martedì 27 gennaio 2015

La grancia tavernanovese come "mansione" della antica via Appia?

E' una suggestiva ipotesi formulata, tra una riga ed un' altra, dall' Antologia di cui a fianco la copertina (con annesso link). In pratica, in questa Antologia viene ripercorso a grandi linee il trattato di Teodoro Monticelli "Memoria sulla origine delle acque del Sebeto di Napoli antica di Pozzuoli ec del prof Teodoro Monticelli segretario nella R Accademia delle Scienze a Napoli (1830)".

Così, nell'analisi di questo Trattato, l'autore del testo scrive, a riguardo del Sebeto:

"Imperocchè sorge questo da quattro profonde sotterranee grotte artificiosamente incavate nei fianchi del valloncello sul quale poi scorre una di esse detta la Preziosa da un vicino predio la seconda la Taverna Nuova da una mansione dell'antica via Appia non molto lungi di là e la terza che è la più prossima alle falde del monte di Somma detta del Calzettaro dal podere come altri il chiamano delle Fontanelle del Candelaro mentre la quarta a poca distanza di là trovasi sulla via di un canale o acquedotto che a questa ed a quella serve di latente emissario"

"Mansione", "Mansi", "Casa dei Mansi"...

Le mansioni erano una "stazione di tappa" che si trovavano lungo le strade romane che, a partire dal IV secolo a.C. venivano costruite per collegare Roma con le regioni più lontane.

La loro funzione era principalmente militare, ma anche commerciale e informativa (trasporto della corrispondenza). Il cursus publicus (= servizio postale) funzionava grazie alla presenza lungo le strade di alloggi di tappa (mansiones) dove si poteva mangiare e passare la notte e di stazioni di cambio intermedie (mutationes) dove era possibile trovare dei cavalli freschi. I privati solo occasionalmente ricevevano il permesso di avvalersi della posta di stato; di norma dovevano provvedere con mezzi propri.

Tenete presente che la via Nazionale delle Puglie era la diramazione secondaria della Via Appia, antica strada romana, che collegava Roma con Capua e da qui verso Brindisi.

La suggestione viene presto infarcita da un testo del 1845, di Nicola Corcia, il quale, parlando di una stazione detta Ad Novas nei pressi di S.Maria a Vico (CE), afferma che:

"[...] la quale dovè prendere il nome da nuovi alberghi o osterie costruite ad uso de viandanti sulla Via Appia così che egli sembra che la detta stazione debbasi intendere Ad Novas Tabernas. Ed oggidì alla distanza corrispondente all' antica non solo si veggono diversi ostelli distinti col nome di Taverna Nuova[...]"

Dunque, la suggestione che prende corpo è che la grancia dei monaci, all'epoca della via Appia Antica, non era altro che una mansione, chiamata Ad Novas Tabernas per distinguerla da quelle più vecchie che si trovavano venendo da Benevento, via Casalnuovo, e che andavano verso la Puglia da questo ramo secondario della via Appia che passava per il nostro paese...

Nessun commento:

Posta un commento

Canale Youtube - La playlist...

Post +popolari nell'ultimo mese...