giovedì 3 maggio 2012

Approfitto...

...per ricordare, dopo un anno, chi ha fornito la maggior parte delle foto tavernanovesi (e forse altre sarebbero da scoprire...) e mi ha spinto alla creazione di questo blog, affinchè non vada perduto quello che eravamo e coloro che erano possano, nel loro ricordo, farci ancora sorridere...ciao mamma.

martedì 1 maggio 2012

Prima visita all'Archivio di Stato di Napoli...

...e dopo un primo momento di acclimatamento (per consultare qualcosa VERAMENTE è complicato, per fotografare poi ci vuole il nulla osta del Presidente della Repubblica...) ho potuto ricevere in lettura/visione innanzitutto una bella mappa su pergamena relativa alla zona tavernanovese:

G. Di Jorio (De Jorio): Piante e misure […] delle masserie e territorii del Monastero dei Santi Severino e Sossio fatte e campite nel 1696


Su questa bella mappa (1696!) - che in seguito fotograferò - sono riportate a colori tutte le aree coltivate a partire dalla Masseria "Preziosa" e fino alla grancia tavernanovese. Entrambi questi luoghi sono riportati con la loro particolare caratteristica: gli archi che contraddistinguono la grancia ed il colonnato che contraddistingueva la Masseria.
Sappiate che ad oggi la Masseria Preziosa è ancora visibile con le sue colonne: jateve a ffà 'na camminata...
Dello stesso agrimensore, cioè uno che di mestiere ammesurava 'e proprietà agricole ho potuto anche constatare che una fotografia tratta dal libro di G.Ippolito su Madonna dell'Arco (e scaricabile nell'Elenco dei Riferimenti) è proprio relativa alla seguente mappa:

Massarie "i due Sellari alla Pretiosa" presso Pomigliano d'Arco. - 1694. - Joannes d'Iorio Agrim.


Poi ho visionato gli atti di un processo di metà '700:

Casale di Casalnuovo contro il monastero dei Ss. Severino e Sossio in Napoli


In sintesi, gli esattori dell'allora feudo casalnuovese volevano esigere le tasse dai territori del Monastero, che comprendeva anche la zona tavernanovese. I monaci, quando furono chiamati in causa, produssero una serie di atti tesi a stabilire che il loro territorio non era di pertinenza di Casale Nuovo ma di Pomigliano d'Arco.
Comunque un papiello interessante...

Per concludere, avevo intravisto sul web una "Cappella diruta sita nella strada consolare a Pomigliano D'Arco" e, pensando fosse quella di Tavernanova, ho consultato il relativo fascicolo: nulla di concreto poichè la capella sgarrupata era all'interno del territorio di Pomigliano d'arco, di fronte alla cosiddetta "Taverna del Passo".

Buona Festa del Lavoro a tutti...speramme 'bbuone.

giovedì 19 aprile 2012

Da una taverna "vecchia" ad una nuova...



E' inspiegabile come alcune cose ce le abbiamo davanti agli occhi e non le vediamo...

Sto leggendo e rileggendo un testo che mi ha procurato -e per questo lo ringrazio- il direttore della Biblioteca di Pomigliano d'Arco, dott. Giovanni Basile; parlo del libro di Padre Giovanni Ippolito di Madonna dell'Arco, "La Madonna detta dell'Arco - storia di un toponimo e di una edicola". Questo libro, che potete agilmente scaricare, tange in qualche modo anche la storia di Tavernanova, proponendo indirettamente delle ipotesi piuttosto affascinanti: Tavernanova quale nuovo toponimo per la zona detta Villa Arcore (che nun è chella 'e Berluscone...).

Se così fosse, il nostro territorio sarebbe stato abitato fin dagli inizi dell'anno 1000!

Ma andiamo con ordine, specificando meglio sulle due taverne. Converrete che se io chiamo una cosa "nuova" dovrà per forza esserci stata anche una "vecchia" nelle immediate vicinanze. Ed eccola quà: siamo nel 1560 quando Pietro Antonio Lettieri ricevette l'incarico, dal Vicerè Don Pietro di Toledo, di esplorare l'acquedotto Augusteo. Cito testualmente:

