giovedì 27 ottobre 2011

Mi butto...

...Vi avevo promesso una ricerca su via Filichito. Veloce veloce ma senza garanzia:

filis + cyto potrebbe voler dire "denominata sottile". Per una strada, potrebbe significare che non essendo "dedicata" ad alcuno o alcuna cosa, veniva chiamata con il generico nome di filis, ovvero "sottile", "fine".
Per esempio, "Pe' ddo' vaje 'a Maronna 'e ll'arche ? Pe' Pummigliane ? No, vache pa' via ca 'a chiammane 'a fina".
"Ca 'a chiammane 'a fina" = filiscyto = Filichito.
Ovviamente, la mia è una simulazione improvvisata che abbraccia almeno 600 anni: da filiscyto a Filichito.

Il motivo della "finezza" è presto detto. Date una occhiata al post precedente, in particolare nelle foto in prospettiva. Via Filichito fa da "spartimento" alla grande depressione di sinistra ed a quella più piccola che si nota a destra. Ed immaginate che ai tempi dei romani, quando fu costruito l'acquedotto Claudio più volte citato in questo blog, queste due depressioni potevano essere piene d'acqua.

Saltiamo allora sull'acquedotto. Ci sono buone probabilità che non stiamo dicendo fesserie. Innanzitutto, il testo in cui si parla direttamente di una Tavernanova all'Arco è il seguente:

G.Ippolito "Spezierie Domenicane a Napoli: sei secoli di storia" Ed. Domenicana Italiana, Napoli 2006

Poi, in un saggio di G.M. Montuono "L’approvvigionamento idrico della città di Napoli. L’acquedotto del Serino e il Formale Reale in un manoscritto della Biblioteca Nazionale di Madrid" ritroviamo quanto segue:

L’acquedotto del Serino da Palma, in località Tirone, procedeva su un ponte-canale (un opus arcuatum lungo 3500 metri con archi di circa 5 metri) nei pressi dell’attuale Pomigliano D’Arco - che da questi prende nome - e all’altezza di Pacchiano (masseria Palmese) prendeva una deviazione che lo portava alla masseria Chiavettieri e di lì raggiungeva Arcora, l’attuale Casalnuovo
E noi da dove abbiamo tirato la linea dell'acquedotto ? proprio dalla masseria Chiavettieri.
Ed ancora sull'arco che passava pe il nostro paese: nel libro di F.Verneau - E.Verneau "L'acquedotto di Napoli: Storia e descrizione ragionata dell'opera" (1907) troviamo dei riferimenti a Tavernanova:

L'acquedotto si doveva presentare così:

Acquedotto Claudio nei pressi di Pomigliano d'Arco
Per terminare, cercando quà e là sul Web, ho trovato qualcosa che parla dei nostri vicini casareani:

G.Giacco - "Casarea ed il cuore di un poeta" (2009)

Potete scaricare il file per leggere qualche notizia su Casarea e sul gradito ospite Padre Gennaro Aspreno Rocco.

P.S. - In tale saggio, si parla di Casalnuovo. Tavernanova non esiste.

Allora passamme appriesse pure nuje... - Altre antiche mappe in arrivo.

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