un ripasso non fa mai male...
La cappella è stata costruita nello stesso periodo di attività della grancia che vi è di fronte. Al momento una ipotesi da valutare è che i monaci della Masseria "Preziosa", nel momento in cui è stata rifatta la via Regia delle Puglie (fine del 1500), abbiano voluto posizionarsi proprio lungo la strada che si stava proponendo come la via principale per arrivare in Puglia attraverso l'Irpinia.
Proprio dove ci sarebbe stata una dogana reale, con il confine segnato dai resti dell'arco dell' acquedotto? Chissà...

Prevedendo quindi forti traffici di merci (e di persone), ecco la creazione della una nuova taverna (ed io mi chiedo: forse forse che ve ne era un'altra più vecchia in zona ??) e, con il passare degli anni, visto l'aumento della popolazione in zona, anche la costruzione della piccola cappella (inizi del 1600 ??).
Comunque, nella mia ultima visita all'archivio diocesano di Nola, ho potuto riportare alcune foto che riguardano antichi documenti che attestano delle visite che il vescovo di Nola faceva in talune occasioni nella piccola chiesetta del nostro paese.

Eqquole qua! (per ora pubblico le più significative; a breve metterò un album pubblico)


Visita del 1765


Visita del 1738

sabato 12 novembre 2011

Mappe e mappine

Il titolo è divertente, ma in attesa di una foto aerea del 1954 a più alta risoluzione, vi passo alcune mappe in cui distintamente si vede "Tavernanova". Le mappe sono di tipo topografico (nun l'anna disegnate 'e surece, però):

Reale Uff. Topografico Militare - 1828

Istituto Geografico Militare -1876

Istituto Geografico Militare - 1926

Le cartine che qui vedete sono state trovate sul sito degli amici afragolesi Afragola Story
Ed ora, in attesa di ricevere la tanto sospirata foto aerea, vedo di pubblicare le foto dei documenti delle Visite dei Vescovi di Nola alla Cappella della Madonna della Neve.

P. S. - Da qualche parte nel blog ho riferito che la attuale Parrocchia di Maria SS.ma Addolorata è stata fondata negli anni '50. In realtà era il 1929...sorry

sabato 5 novembre 2011

La caduta dell'Arco a Tavernanova

Siamo in ambito di pura ipotesi. Qui sotto vi sono due mappe da Voi ben conosciute: la prima è del 1616.


La seconda serie di puntini, a partire da sopra e che attraversa la strada verso Pomigliano, rappresenta le arcate dell'acquedotto. Ricordate 1616.
Poi:


E' l'anno 1692. Ci mancano dei pezzi del giocattolo acquedotto.
La colpa è del Vesuvio, che ebbe una disastrosa eruzione nel 1631, insieme con terremoti vari. Ovviamente, una struttura in disuso da più di 100 anni quale l'acquedotto, vecchia già allora di oltre 1500 anni, viene distrutta.
Infatti nella mappa potete osservare che l'autore ne disegna un pezzo superstite proprio a ridosso della via Nazionale.

Quindi possiamo dire che l'arco che attraversava il paese è stato distrutto nel 1631; se non distrutto dal terremoto, sicuramente fu abbattuto per motivi legati alla viabilità di quell'epoca.
Rimane quindi un pezzo che si affacciava grosso modo sulla Nazionale. Ma dove ?

Il Palazzo Gaudiosi (ex- Grancia dei Monaci che gestivano la taverna nuova da cui poi abbiamo il nome) negli anni '40 si presentava così:

1945 - via nazionale verso Pomigliano
A sinistra in fondo noterete l'inizio della via Zi Carlo. E vedete pure come il complesso Gaudiosi venga praticamente "tagliato" dalla strada (in pratica parlo dell'ampio terrazzo), come se all'origine vi fosse un'ostacolo per cui i monaci dovettero fermarsi nella costruzione. Ricordo qui che, volendosi basare sulla "dedicazione" a S.Maria della neve della chiesetta di fronte al complesso, non possiamo andare più indietro della prima metà del 1500 per poter indicare la nascita del luogo "Tavernanova", questo perchè solo nel 1520 - a Ponticelli - fu dedicata la prima Parrocchia a tale titolo mariano, gestita appunto dai monaci di SS.Severino e Sossio.
Per non annoiarvi troppo: la mia idea è che un pezzo delle arcate dell'acquedotto era situato proprio a ridosso di quella che era via Zi Carlo: i monaci non poterono andare oltre con la costruzione e la via, per poter raggiungere la Masseria Zi Carlo (e da lì Licignano) ha dovuto fare una "innaturale" curvatura proprio per la presenza della struttura dell'acquedotto.

