E' chiaro che le storie in cui sono implicati dei sacerdoti (specie in un villaggio rurale quale quello della Tavernanova ottocentesca), vanno sempre presi "con le molle".
Le delazioni con cui vengono raccontati questi avvenimenti sono da considerarsi in buona fede ma, come la storia insegna, molte volte dietro delle "sommosse" popolari si cela sempre una mente che ha degli obiettivi ben precisi.
La storia di don Stefano Mattiello va presa così come è: essa è raccontata esclusivamente attraverso dei resoconti che qualcuno si premurava di inviare al Vescovo di Nola e nessuna persona vivente oggi può confermare che quello che era scritto era la verità oppure una esagerazione artefatta di fatti comunque dispiacevoli per un sacerdote.
EccoVi allora qualche altro resoconto: qui il nostro parroco dicesi "convivere" con una ragazza di 18 anni.
La cosa simpatica è che il risentimento dei popolani aumenta nel momento in cui "mentre il suddetto sacerdote somministrava i Santi Sagramenti ad un'onesta bizzoca questa vedesi tirare dal Sacerdote un calice (calce/calcio?) nella pancia sotto pretesto che malamente teneva il .... sotto la barba, ..."
Questo è tutto, popolo, Buona Notte! ( e state allerta...)
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