sabato 25 maggio 2024

Le strade arcoriane: ipotesi di sviluppo (I)

Nel post "Via Filichito antico tratto della via Nolana" pubblicato un mesetto fa, avevamo tracciato, con l'ausilio di una generica e artigianale "mappa", un primo approccio a quella che era la viabilità arcoriana intorno al primo secolo, sull'asse Napoli-Avellino.

Facciamo ora un passettino più avanti, con l'ausilio del saggio di Carlo Ebanista "Dall’Antichità all’età moderna" (2012) - che potrete agilmente scaricare a destra nell'elenco dei testi - proviamo ad immaginare cosa ci suggerisce l'autore in questione, ovvero che questo "tracciato, noto nel medioevo come via antiqua e in età moderna come Strada regia, Cammino o Consolare di Puglia, si sovrappose nel tratto iniziale alla via Neapolis-Abellinum che non è menzionata esplicitamente da geografi e cartografi antichi, ma la cui esistenza è comprovata da testimonianze letterarie ed epigrafiche. Paolino di Nola, nell’epistola 29 composta nella primavera del 400, descrive il viaggio che Melania Seniore compì da Napoli, dov’era sbarcata di ritorno dall’Oriente, a Nola; il testo, ricco di particolari sul superbo corteo di parenti e amici, costituito da carrozze ondeggianti, cavalli ornati di falere, carri dorati e numerosi cocchi, allude, senza alcun dubbio, alla via Napoli-Nola che Paolino chiama impropriamente Appia"

via Neapolis-Abellinum (V-X sec.)

"A testimonianza della continuità d’uso della strada Neapolis-Abellinum, sia pure con le inevitabili modifiche e deviazioni, le fonti medievali indicano come via antiqua il tratto che da Napoli conduceva a Nola; un documento del 944, relativo al territorio di Pumilianum foris arcora (attuale Pomigliano d’Arco), menziona, infatti, la via antiqua, que dicitur Arenarum."

Teniamo sempre presente che man mano che il traffico cominciava ad aumentare sul nuovo tratto, le più antiche strade perdevano di importanza e quindi di manutenzione specie in quei tratti che non attraversavano centri abitati.
Alla fine del X secolo, quindi, possiamo peraltro ipotizzare uno sviluppo di strade carrabili da e verso il villaggio di Arcora, nel momento in cui lo sviluppo della zona arcoriana, ricco di acque e di paludi, cominciò a produrre ricchezze con i suoi mulini.
E' chiaro che le eruzioni del Vesuvio degli anni 472, 505 e 512 avranno modificato non poco il territorio e certamente per ciò che riguarda le vie di comunicazione (vedi la strada su menzionata Arenarum - via Arenaria - chiamata così perchè probabilmente piena della sabbia dei lapilli accumulata nelle vecchie eruzioni).

Alla prox. puntata.
Grazie per le visite.




sabato 11 maggio 2024

Via Zi Carlo, qualche altro aggiornamento...

 In un post di 5 anni fa scarsi (lo potete recuperare qui) abbiamo costruito alcune ipotesi sul toponimo legato alla via denominata Zi Carlo (o meglio ZiCarlo...), scoprendo che esisteva anche una masseria con lo stesso nome, Massaria Monte ZiCarlo.

Adesso, grazie ad una cartografia risalente al periodo 1862-1876 scopriamo una ulteriore traccia:


il ponte SiCarlo - scritto proprio con la S e la C maiuscole. 

Questo ponte si trovava a Licignano e consentiva di superare un corso d'acqua, ben evidenziato in quest'altra cartografia, sempre del XIX sec.


Sovrapponendo la prima immagine con una veduta aerea della zona, ci accorgiamo del posizionamento di tale ponte (via Lagno se si chiama così ci sarà un perchè...):


A questo punto, è importante sottolineare come la "S" sia diventata "Z" e questo è certamente argomento per gli studiosi di fonetica e di diacronia. Ad ogni modo, il ponte serviva per attraversare la zona del percorso scoperto dell'Acqua del Carmignano, veicolata dal beneventano verso Napoli intorno al 1629.

Poi, volendo lanciare una idea, possiamo tirare in ballo Sicardo V Principe di Benevento, longobardo, che possedeva la vicina Acerra negli anni 832-839 e che pose sotto assedio Napoli nell'835.

Grazie per l'attenzione...

P.S. - A detta degli studiosi, i longobardi "strizzavano" la lettera S con Z...

sabato 4 maggio 2024

L'area Arcoriana (e "La Preciosa") in una mappa del XV secolo

 In un interessantissimo saggio di Aniello D’Iorio, "Una Comunità in cerca di equità: il catasto onciario di Licignano in Terra di Lavoro nel Settecento" (2022), viene proposta una carta su pergamena, copia di altra del periodo aragonese (la si fa risalire al XV secolo), raffigurante il territorio tra Magdalone e Nola, in cui Liciniano confina, con Acerra, Pumilliano d’Arco, Castello Gullielmo di Cisterna.

In questa stessa pergamena è riportata anche una masseria, la Preciosa del monastero dei Santi Severino e Sossio, nei cui confini si sarebbe sviluppata poi Tavernanova.


Sarà mia cura, nel prossimo periodo, cercare di ritrovare la pergamena per intero...

Un saluto ai paesani!

giovedì 2 maggio 2024

Tavernanova, 1938

 La Tavernanova del 1938 poteva contare scarsi 500 abitanti (nel censimento del 1935 erano 454) e, secondo L'Annuario Generale d'Italia e dell'Impero, vi erano le seguenti attività censite:

Parroci: don Viscardi Mesione

Caffettieri: Giacomo Fico

Macellai: Antonio Barone

Panettieri: Emanuele Fico

Paste alimentari: Percaro Raffaele

Tabaccai: Maddalena Cravero

Vini (negozio): Carmine Di Costanzo

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