Ed a questo punto, la Chiesetta, che dovevasi trovare proprio sul punto di passaggio dell'arco opposto a via Zi Carlo (direzione Pacciano), sarà stata mica costruita dopo il 1631 (e quindi anche la grancia dei monaci) ????

Ci vorrebbe una foto aerea con una migliore risoluzione. La troverò a Somma....
Una buona serata a tutti: grazie p'a pacienza!

Foto dal 1961...

...rilasciate dal mio amico Luigi della Masseria Guadagni.
Le trovate nel Web album a destra.



...che bello. Il matrimonio di tanti anni fa.
Godiamoci queste foto!

Un grazie a Luigi! Hai riportato così in vita -per un istante- tante persone care!!!!

giovedì 27 ottobre 2011

Mi butto...

...Vi avevo promesso una ricerca su via Filichito. Veloce veloce ma senza garanzia:

filis + cyto potrebbe voler dire "denominata sottile". Per una strada, potrebbe significare che non essendo "dedicata" ad alcuno o alcuna cosa, veniva chiamata con il generico nome di filis, ovvero "sottile", "fine".
Per esempio, "Pe' ddo' vaje 'a Maronna 'e ll'arche ? Pe' Pummigliane ? No, vache pa' via ca 'a chiammane 'a fina".
"Ca 'a chiammane 'a fina" = filiscyto = Filichito.
Ovviamente, la mia è una simulazione improvvisata che abbraccia almeno 600 anni: da filiscyto a Filichito.

Il motivo della "finezza" è presto detto. Date una occhiata al post precedente, in particolare nelle foto in prospettiva. Via Filichito fa da "spartimento" alla grande depressione di sinistra ed a quella più piccola che si nota a destra. Ed immaginate che ai tempi dei romani, quando fu costruito l'acquedotto Claudio più volte citato in questo blog, queste due depressioni potevano essere piene d'acqua.

Saltiamo allora sull'acquedotto. Ci sono buone probabilità che non stiamo dicendo fesserie. Innanzitutto, il testo in cui si parla direttamente di una Tavernanova all'Arco è il seguente:

G.Ippolito "Spezierie Domenicane a Napoli: sei secoli di storia" Ed. Domenicana Italiana, Napoli 2006

Poi, in un saggio di G.M. Montuono "L’approvvigionamento idrico della città di Napoli. L’acquedotto del Serino e il Formale Reale in un manoscritto della Biblioteca Nazionale di Madrid" ritroviamo quanto segue:

L’acquedotto del Serino da Palma, in località Tirone, procedeva su un ponte-canale (un opus arcuatum lungo 3500 metri con archi di circa 5 metri) nei pressi dell’attuale Pomigliano D’Arco - che da questi prende nome - e all’altezza di Pacchiano (masseria Palmese) prendeva una deviazione che lo portava alla masseria Chiavettieri e di lì raggiungeva Arcora, l’attuale Casalnuovo
E noi da dove abbiamo tirato la linea dell'acquedotto ? proprio dalla masseria Chiavettieri.
Ed ancora sull'arco che passava pe il nostro paese: nel libro di F.Verneau - E.Verneau "L'acquedotto di Napoli: Storia e descrizione ragionata dell'opera" (1907) troviamo dei riferimenti a Tavernanova:

L'acquedotto si doveva presentare così:

Acquedotto Claudio nei pressi di Pomigliano d'Arco
Per terminare, cercando quà e là sul Web, ho trovato qualcosa che parla dei nostri vicini casareani:

G.Giacco - "Casarea ed il cuore di un poeta" (2009)

Potete scaricare il file per leggere qualche notizia su Casarea e sul gradito ospite Padre Gennaro Aspreno Rocco.

P.S. - In tale saggio, si parla di Casalnuovo. Tavernanova non esiste.

Allora passamme appriesse pure nuje... - Altre antiche mappe in arrivo.

sabato 22 ottobre 2011

Ipotesi fantasiosa ? Tavernanova all'Arco !!!!!!!!!!!!

