sabato 20 luglio 2024

Il Sistema delle “Masserie della Pretiosa” nel contesto dei luoghi arcoriani (IV) - Quante Starze?

 

L’ipotesi che vogliamo percorrere è quella che l’area pressochè triangolare con il vertice alto rappresentato dal “Complesso Gaudiosi” sulla via Nazionale delle Puglie, quello a destra in basso identificato nell’area della Pretiosa di Sant’Anastasia e quella a sinistra in nel territorio della Bolla abbiano costituito l’area territoriale condivisa da due starze, entrambe appartenenti al Monastero di S.Severino & Sossio di Napoli. 

Tutta l’area era conformata all’interno della Centuriazione “Neapolis”, risalente ai primi anni dopo l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., sebbene nel testo di E.Lo Cascio, A. Storchi Marino – “Modalità insediative e strutture agrarie nell’Italia meridionale in età romana” – EdiPuglia, 2001 si fa riferimento a degli insediamenti nell’area che si posizionano in anni ben più precedenti.



In linea generale, una primissima menzione di una starza appartenuta al Monastero di SS.Severino e Sossio la troviamo in una pergamena risalente al 1178-79, dove si parla di un appezzamento di terreno nel territorio di Terczo che aveva i seguenti confini (170, vol.I):

  • terra di S.Maria ad Platiam
  • via puplica
  • un’altra terra di detto monastero
  • una via che conduceva dal lato opposto
  • la terra lavorata da Stefano de Cicire ed altri confini.

Qui le terre confinanti sono almeno cinque, più altri confini.

Ci siamo già imbattuti nel post precedente in una pergamena del 1190 (195, vol.I) dove si menzionava la starza di Domenico e Giovanni Cicalesi in quel di Villa Arcora. A questa vi associamo la pergamena n.187, vol.I – del 1191 - che riguarda una donazione che un tale Matteo Sarracino fa al convento: è una terra in villa Sancta Anastasia, denominata appunto “ad illam Pretiosam”.

I confini di questa terra erano dunque:

  • Ad un capo, la via publica que dicitur Sumese.
  • Ad un lato ed anche ad un capo vi è una starza di detto monastero che si estende fino ad illa Arcora, ovvero le arcate dell’Acquedotto Claudio.
  • Da un altro capo c’è xxxxxxxxx (10 lettere circa) ed altri confini.

Possiamo quindi immaginare che l’ampiezza del territorio tale da arrivare ad avere come “capo” le arcate dell’Acquedotto Claudio (oltre che come lato) e la via publica Sumese.

L’ipotesi che nei territori più a sud rispetto alle arcate dell’acquedotto vi fosse una ulteriore starza viene avvalorata da una pergamena databile nel periodo 1213 – 1219. In questa pergamena, ad un certo Stasio Papazulo, fratello di Pietro, monaco casertano, fu concessa una starza integra nel luogo detto “ad illa Pretiosa” (in Sancta Anastasia) avente i seguenti confini: da due parti vi sono dei resti abbandonati della starza stessa mentre un terzo confine è definito da una strada che si chiama Rio, più altri confini. (231, vol.I).

Non solo: nello stesso periodo Giovanni de Pellegrino promette al Monastero due starze intere appartenenti alla Infirmaria. Le starze, già affidate a Roberto de Benedicto, si trovano proprio presso “illa starcza vestra de dicta infirmaria” (1127, vol.III).

Da annotare che al 1215, Ruggero Gaudioso ed i suoi eredi lavoravano il territorio ad illa Pretiosa di Sant’Anastasia. Tale territorio misurava 11 moggia e aveva come 3 confini altre terre appartenenti al monastero mentre un quarto confine era stabilito da una via pubblica. (186, vol.I).

Venti moggi di terra furono concessi tra il 1226 e il 1241 (1753, vol.III) dal monastero a Stasio Papazulo di Sancta Nastase, giusto per l’infirmaria di detto monastero all’interno di una integra starza di terra della stessa infirmaria, posta in loco Sancte Nastase detto ad illa Pretiosa.

Tale starza ha la via de Silice come confine da tre parti così come la suddetta starza più altri confini.

Una pergamena catalogata come “In loco Sancta Maria ad illa Pretiusa” (973, vol.II), risalente al periodo 1230-1245, menziona i fratelli Iacobus et Gaudiosus de Gaudioso, di S. Anastasia Foris Flubeum; questi promettono a Pietro Primicera – infirmatarius del monastero, di lavorare 7 moggi di terreno all’interno di una starza pertinente l’infirmaria, posita in loco qui nominatur Sancta Maria ad illa Pretiosa, parte Foris Flubeum.

<continua>

Nota: la dicitura (xxxx, vol.y) identifica il numero di pergamena xxxx del vol. y di 

"L'antico inventario delle pergamene del Monastero dei SS. Severino e Sossio : Archivio di Stato di Napoli, Monasteri soppressi, vol. 1788 / a cura di Rosaria Pilone. 3. - Roma : nella sede dell'Istituto, 1999"

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