assicura che dalla masseria detta la Preciosa l'acqua di Serino andava sopra archi grandi fi alla taverna de casale nuovo a la via per la quale se va da Napoli ad Acerra delle quali ne appareno molti vestigii E osservabile che la taverna accennata dal Lettieri è quella stessa che tuttora si vede vicino Casale nuovo presso la Chiesetta della Madonna dell arco o dell Arcora (da "Memorie storiche del comune di Afragola" di Giuseppe Castaldi, 1830)
Dunque, nel momento in cui una villa rurale (palazzo Gaudiosi, per intenderci) viene affittata ai monaci per farci una taverna (e quindi significa che la zona era idonea a tale tipo di commercio: abbiamo visto che non era solo taverna in qualche post precedente), quale nome più appropriato, specie se questa taverna ha in comune con l'altra una prossima vicinanza ad archi di un vecchio acquedotto romano, se non taverna nova all'arco?

Ed ancora, nei nostri post abbiamo fatto delle ipotesi riguardo i primi proprietari terrieri delle nostre zone (oltre al Monastero dei SS.Severino e Sossio che ne deteneva la maggior parte): bene, nel libro sopra citato abbiamo che negli anni dal 1003 al 1185 la zona di Tavernanova verso Pomigliano, terre a destra aveva un proprietario con nome e cognome. Grazie poi a questi dati, l'autore è in grado di seguire il percorso di questi archi sfruttando una mappa corografica dell'acquedotto di Serino, prodotta da Italo Sgobbo ("L'acquedotto romano della Campania: Fontis Augustei Aquaeductus", 1938):



Come si vede dalle due immagini, il tracciato dell'acquedotto è quello che costeggiava la strada che da Tavernanova portava a Madonna dell'Arco (quella che passava per la Masseria Chiavettieri):



Rimane sempre da capire a che altezza della Strada delle Puglie questo acquedotto faceva in modo che
Tavernanova fossa a sinistra e Pomigliano d'Arco a destra.
Ma questo lo vedremo in seguito. Fatto sta che, nella relazione del Lettieri, così come riportato nel libro di cui sopra

"il conte di Maddaloni avrebbe impetrato ed ottenuto, nel 1420 circa, dal re Ferdinando I d'Aragona il permesso di servirsi del pontecanale dell'acquedotto romano presso Pomigliano d'Arco per la costruzione ivi di un nuovo castello"

Da questo momento in poi, è possibile che da Tavernanova all'Arco si sia passati all'attuale Tavernanova? E visto che nel 1595 furono scavate le prime fondamenta del Santuario di Madonna dell'Arco, molti contadini dalle masserie portavano "pietre vive" (pietre dell'acquedotto, alla fine) potrebbe allora essere questo range di anni quello dove il nome del paese si consolida in Taverna Nova?

Dunque, nella peggiore delle ipotesi, se una taverna fu affittata ai monaci e chiamata taverna nova all'arco, dobbiamo presupporre una datazione non superiore al 1600, non superiore e se poi, come leggiamo che il Monastero ha avuto la Masseria Pretiosa già a partire dal IX secolo (!) (e quindi un territorio che si estendeva fino alle terre ora tavernanovesi), perchè non ipotizzare Villa Arcore come un primo insediamento su cui hanno costruito l'attuale Grancia dei Monaci (ora Palazzo Gaudiosi)?????

Alla prossima...

lunedì 16 aprile 2012

Barbarò, barbarò...

Così comincia un'altra "filastrocca" che il mitico Tatonne 'e Galiota soleva raccontarmi spesso quando veniva al bar che fu di mio nonno e poi di mio padre.
Non ve ne sono di altre in giro -a detta di internet- ma a me ha incuriosito una parola che si incontra nella filastrocca: "inciarmo", che in italiano dovrebbe significare "incantesimo".
Che Tatonno ricordava qualche vecchia formula di qualche fattucchiara? ;)
Il testo completo, come al solito, lo trovate nella opportuna sezione di questo blog, a destra.

lunedì 9 aprile 2012

Divaghiamo per Pasquetta...

...con un augurio di Buona Pasqua, ho ritrovato - grazie al suggerimento di Nino Gaudiosi - su youtube una canzone cantata da Mario Abbate su testo di Giuseppe Porcaro, mio prozio e tavernanovese emigrato a Napoli. La canzone è Nuvole:


Permettetemi di immaginare che l'autore l'abbia scritta mentre era sdraiato su qualche prato abbasce Casamanna, a guardare le nuvole. Caso mai era pure il giorno Pasquetta...

Buona Pasqua a tutti!

Canale Youtube - La playlist...

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