Chissà...? Sembra una ipotesi fantasiosa e, per un certo verso, da approfondire.
Sapere che a Tavernanova vi era un arco (parliamo di qualcosa che è sparito forse con la prima guerra mondiale o con qualche terremoto nei primi del '900) - che secondo me seguiva una vecchia strada che partiva dalla Masseria Chiavettieri, quasi parallela alla Nazionale delle Puglie e tagliava la stessa all'altezza della Cappella di S.Maria della neve, per poi proseguire lungo la "vecchia" via Arcora.
Dal punto di visto storico, non ci dovrebbero essere problemi, almeno ad una prima analisi. Infatti:


  1. Dall'amico Tommaso Di Marzo fu 'Reghetiello (il grande Enrico!) abbiamo avuto conferma che il suo caro papà si ricordava che il proprio padre gli raccontava che una volta a Tavernanova c'era un'arco. facendo due conti, dovremo parlare della fine dell'800.
  2. Via Arcora Comunale era chiamata così proprio perchè seguiva i resti di un antico acquedotto romano (i documenti storici lo attestano fin dal '500).
  3. Alcuni documenti dei secoli scorsi parlano di questo acquedotto che fa proprio il tragitto che immaginiamo, ma che non entrano nei particolari.
Ed ecco allora il colpo di scena (tutto da verificare): nel libro "Madonna dell'Arco: storia di un santuario e di un convento" del 2009, di Padre T. Maria Violante si riporta appunto un nota dei monaci del convento (antica) in cui si parla proprio di Tavernanova all'Arco. Il libro è da leggere innanzitutto, poichè questo risultato l'ho avuto facendo una ricerca con Google:

240-241. 9 Cfr. Ippolito, pp. 1 1, 13, 88-89. 10 In zona si trovano i Comuni diPomigliano d'Arco, Mariglianella, sino a qualche secolo fa detta «dell'Arco», Tavernanova all'Arco e la contrada «Arcora»

Si dovrebbe dunque ritrovare qualche scritto dell'Ippolito su menzionato: ci proveremo.

giovedì 13 ottobre 2011

La masseria dei Marchesi (della) Torre

La masseria più vicina all'antico nucleo di Tavernanova può ben dirsi quella dei Marchesi Torre (o dei Principi, se vogliamo usare un appellativo diverso), che si trova in una traversa di via Zi Carlo.
Questa masseria, di cui alcune foto sono riportate in un altro post, viene fatta risalire al '600; con ciò si vuol dire che la data di costruzione di questa struttura va dal 1600 al 1699,non essendovi alcun dato certo.

Fino ad ora.

Vediamo di capirci qualche cosa: Don Carlo Cicala, nel suo libro del 2002 su Casalnuovo "Casali Novo intus Arcora", ed. Manna ci dice che a Tavernanova vi era questa masseria che si estendeva fino al Rione Torre di Casalnuovo. Ovviamente, vi sarete accorti di questa "Torre" che và e viene....
Bene.

Nel libro "Biografie dei vescovi e arcivescovi della chiesa di Napoli" di Mons.Daniello Maria Zigarelli, edito nel 1861 leggiamo:




Dunque, M.Gaetana Cattaneo..etc.etc. figlia di Augusto Cattaneo, etc. Principe di s.Nicandro, Marchese 
della Torre, Barone e Signore di Casalnuovo!


Procediamo all'indietro: Augusto Cattaneo era figlio di Domenico. Domenico era figlio di Giovanni 
Battista Cattaneo della Volta.


Su Wikipedia allora troviamo(ma non solo lì):

"Come altre famiglie genovesi (D'Oria, Imperiale, Serra e Grimaldi), i Cattaneo, trovandosi in situazione delicata, dovettero mandare un loro membro a Napoli (e anche a Madrid) per tutelare i loro interessi di esattori.Nel 1643 il trentenne Baldassarre Cattaneo (figlio di GiovanBattista e di Maria Maddalena Grimaldi) si trasferì dunque a Napoli onde curare l'appalto delle imposte di alcune province del meridione e acquista il feudo di San Nicandro. 
Muore nel 1649 lasciando erede suo fratello primogenito Domenico senatore e governatore di Genova, che viene a Napoli nel 1660, ove aveva acquistato il feudo di Casalnuovo."
 Quindi, acquistando il feudo di Casalnuovo, possiamo far risalire quantomeno il Rione Torre al 1660 circa e, nel caso in cui la masseria non era ancora stata costruita, anche quest'ultima (anno più, anno meno).


Stemma famiglia Cattaneo

In un prossimo post proveremo a capire l'ipotesi della presenza di un arco (nel 1800) che attraversava la via Nazionale all'altezza della Cappella di S.Maria della neve...
A presto.

domenica 2 ottobre 2011

Forse forse più di quattrocento anni di storia ?

