domenica 12 agosto 2012

Casa (dei) Mansi, ovvero Casamanna

Come accennato qualche giorno fa, su delle antiche mappe datate a cavallo degli anni 1801 e 1850, la nostra via Casamanna viene riportata come Casa Mansi (o Casa de Mansi).

1836-1840

1801-1850
Nelle immagini notiamo un paio di cose: che la Casa dei Mansi si estendeva dalla prima curva che si trova in via Casamanna, nei pressi del cortile con quell'arco antico all'ingresso (a sx scendendo) e fino alla strettoia immediatamente prima del cosiddetto Parco "Ferrovieri".
Oltre a questo, nella mappa dobbiamo notare alcuni particolari:


  • Un poco più avanti di via Casamanna (oggi), noterete un riquadro in neretto che sta a significare una massaria o casa colonica. Dove potrebbe corrispondere oggi? Al cortile dei Di Costanzo?
  • A fianco della grancia dei Monaci (palazzo Gaudiosi) vi è un riquadro tracciato in maniera sottile: potrebbe essere il risultato di vecchie misure prese tenendo presente i resti del vecchio arco di acquedotto?
Dulcis in fundo: la strada che collega alla sinistra (su mappa) della cappella di S.Maria della neve fino alla (Masseria?) Viola e Schipano; da lì si arriva agilmente alla madre di tutte le masserie dell'epoca: quella di S.Severino (alias Pretiosa).
Questa stradina da tempo non esiste più. All'epoca dei monaci certamente quella strada consentiva il trasporto dei beni agricoli dalla masseria verso la strada regia.

Ed ancora: il luogo denominato "Viola e Schipano" viene disegnato come se fosse su di un colle...
Ho ragione di credere che -grosso modo- il tratto di strada che partiva da questa collinetta ed arrivava fin presso la cappella era  accompagnato dai resti dell'acquedotto.
Acquedotto che terminava (causa terremoti ed eruzioni) prima della cappella per poi riemergere sulla strada Regia delle Puglie e tagliarla in due.
Sono ipotesi ma, man mano che visiono mappe, vengono fuori sempre più elementi che potrebbero confermare queste supposizioni.
Ma torniamo ai nostri Mansi: praticamente nei tempi antichi -all'epoca degli schiavi - vi erano dei servi un pò meno "servi", poichè erano dotati di case propio nei pressi dei terreni che dovevano coltivare per conto del loro padrone; questo tipo di legame si perpetuava di padre in figlio: ovvero quel pezzo di terreno era lavorato da una stessa famiglia per generazioni. Venendo più avanti nei secoli, le cose iniziarono a meglio organizzarsi grazie a Carlo Magno, che modificò il concetto di "corte". Ovvero un territorio veniva organizzato nello schema seguente:

Da qui possiamo allora capire come i mansi non erano altro che “i luoghi dove i contadini abitano”, poi, più in generale, passò ad indicare “la terra necessaria al sostentamento di una famiglia”.
I mansi erano dunque dei piccoli appezzamenti di terreno con al centro la casa dei contadini. Essi potevano essere di due tipi, ovvero: i mansi ingenuili e i mansi servili. In cambio del terreno, i servi e i contadini liberi erano tenuti a:

  • versare al loro signore parte della raccolto; 
  • lavorare i terreni della pars dominica; 
  • pagare diversi tributi.

Tenendo allora d'occhio lo schema precedente, immaginate che il Castello sia la Massaria Preziosa, che la pars Massaricia sia rappresentata dalle varie Masserie intorno Tavernanova con centro la grancia dei monaci e che Casa Mansi sia la zona di via Casamanna.
Questo schema dei mansi risale al periodo MedioEvale (prima dell'anno 1000); sebbene possiamo pensare alla zona tavernanovese come risalente all'anno 1000, credo che la presenza dei mansi attesti una modalità di organizzazione del territorio certamente in linea con delle direttive ereditate da questo periodo.

Con il lutto nel cuore, Vi rimando all'approfondimento del "Casotto degli sbirri".

Grazie dell'attenzione e delle visite.

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