sabato 11 gennaio 2025

Curiosità da alcuni documenti dello Stato Civile (IV): il "canapiaro" Raffaele Pascale e un matrimonio riparatore(?) (1827)

 E' il 7 Maggio del 1827.

Il Sindaco di Pomigliano, Pasquale Pipola, attesta la notifica di matrimonio tra Raffaele Pascale Scialò di Antonio, di anni 23, canapiaro, domiciliato sulla Strada Regia in Casalnuovo e la minorenne Maria Giuseppa Santullo, di anni 16, figlia del gendarme Gennaro Santullo di Campobasso e di Felicita Salvi domiciliata in Pomigliano d'Arco presso la Masseria Maturanzio.


Dunque un "canapiaro" ovvero un canapino, ovvero lavorava la canapa grezza di modo da separare le fibre utili dai pezzetti di legno attaccati ad esse. Il lavoro si svolgeva su "pettini" fissi ad un tavolo, con lunga dentatura metallica. Questi ultimi potevano essere più o meno fitti per le diverse fasi della pettinatura: dalla prima sgrossatura all'ultima rifinitura.

fonte: https://www.folclorecontadino.it/un-antico-mestiere-il-cordaio/

La zona tavernanovese fin dal XVIII° secolo aveva la vocazione alla coltivazione della canapa, come attestato da alcune pergamene.

Un altro articolo interessante che riguarda Pomigliano e la canapa lo trovate qui.

La Masseria Maturanzio viene nominata nel testo di S. Cantone, Cenni storici di Pomigliano d'Arco, ed. 1984, reperibile facilmente in rete.

giovedì 2 gennaio 2025

Curiosità da alcuni documenti dello Stato Civile (III): zie Tatonne Manna e la sua eredità (1810)

Siamo nel 1810, 24 ottobre. A Casalnuovo viene registrata la morte di un celibe ottantenne, al secolo Antonio Manna del fu Arcangelo.

A dichiarare il decesso al comune sono Biase Manna, bracciante di anni 44 e Pascale Manna, di anni 50, anche egli bracciante. Tutti domiciliati a Tavernanova.

Come era prassi in questo tipo di dichiarazione, si potevano registrare eventuali lasciti. Non avendo figli, zie Antonio lascia 2 camere, due bagni ed un moggio di territorio al censo di 24 ducati l'anno al nipote Arcangelo Manna (figlio di Saverio Manna, suo fratello maggiore?)

24 Ottobre 1810



martedì 31 dicembre 2024

Curiosità da alcuni documenti dello Stato Civile (II): superstiti poveri nel 1836

Nel post precedente abbiamo raccontato di duecento ducati lasciati in eredità. Ora testimoniamo di povertà, quella che attanagliava tutta la provincia campana, con le note trascritte nel 1836 provenienti dallo Stato Civile della Restaurazione di Casalnuovo.

Biagio Iorio, figlio di Francesco e marito di Grazia Manna, bottaro, di anni sessantasei "avendo lasciato Maddalena Iorio sua figlia e la sua moglie superstiti poveri".

Rimarchiamo che la popolazione di Tavernanova era composta da 200 persone nel 1832 (fonte: S. Cantone, "Cenni storici di Pomigliano", 1984).

Stato Civile della Restaurazione di Casalnuovo (1816-1865)


lunedì 30 dicembre 2024

Curiosità da alcuni documenti dello Stato Civile (I): nonna Rosa lascia in eredità 200 ducati

 Dalla analisi di alcuni documenti dello Stato Civile di Casalnuovo (ed archiviati digitalmente presso l'Archivio di Stato di Napoli) possiamo renderci conto di tante cose riguardo i nostri antenati.

Cominciamo con la signora Rosa, deceduta il giorno di ferragosto del 1810, a Tavernanova.

L'atto di morte viene redatto il giorno dopo, alla presenza dei delatori Dottor Domenico Bacco (chirurgo) domiciliato alla strada del Felariello (Casalnuovo) e Giacobbe Fico, bracciante di Tavernanova.

La signora Rosa, di anni settanta, vedova di Pasquale(?) Fico, aveva avuto 6 figli (all'epoca tutti di maggiore età) a cui lascia ben duecento ducati.

Duecento ducati equivalevano a circa 300 grammi d'oro, volendo avere un'idea di massima.

Documento dello Stato Civile Napoleonico di Casalnuovo (1806-1815)




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