sabato 10 ottobre 2020

Da San Grisanto a San Brancaccio (Pancrazio) passando per la Madonna del Mercato: quando la Diocesi di Nola arrivava fino al Salice...

E' una ipotesi sofisticata, frutto di dipinti e di pergamene che si perdono nei millenni...

Partiamo allora da ciò che è più vicino a noi nel tempo: un dipinto ed un testo storico risalenti al sec. XVIII.


Questo dipinto è opera del pittore Raffaele Montanaro (“Veduta della Diocesi Nolana Confinante con Dodici Mitre”). Potrete notare, verso destra, disegna una casolare (chiesa?) con il titolo "S. Pancrazio".

Secondo gli studiosi, tale dipinto è ispirato al testo di G. Remondini – “Della Nolana Ecclesiastica Storia, Volume 1” del 1747.
In questo testo si afferma infatti (all’inizio del Capo LIX), che:

E primieramente si ha per general tradizione che in su la regia strada per la quale si viene a Napoli si inoltrasse per un altro miglio la nostra Diocesi e quattro sole miglia distante dalla Capitale terminasse nel luogo volgarmente la Taverna del Salice appellato

Remondini scrive nella metà del XVIII sec. e quindi usa il miglio italiano; secondo questo storico, la Diocesi nolana arrivava fino a 4 miglia di distanza dalla capitale, ad un tempo più antico rispetto al 1747.

Saltiamo indietro di circa 700 anni rispetto a Remondini e Montanaro e posizioniamoci intorno ai primi decenni dell'anno 1000. Durante questo periodo, alcune pergamene  (n.593, 602 e 620) raccolte da B. Capasso in "Monumenta ad neapolitani ducatus historiam pertinentia" – Tomo II parte 1 – Napoli 1885 e da M.R. Pilone in  “L'ANTICO INVENTARIO DELLE PERGAMENE DEL MONASTERO DEI SS. SEVERINO E SOSSIO” 1999 (voll.II e III) ci parlano di una ecclesia dedicata a S.Maria Amarcatara, detta anche “ad illa quinta”, edificata in area arcoriana.

Ed è proprio quest'ultima notazione che deve essere sviluppata.

In un testo di A. Piganiol - "Le conquiste dei romani. Fondazione e ascesa di una grande civiltà" (2010) - ed. Il Saggiatore, si descrive come gli antichi romani avevano l'abitudine di porre un tabernacolo dedicato a qualche dio lungo ciascuna strada da loro costruita. Questo tabernacolo veniva posto precisamente al quinto miglio che era volgarmente indicato come “ad illa quinta (milia)”. Con la legalizzazione del culto cristiano quindi, questi tabernacoli vennero convertiti in luoghi di culto cristiani e in molti casi al loro posto venivano erette delle vere e proprie chiese. 

Ciò sarà valso anche per la Via Neapolis-Abellinum dunque, che attraversava i luoghi arcoriani? Se sì, in quale punto di questa strada fu eretta questa chiesa? 
Diciamo subito che le miglia in uso nell’impero romano sono diverse dalle miglia “europee”:
 

1 miglio romano

1 478,5 m

1 miglio italiano

1 851,85 m

 In questa tabella comparativa, vediamo che 5 miglia romane equivalgono a 7392,5 metri mentre 4 miglia italiane computano 7407,4 metri.

Il quinto miglio romano (o quattro miglia), sulla via Nazionale delle Puglie (l’antico tratto della Neapolis-Abellinum) si posiziona all’incirca nella zona della Taverna del Salice, all’estremo Ovest di Tavernanova lungo la cosiddetta “Via Vecchia” delle Puglie. Ciò è confortato dalle innumerevoli cartografie del secolo scorso che trovate su questo blog.

Quindi la localizzazione di "San Pancrazio" sul dipinto è veritiera.

Di S.Pancrazio (alla Cittadella) si parla nel testo di A. Buccaro, C. De Seta – “I centri storici della provincia di Napoli” – E.S.I. 2009, come una di una contrada di pertinenza della Città di Casoria, bonificata nel 1532.

Ancora più interessante quanto riportato per i nostri studi l'articolo di Giuseppe Pesce "Il culto di San Mauro a Casoria” in https://archiviocasoria.wordpress.com/2013/10/26/il-culto-di-san-mauro-a-casoria/

"[...] agli inizi del XVII sec., la Città di Casoria avviò un’imponente riorganizzazione agraria, arrivando fino a Ponticelli e alle falde del Vesuvio.
In tale contesto, nel 1672 l’effige di San Mauro, patrono della città, fu collocata sull’antica cappella di San Brancaccio (titolo corrotto nei secoli in San Pancrazio) sulla Via delle Puglie
"
Nel 1789 poi, al Vescovo di Pozzuoli viene richiesto un “intervento” per la rifazione della taverna del luogo detto San Pancrazio (fonte: ASN, Registro dei dispacci n.493 / carta 196) "e la spesa si faccia coll'avanzo delle vendite...". 
Osiamo immaginare che la taverna in questione sia la “Taverna del Salice”.

Quindi, esisteva una antica cappella in quei luoghi dedicata a San Brancaccio e tali luoghi sono appartenuti alla diocesi nolana in un periodo quantomeno precedente al XVI sec.

I resti di una struttura ecclesiale potrebbero esseri questi che si intravedono in via Salice? (fonte: Google Maps):


Giusto a destra della linea ferroviaria, piena di rampicanti, si notano ancora i resti delle strutture portanti di questo edificio che, ad occhio, sembra ricordare una architettura con una navata centrale e almeno 4 navate laterali. Questa struttura dista meno di 150 m. dal quarto miglio e, considerando lo scarto assoluto di 17 metri tra le due misure, parliamo di scarsi 130 m. che, in questo contesto ipotetico, sono nulla.

Di San Grisanto e in particolare della Madonna del Mercato parleremo la prossima volta...

Buona Domenica!

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