martedì 18 agosto 2015

Tre punti di scavo nelle aree adiacenti Tavernanova: i risultati

I 3 punti di scavo (puntino marrone) nelle aree adiacenti Tavernanova
Nel 2000 e nel 2006, secondo il sito www.fastionline.org, sono stati effettuati degli scavi in 3 aree adiacenti il villaggio tavernanovese (relativi ad opere pubbliche):

  1. Linea a Monte del Vesuvio, lotto C1, pile 125-132 (2000)
  2. Linea a Monte del Vesuvio, Lotto C2 (2000)
  3. Passante Nord-Sud (2006)
Questi scavi hanno portato alla luce alcune scoperte archeologiche che vanno dal 5000 al 1350 a.C., che ora Vi vado a riassumere...
  1. Linea a Monte del Vesuvio, lotto C1, piloni dal 125 al 132 dell'Alta Velocità (2000, territorio di Casalnuovo di Napoli): il periodo và dal neolitico (5000 a.C.) e fino all'Età del Bronzo (1750 a.C.). Il ritrovamento di solchi agricoli sotto i piloni dell'alta velocità, sotto lo strato cosiddetto delle "pomici di Avellino" e di un solco battuto di confine vanno a fare compagnia a file di buche di palo per il supporto di capanne. In tre casi, lungo il bordo delle abitazioni è stato trovato un piccolo pozzo, probabilmente di natura votiva. Sul fondo di queste fosse sono stati ritrovati alcuni vasi databili tra la fine del periodo eneolitico e l'inizio della prima età del Bronzo. Nel pilone 130 e 132, si trova un ulteriore livello di suolo arato databile alla fine del Neolitico periodo; all'interno di un barattolo impasto frammentato (probabilmente un ex-voto connesso all'attività agricola della zona), sono stati ritrovati diversi utensili di pietra e numerose conchiglie con fori che probabilmente costituivano una piccola collana.
  2. Linea a Monte del Vesuvio, lotto C2 dell'Alta Velocità (2000, territorio tra Volla ed Afragola): il periodo è relativo all'Età del Bronzo (1800-1600 a.C.). Le indagini hanno esaminato sia la parte più alta di questa zona, caratterizzata da terreni asciutti sani, e la parte inferiore, che anticamente era probabilmente un ambiente palustre come attesta la presenza di una serie di canali paralleli di età romana. Posta su un allineamento nord-sud, questi erano 80 cm di larghezza e 1,20 m di profondità (piloni 198-202). L'uso agricolo del terreno risulta fin dal periodo eneolitico, come attestato da frammenti di ceramica intrecciati da vimini. Questo tipo di manufatto è stato il lavoro degli abitanti di un villaggio situato nella zona immediatamente a nord dei canali preistorici (Arcora preistorica?). Una delle capanne di sotto dei depositi vulcanici è stata completamente scavata. La struttura rettangolare, con abside sul lato nord-orientale, era su un / allineamento sud-ovest nord-est e misurava 5 × 12 m (presso il pilone 218d).
  3. Passante Nord-Sud dell'Alta Velocità (2006, Volla): il periodo è relativo all'Età del Bronzo (1350 a.C.). Al disotto di un livello arativo moderno, si evidenzia il deposito piroclastico dell’eruzione di Pollena, che sigilla una frequentazione agricola non intensiva di epoca romana, attestata da canali di captazione delle acque superficiali, un pozzo, tre sepolture e svariate fosse verosimilmente realizzate per coltivazioni.

    Tali evidenze insistono, nel settore centrale dell’area indagata, direttamente sui livelli di età protostorica; ai margini di questa, uno strato di abbandono, ricco di frammenti ceramici di impasto, restituisce una cesura più netta tra le occupazioni di differenti epoche.

    Il piano di frequentazione di età protostorica è costituito dal livello di pedogenizzazione della parte alla sommità del deposito vulcanico delle “pomici di Avellino”, caratterizzato da una fitta serie di buche per pali. La grande quantità di materiali ceramici recuperati testimoniano una intensa occupazione del villaggio, databile a partire dall’età del Bronzo recente e finale. Inoltre, la frequenza delle buche, la loro disposizione e il tipo di riempimento indizierebbero che in molti casi si è provveduto all’asportazione e al successivo ripristino dei pali con una modifica radicale e/o solo parziale dell’unità abitativa.

    La maggiore concentrazione, nella parte centrale del sito, di buche sub-circolari di medie e piccole dimensioni certamente pertinenti a pali, lascerebbe ipotizzare l’esistenza, in questo punto, della parte principale del nucleo abitato. Ad Est e ad Ovest di quest’area centrale, la frequenza delle buche diminuisce e si evidenzia una tipologia diversa nei tagli, ugualmente di forma circolare ma di maggiore diametro e profondità, il cui riempimento ha spesso restituito una serie di pietre laviche, spesso arrossate dall’azione del fuoco. Le caratteristiche di queste fosse inducono a proporre per esse la funzione di forni. Ai limiti occidentali e orientali dell’insediamento era presente anche di un argine, realizzato a protezione del perimetro del villaggio.
Uno sfizio sarebbe quello di andare in questi posti e scattare qualche foto...

Saludos.

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