Avevo già riportato in un blog del 12 Giugno scorso che Tavernanova era menzionata in un libro risalente al 1747: quindi 264 anni fa.
Riguardando lo stesso libro, alla luce del fatto che Tavernanova "dipendeva" essenzialmente da Pomiglianod'arco per le faccende ecclesiasi (della Chiesa), ho ritrovato che:

"questo tratto dalla sua giurisdizione il Casal di Lucignano che ita nelle vicinanze di Pomigliano d Arco benché di là dalla regia strada situato ove non sono ancora due sècoli che come in luogo di sua Diocesi vi fece la visita nella parrocchiale infin da allora già presso che rovinata Chiefa di S Giovanni Monsìgnore Scarampi nel MDLXII e poscia Monsignor Gallo nel MDLXXXVI E ben vero che in quel tempo era già ridotta a sì mal partito che ufficiar non vi si potendo si portava il Paroco a celebrare nella Chiesà della Santissìma Annunziata entro di Pomigliano ed in quella conferiva a fùoi Figliarli i sàcramenti ed esìggeva da loro l'adempimento del Precetto Pasquale E quindi è che quantunque sia stato di poi unito al Vescovato dell Acerra Lucignano continua il suo Paroco ad avere fatto la sua cura anche al presènte una strada in Pomigliano ove amministra i Santissimi Sagra menti esèrcita le Parrocchiali funzioni ed una volta l' anno vi si porta in processione forsè perchè in quella strada ad abitar vennero de suoi Figliani di Lucignano."

Vedete qui l'originale di quanto sopra.

Il mio dubbio è che, se la Chiesa della Madonna della Neve che, insieme alla Taverna dei monaci ha dato il via all'insediamento di persone che costituì il nucleo tavernanovese, non sia stata oggetto di questa visita del Vescovo di Nola al più tardi nel 1586 (oltre al fatto che bisognava andare a Pomigliano per i Sacramenti), prende sempre più piede che il nostro paese sia fiorito intorno al 1590/1600 quando fu ultimata la via Regia delle Puglie.

Parliamo di circa quattrocentoventi anni di storia.

Per ora è tutto. Un arrivederci presto a tutti i lettori di questo blog!!!

L'aria de la Bolla:note di fine settecento, vino incluso....

Non si parla di palloncini, ma dell'aria che si respirava nel territorio della Bolla (Volla), moooooolto vicino a quello tavernanovese.
Nel "Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli", pubblicato nel 1797 da Lorenzo Giustiniani, leggiamo a proposito:


L'aria di cui si parla è relativa alla zona detta "Casa dell'Acqua"; ovviamente è interessante in quanto l'autore fa comprendere come appartenente allo stesso ambito geopolitico anche la "taverna nuova".
Dunque, si può immaginare che dalla zona della casa dell'acqua, fin giù al "Salice", vi erano delle zone di acqua stagnante che in estate davano non pochi problemi. Ma attenzione, l'autore (1797) parla al passato, infatti aggiunge che "in oggi avendo dato scolo a tutte le sorgive di acque, che vi sorgono, essendo un luogo basso.." all'epoca dell'autore il territorio dovette essere bonificato.

Quindi, una volta letto che vi erano le fienerie, coltivazioni di cipolle e di meloni e quant'altro, ci piace immaginare anche che vi fossero vitigni:


Qualche anziano del paese sicuramente si ricorderà, almeno d'o vine: addumandate!

Mia madre diceva sempre che...

...nell'edificio scolastico delle scuole elementari, sulla via nazionale, vi era attestato, durante la IIa guerra mondiale, un ospedale dell'esercito americano.
Ne ho trovato una piccola traccia nel libro "The history of the American Field Service" di George Rock,  che racconta le vicissitudini dei servizi "a terra" dell'esercito americano nel periodo 1920-1955.
In esso si legge:





La traduzione del frammento che ci riguarda dice più o meno così: "A breve distanza dall'aereoporto, sulla strada statale 7 vi era l'Ospedale da campo del quarto reggimento - un centro di ricezione e di smistamento a Tavernanuova per i pazienti che dovevano essere trasferiti per via aerea - ...".


Su Google libri è presente solo questo frammento.

domenica 25 settembre 2011

Quà e la su qualche libro.

Da due settimane che questo blog è fermo: rammece 'na mossa.
Ritroviamo Tavernanova nel "Dizionario geografico-storico-statistico de' comuni del regno delle Due Sicilie", scritto da Achille Moltedo nel 1858:

"Villaggetto della provincia di Napoli, riunito al comune di Casalnuovo, da cui dista mezzo miglio, nel circondario di Pomigliano d'Arco, distretto di Casoria.".

Per ora è tutto. Saludos.

lunedì 5 settembre 2011

Primi risultati dalla visita all'archivio...

