lunedì 26 ottobre 2020

Foto dal 1943...e ce le porta un paesano...


 ...il sergente Nicholas Barone, dal New Jersey.

Lo vedete qui nella foto, insieme a tutto il contingente del 32th Field Hospital.

Due plotoni (il terzo e il quarto) di questo contingente sono stati a Tavernanova, nell' Edificio Scolastico.

Il Sergeant Barone è stato qui tra il 26 Ottobre 1943 e fino al 13 febbraio del 1944.

Le foto che riguardano quasi certamente i nostri luoghi sono state scattate dal commilitone Soldato di Prima Classe George Marchessault.



E' proprio Nicholas Barone quello che vediamo in questa foto, forse con una sua parente casalnuovese, bellissimi:


Ma la chicca vera è questa. Molto probabilmente una foto che ritrae lo spazio dietro le Scuole Elementari:


(il soldato indicato con la freccia potrebbe essere proprio il Marchessault...)

sabato 10 ottobre 2020

Da San Grisanto a San Brancaccio (Pancrazio) passando per la Madonna del Mercato: quando la Diocesi di Nola arrivava fino al Salice...

E' una ipotesi sofisticata, frutto di dipinti e di pergamene che si perdono nei millenni...

Partiamo allora da ciò che è più vicino a noi nel tempo: un dipinto ed un testo storico risalenti al sec. XVIII.


Questo dipinto è opera del pittore Raffaele Montanaro (“Veduta della Diocesi Nolana Confinante con Dodici Mitre”). Potrete notare, verso destra, disegna una casolare (chiesa?) con il titolo "S. Pancrazio".

Secondo gli studiosi, tale dipinto è ispirato al testo di G. Remondini – “Della Nolana Ecclesiastica Storia, Volume 1” del 1747.
In questo testo si afferma infatti (all’inizio del Capo LIX), che:

E primieramente si ha per general tradizione che in su la regia strada per la quale si viene a Napoli si inoltrasse per un altro miglio la nostra Diocesi e quattro sole miglia distante dalla Capitale terminasse nel luogo volgarmente la Taverna del Salice appellato

Remondini scrive nella metà del XVIII sec. e quindi usa il miglio italiano; secondo questo storico, la Diocesi nolana arrivava fino a 4 miglia di distanza dalla capitale, ad un tempo più antico rispetto al 1747.

Saltiamo indietro di circa 700 anni rispetto a Remondini e Montanaro e posizioniamoci intorno ai primi decenni dell'anno 1000. Durante questo periodo, alcune pergamene  (n.593, 602 e 620) raccolte da B. Capasso in "Monumenta ad neapolitani ducatus historiam pertinentia" – Tomo II parte 1 – Napoli 1885 e da M.R. Pilone in  “L'ANTICO INVENTARIO DELLE PERGAMENE DEL MONASTERO DEI SS. SEVERINO E SOSSIO” 1999 (voll.II e III) ci parlano di una ecclesia dedicata a S.Maria Amarcatara, detta anche “ad illa quinta”, edificata in area arcoriana.

Ed è proprio quest'ultima notazione che deve essere sviluppata.

In un testo di A. Piganiol - "Le conquiste dei romani. Fondazione e ascesa di una grande civiltà" (2010) - ed. Il Saggiatore, si descrive come gli antichi romani avevano l'abitudine di porre un tabernacolo dedicato a qualche dio lungo ciascuna strada da loro costruita. Questo tabernacolo veniva posto precisamente al quinto miglio che era volgarmente indicato come “ad illa quinta (milia)”. Con la legalizzazione del culto cristiano quindi, questi tabernacoli vennero convertiti in luoghi di culto cristiani e in molti casi al loro posto venivano erette delle vere e proprie chiese. 

Ciò sarà valso anche per la Via Neapolis-Abellinum dunque, che attraversava i luoghi arcoriani? Se sì, in quale punto di questa strada fu eretta questa chiesa? 

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