sabato 18 settembre 2021

Il Sebeto e suoi "fratelli"...

 Il fiume Sebeto aveva tre fratelli, così Salvatore De Renzi nel suo "Osservazioni sulla topografia-medica del Regno di Napoli - Cenni sulla topografia-medica della città di Napoli, e delle provincie di Napoli, di terra di Lavoro, ed di Principato Ultra - Vol. 2" del 1829, ci riporta:

"I quattro principali fiumicini sono il Sebeto propriamente detto, o volgarmente Corsea, il quale scorre placidamente per la pianura, dando moto a parecchi molini, ed inaffiando quegli orti.

Essendo le paludi molto basse, e quasi a livello della superficie del mare, questo fiume ha un moto impercettibile, ed abbiamo osservato che i solchi artefatti che comunicano con esso ricevono le sue acque in estate, invece di comunicargli quelle che essi raccolgono, e ad onta dell'evaporazione e dell'uso che se ne fa per l'inaffiamento, mantiene perenni in tali solchi le acque per tutta la stagione estiva. Accresce anche il suo ristagno l'obliquità del suo corso, dappoichè pare che esso sembri dolente di scaricarsi nel mare, e serpeggia lentamente per quei terreni che conservano inesauribili tesori di vegetazione.

Il 2° è il cosi detto Fiumicello che sorge al luogo detto Castelluccia, un miglio lungi dalle sorgive del Sebeto, che scorre anche lentamente per la pianura, anima due mulini, somministra acqua all'inaffiamento delle paludi, e nell'estate decresce moltissimo, ed in alcuni siti non presenta che solo una putrida melma.

Il 3° è formato dalle acque della Bagnara o di Pontereale. Esso sorge nelle Fontanelle, mezzo miglio dalla Bolla, scorre per le palud,i passando per Poggioreale e servendo all' inaffiamento de terreni, abbassa moltissimo le sue acque in estate.

Il 4° è il così detto fiume della Ferriera o di Pascariello, il quale nasce sopra Poggioreale dove forma un ameno laghetto, ed anima alcuni molini, scorre presso il così detto Pascone e quindi unisce le sue acqua ai tre succennati.

I suddetti quattro fiumicini riuniti in alveo come nel poco al di sopra del Ponte della Maddalena, scorrono impregnati di sostanze estrattive vegetabili e, corrotti dei letami delle paludi, passano sotto il detto ponte e si uniscono alle acque del mare all estremità orientale della città."

giovedì 2 settembre 2021

Una "Pagliara Reale" nelle depressioni dell'area tavernanovese

 Ho reperito in qualche modo due immagini, di cui una molto dettagliata, che illustrano le "depressioni" dell'area tavernanovese ereditate dalle antiche paludi.

La prima immagine è una planimetria del 1878, creata per il Consorzio di Bonifica delle Paludi della Volla:


In particolare notiamo una Pagliara Reale (a centro-sinistra) e il Casone Vecchio (indicato un poco più giù verso destra). Da notare pure come l'estensione (tratteggiata) di via Casamanna - dopo aver attraversato la "Strada per la Madonna dell'Arco", oggi via Bolla - si addentri all'interno dell'area delle paludi.

Una ulteriore mappa, risalente agli anni 40/50 del 1900 (purtroppo non ho il riferimento...), riporta in colore giallino la depressione dell'area:




 

lunedì 16 agosto 2021

Termini di confine (con la storia?) presso la grancia tavernanovese...

 o suggestioni estive?

Tanto tempo fa, di questi cippi ve ne erano 4, posizionati a coppia sotto la prima e la terza arcata della grancia tavernanovese (oggi Palazzo Gaudiosi).

Quello che suscitò curiosità qualche anno fa fu il primo che s'incontra in direzione Pomigliano:


In particolar modo mi incuriosirono alcune linee che sembravano avere forme letterali in un contesto di un oggetto comunque consumato dal tempo.

Cosa potevano essere stati, all'origine, questi cippi prima di essere usati nel contesto della grancia?

Erano stati "termini" di confine di qualche proprietà (se non proprio della grancia)? o erano cippi gromatici di limite centurie?

Oppure antichissime Pietre miliari di epoca romana?

