giovedì 19 aprile 2012

Da una taverna "vecchia" ad una nuova...



E' inspiegabile come alcune cose ce le abbiamo davanti agli occhi e non le vediamo...

Sto leggendo e rileggendo un testo che mi ha procurato -e per questo lo ringrazio- il direttore della Biblioteca di Pomigliano d'Arco, dott. Giovanni Basile; parlo del libro di Padre Giovanni Ippolito di Madonna dell'Arco, "La Madonna detta dell'Arco - storia di un toponimo e di una edicola". Questo libro, che potete agilmente scaricare, tange in qualche modo anche la storia di Tavernanova, proponendo indirettamente delle ipotesi piuttosto affascinanti: Tavernanova quale nuovo toponimo per la zona detta Villa Arcore (che nun è chella 'e Berluscone...).

Se così fosse, il nostro territorio sarebbe stato abitato fin dagli inizi dell'anno 1000!

Ma andiamo con ordine, specificando meglio sulle due taverne. Converrete che se io chiamo una cosa "nuova" dovrà per forza esserci stata anche una "vecchia" nelle immediate vicinanze. Ed eccola quà: siamo nel 1560 quando Pietro Antonio Lettieri ricevette l'incarico, dal Vicerè Don Pietro di Toledo, di esplorare l'acquedotto Augusteo. Cito testualmente:

assicura che dalla masseria detta la Preciosa l'acqua di Serino andava sopra archi grandi fi alla taverna de casale nuovo a la via per la quale se va da Napoli ad Acerra delle quali ne appareno molti vestigii E osservabile che la taverna accennata dal Lettieri è quella stessa che tuttora si vede vicino Casale nuovo presso la Chiesetta della Madonna dell arco o dell Arcora (da "Memorie storiche del comune di Afragola" di Giuseppe Castaldi, 1830)
Dunque, nel momento in cui una villa rurale (palazzo Gaudiosi, per intenderci) viene affittata ai monaci per farci una taverna (e quindi significa che la zona era idonea a tale tipo di commercio: abbiamo visto che non era solo taverna in qualche post precedente), quale nome più appropriato, specie se questa taverna ha in comune con l'altra una prossima vicinanza ad archi di un vecchio acquedotto romano, se non taverna nova all'arco?

Ed ancora, nei nostri post abbiamo fatto delle ipotesi riguardo i primi proprietari terrieri delle nostre zone (oltre al Monastero dei SS.Severino e Sossio che ne deteneva la maggior parte): bene, nel libro sopra citato abbiamo che negli anni dal 1003 al 1185 la zona di Tavernanova verso Pomigliano, terre a destra aveva un proprietario con nome e cognome. Grazie poi a questi dati, l'autore è in grado di seguire il percorso di questi archi sfruttando una mappa corografica dell'acquedotto di Serino, prodotta da Italo Sgobbo ("L'acquedotto romano della Campania: Fontis Augustei Aquaeductus", 1938):



Come si vede dalle due immagini, il tracciato dell'acquedotto è quello che costeggiava la strada che da Tavernanova portava a Madonna dell'Arco (quella che passava per la Masseria Chiavettieri):



Rimane sempre da capire a che altezza della Strada delle Puglie questo acquedotto faceva in modo che
Tavernanova fossa a sinistra e Pomigliano d'Arco a destra.
Ma questo lo vedremo in seguito. Fatto sta che, nella relazione del Lettieri, così come riportato nel libro di cui sopra

"il conte di Maddaloni avrebbe impetrato ed ottenuto, nel 1420 circa, dal re Ferdinando I d'Aragona il permesso di servirsi del pontecanale dell'acquedotto romano presso Pomigliano d'Arco per la costruzione ivi di un nuovo castello"

Da questo momento in poi, è possibile che da Tavernanova all'Arco si sia passati all'attuale Tavernanova? E visto che nel 1595 furono scavate le prime fondamenta del Santuario di Madonna dell'Arco, molti contadini dalle masserie portavano "pietre vive" (pietre dell'acquedotto, alla fine) potrebbe allora essere questo range di anni quello dove il nome del paese si consolida in Taverna Nova?

Dunque, nella peggiore delle ipotesi, se una taverna fu affittata ai monaci e chiamata taverna nova all'arco, dobbiamo presupporre una datazione non superiore al 1600, non superiore e se poi, come leggiamo che il Monastero ha avuto la Masseria Pretiosa già a partire dal IX secolo (!) (e quindi un territorio che si estendeva fino alle terre ora tavernanovesi), perchè non ipotizzare Villa Arcore come un primo insediamento su cui hanno costruito l'attuale Grancia dei Monaci (ora Palazzo Gaudiosi)?????

Alla prossima...

3 commenti:

  1. Salve, è possibile avere indicazioni più appurate sulla presenza dei resti dell'acquedotto romano a Tavernanova?
    Sul sito del comune è riportato l'acquedotto della Bolla:
    http://www.comune.casalnuovo.na.it/mm/mm_p_dettaglio.php?idmonumento=4
    Sebbene sia passato per via Casa dell'acqua non sono stato in grado di individuare i resti dell'acquedotto.

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    1. Ciao Max. Innanzitutto grazie per aver postato questo commento.
      Dunque, in generale purtroppo NON CI SONO RESTI DI ACQUEDOTTO VISIBILI nella zona tavernanovese; quando parlo di acquedotto intendo le arcate (sopraelevate) dell'cosiddetto acquedotto Claudio (o Augusteo). In zona erano attivi però altri acquedotti, le cui condotte erano però in massima parte interrate e quindi tuttora non visibili. Qualche "vecchio antico" mi ha detto che qualche resto dell'Acquedotto di Carmignano sia ancora riconoscibile (zona Casalnuovo-Acerra).
      Ho trovato questo articolo:
      http://campania.peacelink.net/napoliup/articles/art_10385.html
      Spero possa aiutarti! A presto.
      VM

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    2. Grazie per il link davvero interessante e scusami per il ritardo nella risposta ma è un periodo bello pieno questo per me.
      Mi hai dato altri spunti per le prossime manifestazioni, la prima si terrà domenica 17 marzo proprio a Casalnuovo e si chiama Ciclo Cultura. In questa manifestazione abbiamo unito il piacere di usare la bicicletta, mezzo ecologico ed ecosostenibile, alla riscoperta del territorio casalnuovese; ci sarà una pedalata a tappe che passerà per 5 punti storici del paese e ad ogni tappa verràà narrata un po' di storia del luogo. Mi auguro di vederti lì!
      Buona domenica! =)

      https://www.facebook.com/Ciclo0Cultura

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