Documento di una "Santa Visita" alla Cappella di S.Maria della Neve (1820)

Ho avuto poco tempo per visitare l'archivio diocesano di Nola, alla ricerca di qualcosa di interessante.
Per ora, qualcosa ho trovato specie per i primi anni del 1800, che riguardano la Cappella. e qualche nota su qualche "prelato" che non si comportava bene con i paesani.

Dalle informazioni che ho trovato, capisco che Tavernanova doveva essere pressochè una "terra di nessuno": in parte aveva terreni che ricadevano nel Comune di Casalnuovo, in parte con quello di Pomigliano; addirittura in parte con Afragola.
Tutta la vita sociale sicuramente è iniziata a fiorire dopo la ricostruzione della via nazionale (fine del 1500), su cui si affacciavano la Cappella, il Convento e qualche casa intorno (vi ricordate l'officina di Giuanne 'o sorice ?).
Tutto intorno terre coltivate e qualche zona paludosa, senza contare la zona abbasce 'o sciumme.
Sia la taverna dei monaci che il convento stesso, insieme alla cappella, costituivano i rari luoghi d'incontro dei nostri avi.
Era lì che ci si incontrava per scambiare qualche chiacchiera, era lì che gli uomini e le donne si conoscevano (ra luntane!) per poi sposarsi.

Conoscere dunque meglio questi luoghi, chi li ha gestiti, ci consente di capire come la popolazione tavernanovese si evolveva ed affrontava le situazioni che la vita metteva di fronte.

Aspettatemi ancora su questo blog...

VM

P.S. - La "Santa Visita" era in effetti la visita del Vescovo della diocesi di Nola (o di un suo emissario) nelle varie parrocchie; in occasione di queste visite viene redatto un documento che spiega cosa c'era e cosa non c'era nella parrocchia, oltre ad individuare qualche mancanza.

giovedì 1 settembre 2011

Tavernanova: carne, pane e maccarune !

Eh sì, i monaci benedettini sapevano come portare "il pane a casa" (e pagare le tasse...).
Nel libro di Salvatore Cantone "Cenni storici di Pomigliano d'Arco" - editore A.Gallina , 1923 (ma è una ristampa) che potete scaricare qui, si legge abbastanza quanto serve a consolidare il nome del nostro paese ed a capire meglio cosa si faceva nel cosiddetto palazzo Gaudiosi (chiamato così poichè l'ultimo acquirente fu Pasquale Gaudiosi, sindaco di Pomigliano, nel sec. XIX): carne (macello pubblico) e pane (jus di panizzare).

E poi c'è la maccaronia gestita dai monaci.
Tutto questo pagando le tasse alla cosiddetta Università, che non è dove si studiava, ma era una prima forma di Comune. Diciamo che si pagava la licenza per fare il pane, per macellare i capi di bestiame e, oltre alla licenza, anche delle tasse sul venduto.



Come potrete leggere, Tavernanova aveva un territorio che andava in parte con Afragola. Questo territorio era dalla zona del Salice ad andare verso la "Cittadella" di Casoria.

Non solo, ma qualcuno ha dedicato a questa terra anche il sonetto che fa da testimonial a questo blog, un sonetto che ha almeno 150 anni!

Chiudo per oggi con una foto che poteva essere stata scattata a Tavernanova, fuori al palazzo "Gaudiosi" ma che invece non lo è:


Siamo a Pomigliano, credo i primi anni '70. Sotto i portici non c'è il mio grande amico Tommaso Di Marzio con la sua autoscuola, ma Antignani con la sua pasticceria.

Anticamente, qui c'era una dogana: la somiglianza architettonica ci induce a ritenere che oltra alla carne, ai maccaroni ed al pane, a Tavernanova facevano anche i passaporti... ;)

Un abbraccio a tutti!

lunedì 29 agosto 2011

1799: Quattro "Briganti" catturati presso Tavernanova

"Briganti", lo riscrivo tra virgolette in quanto parecchie volte non erano delinquenti, ma solo rivoluzionarii.
Per quanto riguarda il 1799, rimando voi tutti a questo link:


http://www.neoborbonici.it/portal/index.php?option=com_content&task=blogcategory&id=106&Itemid=224


Non vi mettete paura, il link funziona...


Torniamo al 1799, dalle nostre parti, zona del Casotto (tra Tavernanova e Pomigliano, all'altezza della Fabbrica Biciclette Marzano). Leggo da  "Storia di Pomigliano dalle origini ai giorni nostri":




Quindi, abbiamo anche una banda Barone !

mercoledì 24 agosto 2011

Sarà passato pe la taverna nuova ?