E' chiaro che l'opera del tempo avrà fatto il suo lavoro in tale contesto e forse i 4 cippi saranno pure antichi, ma fabbricati ex-novo ad uso della grancia o dei proprietari che si sono succeduti all'insediamento dei monaci cassinesi.

Ad ogni modo, che sia stato un cippo gromatico non potremo mai saperlo, poichè la parte superiore è stata sagomata e dunque è stata abrasa l'informazione sulla direzione dei limiti della centuria. Per gli altri due casi, invece, ho provato a "giocare" con un software di grafica per immaginare (in maniera molto ampia...ovviamente), cosa potevano significare le "forme" che vedete nella parte alta della colonna.

Attendo un vostro parere...qui o sulla pagina FB relativa a questo blog:

Video n.1 - Le scritte sono assimilabili alla sigla "S.P.Q.R."


Video n.2 - Nella scritta vi è un derivato della sigla SS (che marcava le proprietà del Monastero di S.Severino & Sossio)


Che ne pensate?

Un saluto caloroso e buona estate!

giovedì 5 agosto 2021

Dal 1016 una idea sui possedimenti nei luoghi arcoriani

 In un vecchio post del 2015 avevo espresso una ipotesi circa le protorigini della Chiesetta dedicata a S.Maria ad Nives, quale antica staurita risalente ai primi decenni dell'anno mille.

Confermando ulteriormente, come dal testo di A. Chiarito "Comento Istorico-Critico-Diplomatico sulla Costituzione de instrumenta conficiendis per Curiales dell' Imperatore Federigo II" (1772), che la badessa Maria del Convento dei beati Gregorii et Sebastiani atque Domini et Salvatoris nostri lesu Christi et S. Pantaleoni indicata in una pergamena del 6 Marzo del 1016 non era altro che la badessa di S.Liguoro (o Ligorio), dalla medesima pergamena risulta chiaramente che i luoghi arcoriani a cui si riferisce sono da delimitare in un'area ad ovest di Tavernanova, prossima all'attuale "Palazzo Gaudiosi".

Infatti, in tale pergamena (la n.364 del vol.II di "Monumenta ad Neapolitani ducatus historiam pertinentia" di B. Capasso), la Badessa promette a due fratelli di Arcora un pezzo di terra in affitto che si trovava "coheret cum via publica Nolana et cum terra predicte ecclesie, cum terra ecclesie S. Petri ad Cancellata, et ab uno capite sunt ipsa arcora".

Per avere una idea della zona, osserviamo questa cartografia della fine del 1600:


In questo segmento di immagine, abbiamo:

- il tratto dei resti (arcora) del pontecanale dell'acquedotto augusteo che attraversava la zona

- la strada nolana (qui "strada regale")

- le aree coltivate con i loro limitese e le misure

Con la lettera A veniva indicato il territorio del Monastero di SS.Severino & Sossio; con la lettera B il territorio della Chiesa di S.Pietro ad Cancellata; si nota parte della scritta "S.Ligorio" in basso a destra.

E' chiaro che dalla edizione della pergamena fino alla edizione di questa mappa sono passati oltre 600 anni, ma è logico ritenere - anche sulla scorta di altri documenti - che le attribuzioni territoriali non si siano eccessivamente modificate. E' inoltre possibile che il territorio a cui fa riferimento la pergamena del 1016 sia da ricercare nella zona in alto a sx della mappa (che però non copre proprio questa parte).

Saluti e buona estate!



lunedì 5 luglio 2021

Un particolare su una mappa degli inizi del XIX secolo...

Proprio mentre stavo revisionando qualche documento, su di una cartografia degli inizi del 1800 ho intravisto quello che poi si è confermato un classico simbolo topografico per indicare un luogo di culto cristiano.

E' quello che indica la chiesa tavernanovese di S.Maria Ad Nives:


L'ho evidenziata per Vs. comodità.

Il particolare è tratto da "Minute originali di Campagna..." Portici-San Giorgio a Cremano-Pollena Trocchia-Sant'Anastasia-San Sebastiano al Vesuvio-Pomigliano d'Arco-Massa di Somma, reperita presso l'Istituto Geografico Militare.

Il periodo è 1801-1850.

Saluti

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