venerdì 6 dicembre 2013

Guglielmo Melisurgo si cala nelle viscere tavernanovesi

G.Melisurgo - fonte:http://salzano-antonio.blogspot.it
Siamo alla fine dell'800 e questo ingegnere ed architetto napoletano si cala nella campagna tavernanovese.
Perchè ?
Lui si appassiona agli acquedotti che anticamente portavano l'acqua a Napoli e, tra questi, vi è l'acquedotto della Bolla.

"Infatti, nella pianura che si stende tra le falde a nord-ovest del Monte Vesuvio, quelle a Mezzogiorno della Collina di Cancello e il versante a mezzogiorno dell'altipiano di Caserta - e proprio nel territorio di Taverna nova, sottocorrente Casalnuovo - a parecchi metri di profondità della superfice del suolo, in un tufo tenerissimo e fra terreni formati da sabbie trachitiche miste a lapilli, si svolgono silenziosi e misteriosi cinque cunicoli o forme d'acqua, attraversanti un importante strato acquifero, al quale si possono assegnare a limiti Casalnuovo, Pomigliano d'Arco, Somma, S.Anastasia, Pollena, Ponticelli, Barra, Napoli e S.Pietro a Patierno."

Ristampa critica del testo originale del 1889
Ed ecco allora il brevissimo resoconto nella sua discesa nelle nostre campagne:

"La campagna superiore di tratto in tratto presenta dei piccoli manufatti di pietra tufo, come degli informi pilastri, sui quali in una delle quattro facce verticali è incastrato un quadrello di terracotta verniciata, doce ancora più misteriosamente si legge un numero.
Se si rimuove la pietra, che copre uno di questi pozzetti e si discende per circa sei metri d'altezza, si penetra nell'acquedotto.
Dalle pareti trasuda l'acqua che è limpida e freddissima. Si cammina sopra un tappeto non molto morbido, formato da infinite pagliette, sottili, bianche e friabilissime, di carbonato calcare. A volte durante il tragitto s'incontra alla superfice dell'acqua come un largo velo; è un deposito di calcare, che si frange al nostro passaggio.[...]".

Senza parole. Grazie per le visite.

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