'O rre.
3 Gennaio 1753. Leggete il pezzo sotto tratto da "Storia di Pomigliano dalle origini ai giorni nostri":


Probabilmente, il re passò dalle nostre parti, pure per passare in rassegna la "dogana", che verrà poi spostata su Pomigliano 50 anni dopo.

A tal proposito, nella raccolta di Giovanbattista Basile "Archivio di letteratura popolare" del 1883, a proposito della Taverna del Passo, scrive: presso i luoghi di dogana c'era sempre qualche taverna, "per comodo de carrettieri".
Siamo allora tenuti ad immaginare che nel nostro paese la Taverna Nuova stabiliva qualche confine.
E quale confine più evidente di un vecchio arco che lambiva la "grancia" dei monaci (dove c'era la taverna) e seguiva paro paro la via Arcora Comunale ? E se questo arco passava proprio accanto alla cappella della Madonna della Neve via via a seguire -per un certo tratto- la via Filichito ?

Il confine tra l'intus ed il foris Arcora.


Ce vulesse la macchina del tempo !!

sabato 20 agosto 2011

Dal duca di Alcalà alla famiglia Strambone...

...senza dimenticare la "casata" Guadagno, che compariva nel post precedente, a cui sono particolarmente legato.
Dunque, il duca nun teneve sorde e vendette il casato di Pomigliano, in cui molto probabilmente rientrava anche il territorio Tavernanovese, visto che poi nel 1750 un notaio avrebbe preparato l'istrumento proprio per rilevare il casato alla famiglia a cui l'aveva venduto il duca ( vedi questo post ):


Non avrebbe dovuto chiedere alcun licenza di caccia al Montiere Maggiore né pagare tasse per i cavalli al Cavallerizzo Maggiore. Avrebbe però incassato soldi sia dalle attività legate a pesi e misure (es. al mercato, alla dogana, etc.) che dalle attività legate ad investimenti in rendite statali, gabelle, etc.
Qualche notizia sulla famiglia Strambone ?
Ecco quà:


L'ultimo degli Strambone morì nel 1749. Nel 1750 allora il notaio Ranucci quantificò i beni degli Strambone che andarono, attraverso il Demanio della Corona (dove "parcheggiavano" le proprietà di chi non aveva eredi), alla famiglia Cattaneo, principi di San Nicandro.
Tale famiglia cessò di comandare nel 1806, quando fu abolito il sistema feudale.

Tutto questo a noi tavernanovesi interessa poichè questi personaggi hanno sicuramente avuti dei legami con  i tavernanovesi di allora. Certamente avranno partecipato a qualche solennità del luogo (specie quando i vescovi venivano nella Cappella) e certamente avranno influito -persone importanti quali erano- sulle vicende antiche del nostro territorio.

Tra queste vicende, parleremo in breve di un altro re che è passato sulla via Regia e di quattro briganti uccisi presso il Casotto ( che mi sa si trovava sulla Nazionale all'altezza della fabbrica Marzano.).

martedì 16 agosto 2011

Ricordando Theodonanda ed i Gaudioso...

Theodonanda. In uno dei vecchi posts era venuto fuori questo nome.

Pensando e ripensando. Theodonanda con il passare del tempo e lo svolgersi del latino verso il volgare diventa DeoDonanda.
Poi diventa DiDonata. Potrebbe essere un nome molto comune per quei tempi. Fatto sta che nella donazione del 1112, che Vi riporto sotto, sembrerebbe che l'unico appezzamento di terra intus Arcora elencato sia proprio quello che aveva fra i confini il "rium de Silice", via cosiddetta "Summise" (poichè portava a Somma) e questa DiDonata.
Credo che abbiate capito anche voi. Il cognome nascosto potrebbe proprio essere dei Di Donato che, se non erro, avevano una masseria proprio giù al Salice.

Donazione ai monaci di S.Severino del 1112
Ragionato quindi anche su questo "Di Donato", saltiamo in avanti di parecchi secoli, arrivando ai primi decenni del Seicento.
Nel libro "Storia di Pomigliano, dalle origini ai giorni nostri" di G.Basile ed A.Esposito, stampato dal comune di Pomigliano d'Arco nel 2009, ritroviamo un altro cognome legato a Tavernanova :i Gaudioso, nel periodo del viceregno spagnolo (dal 1503 al 1707)


Tavernanova, insieme alla "Taverna del Passo" di Pomigliano e ad un'altra taverna presente sulla via Regia (nei pressi della Chiesa di S.Maria delle Grazie) costituiva la "zona delle taverne".

Altri "proprietari" importanti di Pomigliano, e di conseguenza di Tavernanova, nei prossimi posts.
Si però jate 'e presse, allora scaricatevi le 280 e passa pagine qui.

