domenica 14 luglio 2024

Il Sistema delle “Masserie della Pretiosa” nel contesto dei luoghi arcoriani - uno studio (III) - Il frutto della vite e del lavoro dell’uomo

 


Non vi sono, in realtà, molti dati che si possono estrarre dalle pergamene esaminate per poter avere una idea sulla qualità (e le quantità) di derrate alimentari che il territorio della Preziosa forniva soprattutto grazie al lavoro dell’uomo.

Ad ogni modo, è del 1190 (n.195, vol.I) una pergamena che ci racconta come Domenico e Iohannes Cicalesi abitanti "ad illa Pretiosa", tenevano a lavorare da detto Monastero una intera starza di territorio sita in villa Arcora e denominata "ad illa Pretiosa", nella quale vi è un riparo per il bestiame ai due lati mentre ai due capi vi sono delle vie pubbliche più altri confini.

Come noterete, qui si presentano in coppia “villa Arcora” e “illa Pretiosa”: un modo per indicare che siamo nella Pretiosa ma dal lato di Arcora, cioè un villaggio praticamente a ridosso degli archi dell’Acquedotto? Potrebbe essere questo un indizio della antica starza poi diventata Palazzo Gaudiosi? Chissà…

Comunque, in questa pergamena vengono presentati anche i vari raccolti che questa starza riesce a produrre in un anno (rendit terraticum in festa sancte Marie de mense agusti):

· 8 moggi di polloni (germogli)

· 11 moggi di miglio

· 5 moggi di grano

· 5 moggi di lupini

· 8 moggi di orzo

Per un totale di 37 moggi (aridi).

Abbiamo letto all’inizio che il nome “La Pretiosa” o “Preciosa” con cui questa zona veniva appellata nasce dalla bontà dei vini che qui si producevano. A tal proposito segnaliamo alcune pergamene enologiche: la prima risale al 1215 (n.1756, vol.III) e riguarda Rogerio de Gaudioso di Santa Anastasia a cui il Monastero da a lavorare 10 moggi di terreno della starza appartenente a detta Infermeria; la starza è sita in loco Sancta Maria ad illa Pretiosa, limitata da 3 parti dalla suddetta starza, poi dalla via pubblica e da altri confini.

Al Monastero verrà corrisposto ogni anno un quarto delle derrate alimentari prodotte insieme a vino greco e latino.

Una altra pergamena, datata 1230, riguarda ancora membri della famiglia Gaudioso (Gaudioso “padre” e Iacobo). Qui la rendita è di 5 salme[1] di vino greco x moggio, 1 pollo e 2 quarti di victualio[2]. Sapendo che quel terreno concesso era ampio 7 moggi, il conto è fatto…

Altra rendita in vino greco la troviamo in una pergamena del 1261, frutto del lavoro di Riccardo Caraczulo de Summa al quale il Monastero assegna a lui e ai suoi eredi in perpetuo un intero pezzo di terreno nei pressi della chiesa di S.Maria Pretiosa, terreno che appartiene alla Infirmaria del Monastero. Nel terreno concesso vi è anche una vasca ed un riparo per il bestiame.

Altre tre salme di vino greco (oltre a frutta e ortaggi) debbono essere corrisposte annualmente al Monastero da parte di Thomasio Muzula e del fratello Riccardo, di Somma, per un pezzo di terra anch’esso appartenente all’Infirmaria del Monastero. Siamo nel 1270 (n.1750, vol.III)

Sebbene comincino anni di mutamenti climatici importanti e la guerra tra Angioini e Aragonesi circa la divisione del Regno delle Due Sicilie si sta concludendo con vari “botti”, il vino greco la fa da padrone ancora nel 1300 (n.1718, vol.III), quando il monastero “concede a Petro de Graniano di S.Anastasia per se e i suoi eredi maschi un intero pezzo di terra in S.Anastasia, nel luogo detto la Pretiosa, a fianco di un'altra terra sempre lavorata dal detto Pietro, vicino alla via pubblica donde ha un ingresso e vicino un'altra terra lavorata da Iohannes de Osentia e Matheus Mutavinum e vicino alla starza vostra che è lavorata da Iacobus de Gaudioso.”. Nelle condizioni di affitto, il Monastero aggiunge anche del denaro e armenti al di là del vino greco.

Infatti, un tareno d’oro (oltre a vino greco e latino) viene richiesto in una pergamena del 1300 (n.86, vol.I) a Pascarius de Gaudioso e ai suoi eredi che gestiscono due interi territori alla Preziosa. Nel 1303 una importante pergamena (n.1809, vol.IV) ci dice che “Iohannes de Osenza da S.Anastasia vende per due oncie d'oro all'abate Roberto del Monastero di S.Severino e Sossio, il territorio detto "ala Pretiosa" indetta città di S.Anastasia.”. Il territorio in questione era “emptio” ovvero non coltivato nonostante la presenza di capi di bestiame e dei relativi ripari.

In questo momento storico il Monastero individua una politica di acquisto del territorio sfruttando lo stato di abbandono in cui versa. Non solo: vengono incluse delle clausole di riscatto in caso di abbandono da parte dell’affidatario!

Uno di questi “abbandoni” è menzionato in una pergamena del 1311 (n.1685, vol.III) e costò 2 once d’oro a favore del Monastero per un pezzo di terra che circondava le due chiese di S.Maria “ala Pretiosa” e di S.Nicola.

L’abbandono era dovuto ad una mancanza di lavoranti.

Qui di seguito una lista generica della tipologia di prodotti coltivati nella “Preziosa”, desunti dalle pergamene relative a questo territorio:

· polloni (germogli)

· miglio

· grano

· lupini

· orzo

· frutta

· ortaggi

· bovini

· ovini

· vino latino e vino greco, saccapanna[3]

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[1] 1 salma di vino = 175 litri

[2] Victualia: viveri, provviste.

[3] Alias mezzovino: si ottiene aggiungendo acqua alla vinaccia e lasciandola fermentare


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