mercoledì 5 dicembre 2018

don Domenico Panzuti, da avvocato a sacerdote con massaria a Tavernanova

don Giovan Domenico Panzuti (Panzuto), come tutte le persone notabili del Regno,  amava avere un proprio fondo agricolo fuori le mura di Napoli per avere derrate alimentari di prima qualità.
Anche lui fu colpito dall’aria gentile tavernanovese e decise di costruire (o prendere possesso, questo non lo sappiamo) di una masseria, indicata su un disegno del 1695 come “massaria di Dominico Panzuto”.


Oggi, i resti di tale manufatto si trovano nei pressi della torre (cisterna) dell'acquedotto alla periferia Est di Tavernanova, all'incrocio tra via V. De Sica e via L. Visconti, proprio di fronte alla famosa Masseria Chiavettieri:

2018 - resti dell'antica Masseria di don Giovandominico Panzuti (fonte: GoogleMap)
Ma chi era questo personaggio?


nacque in Napoli addì 12 Dicembre del 1657. Dato che ebbe di buon ora termine agli studi di belle lettere, e di filosofia, incominciò quelli di giurisprudenza con buon successo sotto la disciplina del celebre Francesco Verde, indi Vescovo di Vico Equense, e prese la laurea dottorale il dì 2 Maggio del 1674, di anni 16 incirca , precedente licenza del Vicerè di quel tempo.

Egli pose le sue mira su delle nostre consuetudini. Vi escogitò delle molte quistioni, massimamente a riguardo alle testamentarie disposizioni, e vi trattò altresì delle altre non poche controversie più frequenti nel foro. Alle cognizioni delle nostre leggi, accoppiò egualmente quelle del diritto romano, e dell'età di anni 20, diede al pubblico un saggio sufficiente di quanto avea profittato delle sue applicazioni mandando a stampa il primo tomo delle sue controversie nel 1678. 

Procacciavasi intanto della fama nell'esercizio di Avvocato, e a contraddistinguersi alquanto fra il ceto de professori, e nel 1681 diè fuori il secondo tomo delle sue produzioni; quindi sempre più crescendo in opinione presso de suoi compatrioti, ed a formarsi una più che numerosa clientela, nel più bel colmo di sua fortuna, a dir non saprei da che fosse stato distolto ad abbandonare la professione del foro, e rendersi persona di Chiesa. Nel 1716. egli era già sacerdote, siccome avvisa il giureconsulto Stefano di Stefano in una epistola indirizzata al leggitore e posta sul principio del terzo tomo delle sue opere.
Morì il dì primo Novembre dell'anno 1732, e di sua età settanta cinquesimo, e fu seppellito nella Chiesa di S. Niccolò della Carità.
” (da L. Giustiniani – “Memorie istoriche degli scrittori legali del regno di Napoli, Volume 3”, stampato nel 1788)

Quindi il nostro don fece l'avvocato dal 1678 fino a qualche anno dopo il 1700, dopodichè, come ci dice il Giustiniani poc'anzi, divenne sacerdote.


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