P.S. - Chissà perchè, tanto vicini a Casalnuovo, la storia tavernanovese è principalmente legata a quella di Pomigliano...?


giovedì 11 agosto 2011

Ancora sulla Cappella della Madonna della Neve

Il perchè è presto detto. E' il riferimento delle nostre ricerche, poichè di fronte a tale Cappella vi era la cosiddetta Taverna Nuova (dei Padri Cassinesi, 'e muonace 'e Cassine, per intederci...).
Pertanto, quasi sempre le due cose vanno a braccetto: se faccio delle ricerche sulla Cappella mi ritrovo qualcosa sulla Taverna e viceversa.

E' chiaro che il nome della frazione Tavernanova deriva dalla Taverna Nuova gestita dai monaci. Ed è proprio tale taverna che costituiva il luogo di riferimento per chi viaggiava sulla strada Regia delle Puglie.
Ed era anche un punto fondamentale di informazione.

A proposito della Cappella, riporto quanto ritrovato in un recente documento della diocesi di Nola, che potete scaricare integralmente qui (G.Basile - A.Esposito "Pomigliano sacra: parrocchie-chiese-cappelle",2010):

La Cappella della Madonna della neve si trovava sulla Strada Regia, attuale via Nazionale delle Puglie.
Descritta nelle Sante Visite come cappella pubblica, mantenuta con le elemosine e tenuta da un curato economo che amministrava le anime di Licignano, essa era ritenuta una chiesa succursale dell’unica Parrocchia di San Felice in Pincis in Pomigliano. Quando fu eretta la seconda Parrocchia di Santa Maria delle Grazie, la Cappella di Tavernanova, dedicata a Santa Maria della Neve, fu riconosciuta sua rettoria con Bolla Vescovile del 5 ottobre 1856.
Nell’Apprezzo della Terra di Pomigliano, redatto nel 1750 dal notaio Ranucci per la vendita dei beni della famiglia Strambone, è riportata la Descrizione cappella della Madonna della neve, dirimpetto la Taverna Nuova: «La cappella sta situata su la Strada Regia di rincontro al taverna nuova e proprio nelle case che sono in sterminamento di Pomigliano, e consiste in una porta quadrata per la quale si entra nella medesima che è coverta con lamia a botte con lunette e col suolo d’astrico, tiene il suo altare di fabbrica e legno in testa col quadro della Beata Vergine sotto il titolo della neve, ed è mantenuta da padri di S. Severo di quella città, che ne hanno la proprietà, e vi fanno celebrare ogni festa».

Per concludere, ho ricevuto da mia sorella due foto scannerizzate che ritengo appartenere al libro di Don Carlo Cicala , "Casali Novo intus arcora", ed. Manna. Le foto sono relativa alla Masseria di via Zi Carlo, risalente al secolo sedicesimo. Le foto dovrebbe essere di una quarantina di anni fa.

Ingresso Masseria Marchesi Torre, anni '70

Panoramica Masseria Marchesi Torre, anni '70

Buone ferie a tutti!

venerdì 5 agosto 2011

5 Agosto 1861: Festa a Tavernanova

Sono passati ben 150 anni da quel 5 Agosto del 1861.

Il parroco di allora, Don Ferdinando Russo (nato a Pomigliano il 5 ottobre 1804), proprio nella giornata di oggi
celebrò le 3 SS.Messe canoniche nella Cappella tavernanovese, addobbata a festa per l'occasione.

Tutto il popolo, proveniente dalle Masserie limitrofe: Manna, Ferrara, Filichito, Chiavettieri, Romano,
Marcomanna, Monte Zi Carlo, etc. insieme a chi aveva la propria abitazione sulla via Regia delle Puglie partecipò alle Sacre Funzioni.

Sicuramente c'era qualcuno dei nostri avi...

Dopo don Ferdinando, altri sacerdoti si sono susseguiti nella gestione della cappella fino agli anni '40, quando poi il testimone della presenza cristiana del nostro paese passò alla Chiesa di S.Maria Addolorata:

Don Giacomo De Luca, forse ultimo celebrante nella cappella di S.Maria della Neve a Tavernanova
Don Francesco Mattiello (fine '800) e Don Giacomo De Luca (1930 circa, nella foto).

La fonte è il libro di G.Basile - A.Esposito "Pomigliano sacra - Ordini monastici, sacerdoti, religiosi", pubblicata a cura del comune di Pomigliano d'Arco (2011), scaricabile qui.

