mercoledì 17 luglio 2019

Quando via Zi Carlo era "areta 'a 'gnusa"....

Oggi divaghiamo su via Zi Carlo, prendendo spunto da una citazione del buon Luigi Perna (Giggino 'mericano) incontrato recentemente a Pomigliano.
Quando lui abitava a Tavernanova, la via Zi Carlo era comunemente appellata 'areta 'a 'gnusa, per indicare che la strada, ad un certo punto, non era più praticabile.

Facciamo allora un viaggio nel tempo, proprio su questa stradina...
In una cartografia di fine '600, dalla strada regale si vede dipartire la stradina in questione, che non è affatto 'gnusa, ma che anzi porta a Licignano (vedi questo post). Da questa si diparte poi una strada "che vene da casale nuovo", e che sembrerebbe coincidere con il tratto di strada che porta alla Masseria dei Marchesi della Torre (leggere anche questo interessante post).
A questa massaria aggiungiamo allora le notizie legate proprio a "Zi Carlo": ce ne ragguaglia l'amico Fulgenzio (leggi qua).


La pianta che vedete in alto risale al 1934. Sovrapponendola con la cartografia del 1695, in particolare con la zona a sud della scritta "Tavernanova", si scopre che in tempi ancora più antichi il tratto di strada che lambiva la Massaria Torre (o Fico), attraversava la Consolare delle Puglie per arrivare sino alla Masseria Preziosa! (Archivio di Stato, vol.1845 Sala Disegni).

Ritorniamo alla nostra Massaria 'o Monte: il pittore Pietro Fabris probabilmente ci riporta alla base della costruzione di questo toponimo:



Ovvero lo leggiamo nel titolo dell'opera, databile a partire dalla metà del XVIII sec.

"Cava di tufo ch’è nel podere di D. Benedetto Farina nel territorio di Casalnuovo, il quale tufo è lava che il Vesuvio nei tempi antichissimi versò liquida"
E qui facciamo match con quanto trascritto dal nostro amico Fulgenzio. ovvero che il toponimo Monte non si riferiva al Monte Frumentario da me palesato (vedi qui) bensì al monte di lapilli e di tufo che si accumulavano.

Penso sempre che l'aggiunta del zi Carlo possa essere dovuta o al nome del fondatore proprietario della massaria o il nome "Carlo" stava per Carlini, moneta in voga nel 1500 e che serviva a pagare gli interessi del grano preso dal Monte. "Zì" potrebbe essere una storpiatura in lingua "volgare" della cifra che dovevasi pagare...
Chissà...

P.S: Don Benedetto Farina acquisì il feudo di Casalnuovo, con un contratto stipulato presso il notaio Domenico Guglielmo Selano di Napoli in data 29 giugno del 1747, in virtù del quale a fronte di 121.700 ducati pagati a Girolamo Como, Benedetto Farina riceveva: «(…) suo palazzo, giardino, grotta, cellaro, uomini, vassallo, loro rendite, censi, ed altro»

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