domenica 9 settembre 2018

1943 / 2018: 75 anni dalla Liberazione di Casalnuovo e Tavernanova

background: foto di S. Pocock tratta dal suo libro "Campania 1943 - Vol.II"
8 Settembre 1943: " Mentre ancora giungevano, attutiti dalla relativa lontananza e dall'incerto riparo dei ricoveri, i rombi dei quadrimotori alleati e i tonfi sibilanti delle bombe cadenti su Napoli, la voce gracchiante di Badoglio annunciava per radio: « ...la soverchiante potenza avversaria..• un armistizio al generale Eisenhower... La richiesta è stata accolta... ogni atto di ostilità... deve cessare da parte delle forze italiane... però reagiranno ad... attacchi da qualsiasi altra provenienza ».È finita! È finita! Giù nelle strade, fuori dai ricoveri..., campane a festa... Avete sentito? L'armistizio! P- finita la guerra!
Corse di gioia, grida di esultanza, lacrime... Il cuore batte forte nel petto. Negli occhi di una ragazzina, si fissò indelebile la scena del padre che « sbatté il suo berretto a terra con una forza da far spavento, e saltava ». Sempre a Casarea, sembrò che i Tedeschi provassero soddisfazione: chi sa? forse finiva anche per loro!
È sera: ormai la luna, gialla e tonda, si alza luminosa dietro la spalla del Vesuvio. Ancora più cupo e lontano comincia a sentirsi uno strano continuo rimbombo, come di un cannoneggiamento ostinato: sono gli Alleati che stanno per sbarcare a Salerno. Comincia adesso la « lunga nottata » del popolo italiano.
L'Italia è allo sbando: fra due giorni, il Comando germanico annuncerà sprezzantemente: « Le forze armate italiane non esistono più! ». L'Italia ritorna ad essere una semplice espressione geografica: una intera nazione non è più che una somma confusa di individui i quali, durante questa lunga nottata, attraverseranno l'incubo febbricitante di una agonia che — e non sarà stato per fortuna o per caso si risolverà in un risveglio di recuperata salute. Per la prima volta nella sua storia, il popolo non subirà la libertà di pensarla come vogliono gli altri.
E tutto questo comincia con il decidere da sé, senza attendere ordini che, ormai, non arrivano più. In ogni caso, la decisione fu sofferta; e a volte decisioni contrastanti condussero ad un medesimo esito.

Passando per via delle Puglie nelle prime ore del mattino (proveniva in macchina da Avellino), il generale Del Tetto aveva ordinato ai soldati italiani che aveva incontrati, di abbandonare il posto e non « provocare » i Tedeschi.
Nessuno lo stette a sentire: la battaglia di Casalnuovo durò tre ore. Quaranta soldati (sette dei quali persero la vita), guidati dal tenente Gaetano Farneti, respinsero l'attacco tedesco; quindi, soverchiati, dovettero arrendersi, e i Tedeschi fucilarono sul posto il tenente. (Del Tetto sarà arrestato fra un mese, il 12 ottobre. Condannato a 20 anni di prigione, morirà in carcere di un'ulcera mai sofferta).
Ma chi erano questi Tedeschi di stanza nella zona? Quasi sicuramente erano quelli della Divisione Goering, che faceva parte del 14° Corpo d'Armata, il cui Comando era insediato a Maddaloni.
Ma c'era anche un Gruppo di combattimento, di stanza a Napoli, comandato da un maggiore. Al comando di Napoli era poi preposto il famigerato colonnello Scholl."


(fonte: Saggio storico del Prof. C. Gravier Oliviero:"ANTIFASCISMO e RESISTENZA tra ACERRA e POMIGLIANO" - Ricerca didattica della classe V B , 1984-85 del Ginnasio-Liceo “V. Imbriani” di Pomigliano d’Arco)

Emozione e commozione!

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