L' immagine della statua in questo articolo ricorda vagamente quella che io vedevo nelle scale della Chiesa di S.Maria Addolorata, sul retro, quando c'era Don Gennaro Fico. Chissà adesso la statua dove si trova, forse al Museo Diocesano ?

giovedì 28 luglio 2011

1861: Notizie

Qui vedete il frontespizio di un giornale filo-unitario che molto "simpaticamente" tifava per Garibaldi e co. affinchè potessero estendere il Regno di Piemonte anche su Napoli (e purtroppo andò così, ma questa è un'altra storia...).

In questo "foglio" giornalistico, che è scritto in napoletano ed usa la satira per veicolare il suo contenuto politico, ritroviamo anche Tavernanova.

Venerdì 16 Agosto 1861, incendio di due masserie  nei pressi di Tavernanova: briganti o vendetta personale ?



Invece, il 30 Luglio 1861 ritroviamo altresì un fatto di cronaca: un carrettiere che portava la neve da Monteforte a Napule riportò quanto aveva visto al Ponte della Schiava presso Mugnano del Cardinale (AV):


A presto e grazie per il migliaio di visualizzazioni!

sabato 23 luglio 2011

Una nuovo foto e l'inno....

Nuova foto aggiunta all'album on-line. Niente di eccezionale: è un secondo scatto sul Giro d'Italia del 1966, 28 Aprile:


Ma la chicca più bella è la composizione del grande amico Antonio Barone, musicista, che si è basato sulle poche righe della poesia sul nostro paese per mettere giù una mini composizione che si accosta intimamente al nostro sito e ne può essere degnamente l'inno.
Un grazie infinite ad Antonio, che potete contattare e conoscere su


 http://www.myspace.com/antoniobarone


Ed eccolo qui, quale colonna sonora di uno slide-show che riproduce le foto del web-album.




A chi lo desidera, posso inviare sia il file audio che lo slide-show. Mandate una e-mail all'indirizzo che trovate nella colonna a destra di questo blog.

martedì 19 luglio 2011

1825: via Nova, passa il Re

Via Nova, ovvero la Consolare delle Puglie.

Francesco I di Borbone, 1825-1830
Visto che sarebbe dovuto passare di lì il re, nel 1825, per andare verso Foggia, si volle dare una aggiustatina ai "basoli" della via Nazionale delle Puglie.

Nel libro di Renato Caneschi - "Documenti di storia pomiglianese" - ed. Università Popolare di Pomigliano d'arco (2006) , si ritrova:

Misura ed aprezzo dei lavori eseguiti ad ordine nello scorso anno dall'appaltatore Giuseppe Cianci di resina per riattare con ferrugine e scondoline vulcaniche, i tratti basolati estremamente degradati che tramezzano la Consolare di Puglia al VII miglio, in occasione dell'andata di sua maestà il duca di Calabria, ora nostro Augusto Sovrano, in Foggia, appalti con ministeriale delle Reali Finanze del 18 Agosto scorso anno.

  • Distenditura... di ferrugine trasportata da S. Anastasia sul basolato molto danneggiato al Salice, ossia della traversa di Benevento in poi per colmare colla pasta grossa i vuoti dei basoli mancanti e colla minuta le degradazioni.
  • Distenditura ... di simile ferrugine per colmare e complanare l'altro basolato degradato nel luogo detto Taverna Nova.
 Quindi, la carrozza del Re e di tutto il suo entourage calcò i basoli nuovi di Tavernanova.

Quale onore ...!

;)

Anche di questo libro, potete scaricarvi il .pdf completo per poterlo stampare e leggere in proprio.

Buona lettura!

sabato 16 luglio 2011

Arcora: presente!

Ebbene sì, ancora sull'antica Arcora.
Nel libro del 1966, "Pomigliano_nella_sua_storia_di_ieri_e_di_oggi" (2a ed.), a cura di Padre Cherubino Caiazzo ho trovato uno schemino che vi riporto:


La via Appia è la S.S. 7 bis via Nazionale delle Puglie. Tavernanova dovevasi trovare intus Arcora tra la serie di -o-o- a sinistra (trasversali) e il tratto che dipinge l'acquedotto Claudio (che definiva, come abbiamo detto, il confine tra l'intus ed il foris).

Ancora, nel libro "Cenni storici di Pomigliano d'Arco" (1923) di E.Cantone, ritrovo che, nel 1832, il numero di abitanti registrato dal rev. Nicola Pranzataro era, insieme alla "masseria Visone, ed altre, con Tavernanova 377"

Per concludere, vi lascio allora i link ai .pdf dei due libri su citati:



Buona lettura!



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